DIARIO

Giorno dopo giorno scorrono le ore

Per farsi un’idea del nostro menage di gemellini basti pensare al fatto che quando andavamo a spasso con mamma o con la balia , il più delle volte s’impadroniva del biberon che andava equamente diviso e se lo scolava tutto. Nonostante tutti i patimenti e le ingiustizie che da allora avrei dovuto subire il fatto veramente importante fu che da allora i “doppareji “ furono una solida realtà.
L’appartamento di via Capocci cominciava a diventare un po’ stretto per la numerosa prole , si propettava ancora una volta la necessità di cambiar casa. Poco lontano era in costruzione un nuovo palazzo in Piazza Gondar ed è lì ,al numero civico 14, che poco dopo.terminata la costruzione, la famigliola si trasferì.Il 22 novembre 1958 fu pagata la prima rata.
La nuova casa costò in tutto dodici milioni. dopo anni di sacrifici e doppi salti mortali,finirono di pagarla qualche anno più tardi.
Intanto però,nel luglio del 1960,era avvenuto un fatto nuovo.
Ci trovavamo in vacanza a Ladispoli,papà ci raggiungeva nel fine settimana.
Un lunedì rientrando a Roma trovò nella cassetta delle poste una lettera delle assicurazioni Generali, nella quale per oscure ragioni,mai chiarite, veniva trasferito ad altro incarico.
Accusato il colpo il baldo genitore, non ci pensò più di tanto e preferì dare le dimissioni e trasferirsi alla Torino assicurazioni.
Nel frattempo, Pietro Zeppieri,continuava a fargli la corte. Il dr. Tiddi,nonostante un ottimo stipendio,non riuciva a far carriera , così liberata di nuovo la scrivania alla Torino assicurazioni,si trasferì alla corte di Pietro Zeppieri presso la società d’assicurazioni L’Edera , inanticipando l’epoca della flessibilità nel mondo del lavoro tanto in voga al giorno d’oggi,che recita pù o meno così:” lavori finchè mi servi poi puoi pure andare a fare in culo.”
A quei tempi però le cose andavano diversamente,se valevi non avevi difficoltà a trovar lavoro.
Una volta assunto, il Tiddo organizzò l’intero ufficio sinistri dell’Edera , ma ormai era cominciato il suo valzer tra le varie Compagnie d’assicurazioni che a dire il vero se lo litigavano.La collaborazione con Pietro Zeppieri aveva i giorni contati.
Se è vero infatti che dirigeva l’intero servizio ed era secondo soltanto al padrone delle ferriere,è altrettanto vero che il rude carattere di quest’ultimo non era in sintonia con quello indipendente di Walter Tiddi che se decideva di liquidare un sinistro per sessantamilalire si sentiva ribattere dal capo che ne sarebbero bastati molto meno.
Il sor Tiddi stava per abbandonare di nuovo la barca in cerca di nuovi lidi dove gettare l’ancora, ma prima di tornare alle peripezie della famiglia Tiddi,diamo un’occhiata a quel che ra avvenuto nel frattempo in Italia.
Diversi avvenimenti avevano segnato a caratteri ora cupi ora rosa i contorni di una nazione che rinasceva dalle ceneri della guerra,elenchiamo ora quelli che più di altri caratterizzarono quei tempi.
Nel maggio del 1949 nel cielo grigio di Torino avevano perso la vita i giocatori del grande Torino,Coppi rallegrava ed esaltava il cuore degli sportivi realizzando una peformace strepitosa,aggiudicandosi in una sola stagione la Milano-Sanremo,il giro di Romagna e il Tour de France.
Ciò che ravvivò soprattutto la speranza degli italiani fu la scoperta del petrolio nei pozzi di Cortemaggione,l’illusione durò poco,i pozzi si esaurirono ben presto. Intanto però sulle strade e autostrade di tutta la nazione presso i distributori di benzina era diventato familiare il simbolo della Supercortemaggiore:un cane a sei zampe che vomitava fuoco.
La morte del bandito Giuliano pose fine agli annidi paure e angosce che avevano terrorizzato la penisola a partire dal tragico giorno della strage di Potella delle Ginestre,tradito dal suo luogotenente Pisciotta, Giuliano cadde in circostanze ancor oggi misteriose.
Intanto nei bar e nei negozi di elettrodomestici si comincia a vedere uno strano contenitore dove appaioni immagini,è la televisione , ma per ora è solo alla preistoria. Presto questa scatola magica comincerà le sue trasmissioni regolari ed entrerà pian piano nelle case di tutti gli italiani.
Il 5 maggio 1946 Massimo Della Pergola inventa il Totocalcio, grazie a questo concorso a pronostici guadagnai i primi soldini,spesi inizialmente per togliermi gli sfizi del ragazzetto,dischi,fumetti e figurine,più tardi, fino al 1991, per arrotondare lo stipendio.Nel 1950 si ha il vero e proprio bum di questa lotteria calcistica,grazie ai primi dodicisti e alle prime favolose vincite che ancor oggi fanno sognare ogni italiano costretto a fare i conti a fine mese.
L’alluvione del Polesine e le terribili incursioni a Bologna della banda Casaroli,riportano la penisola nella costernazione e nell’incertezza;il 21 marzo del 1951 a Milano in un istituto del Giambellino crolla un muro di quarantacinque metri di lunghezza e cinque di altezza,tredici bimbi perdono la vita.
Per fortuna le gesta del trioGre-No-Li nel Milan, Merlo, Giardini,il pugile Mitri e le otto medaglie d’oro nelle Olimpiadi di Helsinky , rasserenano un poco gli animi,ma il delitto Montesi del 1953 fa ripiombare nel terrore lo stivale.
Anche De Gasperi si allontana dalla scena politica, gli subentra l’onorevole Pella. A tranquillizzare tutti ci pensa ancora lui, Fausto Coppi che vince il titolo di campione del mondo.
A Roma un nuovo fenomeno esplode in tutta la sua pienezza, è il mito di Cinecittà,la nuova Holliwood,moltissimi divi famosi d’oltreoceano sbarcano nel nostro Paese tra cui Anthony Quinn,Kirk Douglas e tanti altri nomi del cinema mondiale. E’ il momento magico del nostro cinema, vengono girati film che caratterizzeranno la nostra terra in tutto il mondo.”Pane amore e fantasia”,i “Vitelloni” “Senso” sono alcuni dei titoli più tipici di questo fervore artistico ribollente in Italia. Ma soprattutto il mitico “Totò” sforna a getto continuo le sue migliori interpretazioni,meravigliosi film,angoli caldi e accoglienti nel quale ancor oggi mi rifugio ogni qual volta avverto quel desiderio di serenità ,quel bisogno di quiete e allegria che soltanto attori come Totò, Peppino e Aldo Fabrizi sanno ancora regalarmi.

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