DIARIO
Luna di miele
Isole Haway , Mauritius o Canarie, luoghi d'incanto che all'epoca andavano per la maggiore, non erano alla portata delle nostre tasche, pertanto la mappa del viaggio di nozze avrebbe seguito il più classico degli itinerari.
Dapprima ci saremmo recati a Venezia con una breve gita a Murano senza tralasciare di visitare Verona, poi tornando a discendere la Penisola avremmo raggiunto Firenze ,un salto a Pisa per visitare piazza dei Miracoli infine un'ultima settimana a Lamezia Terme ospiti degli amabili coniugi Ferraro .
Dopo un lungo e faticoso viaggio arrivammo nella romantica città lagunare quando il sole era ormai prossimo al tramonto ,lasciata l'auto esausta a Mestre raggiungemmo con il traghetto l'hotel "Accademia" pregustando già un' ardente notte di passione, ma quando socchiusa la porta della stanza osservammo dal vano dell'uscio la stanza capimmo subito, non era necessario un elevato quoziente intellettivo, che qualcosa non quadrava. Un "culo" da panico: ci avevano rifilato una camera con letti separati!
Eravamo troppo stanchi per incazzarci più di tanto così dopo aver sistemato i bagagli accostammo le brande e unimmo le reti per darla giù alla grande quella notte stessa nonostante lo spiacevole inconveniente, ma prima provvedemmo ad azzittire lo stomaco con una deliziosa cenetta a lume di candela in un tipico ristorante a due passi dalla pensione.
Tornati in albergo salimmo al piano, raggiunta la porta girai la chiave, incrociai le dita, mi fermai ancora un momento in corridoio per dar sfogo ad imbarazzanti flautolenze d'origine gastrica, non so dirvi se provocate dai fagioli gustati poco prima o da un'inopportuna e ingiustificata apprensione, quindi, seguito dalla mia sposa, varcai la soglia della stanza del peccato.
Un breve break in bagno per una sommaria pulizia di denti , ascelle e parti intime ad evitare un prematuro uxoricidio attraverso inalazione di gas letali infine, controllata l'artiglieria, mi assicurai che,nonostante le abbondanti libagioni, non sarebbe stato necessario il wonderbra per tenerlo su e ,rinfrancato ,mi gettai impavido nella mischia.
Il mattino successivo i proprietari dell'albergo tentarono di farsi perdonare l'inammissibile errore offrendoci oltre ad una nuova e più consona sistemazione (si narra che, avuto sentore della particolare esuberanza dello sposo,abbiano dotato la rete di opportuni rinforzi ) anche una bottiglia di champagne seppellita sotto una candida coltre di ghiaccio secco,per brindare al travolgente incontro di ritorno previsto in serata.
O era solo spumante?
Non ho mai capito la differenza tra l'uno e l'altro.
Forse il prezzo?
Consentitemi una piccola divagazione per rendervi noto che proprio in quei giorni in via Gaspare Pacchiarotti, dove nel frattempo avevano traslocato Piero e Giuliana era stato appeso un secondo fiocco rosa, nasce Corinna, è il 3 maggio 1982, Piero rinuncia definitivamente al maschio e appende il preservativo al chiodo.
La magnifica Piazza San Marco a Venezia ,gli incantevoli scorci medievali della città scaligera, il caratteristico ponte Vecchio adagiato sull'Arno emblema del capoluogo toscano ,la torre pendente a Pisa, un viaggio fantastico al fianco della mia dolce mogliettina, straordinario, meraviglioso,impareggiabile ma soprattutto "unico", da allora infatti non sono più riuscito, a parte un paio di puntatine in Calabria e qualche breve periodo di ferie in Abruzzo o sulla costa tirrenica, a farle varcare il biondo Tevere.
Sta piuttosto 'ncazzata la signora e con ragione.
E' vero nun c'è 'na lira, ma pur'io so' parecchio pantofolaro!
Che volete? Non ho certamente il pedigree del viaggiatore incallito ,ma ad un grafomane come me piace viaggiare con la fantasia e visitare luoghi e tempi già vissuti affidandosi ai sicuri tasti di un personal computer anziché salire su scomodi treni o pericolosi aeroplani.
Dai recessi della memoria affiorano altri ricordi, chissà se serviranno a lasciar tracce del mio passaggio su questa terra?
Caustico! Epico! Spaventosamente cazzuto!
Il viaggio terminò,le stagioni tornarono ad alternarsi, rientrati alla base cominciò per noi una nuova vita fatta di alti e bassi,di bassi ne ricordo parecchi, di alti in verità pochini, al dieci del mese lo stipendio era già finito e si tirava avanti mangiando uova,patate e carriolate di pastasciutta fino al ventisette.
Al mattino mi svegliavo di buon'ora,un espresso fumante per me, un bicchiere di latte con una spruzzata di caffè per la mia insonnolita consorte poi, terminate le consuete e approssimative abluzioni quotidiane, montavo sulla Ford Fiesta e attraversavo una Ladispoli ancora addormentata per raggiungere la stazione ferroviaria.
Adoravo alzarmi all'alba e avvertire sul viso la brezza pungente del mattino, mi ingagliardiva, sembrava di essere su un altro pianeta dove rigenerare le mie batterie pressoché esaurite.
Nell'aria odore di salsedine e cornetti caldi , tra le mie mani, fresco di stampa, il corriere dello sport, alle sei e venticinque salivo sul convoglio per Roma dove giungevo circa un'ora più tardi.
Quando dal finestrino del vagone intravedevo le luci ancora accese di Termini s'era appena fatto giorno, l'aria era frizzante,il treno con un irritante stridio di freni e un ultimo sussulto arrestava la sua corsa , sceso sul marciapiede attraversavo la stazione per raggiungere una piazza dei Cinquecento già piuttosto animata nonostante l'ora.
La fermata del "38" era poco distante ,la vettura ancora accessibile, un quarto d'ora dopo scendevo a piazza Gondar per cominciare la mia giornata in agenzia.
Verso le sei del pomeriggio, terminato il lavoro, salivo nuovamente sull'autobus che mi avrebbe riportato a Termini per riprendere il treno e tornarmene a casa.
Intanto Letizia attendeva alle faccende domestiche e ,forse, cominciava a pentirsi d'aver fatto un passo tanto azzardato, la fin troppo tranquilla vita di provincia non sembrava andarle troppo a genio , abituata alla vivacità delle strade intorno a piazza Bologna e alle sfavillanti vetrine di viale Libia e dintorni ,stentava ad adattarsi ai ritmi intorpiditi di quella cittadina buona soltanto per le vacanze estive.
Ma ci si voleva bene e tanto bastava per tener duro e tirare avanti la sgangherata carretta.
L'appartamento di via Spoleto , sistemato e ridisegnato secondo le particolari esigenze di due giovani sposi ( catechizzati dall'esperienza avuta in luna di miele avevamo provveduto a irrobustire con opportuni accorgimenti rete e materasso) era stato allestito alla meglio mantenendo per lo più il raccapricciante mobilio anni settanta della gestione precedente eccezion fatta per l'arredamento della camera da letto acquistata nell'ottobre del 1981 in via Merulana dal mobilificio "Cascone arredamenti"(duemilionesettecentocinquantamila testoni e passa la paura) con parte del denaro magnanimamente elargitoci dai miei genitori che, venduta la storica casa milanese di via Terragni, avevano devoluto il ricavato tra i quattro figli dividendolo in parti uguali e del talamo nuziale realizzato artigianalmente in ottone dal sor Ubaldo Maxia nell'officina di via Gallia Placidia al modico costo,si fa per dire, di cinquecentocinquantamila lire.
Nel frattempo avevamo già messo in cantiere Alessandro il terribile e mentre a Lety cresceva il pancione e a me qualche primo capello bianco accadde un fatto nuovo.
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