DIARIO
splendidamente stronzo!
Tre avventure contemporaneamente con altrettante topoline ma nessuna che m'impegnasse più di tanto, né l'aria da ragazzina eternamente imbronciata di Daniela, né la quarta misura del seno prorompente della dissoluta Giulia, né il sex appeal allegro e spumeggiante dell'esuberante Patrizia scalfirono minimamente il mio muscolo cardiaco, già, non era più un cuore che si lasciasse andare era soltanto il motore di un corpo dinamico e di un cervello finalmente sgombro da inutili sentimentalismi, forse un po' inaridito ma certamente più sereno.
Le lenti a contatto avevano senz'altro migliorato l'aspetto generale , il mio modo gioioso di vivere la vita , l'anticonformismo nel vestire nel background modaiolo di fine anni settanta e la proprietà di linguaggio retaggio dell'istruzione classica, attiravano le ragazze come api sul miele e stavolta erano loro ad invischiarsi nel mellifluo nettare dell'amore non corrisposto.
Ammazza come scrivo!
Non me ne poteva frega' de meno! Stavo diventando meravigliosamente cattivo, facevo strage di cuori restando immune dal quel letale veleno, conducevo tre sregolate vite parallele, ero terribilmente e
splendidamente stronzo!
Sia ben chiaro non avevo illuso nessuno né le disinibite fanciulle sebbene ignare della mia doppiezza, anzi, triplezza, la prendevano troppo sul serio, andava benissimo così: dare senza pretendere più di tanto, era questo in fondo il segreto di un' esistenza serafica, un po' meschina forse ,poco emozionante ma certamente più tranquilla senza le inevitabili pene e gli immancabili dissapori che una relazione più seria avrebbe comportato.
Venne il turno di Adelina, compagna di classe di mia cugina Fiorella,
un corpo da urlo, due poppe esagerate, lunghi capelli neri, grandi occhi scuri, tutto a posto insomma o quasi, era strana, comunque all'epoca non andavo troppo per il sottile ed appena mi resi conto che era matura, spietato , la colsi. Rude è?
Trascorsero un paio di settimane durante le quali diedi libero sfogo ai miei più bassi istinti tentando di inventare nuove posizione che rendessero l'amore più intrigante ,poi qualche stronzo, il fratello mi pare, s'intromise e le proibì d'incontrarmi non lasciandola neppure uscire di casa.
La chiamai per qualche giorno al telefono, rispose sempre lo stronzo in questione impedendomi di parlarle, il sanguigno ed impulsivo Marco d'altri tempi sarebbe corso senza indugio a liberare la donzella dalla torre del castello, ma quel generoso cavaliere aveva scelto di vivere un'altra vita ed era sceso da cavallo, ero cambiato, niente a che vedere, sia ben inteso, con quel che sono adesso, ancora non avevo in corpo l'astio e la rabbia che mi divorano oggi, ma un primo decisivo passo era stato fatto nella giusta direzione, così lasciai perdere e continuai a vivacchiare tra flirt da "una botta e via" ,canzoni cantate a chissà chi e il pensiero rivolto all'incertezza del giorno dopo.
Ad interrompere quella piatta routine intervenne qualcosa di veramente importante, una prova drammatica che non avevo fino ad allora mai affrontato, il serio rischio di perdere una persona cara.
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