DIARIO
La stagione delle vacche grasse
Il 1991 oltre alla scomparsa di papà registra anche la nascita dell'ultimo virgulto della prolifica schiatta concepito nel vecchio secolo, Andrea, secondogenito di mia sorella Aurora e di mio cognato Marco ,viene infatti alla luce il 28 novembre di quello stesso anno.
Con il secondo rampollo di casa Simoncini sembrò definitivamente chiudersi un ciclo, la feconda progenie di Walter e Fernandella, chi prima chi dopo, aveva provveduto ad estrarre dal mazzo, anzi dalla mazza,la canonica coppia che avrebbe assicurato la discendenza.
La tempesta ormonale dava l'impressione di essersi attenuata, messa la sicura al pistolino tutti noi avevamo preferito estrarre le cartucce dal caricatore , nessuno si sarebbe aspettato quell'improvviso colpo di coda, - il lupo perde il pelo ma non il vizio- un tocco d'artista invero che quasi dieci anni più tardi avrebbe fatalmente generato il primo Tiddi del nuovo millennio.
Ne riferiremo più avanti.
Se è vero che l'improvviso trapasso del mio unico socio aveva reso più gravoso il mio compito all'interno dell'agenzia aveva contribuito d'altro canto, unitamente al prolungamento del contratto di lavoro di mia moglie, ad incrementare i miei guadagni, si trattò di una breve parentesi patinata, presto sarebbero sopraggiunte situazioni che avrebbero mutato per forza di cose questa favorevole congiuntura, per qualche tempo tuttavia me la passai un po' meglio riuscendo persino ad arrivare a fine mese con qualche centesimo in tasca.
Qualche volta si riusciva ad andare al ristorante,i miei figli indossavano abiti eleganti, mia moglie appariva più serena e, persi i chili di troppo, conduceva una vita meno stressante in virtù delle inedite possibilità economiche del marito ma soprattutto grazie ai benefici effetti prodotti dal suo nuovo impiego all'ombra dei platani di Villa Borghese.
Che avete capito?
Parlo della sua nuova destinazione di lavoro, l' Ufficio centro storico del Comune di Roma di piazzale V. Hugo, una magnifica costruzione situata all'interno della nota villa capitolina.
Le foto raccolte negli album di famiglia parlano chiaro, dalla tinta sbiadita delle fotografie dei primi anni di matrimonio si passa ai colori brillanti di quel periodo, sullo sfondo non solo il mare del Tirreno o le note cime della valle di Nerfa ma anche incantevoli spiagge e insoliti paesaggi di alberghi e villaggi turistici.
Per la prima volta disposi del denaro necessario all'acquisto di un'auto nuova,era l'aprile del 1992 , una Citroen ax tzx vip targata Roma 7E0490 color antracite sostituì l'ormai vetusta Fiat 127.
L'anno successivo fu la volta di una Fiat Uno Hobby carta da zucchero con tanto di tettino apribile , prese il posto della malandata BX, incantevole, la tenni meno di nove mesi,poi le esigenze di una famiglia numerosa pretesero una station wagon, così nel giugno 1994 parcheggiai in viale Etiopia il nuovo modello familiare, vernice rossa amarena targa AB424JW, della celebre casa automobilistica francese, la zx break.
Come già evidenziato in un precedente paragrafo l'autore di questo diario è un animale stanziale ,ambedue i bolidi a quattro ruote sostano pertanto ancora su viale Libia o nei paraggi, in dieci anni hanno percorso meno di quarantamila chilometri ,e, per quanto mi riguarda, dovranno macinarne almeno altri centomila prima di poter spegnere il quadro e andare in pensione.
A poco meno di un decennio dal fatidico "sì" accadde anche a me quel che capita a molti dopo qualche anno di matrimonio. Ebbene sì! Anch'io m'ero fatto l"Amiga".
Non si trattava beninteso di una conturbante morona iberica ma di una seducente consolle avorio. Persi la testa per lei , la sua raffinata architettura di sistema, la sua grafica accattivante, il suo intrigante hardware.
Inchiodato al joystick trascorrevo l'intera notte a smanettare nel tentativo di districarmi tra gli interminabili labirinti dei platform nella speranza di superare i livelli più ardui o di massacrare tutto ciò che si muoveva sullo schermo sterminando senza pietà mostri, alieni e lucertoloni assortiti .
Quando nel floppy disk infilai " Sensible world of soccer" e sul monitor apparvero i policromi pixel di ventidue minuscoli calciatori schierati a zona pronti a sfidarsi sul tappeto erboso, raggiunsi l'orgasmo e ,nel tentativo di portare la "magica" al tricolore ,finii per trascurare le lenzuola . Là sotto intanto montava la rabbia di chi, delusa e incazzata, m'aspettava inutilmente fino al mattino successivo .
Ancora qualche notte in bianco e m'avrebbe mollato a smanettare qualcos'altro, capii che era arrivato il momento di chiudere quella torbida storia e di tornare ad interpretare con passione il mio ruolo di stallone prima di vedermi assegnato quello indiscutibilmente più imbarazzante di cervo.
Attorno alle variopinte palle dell'albero di Natale sepolto dal nastro argentato , collocato al centro del modulo angolare della camera da pranzo , crescevano intanto a vista d'occhio i due cuccioli, nutriti, calzati e vestiti da una madre sempre presente, soltanto coccolati da un padre latitante.
L'Abeille nel frattempo entrava nell'orbita della UAP e quest'ultima, nell'ottica di un rinnovamento necessario, a suo dire, a far fronte alle mutate esigenze di capitali e redditività che il nuovo mercato globale imponeva, una volta acquisita la piccola ma solida Compagnia francese, cominciò a sbriciolare i portafogli d'agenzia, agevolata in questo dalla insensata liberalizzazione della tariffa Rcauto che, nelle intenzioni dei legislatori, avrebbe dovuto favorire la concorrenza tra le compagnie operanti in Italia e ,al contrario,nel giro di un paio d'anni portò ad aumenti dissennati e indiscriminati.
Tentai di resistere a quei venti impetuosi riuscendo faticosamente a mantenere la rotta.
Come un rullo compressore l'azienda di là dalle Alpi proseguì la sua campagna di sterminio con la metodica applicazione di insensati principi di archeologia economica, liberalizzando numerose agenzie e, con la risolutiva chiusura del rubinetto del coraggio, impedendo agli operatori del settore - compreso il sottoscritto - l'acquisizione di qualsivoglia nuovo contratto,
La tempesta si fece ancor più violenta e molti di noi finirono in mare,in balia delle correnti e delle idee balorde di manager incompetenti , la spuntai anche stavolta riuscendo miracolosamente a restare a bordo.
Poco meno di due anni dopo la stessa UAP venne fagocitata da un pesce ancor più grosso sopraggiunto ancora una volta dalle coste francesi,il poderoso gruppo AXA.
La nuova multinazionale dispensò le ultime brutali spallate, il nuovo padrone con la erre moscia non era meno spietato del precedente ,non intese ragioni e nei tre anni successivi smantellò il resto della rete agenziale.
Assillato da angosciose incertezze che la precaria situazione non contribuiva certo a dissipare continuai a remare per raggiungere la riva.
Tra la polvere delle rovine i superstiti si contarono, ne erano rimasti una dozzina, tra di loro anche una minuscola agenzia trasferitasi nel frattempo dalla sede storica di Piazza Gondar 14 a quella di viale Libia 189.
Questa è storia dei nostri giorni, nessuno è ancora salvo , il vento tuttavia sembra affievolirsi e la bufera allontanarsi ,all'orizzonte sorge tiepido il sole del giorno dopo.
Dopo l'epurazione mi leccai le ferite tentando di emergere dalla penombra di un tunnel che pareva interminabile.
Non è finita, lo so benissimo, si tratta soltanto di una breve tregua in attesa di una nuova spaventosa burrasca.
D'accordo ,il mio indiscutibile charme mostra la corda, sembra di sfogliare lo stanco copione di un commovente mélo strappalacrime, presse du coeur allo stato puro.
Proseguendo a stendere il canovaccio di questo viaggio nella memoria, nel laborioso tentativo di distillarne il testo, la mia alluvionale eloquenza non può che approdare a stagioni a noi più prossime.
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