
DIARIO
...correndo tra i ricordi
Frattanto papà aveva deciso di ricominciare a studiare per
superare l’esame di procuratore legale e sostituire così sul campanello
di casa la qualifica di dottore con quella più prestigiosa di avvocato.
Dopo alcuni mesi di “full immersion”,come si direbbe oggi, in
uno studio duro e faticoso, con quattro marmocchi scatenati che gli
giravano intorno e un lavoro che lo inchiodava gran parte della
giornata alla scrivania dell’ufficio o al sedile dell’automobile, il 21
marzo del 1963 riuscì a raggiungere anche questa ambita meta.
Se penso che il sottoscritto non è riuscito a laurearsi in lettere
perchè con il piccolo Alessandro per casa non riuscivo a concentrarmi
nello studio, mi domando come abbia fatto papà che di pesti intorno,
in più o meno tenera età ne aveva quattro.
Forse allora ne valeva la pena, chissà? O forse è solo un comodo
alibi per chi di voglia di studiare ne ha pochina.
Il 6 febbraio 1962 intanto zio William aveva acquistato dai miei
l’appartamento di via Capocci, dove avevo trascorso i primi tre anni
di vita,per la somma di settemilioni.
La collaborazione dell’avv. Tiddi con l’Intercontinentale
assicurazioni intanto proseguiva miracolosamente nonostante il
novello principe del foro mordesse il freno. Trascorsero altri cinque
anni poi il solito carattere irrequieto e impulsivo lo costrinse, motivo
scatenante una mancata promozione, a dare le dimissioni anche da lì,
era il 28 febbraio 1969.
Passò successivamente alla Columbia assicurazionei” fino
all’ottobre del 1973,quindi stancatosi anche di quest’ultima,migrò alla
“Globo assicurazioni” dove si fermò finalmente dal 31 ottobre 1973 al
31 marzo 1980.
Finalmente ,avendo ormai formato una piccola agenzia di
assicurazioni a conduzione familiare,all’alba del nuovo decennio
decise di chiudere la ventiquattrore nell’armadio e prendersi il
meritato riposo. Aveva cinquantotto anni e il riposo non era mai stato
il suo forte, da allora infatti cominciò a lavorare più di prima come
agente d’assicurazioni,migrando,come suo solito,dall’Ausonia alla
Prudential,sostando brevemente all’Intercontinentale,intrecciando
instabili e fragili rapporti con Mediolanum,Assiolimpia e C.E.P.,fino
ad acquietarsi alla Royale Belge prima e alla Norditalia e Levante poi.
Ma questa è storia di ieri.
Il successivo passaggio prima a Firs e successivamente ad
Abeille è una storia che riguarda anche me da vicino ma ne parleremo
quando sarà il momento.
Chi pagò allora le conseguenze di quel caratteraccio irascibile e
irrequieto fu mamma che dovette piegarsi come una canna al vento di
quell’uragano insofferente ed esagitato ma vivo e coraggioso.
Ho corso parecchio in questo turbinìo di eventi, non poteva
esser diversamente, troppi ricordi martellano freneticamente nella mia
testa, non avrei inchiostro a sufficienza per cercar d’abbozzare quel
che è storia troppo recente ,preoccupazioni,gioie, affanni condivisi
con quella che allora era la mia famiglia. Giorni,ore o fugaci istanti
particolari o semplicemente intensi che caratterizzato un’intera
esistenza.
Una cosa è certa, crescevo, pian pianino ma inesorabilmente.
Ci si avvicinava agli anni settanta, i più importanti per la mia
formazione.
I miei fratelli, che avranno forse la pazienza di leggere queste
pagine intrise di ritagli di vita condivisa ,frammenti di ricordi , odori
e sapori persi o più semplicemente passati,potranno facilmente
guardarsi indietro per scoprire che il nuovo decennio che faceva
capolino,dopo la sbronza degli anni sessanta, ci avrebbe allontanato
implacabilmente.
Il pianeta “Famiglia” che aveva formato i nostri caratteri e aveva
cementato la nostra vita fino ad allora sotto lo stesso tetto andò
trasformandosi lentamente nel pianeta “Io”. La famiglia Tiddi non era
più il centro del mondo ,come rigagnoli provenienti tutti dallo stesso
torrente, formavano il nostro alveolo.Portavamo le nostre esperienze
lungo il cammino,eravamo scesi ormai dal pulman della vita
spensierata della fanciullezza, salendo nostro malgrado sull’autobus
che ci avrebbe portato nel caos turbinoso e affascinante dell’adole -
scenza per scendere infine alla fermata dell’età adulta qualche metro
più avanti.
In quel nuovo e magico mondo ciascuno di noi si perse fino a
realizzare una propria,nuova famiglia.
Oggi tutti noi abbiamo un lavoro, interessi diversi, figli da
crescere e una carretta da tirare avanti alla meno peggio ,ci si ritrova
tutti insieme la notte di Natale ,ricordando con immutata nostalgia
quel che si era ,con il cuore colmo di graditudine per i nostri splendidi
e impagabili genitori. Inevitabili dissapori o equivoci potranno creare
qualche screzio o disagio ma sono certo che saremo tutti pronti a
stringerci attorno a chi di noi avrà bisogno,tendendogli la mano
fraterna con animo pronto e sincero.
Almeno questo dobbiamo a mamma e papà che per noi hanno
dato tutto dimenticandosi troppo spesso che oltre genitori erano anche
moglie e marito.
Ora basta...comincio ad esser troppo prolisso e retorico...in
fondo la prima stesura di questo mio lavoro risale al 1984,molte cose
son cambiate da allora...o no?
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