DIARIO

Caccia al ladro

Così va il mondo,beccati col sorcio in bocca nel fottersi qualche cento lire dal borsellino di mamma , sordi ai rimproveri ,preferirono buscarsi qualche ceffone piuttosto che rinunciare a quella loro scriteriata abitudine,niente di serio beninteso,ma quando tua madre continua a ripeterti “meglio in galera che ladro” dovresti riflettere meglio sulle conseguenze delle tue azioni.
La mamma per sfuggire alle morbose attenzioni dei due monelli verso il Dio denaro era costretta a nascondere i soldi nei posti più impensati fino a dimenticarne l’ubicazione Ella stessa,accadde così che quando sparirono cinquemila lire i sospetti si rivolsero verso il povero Piero . Giurò dichiarandosi estraneo alla faccenda professando invano la propria rettitudine ,ma solo quando misericordiosa la lavatrice restituì insieme al bucato la famigerata banconota venne provata alfine la sua innocenza.
Anch’io un giorno ne beccai tante...gran coglione a quei tempi.
Mamma era scesa un’istante al piano di sotto dalla signora Sbrana lasciandoci soli non prima d’averci sciorinato la solita ramanzina e le raccomandazioni di turno. Aurora,non so come,fece cadere i candelabri che ancora oggi arredano la consolle dell’ingresso, ammaccadoli irreparabilmente...si mise le mani nei capelli,in lacrime mi chiese disperata di accollarmi la colpa del tragico evento...rimasi perplesso invero, ma non abbastanza, se è vero come è vero che al ritorno dell’inviperita genitrice che osservava con raccapriccio i candelabri agonizzanti a terra,confessai a capo chino la responsabilità dei fatti.
Che confusione sto facendo!
Rischio di non farVi capire più un tubo...ma che importa? Forse tra una ventina d’anni i miei figli leggeranno il messaggio di una vita affidato alla bottiglia dei ricordi e conosceranno un po’ di più questo loro padre noioso che deve sempre dirgli cosa fare e cosa non fare , cosa dire e cosa non dire...”bu!bu!” mi chiamano ed hanno ragione ,il solito antico rituale dell’esistenza si ripete ciclicamente ed anche l’uomo più moderno apparirà sempre “vecchio”a chi gli succederà.
"Sono un minorenne anziano" come affermava il grande Totò.

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