DIARIO
Giulio Cesare
Dove eravamo rimasti?
Si diventa vecchi , è difficile riprendere in mano il bandolo della matassa e riprendere a districare avvenimenti e momenti sfocati dal tempo.
Forse alla notte della Luna,o giù di lì.
I formidabili anni settanta, tempi confusi in cui cercavo di comprendere me stesso come fosse un dovere fondamentale,chissà poi perché.
Il periodo delle scuole medie non fu gran cosa o forse sì…ricordo solo botte da orbi con i compagni ripetenti,ore di studio noioso e soffocante,raccolte di figurine e fumetti, qualche partita a pallone e, ahimè,le prime brucianti cotte!
Poi fu il ginnasio.
Il primo timido approccio fu irto di ostacoli,alla spaventosa matematica, odioso universo oscuro e incomprensibile,come ho già avuto il modo di raccontarvi,si aggiunse l'algebra,ancora più misteriosa ed inutile,ma soprattutto invasero la mia privacy la lingua greca e quella latina con le traduzioni di poeti e storici che, per quanto mi riguardava ,avrebbero fatto meglio a fare un altro mestiere anziché "scassare u cazzo",come direbbero i miei amici partenopei,a chi aveva solo voglia di divertirsi,suonare la chitarra e dar la caccia alla topa,appassionante sport nel quale ero indubbiamente un dilettante ,ancora inesperto ma deciso ad imparare in fretta e pieno di buona volontà di far bene.
Quel che colpiva particolarmente gli insegnanti, quando esaminavano le mie traduzioni dal latino e dal greco, era la mia sbalorditiva fantasia.
Terminata la trasposizione ero convinto d'aver fedelmente riportato nella lingua italiana quanto narrato da 'sta gentaglia dei tempi andati ,ma, alla prova dei fatti, quando la raggrinzita professoressa Martini correggeva la mia versione,mi rendevo conto d'aver scritto tutta un'altra storia che nulla aveva a che fare con l'originale.
Con la vecchia docente di greco s'alternava sulla cattedra dell' austera aula del IV° ginnasio sezione "C" sita in Roma nei pressi di corso Trieste, al secondo piano dell'Istituto d'istruzione classica "Giulio Cesare", l'insegnante d'Italiano ,il valente professor Eugenio Falcone, geniale autore di singolari saggi su Dante nei quali riportava soltanto citazioni di insigni studiosi del "Ghibellin Fuggiasco" senza aggiungere neppure una riga di suo, tenace sostenitore dell'azzardata asserzione che il "sei stracciato" lo avrebbe meritato solo il poeta toscano e… non sempre .
Figuratevi i voti che avrebbe potuto assegnare a noi poveri tapini!
Storia e filosofia,nuova materia quest'ultima che compresi subito era utile principalmente a chi dalla vita aveva tutto e non sapeva che cazzo fare,erano territorio della ributtante Artegiani, grassa strega fiorentina che quando alitava il suo toscano sterminava le mosche a branchi creando il vuoto attorno a sé.
Il professore di educazione fisica,non ne ricordo il nome, tipetto amabile e garbato era un poco edificante esemplare della razza "ti spiezzo in due!" ed affermava,senza inutili giri di parole, che la notte avremmo fatto meglio a dormire piuttosto che spararci seghe a tutto spiano,
Completavano la rosa degli insegnanti altri campioni dell' etnia "Homo sapiens scassacazzis" che con i loro preziosi insegnamenti ci iniziarono alla nobile arte del "Precariatus", trasformandoci in "homo sapiens precarius",dotti individui cioè che conoscono un mucchio di cose senza sapere che cazzo farsene.
Il ginnasio tuttavia,ringraziando Dio,non era solo studio anche se all'inizio furono tempi duri, era anche impegno politico,quello ,per capirci che ti consentiva di saltare l'interrogazione e di scandagliare l'aula magna,sede dei collettivi,per stanare nuova fauna femminile per la famosa caccia alla topa visto che in classe nessuno te la dava.
Ma soprattutto la nuova scuola era musica,sì,quella con la "emme" maiuscola e ragazze,sì quelle con le tette maiuscole!
La mia prima giovane preda fu una compagna di classe ," quella del terzo banco,la più carina" come canticchia Venditti,un amore platonico come solo a quell'età può essere quando uno dei due è lento di comprendonio,una che te la darebbe volentieri e te ne fa sentire l'odore per provocarti ma ,sfortunatamente per lei,incontra un coglionazzo
Così va il mondo e tant'è!
Un pomeriggio mi portò a casa sua ma io…volli fare la ricerca!!!!
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