DIARIO

Legge 56.


Una volta scalata la gradinata del Campidoglio restava tuttavia lo spinoso problema di trasformare quell'insperato dono del Cielo da rapporto di lavoro a termine a contratto a tempo indeterminato.
Incominciò una dura lotta sindacale per il suo rinnovo ad ogni scadenza,scontro che mi vide, sanguigno e determinato, sostenere le sacrosante richieste dei precari ex Legge 56 .
Ogni raduno ,di fronte al giardino di via del Tempio di Giove, all'interno dell'aula "Giulio Cesare" o sotto le finestre di Palazzo Chigi, mi vedeva sempre in prima fila a cavalcare la protesta contro l'allora sindaco Carraio. Determinato a contrastare chi si mostrava troppo arrendevole nei confronti dell'ala moderata del sindacato ero fermamente schierato con lo zoccolo duro dei rivoltosi.
Ero conosciuto da tutti Accecato della rabbia e dall'indignazione scrissi decine di lettere indirizzate al primo cittadino,al Presidente del Consiglio e persino a quello della Repubblica per perorare la causa di quei traballanti lavoratori tra i quali militava mia moglie, realizzai e distribuii ad ogni manifestazione volantini satirici mentre alcune mie irriverenti vignette, grazie alla collaborazione di alcuni deputati dell' estrema sinistra, arrivarono a varcare persino le soglie di Montecitorio.
Dopo quattro anni di violenti contrasti apprensioni e miracolosi rinnovi acciuffati all'ultimo momento , le imminenti elezioni amministrative spianarono la strada alla definitiva assunzione di quegli operai mettendo fine alla questione.
Novello Cincinnato quel capopopolo ormai noto a tutti se ne tornò alla sua scrivania, si tenne una gran festa in via Buonarotti, sede della C.G.I.L., per celebrare la vittoria ma egli non andò, aveva troppo da fare in agenzia, inviò un fax con una delle consuete scenette illustrate, questa volta per raffigurare lo straordinario trionfo di Davide contro Golia.
Roboante, lo ammetto, forse persino ampolloso, un vero pallonaro insomma.
Letizia , una volta tanto s'era degnata di prendere il mio posto ,mi raccontò al suo ritorno che tutti mi avevano cercato per brindare insieme e abbracciarmi , ne fui lieto, era stato magnifico combattere quella feroce battaglia ma soprattutto vincerla, insieme a tanti amici.
Raggiunta ormai la meta era però ora di tornare alla vita di sempre.
Nel frattempo papà m'aveva lasciato solo.




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