DIARIO

Notti di veglia

Nel frattempo nell'appartamento di piazza Gondar al civico 14 le giornate scorrevano più o meno tranquille tra alti e bassi, Piero fu il primo ad andarsene per mettere al mondo tiddini nuovi di zecca e proseguire così la stirpe, dopo la laurea in legge e il servizio militare decise d'attaccare il preservativo al chiodo e propose a Giuliana, sua fedele compagna dai tempi del liceo, di coronare col matrimonio la lunga relazione, la scaltra fanciulla dapprima tentennò poi, conscia d'avere sottomano pur sempre un Tiddi, anche se doveva contentarsi del brutto anatroccolo della nidiata, non si lasciò sfuggire la ghiotta occasione e acconsentì.
Il giorno delle nozze incrociai durante la cerimonia una ragazzina di tredici anni, cugina della sposa, tale Letizia Maria…non ci degnammo di uno sguardo, quattro anni dopo le nostre strade tornarono ad intrecciarsi per tutt'altri motivi senza conoscere minimamente i nostri sia pur lontani rapporti di parentado, ancora tre anni e finimmo per imitare mio fratello e sua cugina applicando sull'uscio di casa una seconda targhetta con la stampa "Tiddi-Liotta".
Il letto di Piero, sistemato nello studio di papà ,era ancora caldo quando come un avvoltoio me ne impossessai lasciando finalmente in pace quel morto di sonno di Paolo , da quel momento in poi avrebbe potuto riposare tranquillo nella camera fino ad allora divisa con quel turbolento fratellino per il quale non veniva mai l'ora di coricarsi.
Le sue tribolazioni terminarono e non più molestato dall'assordante ritmo dello stereo sparato a tutto volume né dal suono aspro della chitarra elettrica da quel giorno tornò a dormire come un pupo.
La nuova stanza ovviamente durante le ore del mattino e del pomeriggio era zona "off limits" perché occupata dal laborioso genitore, ma la notte diventava il mio regno inespugnabile , non dormivo più, componevo criptici testi e svenevoli musiche per le mie canzoni e ascoltavo in cuffia fino al mattino i brani dei Genesis, dei Pink Floyd o dei King Crimson sognando ad occhi aperti canne, sorche e rock & roll.
La scellerata soriella con Maria Grazia m'aveva cambiato ,ero ormai più smaliziato non cadevo più ai piedi delle donne com'era accaduto fino ad allora, cominciavo finalmente a conoscere la vera natura di quelle strane creature tanto desiderabili quanto incostanti, capricciose e, diciamolo pure, un tantinello stronze.




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