Cornelia

 

 

Storia di Roma in pillole

 

Parte Seconda

Dalla guerra civile all'impero di Augusto

 

 

 

Cornelia

ornelia era figlia di Scipione l’africano , ti ricorderai di lui , ma sì dai , quello che riuscì a liberare i senatori romani dall’incubo di Cartagine , bravo , sì proprio lui . A questo punto immagino ti chiederai perché apro questo primo capitolo della seconda parte dedicata a Roma antica , occupandomi , sia pur brevemente  , proprio di lei  , curiosità più che legittima la tua , vedrò pertanto di soddisfarla subito .

Devi sapere che i nipotini che Cornelia diede al celebre papà , Tiberio e Caio Gracco , non furono meno grandi del nonno . La madre  infuse infatti nell’animo dei figli un grande amore per la plebe che , a quei tempi , era ancora più immiserita dalle recenti guerre.  Esempio di virtù domestiche , ella riponeva ogni felicità nella cura della famiglia e non amava il lusso come le altre matrone . Un giorno una di queste si recò a farle visita e, dopo averle mostrato le gemme di cui era adorna , le chiese che le facesse vedere le sue. A questo invito Cornelia , mostrandole i propri figli,  rispose : “Ecco le mie gioie !”

Sono d’accordo con te , storiella da libro cuore che non c’impressiona più di tanto a me e te ,  saprai tuttavia che papà ha un debole per la sinistra alternativa , quella , per capirci ,  che quando scende in piazza fa casino sul serio , sfascia vetrine , fa a botte coi celerini e non si limita ad intonare cori da stadio o a suonare il fischietto , ebbene quei due scavezzacollo furono i precursori della lotta armata e i primi veri difensori della povera gente , altro che quel baciapile di Menenio Agrippa!

 

 

Tiberio e Caio Gracco

 

 

oma si arricchiva sempre più con le sue continue conquiste . Essa toglieva ai popoli vinti la libertà , le terre , tutto quanto possedevano insomma , persino le più belle opere d’arte con le quali ornava templi e piazze. Gran parte delle ricchezze conquistate andava però a beneficio dei patrizi , mentre la plebe languiva nella miseria.

Tiberio Gracco , diventato tribuno del popolo, volle richiamare in vigore un’antica legge agraria in forza della quale un patrizio non poteva possedere più di 500 jugeri dell’agro pubblico , circa 126 metri di terreno , zolla più , zolla , meno . Hai presente le tre reti televisive in mano a Berlusconi ? Bene , la storia era più o meno la stessa . Solo che all’epoca c’era Tiberio a difendere la plebe mentre oggi , non avendo nessun altro per le mani , ci siamo dovuti accontentare di Veltroni .

Vabè , non divaghiamo però , se no non se ne esce .

Tiberio , ti dicevo, propose allora che se ne assegnassero altri 250 a ciascuno dei loro figli , e 30 ad ogni plebeo . Non era poi una richiesta troppo rivoluzionaria , tuttavia anche allora i ricchi non facevano sconti , volevano arraffare tutto ,  così accopparono senza tanti scrupoli  chi aveva osato anche solo mettere in dubbio la legittimità dei loro privilegi con tanti saluti ai sogni di giustizia ed uguaglianza civile. 

Non avevano fatto però i conti col  fratello Caio , questi continuò infatti la lotta a favore del popolino . Voleva anzi che la legge beneficasse tutti gli abitanti del Lazio. Come c’era da aspettarsi , ebbe per questo vita durissima , e , per non cadere nelle mani dei suoi spietati persecutori si fece uccidere da un suo fedele schiavo.

Ma come ? Mi  dirai , difendeva la plebe e c’aveva uno schiavo tutto per se ? Un po’ complicato farti capire  , non me la sento mica , come te lo spiego ? Quando sarai più grande comprenderai da solo che ogni generazione vive il suo tempo con tanto di usi , costumi e ingiustizie civili , la mia non ha fatto eccezione e lo stesso capiterà senza dubbio anche alla tua .  

 

 

Mario e Silla

 

 

on tutto fu vano comunque , le discordie tra patrizi e plebei portarono infatti ad una vera e propria guerra civile .  Obietterai che una guerra non è mai una bella cosa , d’accordo piccolo , però devi considerare che a volte è necessario demolire l’esistente per ricostruire su basi più solide il futuro . Comunque ti farai un’opinione sulla faccenda più avanti , per ora ti toccherà limitarti ad ascoltarmi , oltre ai capelli comincio a perdere anche la memoria e di questo passo, se non la pianterai d’interrompermi in continuazione , io e te non arriveremo nemmeno alle invasioni barbariche .

Distrutta Cartagine , annientati gli ultimi insediamenti dei Greci , occupate tutte le coste , i Romani erano ormai padroni del Mediterraneo , ribattezzato per l’appunto Mare Nostrum.

Il motto di Roma era divide et impera , e su questo basò tutta la sua politica coloniale , trattare in modo diverso i popoli assoggettati impedendo che l’unità d’interessi potesse farli coalizzare ,  Così fece anche in Numidia, quando il re Giugurta , era il 112 a.c. , dopo aver fatto fuori il cugino Adertale , diventò l’unico sovrano del territorio che oggi comprende grosso modo Algeria e Tunisia . Una guerra come tante altre , iniziata nel 111 a.c. e vinta , tanto per cambiare , dai centurioni romani sei anni più tardi , se non fosse che a guidare l’Urbe in quel periodo c’erano due protagonisti che avrebbero lasciato il segno sulla futura storia della città eterna ,  il console Caio Mario e il suo questore Lucio Cornelio Silla .

Quando le legioni romane rimediarono una mazzata terrificante da parte dei Cimbri e dei Teutoni presso Aurasio , Mario promosse una profonda riforma dell’esercito che diventò una milizia di professionisti , le popolazioni italiche intanto erano in rivolta e tra il 90 e l’89 , dopo una durissima lotta , riuscirono ad ottenere la parità di diritti . Era proprio un momentaccio per Roma , anche in Oriente infatti un certo Mitridate , re del Ponto , cominciò ad invadere i territori romani incitando i greci alla rivolta . Un’autentica strage  , quasi centomila romani ci rimisero la pelle nella sola Asia Minore , così  , per ordine del Senato , Mario venne fatto accomodare alla porta e il comando delle truppe fu affidato a Silla .

Il popolo però preferiva Mario e i due schieramenti vennero ben presto alle mani .  Mario e Silla , uomini ambiziosi e crudeli , si misero a capo dei due partiti , il primo a favore della plebe , l’altro in difesa dei patrizi . Le zuffe fra questi due implacabili nemici durarono a lungo e costarono la vita a più di centomila cittadini .

Mario , mentre Silla era fuori città , tanto per cambiare a menare le mani in Grecia , riempì di morti le strade di Roma e poi tirò le cuoia a forza di stravizi . Silla tornò così a Roma e non fu meno tenero , commettendo stragi ed atti di un’ infamia inaudita , si narra per esempio che una volta fece uccidere tredici generali e settemila soldati della parte avversa , mentre sedeva tranquillamente in senato a gozzovigliare con i compari di partito.

Alla fine dei giochi Silla conquistò il potere , ristabilì l’autorità del Senato e ripartì per l’Oriente dove liquidò Mitridate , la guerra civile non era ancora conclusa però, rimanevano alcune sacche di resistenza fedeli alla politica di Mario , così ,  tornato in Italia , proseguì la sua caccia ai partigiani mariani fino al loro completo sterminio . Rimasto padrone di Roma si fece nominare dittatore a vita , promulgò leggi dannose alla plebe e compì atroci vendette . Celebri le sue liste di proscrizione che riportavano i nomi dei cittadini da lui condannati e che ogni romano poteva impunemente uccidere , anzi, chi cercava di salvarli veniva severamente punito.

Proprio come Mario finì nella fossa a causa delle sue dissolutezze  , in una sua villa presso Cuma , sulla sua tomba fu scritto : “Nessuno fece mai più bene ai suoi amici e più male ai suoi nemici “. Il primo iscritto a Forza Italia ? Probabile

 

 

Crasso e Pompeo

 

 

o sostituì Gneo Pompeo , che , tra il 77 e il 72 , completò l’opera del suo illustre predecessore massacrando gli ultimi ribelli fedeli alla memoria di Mario , rifugiatisi in Spagna , guidati da un tal Sartorio . Frattanto , alla morte di Nicodeme III i romani avevano ricevuto in eredità anche la Bitinia – più o meno la zona dell’odierna Turchia - circostanza che fece imbestialire di nuovo Mitridate , la guerra riprese , Lucio Licinio Lucullo cercò di contrastarlo e lo sconfisse diverse volte , senza tuttavia riuscire a risolvere il conflitto .

Intanto a Capua , nel 73 , era scoppiata una rivolta di schiavi che , condotti da Spartaco  , un omone grosso e incazzato , avrebbe impegnato a lungo l’esercito romano prima di essere definitivamente sedata con un bagno di sangue .

E’ il 70 a.c. , Pompeo e Licinio Crasso sono i nuovi consoli di Roma , il primo , uomo risoluto ed ambizioso , sbaraglia  i pirati che infestano il Mediterraneo quindi rivolge la sua attenzione ad oriente e , nel 63,  sbaraglia , una volta per tutte,  l’esercito dell’irriducibile re del Ponto . Rientrato a Roma incontra tuttavia l’ostilità dei senatori scontenti dell’assetto dato alle province orientali . A questo punto a Pompeo , per sostenere la sua politica , non resta che trovare amicizie potenti  , si allea quindi ancora a Crasso ma soprattutto a Cesare , è il primo triumvirato  - 60 a.c. – una coalizione insomma , il primo accordo tra i rappresentati dell’aristocrazia   , del popolo e di chi detiene le ricchezze , il tramonto insomma della Repubblica . Un po’ come accade oggi a destra , sinistra e centro che si dividono le poltrone delle tre reti Rai , i triunviri  si spartiranno infatti poteri e territori : a Cesare la Gallia cisalpina , a Pompeo la Spagna , a Crasso l’Asia , ma andiamo per ordine.

Anzi …facciamo un passo indietro . Non pretenderai che un comunista come papà , sempre così infervorato quando si tratta di difendere i diritti della povera gente ed esaltare gli scontri  del proletariato contro il padronato  ,  trascuri le gesta di un personaggio come Spartaco ?

Cos’è un comunista ? Già , bella domanda , una razza che molti ritengono in via d’estinzione . Hai presente il destino degli indiani d’america ? Quello dei marxisti – altro nome assegnato a questo curioso popolo adoratore della falce e martello – sembrerebbe essere  più o meno lo stesso . Come i pellirosse sono finiti nelle riserve ed in entrambe le etnie predomina la tonalità che tende verso un rosso acceso . La differenza  però , sono ottimista , è che , mentre i primi sono stati sterminati dall’ invasore bianco , dei secondi prima o poi torneremo a sentir parlare , ascolta papà , a mio avviso è solo una questione di tempo.  Perché marxisti ? E vabe’, ma così c’impantaniamo  ok , accontentati di sapere che Karl Heinrich Marx , filosofo , economista e rivoluzionario tedesco , nato a Treviri nel 1818 , è stato il loro ispiratore . Non per niente fu il primo a scrivere che “la storia di ogni società esistita fino a questo momento , è storia di lotta di classi.” Ti pare poco?

Adesso però piantala con le domande , finiremmo per saltare più di diciotto secoli e sarebbe piuttosto difficile ritrovare la via per Roma …come ? Tutte le strade portano a Roma ? Bhà , tu finirai per farmi impazzire …

 

Spartaco

 

 

i tempi dell’antica Roma i prigionieri di guerra diventavano schiavi , cioè perdevano la libertà , e così anche i loro figli. Alcuni venivano messi a prezzo sulle pubbliche piazze , altri si vendevano da sé per miseria. Erano chiamati gente da forca , tritume di catene e via dicendo con epiteti dello stesso genere . Gli si poteva fare di tutto, bastonarli , torturarli , persino ucciderli , erano insomma trattati come bestie , se non peggio. Spesso venivano costretti a scannarsi tra loro nei circhi per il divertimento della plebe che , rispetto a loro, era una classe privilegiata.

Più di una volta questi poveri disgraziati si ribellarono e misero  in pericolo la Repubblica . La prima insurrezione avvenne ad Enna e si estese a tutta l' Italia meridionale , fu domata e i responsabili vennero puniti con estremo rigore. Ma la più importante sommossa  fu quella che divampò per opera di Spartaco , schiavo e gladiatore fortissimo . Egli indusse settanta suoi compagni a fuggire da Capua e in breve tempo quel primo nucleo di rivoltosi diventò un vero e proprio esercito.

Dapprima vinse qualche battaglia , poi tra le sue fila cominciò la discordia , attecchì l’indisciplina e molti l’abbandonarono. Circondato , egli approfittò di una notte tenebrosa , assalì i romani e riuscì ad aprirsi il passo. Poi , raggiunto , si gettò disperatamente nella mischia e cadde crivellato di ferite. Circa settantamila schiavi persero la vita combattendo per la libertà , quelli che rimasero prigionieri furono barbaramente crocifissi .

E adesso possiamo riprendere da dove avevamo lasciato.

 

 

 

Giulio Cesare

 

 

aio Giulio Cesare , di antica famiglia patrizia, bello nella persona , affabile nei modi , liberale e d’ingegno vigoroso , seppe accattivarsi le simpatie del popolo . Un difetto però ce l’aveva , pare infatti fosse ambizioso fino al parossismo . Che significa parossismo? Hai ragione, a volte dimentico che sei un bambino…eccesso , ecco adesso il concetto dovrebbe esserti più chiaro.  Si dice che una volta , attraversando un paesello delle Alpi , esclamò : Amerei meglio essere primo in questo luogo , che secondo in Roma. Chiaro no ? Per lui il triunvirato era solo un punto di partenza , non voleva dividere il potere con nessuno aspirando , evidentemente , al dominio assoluto di Roma .

Egli sottomise le Gallie in otto anni di guerra , ma non era solo un grande combattente , se la cavava infatti egregiamente anche con la lingua , oratore impareggiabile , e con la penna , scrittore più che discreto. Si unì , come ti ho già raccontato, con Pompeo , ribattezzato nel frattempo Magno,  non perché particolarmente famelico – in latino infatti magnus significa semplicemente grande -  e con Crasso , istituendo così il primo triumvirato e dividendosi praticamente il governo di una Repubblica ormai alla frutta.

In Gallia , Cesare conquistò per Roma nuovi , immensi territori . Dopo alcune battaglie contro i Germani, un popolo che si era spinto fino ai confini di Roma , il condottiero romano , in un’estenuante guerra durata sette anni , si spinse oltre il Reno dilagando in territorio germanico . Poi, non ancora soddisfatto , si spinse fino alla Britannia  - l’attuale Inghilterra  - portando sin lassù i segni della civiltà romana . Infine, impegnato in una guerra contro Vercingetorige , giovane principe degli Averni , domò le ultime rsistenze al potere assoluto di Roma.   

Morto Crasso , che era un po’ l’ago della bilancia , l’accordo andò ben presto in frantumi , Pompeo infatti, geloso dei  suoi trionfi  ,  fece richiamare Cesare dalla Gallia prima che la gloria del generale oscurasse la sua , intimandogli però di lasciare le milizie al di là del Rubicone . Era questo, anzi lo è tuttora , un piccolo fiume che scorre nella provincia di Cesena - Forlì , in Italia settentrionale, e segnava  , all’epoca , il confine tra l’Italia, considerata parte integrale del territorio di Roma, e la provincia della Gallia Cisalpina , oltrepassarlo in armi , cioè alla guida di un esercito , voleva dire manifestare la ribellione alla Repubblica .

Cesare rimuginò a lungo sul da farsi , poi , conscio che un’occasione così ghiotta per impadronirsi del potere non gli si sarebbe ripresentata tanto presto  , decise di forzare la mano e fece oltrepassare il fiumicello ai suoi centurioni esclamando la celebre frase “alea iacta est” – il dado è tratto! – per significare che ormai la lotta contro Pompeo era impegnata.

Consapevole della forza del suo rivale a Pompeo non restò che darsela a gambe , ma Cesare lo raggiunse a Farsalo , in Grecia, dove gli inflisse una sonora lezione sbaragliandogli l’intero esercito , sia pure dopo una battaglia incerta fino alla fine ,  e costringendolo a rifugiarsi in Egitto. Lì il povero Pompeo credeva di trovare protezione e invece finì per rimetterci la pelle proprio ad opera del giovane padrone di casa , tal Tolomeo, che ,  per   propiziarsi i favori del vincitore , non esitò a mozzare la testa all’incauto ospite . Il povero Tolomeo in realtà c’entrava poco , era poco più di un ragazzo, e , in sua vece , governava un certo Potino.  Al suo arrivo Cesare però ,  quando uno schiavo gli offrì la testa di Pompeo , non fu per niente contento , depose così Tolomeo , fece giustiziare Potino ed affidò il trono dell’Egitto alla sorella Cleopatra , una perticona niente male che , anche grazie alla sua avvenenza e alle sue arti amatorie , sapeva come ingraziarsi gli ospiti molto meglio del fratello . Ovviamente anche Cesare non si fece pregare e , sia pur discretamente , ne apprezzò volentieri le grazie .

A questo punto Cesare annientò in Africa gli ultimi seguaci dell’antico alleato e non ebbe più ostacoli all’appagamento del suo sogno di grandezza . Divenne potentissimo , gli fu concessa la dittatura a vita e si può dire che non gli mancò niente se non il titolo di re . Non era scemo e non lo pretese , tanta potenza tuttavia gli attirò contro l’odio di coloro che vedevano in lui minacciati gli ordinamenti repubblicani . Costoro , capitanati da Gaio Cassio Longino, ordirono così una congiura e lo assalirono mentre si recava in Senato , era il 15 marzo dell’anno 44 a.c. , le idi di marzo , metà mese insomma.

Cesare , scorgendo fra gli aggressori Bruto , persona a lui molto cara , si coprì il capo con la toga ed esclamò : " Anche tu Bruto, figlio mio ? “ Infine cadde trafitto ai piedi della statua di Pompeo fatta erigere , proprio da lui, soltanto l’anno prima . I congiurati credevano di aver liberato la cittadinanza da un tiranno ma il popolo , spesso chiamato in causa a sproposito e , oggi come allora , lontano dai propositi di chi governa o cerca di conquistare il potere ,  la prese a male ed insorse indignato contro gli uccisori appiccando il fuoco alle loro case.  

Il Console Marco Antonio fece suoi i beni e la politica di Cesare mentre i congiurati furono costretti ad abbandonare Roma. 

 

 

Cicerone

 

er quanto cerchi di andare di corsa , evitando così di mettere troppa carne al fuoco , col concreto rischio che possa bruciare insieme al tuo cervello ancora così tenero , non posso tralasciare di accennare alla figura del più grande avvocato di Roma antica , il primo principe del foro , quello autentico in questo caso .

Marco Tullio Cicerone nacque da modesta famiglia e fu il più grande oratore del Foro romano. Pervenne fino alla carica di Console ed ebbe il merito di scoprire la congiura di Catilina , uomo ambizioso e dissoluto , almeno a suo giudizio , che voleva rovesciare gli ordinamenti dell’Urbe.

In realtà Lucio Sergio Catilina , noto più semplicemente come Catilina , voleva semplicemente porre dei limiti al potere oligarchico del Senato , riteneva infatti che esisteva una frattura insanabile tra società ed istituzioni e queste ultime , rappresentate in primo luogo dal Senato , erano colluse con i grandi proprietari terrieri e , abituate al potere ereditario , incapaci di giustizia sociale .  Non aveva tutti i torti ma , nonostante tanti bravi tribuni , chi continuava a comandare a Roma era il Senato, composto per di più dall’ottusa classe del patriziato.

Per questo servizio reso alla Patria , il Senato gli decretò pubblici ringraziamenti , ma in seguito lo condannò all’esilio per opera del tribuno Claudio. Come ti ho già spiegato a Roma , di quei tempi , si finiva con grande disinvoltura e in tempi rapidi dalle stelle alle stalle.

Tornato a Roma , dopo sedici mesi di esilio,  Cicerone si ritirò nella sua villa di Tuscolo , qui si mise a scrivere come un invasato , esortando al rispetto dei vecchi , all’amore per il lavoro e al disprezzo per i piaceri , un vero rompiballe insomma . Perseguitato dai nemici politici fu infine ucciso e del suo cadavere venne fatto orribile strazio. C’era da aspettarselo.

 

 

Augusto e l'Impero

 

 

epolto Cesare , Ottaviano , il giovanissimo figlio adottivo , ne assunse il nome , facendosi chiamare Caio Giulio Cesare Ottaviano , e si accattivò subito l’affetto e il favore del popolo distribuendogli il denaro ricavato dalla vendita dei beni ereditati da Giulio Cesare .

Frattanto Antonio , contro il volere del Senato , pose sotto di sé la Gallia Cisalpina . Impaurito dalla potenza del Console il Senato gli inviò contro le legioni di Ottaviano . Sconfitto Antonio a Modena nel 43 a. c. Ottaviano , appena ventenne , chiese come ricompensa al Senato il consolato che però gli venne rifiutato . A questo punto , senza pensarci due volte  , marciò sull’Urbe alla testa delle sue legioni e si autoproclamò console quindi  , unitosi in lega con Antonio, e Lepido , formò il secondo triumvirato. I triunviri sconfissero poi a Filippi , in Macedonia , a nord della Grecia , l’esercito di Bruto che si tolse la vita per non cadere nelle mani del nemico .

Nel 40 a.C. decisero di spartirsi i territori : l’Occidente ad Ottaviano, l’Oriente ad Antonio e l’Africa a Lepido. Quest’ultimo però fu estromesso dopo appena quattro anni dal triunvirato e relegato al ruolo di pontefice massimo. A spartirsi la torta restavano in due.

Antonio però , affaccendato in questioni d’Oriente , s’era fatto ammaliare dalla solita Cleopatra finendo con lei sull’altare , e , dopo una sfortunata campagna contro i Parti , aveva cominciato a manifestare l’intenzione di costituire un regno indipendente da Roma. 

Ottaviano non aspettava altro e , con il consenso del Senato , affrontò Antonio e lo sconfisse nella battaglia navale di Azio annettendo di fatto anche l’Egitto , che , fino a quel momento aveva conservato la propria indipendenza , all’Impero Romano. La regina Cleopatra , non ancora quarantenne ma sempre piuttosto bonazza , vinta dal dolore, scelse la morte chiedendo ad un aspide il favore di togliergliela . Ottaviano ammirò la sua nobiltà d’animo e diede ordine che il suo corpo fosse sepolto insieme a quello di Antonio.

Morti anche Antonio e Lepido , Ottaviano rimase solo a reggere lo Stato e governò con giustizia e saggezza . Ottenne così il titolo d Imperatore e quello di Augusto , cioè divino , che rimase a tutti i suoi successori . Era stato abile e prudente nell’imporre il passaggio dalla Repubblica all’Impero e il popolo fu così contento di assecondare quest’uomo che aveva finalmente posto fine ad un lungo periodo di guerre civili e riportato finalmente la pace a Roma . La perdita delle libertà repubblicane poteva , per il momento, passare in secondo piano.

Così finiva la repubblica romana , dopo cinque secoli di glorie che le assicurarono la supremazia su quasi tutti i popoli del mondo allora conosciuto.

Augusto riordinò le venticinque province dell’Impero dividendole in province governate da proconsoli nominati dal Senato e territori sotto le dirette dipendenze dell’imperatore, nel frattempo tentò di allagare i confini di Roma oltre il Danubio ma le sue legioni non ebbero troppa fortuna . Nonostante tutto però l’impero di Augusto fu ricordato come l’età dell’oro perché sotto il suo patronato fiorirono grandi poeti, architetti  e scultori, favoriti dalla politica del nuovo Cesare e del suo ministro Mecenate.

Non vorrei riempirti la testa di nomi , ma almeno alcuni dovrai ricordarli , tra loro il poeta Virgilio , gli storici Tito Livio ed Orazio e ,oltre a Mecenate , un altro grande benefattore : Agrippa , che abbellì  Roma di opere pubbliche fra cui il Pantheon , dove oggi sono le tombe dei re d’Italia .

Sotto Augusto , Roma raggiunse il suo massimo splendore . L’impero romano comprendeva sedici province , oltre l’Italia che veniva considerata territorio a parte ; l’esercito era costituito di quattrocentomila soldati e di una guardia di mille pretoriani .

L’Imperatore morì all’età di settantasei anni , ma quel che stupisce in tempi tanto crudeli , è che tirò le cuoia nel suo letto , intanto , proprio sotto il suo regno , era nato in Oriente , in una misera stalla , un uomo destinato a sovvertire tutte le regole del gioco , un certo Gesù ,  Augusto non se ne accorse nemmeno  , a dover fare i conti con le sue parole e i suoi insegnamenti saranno qualche anno più tardi i suoi successori .  

 

 

indice