CAPITOLO QUARANTA
Giorno per giorno
06/02/2007
10.51.27
n’altra
splendida giornata di sole in questo bizzarro inverno che non ha ancora deciso
quali colori vestire, cielo azzurro, temperatura mite, alberi tuttora infagottati
di foglie e noi tutti a svolgere i consueti compiti assegnatici
da Sua maestà la vita .
Chi
vi scrive, alle soglie dei cinquanta, costretto da uno Stato dirigista a
riorganizzare ancora una volta il proprio lavoro come meglio aggrada all’eccellentissimo
et reverendissimo signor ministro
Pier Luigi Bersani , la di
lui consorte attenta a dividere tempo e fatica
tra faccende di casa e schedari
d’ ufficio, il primogenito alla
ricerca non proprio affannosa di un
impiego che non c’è, Roberto alle prese con logaritmi , poligoni e pixel da
sterminare, amori acerbi e la maturità fresca di riforma e il piccolo appena approdato alle elementari
, chino sui libri a contare , sillabare ed inchiostrare mani e quaderni..
Nel
frattempo il resto scorre al di là di via dei Colli
della Serpentara, nonne e mamme, cariche rispettivamente di acciacchi e buste
della spesa , si recano al mercato, anziani
seduti sulle panchine del parco discorrono di sport e politica spiccia, ragazzi
con pantaloni strappati e giubbetto stretto in vita intenti a limonare con ragazzine dinoccolate
in jeans attillati e pance bene in vista , gli uni e gli altri con gli
occhi spenti e gli zaini su una sola spalla pieni di libri e vuoti di speranza.
Qualche
chilometro in moto al mattino tra rapide visite e
promesse strappate al prima o poi , scartoffie e scrivania al pomeriggio dopo
un fulmineo pasto rubato al lavoro , qualche minuto dedicato al piccolo
rientrato da scuola , la consueta passeggiata prima di cena , un paio d’ore di tivù se il palinsesto
serale lo merita e tante ninne sante
fino al mattino. Come dite ? Ah, sì,
certo, ogni tanto tra le lenzuola può anche scapparci qualcosa di più stimolante, e finché il sottoposto non mi va in depressione e continua a scattare
sull’attenti state certi che non me lo lascio scappare.
Ma
torniamo in camera di Gabriele, giocare col cucciolo non è mai stata la mia
occupazione preferita, lo riconosco , non sono granché
come compagno di giochi, starmene pecoroni sul pavimento a farmi gelare il culo , costruire astronavi di lego e muovere soldatini tra
una piastrella e l’altra non è il massimo delle mie aspirazioni così abbiamo
trovato un compromesso e siglato un accordo di massima. Lui adora giocare a nascondino ma detesta “accecarsi” ,vorrebbe solo nascondersi e io mi rompo a
contare in continuazione a voce alta fino a venti con gli occhi chiusi e la
faccia schiacciata tra le braccia contro la parete del corridoio. Di solito
fingo di non trovare il suo nascondiglio e non nego che nella fattispecie la
miopia aiuta, ma ogni tanto vado in puzza, divento un segugio , lo scovo sotto il letto, dietro
le porte , persino dentro l’armadio e corro , o almeno ci provo, alla toppa per
gridare “tana per Gabry!” Come vi dicevo
qui arriva l’intoppo , di venirmi a cercare non se ne parla nemmeno , troppe
stanze al buio, quindi ecco la variante introdotta , un quiz, già proprio così
, se vuole tornare a nascondersi deve rispondere esattamente a qualche domanda
di cultura generale del tipo qual è la capitale d’Italia, chi è l’attuale
presidente della Repubblica e via
dicendo. Non avete idea di quanto si sforzi d’imparare
pur di non accecarsi!
Domenica
ce ne siamo andati a zonzo per la città eterna ,
soltanto io e lui, è stato fantastico, una di quelle mattinate confezionate
come solo il cielo di Roma sa fare , i bei palazzi del centro e gli
antichi monumenti stagliati contro un azzurro
intenso , un sole tiepido a farci compagnia lungo via del Corso e la voglia di
stare insieme ad osservare gloriose sciabole e
bandiere lacere chiuse nelle teche della storia.
“Chi
c’è in quel sarcofago?” mi ha chiesto con lo sguardo curioso rivolto al sacello del
milite ignoto “ chissà” gli ho risposto “ forse il tuo bisnonno , nessuno lo sa , potrebbe anche esserci finito lui là
dentro”.
Nel
frattempo la casa ha un nuovo ospite, Sweety, un
criceto paffuto , peloso e puzzolente che vive in
simbiosi con il suo padrone , dorme
quando dorme lui , mangia quando mangia lui e segue con passione i suoi
programmi preferiti e gli incontri di calcio virtuali. Raramente i due escono
dall’immonda tana ma di tanto in tanto ,quando Alessandro
torna alla luce per pulire la gabbia, la bestiaccia viene a trovarmi nel
mio studio,vagabonda sulla scrivania e
mi caca sui tasti del portatile li mortacci sua ! Io
quello prima o poi lo frantumo!
Alla
prossima.
09/02/2007
12.39.31
plendide
giornate di sole , l’inverno che non si decide ad
arrivare, le ultime parole famose…ma imparerò mai a starmene zitto? Porca zozza
Giove Pluvio deve aver svuotato i silos del cielo! Un temporale della Madonna! Tre
ore ininterrotte in moto sotto un’ acqua incessante! Stamattina
ho finalmente capito come deve sentirsi un pesce rosso – questa è per palati
fini - a sguazzare
tutto il giorno in un acquario, se continua così dovrò organizzarmi con pinne
e boccaglio.
Pazienza , niente di meglio che una bella doccia bollente per
sciogliere le giunture e scaldarmi le ossa.
Vi
saluto prima che mi prenda un malanno.
09/02/2007
18.29.32
'
incredibile come una piccola, insignificante traccia possa farti tornare improvvisamente
indietro di quarant’anni , l’ho trovata qualche giorno fa tra
gli scaffali di una libreria del centro anziani di Colle Salario dove un compagno
di scuola di Gabriele festeggiava il compleanno.
Troppa
confusione in quella grande sala , mamme che
parlottavano a mitraglia, padri che saltellando tra le quattro pareti
scattavano foto come fossero stati morsi dalla tarantola nel terrore di perdere
anche un solo scatto , mocciosi che piroettavano spingendosi l’un l’altro in una baraonda da stadio e un’anima
lunga di animatore , fetido concentrato di acne e ormoni instabili , che , anziché
calmare quelle piccole pesti urlanti, con un cazzo di
vocione baritonale faceva più casino di tutto il resto della compagnia.
Non
ne potevo più di quel pandemonio , così , dopo aver
divorato una mezza dozzina di tramezzini al tonno scortati da snack e patatine
fritte ho tracannato un paio di bicchieri di coca cola per spingere giù la
paccottiglia e , una volta sistemato il fegato per le feste, me ne sono uscito con fare indifferente
sgattaiolando via attraverso la luce della porta semiaperta senza dare troppo nell’occhio.
Al di là di
quella bolgia infernale quattro pensionati non proprio di primo pelo ragionavano
di gay e coppie di fatto girando intorno
ad un biliardo con le stecche in mano , non quelle con le palle…cioè…sì, pure
quelle si servono di palle ma non è la stessa cosa…mmmmm…qui
non se ne esce…insomma dai….ci siamo capiti. Addossato alla parete di fronte un mobile scuro
di quelli a buon
mercato da camera da pranzo primi anni settanta , finito lì chissà come, ospitava un paio di ripiani affastellati di
vecchi libri rimasti chiusi chissà da quanto tempo. La curiosità era troppo
forte, sapevo di non poter resistere alla tentazione di dare
un’occhiata.
Era
lì, dimenticato insieme agli altri, L'asino d'oro e altre
favole [di animali e di fiori], collana “
Mi
sono trovato a passare sotto quella finestra proprio stamattina
mentre Nostro Signore scatenava la sua furia allagando il quartiere africano,
fermo al semaforo di viale Etiopia in sella all’Honda
con il piede appoggiato sull’asfalto lucido di pioggia ancora una volta non ho resistito alla
tentazione di sollevare lo sguardo, c’era la luce accesa, come allora, il cielo
era scuro e minaccioso, ma dietro la scrivania papà non c’era più.
Ma
adesso è ora di salutarvi , il parco al di là della
finestra è ormai scuro, il culo incollato a ‘sta
sedia da mezzogiorno comincia a far male
e gli occhi arrossati, provati da circolari , simpli
di polizza e nostalgie , rincorrono macchie scure e sgranano alla luce
artificiale , oltretutto tra breve
arriveranno ospiti , non è il caso di farmi trovare ancora qui. Tanto ci si
ritrova quanto prima.
Statemi
bene.
12/02/2007
16.21.33
i
voleva una bella domenica di sole dopo due giorni di pioggia ininterrotta , la vedevo male, cominciavo ad intristire oltre il dovuto
e nessuno a questo mondo può permetterselo, io meno che meno. Già, è tornato il sereno ma
è durato poco, il tempo per una passeggiata fino all’edicola
, un caffé al bar d'angolo, qualche pagina di un libro seduto su una
panchina del parco mentre il piccolo gioca sullo scivolo ancora umido di
brina e al cielo è già tornato il broncio.
Il
pranzo della Domenica, la partita della Magica nel primo pomeriggio, quattro
chiacchiere tra amici, una minestrina , un film in
tivù per conciliare il sonno e il giorno di festa si spegne insieme alle luci
di casa.
Stamattina
il vetro della finestra ha ripreso a tintinnare fin dalle prime luci dell'alba ma non
fa troppo freddo , bisogna accontentarsi, d’altra parte è
lunedì e non può andare diversamente.
Dopo aver lasciato Gabry a scuola giravo in moto cercando di schivare le gocce
di pioggia e riflettevo,
tutto quel che ci deve accadere lo conosciamo già e non c’è modo
di evitarlo, possiamo solo provare a rimandare.
Mi fa tenerezza chi pensa di essere artefice del
proprio destino. Scalciamo,
proviamo a svincolarci dalla ritualità quotidiana , urliamo finché ci resta fiato
nei polmoni ma restiamo sempre prigionieri di quel che siamo, datemi retta,
lasciate perdere l’emisfero destro del cervello e concentratevi su quello
sinistro, vi farete sicuramente meno male.
Chissà
poi per quale bizzarro motivo ci sforziamo tanto di
piacere agli altri? Forse
perché la sola consapevolezza di essere pensati, considerati, amati , ci da una
forza e un’energia inimmaginabile e il coraggio di affrontare a muso
duro il futuro.
Ognuno
di noi possiede una visione personale della vita che è sempre quella giusta e
non c’è posto per quella degli altri, al massimo si può provare a coesistere
senza prendersi a calci nel culo
, sarebbe già un miracolo.
Impostiamo la voce , enfatizziamo il sorriso e ci
diamo da fare per non restare soli. Condividiamo un’ idea,
qualche valore, e crediamo di poter affrontare insieme il cammino
dell’esistenza per colmare lo svantaggio che ci separa gli uni dagli altri. Che coglioni…. come
si fa a non capire che ogni volto fornisce la trama di una vita sempre e
comunque diversa da quella di chiunque altro , se non altro per come la si
fronteggia?
Parole gettate a caso nella mischia o frasi infiocchettate
per un dono mai richiesto quando l’unica testimonianza attendibile sarebbe il
silenzio. Da che pulpito viene la predica vero?
Si può essere più o meno felici di come è andato questo
nostro viaggio sul pianeta Terra, l’unica cosa certa è che saranno sempre più i
rimpianti che le gioie, più le occasioni sciupate che quelle fortunate, perché
è sempre comunque più eccitante sognare che limitarsi a vivere.
23/02/2007
13.19.22
ella
Roma! Ammazza! Girato mai in moto tra via Veneto , via
del Tritone e piazza Venezia ? Non c’è nemmeno bisogno di soffermare lo sguardo
sulle splendide fontane , sulle innumerevoli chiese o
sui monumenti millenari. Ogni tanto, anziché
inveire contro pizzardoni , zetatielle
e sensi unici, fermatevi al semaforo e
provate ad alzare semplicemente lo sguardo , osserverete incantati palazzi d’ineguagliabile
bellezza dati quasi per scontati , traboccanti di stucchi e decorazioni. Non
indugiate troppo però…c’è sempre qualche impaziente rompicoglioni dietro di voi che impreca e strombazza urlando
:”A moro! Quanno trovi ‘n
colore che te piace famme’n fischio!”
E vabè, pure il professore l’hanno fatto
fuori, almeno noi del rosso antico non ne sentiremo davvero la mancanza,
meglio un nemico dichiarato e riconoscibile da combattere a viso aperto che un
riciclato sbiadito senza arte né parte mimetizzato tra le fronde dell’Ulivo , quello
di sinistra non c’ha mai avuto niente, figuratevi che per acquistare un’automobile
si è dovuto spingere fino alle coste della Gran Bretagna.
Chi teme possa tornare il bandito non deve preoccuparsi più di tanto , un bel rimpasto, al più un governicchio di transizione affidato alla solita, avvilente
carica istituzionale e tutto cambierà
perché niente possa mai davvero cambiare. Ma Amato no! Vi
prego! C’è un limite a tutto…
Grazie
a Dio è venerdì come titolava un vecchio film, il tempo pare volgere al bello,
in programma non ci sono gite fuori porta e se Dio vuole potrò infilarmi le
pantofole e finire di leggere ‘sto benedetto libro prima
che la biblioteca mi mandi la questura.
Buon
fine settimana.
25/02/2007
20.43.31
ltime
briciole di una domenica come tante,serata tranquilla,
il parco dorme oltre la finestra del mio studio appena infastidito dal latrato
di un cane , i ragazzi sono fuori , Gabrycucciolo
osserva divertito le evoluzioni dei criceti sulla ruota e la signora Tiddi guarda la tivù…o forse già sonnecchia.
Dieci
minuti alle nove e sono già letto, piuttosto insolito, la confusione dei
parenti in visita e il mezzo chilo di pizzette devono
avermi messo fuori combattimento, evidentemente non ho più il fisico per certi
eccessi.
Nella
testa il discordante vociare di tutti coloro che hanno
o credono di avere il diritto d’interloquire nella direzione della mia
coscienza e un ‘ emicrania da ricovero. D’altra
parte mi sto convincendo che entrare in relazione con gli altri è possibile
solo a condizione di essere vulnerabili, soltanto se
possiamo ferire ed essere feriti. E’ per questo che ci isoliamo
e indossiamo l’armatura ma sfortunatamente in ogni corazza si può sempre
trovare una fessura attraverso la quale mirare e colpire.
Schermaglie
inutili, la ragione per cui non vogliamo ascoltare , sebbene
consapevoli che qualcuno ci sta dicendo la verità , è la necessità di
difenderci da tutto e da tutti, soprattutto dalla nostra fragilità. Ogni uomo
eredita un patrimonio culturale che lo accompagna ovunque per il resto dei suoi
giorni trasmettendogli valori il più delle volte semplicemente frustranti ,altre addirittura pericolosi . Non è colpa nostra, generalmente gli errori
che commettiamo dipendono da una serie di leggi e codici che ci sono stati imposti. E’ la trappola del dovere, per esso siamo persino disposti a distruggerci, spinti dal buon
senso e dalle aspettative altrui continuiamo a far finta di niente.
L’incapacità di fare la cosa giusta viene indicata
come follia, non sempre agire nel modo giusto è agevole, si vive nella
convinzione che apportare un cambiamento alla propria vita sia troppo arduo e
si finisce per sopravvivere. Ci si conforma all’ordine prestabilito, ci si
lascia trasportare dalla corrente e si tralasciano desideri e aspirazioni, è
allora che vivere diventa sgradevole e pesante. Ogni atteggiamento, ogni
decisione si ripercuote su chi ci è più vicino e
quando permettiamo ai problemi personali d’inasprirci , la nostra irritabilità
riverbera sui rapporti interpersonali, ecco perché prima di agire è
fondamentale pensare agli effetti che le nostre azioni hanno sugli altri ed
ecco perché non combiniamo mai un cazzo e siamo eternamente
scontenti, i nostri bisogni non scompaiono solo perché ci si rifiuta di
considerarli .
Una bomba ad orologeria che ticchetta dentro di noi e prima o poi
finisce per esplodere. In fondo essere depressi o di buon umore può
semplicemente dipendere dalle dinamiche delle molecole
chimiche prodotte dalle cellule nervose, anche in questo caso non ne siamo
responsabili che in parte. Basterà prestare maggiore attenzione ai rapporti tra
stimoli e risposte e tutto filerà più o meno liscio.
Senza
tuffo al cuore tutto appare privo di significato, essere vivi significa saper
accettare le sfide, mettersi sempre in discussione senza paura del cambiamento ma non è roba per chi deve fronteggiare tante
responsabilità. Lasciamolo osare a chi può permettersi di venire
destabilizzato senza rimanere ancorato al mediocre e al limitato, nella civiltà
dell’apparenza è molto più importante restare fedeli alle regole che a noi
stessi.
Poche
chiacchiere, là fuori c’è molto di più di quel che alberga e ristagna nel puzzo di chiuso
delle nostre testacce di cazzo
e osservando nel buco della serratura si perde la totalità e la dimensione
esatta delle cose.
Tra breve darò l’assalto all’ultimo capitolo de “La quarta
sponda” , lettura appassionante, devo ammettere che ne sapevo ben poco di
questa particolare pagina di storia patria, sono davvero curioso di scoprire
chi la spunterà tra l’onorevole Giolitti e il
generale Caneva.
Dovrò
pazientare ancora un po’però , è ora di preparare il latte al piccolo.
Non
aspettatemi svegli , potrebbe chiedermi un’altra volta
come l’astuto Ulisse s’è liberato di quel coglione di Polifemo
e se tardo a narcotizzarlo potrei addormentarmi prima di lui.
07/03/2007
10.10.04
ualcuno
a palazzo Chigi non s’è
fatto i cazzi suoi e ancora una volta mi tocca
rimettere in discussione vent’anni di lavoro ,
pazienza, comincio ad abituarmi alle sparate di chi abusa dei propri poteri
fingendo di esercitarli con patriarcale bonomia , non sarà la trovata
demagogica di un ometto da niente a spaventarmi. L’ennesima sfida, proprio
nell’ultima stagione della vita ,quella in cui i
ricordi sono più numerosi delle speranze e l’inerzia dovrebbe prevalere
sull’operosità.
Sono
ormai trascorsi centosedici anni da quando papa Leone XIII° scriveva che “…il lavoro non è una merce sottoposta
alla legge della domanda e dell’offerta e non si può speculare sui salari, sulla
vita degli uomini come sul grano,lo zucchero e il caffè….”
, parole al vento, nel volgere di un paio di decenni
siamo tornati al medioevo nel diritto del lavoro. Inutile sprecare altro
inchiostro, considerata la nostra viltà non ci resta che unirci al coro di chi
intona il de profundis dello Stato liberale, vano dipingere lusinghiere aurore quando ad ispirarci restano solo malinconici
tramonti, ricopriamo il magma dei sentimenti e delle passione con una verniciata
di razionalità e mettiamoci,docili e silenziosi, in coda al gruppo.
Intanto
l’appartamento di via Spoleto sta per cambiare
proprietario , ancora qualche spicciolo di giorni poi dovrò decidere se perdere
anche l‘ultima occasione rinunciando al sogno che mi resta , mi conosco , temo
che anche stavolta finirò per scendere alla stazione sbagliata.
Stupido
abbaiare alla Luna, sterile cercare la verità, non è mai la stessa e spesso si
disintegra in mille frammenti, schegge luminescenti che di tanto in tanto
rischiarano la nostra vita, abituiamoci a coglierne i
colori senza chiederci se ci piace davvero, camperemo tutti senz’altro meglio.
Pare
abbia smesso di piovere, in questo curioso inverno che
volge al termine senza aver mai avuto inizio le margherite ricoprono
interamente il prato alle mie spalle e gli uccelli sono già tornati , manca
solo l’allodola e non è detto che torni , ama la libertà e non si lascia certo imprigionare dal ritmo
delle stagioni , ma ora l’aria s’è fatta tiepida , meglio approfittare del
clima mite per saltare in sella , ne ho
di strada da fare.
08/03/2007
9.20.15
e
nove e venti ? Cazzo, s’è fatto tardi! Gabry a casa per la solita influenza di
stagione, sveglialo, convincilo a lavarsi,aiutalo a
vestirsi e il tempo passa in fretta , vabè, non sarà la fine del mondo , vedrò di recuperare.
Otto
marzo, festa della donna, per massaie, studentesse e pensionate cambia poco ma a voi ,che
ve ne state otto ore chiuse in un ufficio a scartabellare archivi con la testa
altrove , forse saranno concesse almeno un paio d’ore di permesso.
Non
pensateci nemmeno ! Non tornatevene di corsa a casa pensando a
tutto quello che c’è da fare! Fottetevene
e dedicate un po’ di tempo a voi stesse, capita una volta l’anno, i negozi sono
aperti e anche se il portafoglio è vuoto potete sempre sognare osservando le scintillanti
vetrine di boutique e agenzie di viaggi.
Auguri
all’altra metà del cielo.
09/03/2007
4.17.54
nnesimo
rialzo del costo del denaro e a giugno è già previsto il prossimo , "Centinaia di migliaia di
famiglie con redditi fissi, ma indebitate a tasso variabile, sono a rischio di
insolvenza" è l’allarme di quei buffoni dell’Adusbef , magari potessi contare su un reddito fisso.
In
cinque mesi la rata del mutuo stipulato nel luglio scorso è aumentato
di €. 260,00 mensili, presto il rincaro salirà a 380,00 ,
da
Francamente
non vedo proprio per quale motivo non dovremmo prendere a calci nel culo i vermi mascherati da difensori del popolo
che infestano palazzo Chigi, bacchettati in
continuazione dalle teste di cazzo inchiodate
al trono di Bruxelles , ed esiliarli in quale isola sperduta nella
vastità dell’oceano perchè non possano arrecare ulteriori danni. Io sarei per
una soluzione più drastica , è gente pericolosa, ma ,
dicono, non sono cose che si fanno.
Chissà
se prima o poi ci sarà qualcuno che avrà il coraggio
che è mancato alla mia generazione? Dubito che ci riuscirà quella dei miei
figli, le hanno fatto il lavaggio del cervello ,sono
stati bravi, forse la prossima.
Altro
che realizzare sogni , qui se non si trova una nuova
fonte di reddito sarà impossibile sfuggire ai cravattari.
Escludendo il progetto di una rapina in banca - per sperare in qualche
possibilità di successo bisognerebbe avere almeno una certa esperienza di
militanza parlamentare -
scartando il Superenalotto, anche qui
le probabilità di vincita mi sembrano piuttosto scarse , non mi resta che cercare
e trovare un lavoro notturno, preferibilmente in nero.
D’altra
parte conoscevo la fine della storia fin dall’inizio di quest’avventura,
tuttavia quando le cose si devono fare si fanno e
basta, inutile starci a pensar su , quel che sarebbe accaduto l’avevo scritto
in una lettera pubblicata nel giugno del 2005, adesso , in un modo o
nell’altro, dovrò uscirne come migliaia di altri sprovveduti come me, l’unione
fa la forza , la rabbia aiuta e la disperazione fa miracoli.
“Col tempo la situazione è di
gran lunga peggiorata e siamo ormai giunti al redde
rationem, in un anno il costo del denaro è aumentato
sei volte visto che i burocrati di Bruxelles hanno studiano solo ragioneria e
l'unico strumento che sono in grado di usare è il pallottoliere . Anche i più
ottimisti , quelli che ci accusavano di essere
disfattisti e profeti di sventura cominciano a rendersi conto che un tumore
insidioso e strisciante , l'Europa delle banche , sta lentamente ma
inesorabilmente impoverendo il Paese divorando il potere d'acquisto della gente
che tenta di lavorare onestamente e soprattutto di quella che elemosina un
contratto a termine . Ovvio che chi siede in un palco riservato alla Scala non possa che minimizzare l'effetto devastante delle decisioni
della Banca Centrale Europea. Ritengo sia giunta l'ora di processare per
direttissima i principali artefici di un disastro annunciato,ometti
che conosciamo tutti , niente galera, non pretendo tanto, ma che almeno gli sia
impedito di nuocere ancora, la pensione d'oro l'hanno già acquisita , si
chiudano in casa e si tolgano una volta per tutte dalle palle , di danni ne
hanno fatti abbastanza.”
Queste
le parole che scrivevo al nuovo inquilino del Colle
qualche mese fa ma al peggio non c’è mai fine e alle parole dovrebbero
finalmente seguire i fatti, è qui che viene a mancare la personalità di un
popolino come il nostro abituato a sprecare fiato e chinare il capo adeguandosi
di volta in volta agli umori di Regime.
12/03/2007
17.43.28
gni
parola ha generalmente un significato di base e rimane lo stesso in ogni
situazione e un significato contestuale che varia , appunto,
secondo il contesto in cui viene a trovarsi. Corrente ,ad
esempio, indica di norma l’acqua in
movimento, ma può anche assumere il significato di tendenza o elettricità ,
ebbene ,sembra incredibile ma ogni mia parola assume per chi ascolta
l’accezione che non intendevo dargli, sono , insomma, un autentico specialista
del malinteso.
Ora,
dico io, non vi sembra molto meglio scegliere il silenzio in modo che ciascuno
possa immaginare quel che più gli aggrada? Brutto ‘st’aggrada?
Vabè, però il verbo esiste, e per quanto desueto non
ne ho trovato uno migliore e poi il diario è mio e scrivo come cazzo mi pare.
E’
quasi primavera, che bellezza, anche se di freddo quest’anno
ne ha fatto davvero pochino le ossa cominciavano comunque
a scricchiolare, l’aria che la strada ti spara in faccia s’è fatta più tiepida
,le soste al semaforo più piacevoli e il sole che ti scalda la schiena mentre
siedi alla scrivania rincorrendo tariffe
e circolari sa come rimetterti al mondo. Certo
non ha la forza di quello che s’intrufola tra le persiane di piazza Gondar o di viale Libia , è più stanco , qui
prima di raggiungere lo studio deve riscaldare i piani alti per poi attraversare
i rami intrecciati dei pini del parco e le grate della finestra ma è pur sempre l' amico prezioso che conosco da anni ed ho imparato pian piano
ad apprezzare.
Da
ragazzo , lo ammetto, mi stava un po’ sulle palle, preferivo
i giorni di pioggia , avete presente
quei bei temporali che spazzano le strade con tanto di lampi che squarciano
il cielo seguiti a breve dal brontolio lontano dei tuoni ? Da sballo, piazzavi
un disco sullo stereo, t’immalinconivi al punto giusto e te lo godevi dal finestrone
mentre tanti piccoli coglioni chiusi nelle automobiline intrappolate in strada strombazzavano spazientiti
credendo di poter scampare all’inevitabile ingorgo. Col tempo siamo diventati
amici e adesso lo aspetto con ansia insieme alla bella
stagione per camminarci un po’ insieme prima che si riscaldi troppo tornando ad
assumere in estate quel fare tracotante e quei toni esagerati da stella del
varietà che ti fa sudare come un lottatore di sumo al
bagno turco e ustiona le spalle degli omini in ammollo.
Siamo
quasi a metà mese, dovrei preparare il carico di aprile
ma di tirar fuori un centinaio di cartelline e sistemarle per bene in ordine di
scadenza sul tavolo non mi va per un cazzo, finirei
come al solito per tagliuzzarmi e inchiostrarmi le dita, lo farò domattina,
ogni tanto rimandare è la scelta migliore, dove sta scritto che bisogna fare
tutto e subito? Tanto il mondo non scappa, tutt’al più ( è inutile che
me lo segni rosso, ho controllato sul Dop , è giusto )
continua a girare.
Allora,
Romano Prodi l’ha sfangata per un pelo , Sanremo è
finito ,come di consueto, senza lasciare traccia, i Di.co
sostano all’ombra dell’Ulivo in attesa di sapere se qualcuno si deciderà ad
approvarli e
E’
appena tornato Ale, pare lo assumano da McDonald, vi pare possibile che mi tocchi pure ringraziare
gli odiati yankees ? Meno
male che ai nostri ragazzi ci pensano Damiano e Giordano, con quella loro
barbetta ispida da seri intellettuali di sinistra sono certo sapranno dare una
tonificante sferzata al mondo del lavoro.
Che cazzo vi ridete? Parlo sul serio…