DIARIO

Quando era ora di uscire però Paolo aveva ben poca voglia di portarmi con sè,inutile zavorra se si trattava di compiere qualche bricconeria e peggio se c’era il caso d’incontrare qualche bella ragazza. Solo quando andava a giocare al pallone al campo dell’oratorio aveva pietà,ma solo per piazzarmi dietro la porta ad osservare i “grandi” giocare sperando che ogni tanto la palla finisse fuori per andare a riprenderla.
Proprio al campo di gioco una domenica mattina afferrai al volo insieme a qualche palla calciata malamente fuori bersaglio la prima parolaccia.
Arrivato a casa attesi pazientemente la prima occasione utile per ripeterla ,poi approfittando di un’incauto spargimento d’acqua sulla tovaglia nel versarmi da bere (situazione ricorrente invero)sparai un monumentale “Rimortangolieri”! Si trattava in fondo di un innocuo sinonimo per di più edulcorato de “Li mortacci tua” ma tanto bastò,l’ardire mi fu fatale...avvertì appena l’impetuoso vento dell’avvicinarsi del sonoro schiaffone che mi beccai , era già troppo tardi...lo sguardo di papà che mi fissava puttosto incazzato e forse già pentito del gesto inconsulto,(soprattutto per me) mi rese chiara la situazione:meglio dimenticare quell’ “espressione” e soprattutto da allora compresi come fosse prudente prima di proferir parola attendere il momento e il posto giusto.
Papà raramente alzava le mani su di noi, ricordo solo un paio d’episodi,quello appena raccontato ed un altro molto più in là nel tempo che mi ferì profondamente e del quale non mi va di parlare, chi invece era un po’ più dura nei nostri confronti era mamma.
A dire il vero io ne presi poche,ero piuttosto fessacchiotto , non mi piaceva fare arrabbiare nessuno e se sorvoliamo sull’abitudine di arrampicarmi dappertutto o penzolare dagli armadi non rompevo troppo le scatole ,il fondoschiena di Piero edAurora al contrario ve ne potrebbero raccontare,bersagliate a torto e a ragione dall’ira funesta di fernandella scatenata dall’indisponenza dei due.

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