CAPITOLO 39
Ricomincio da me
Essere sottoposto ad un lungo ed estenuante processo e subire una dura condanna non è stata una passeggiata ma almeno è finita , certamente più arduo sarà scontare la pena ma mi consolo considerando che non dovrebbe superare i vent’anni , dubito che Domineddio me ne concederà di più. Avrei potuto ottenere un congruo sconto da giudici e giurati patteggiando e affidandomi alle cure di persone da cui, si dice, avrei molto da imparare ma non me la sono proprio sentita e credo , tutto sommato, di aver fatto la scelta giusta. D’altra parte le accuse non erano di poco conto e le prove , ammettiamolo pure , tutte contro di me, per cui posso affermare ,senza tema di smentita, che mi è andata ancora bene.
Va da se che chi tende ad appartarsi prigioniero dei rancori resta incupito , diventa timido, quasi impacciato e finisce per evitare ogni confronto. E’ la soluzione giusta, non ho più dubbi, negli ultimi tempi al contrario ho spesso pensato ad alta voce venendo così a mancare ad uno dei principi fondamentali di noi struzzi , una regola da me sempre scrupolosamente osservata. Un’imprudenza imperdonabile. Resto in attesa che il pendolo dei pensieri si decida a fermarsi e continuo ad aspettare che sorga il mio astro mantenendo disgraziatamente del tutto intatta la facoltà di provare emozioni , il più delle volte semplicemente superflue ,a volte ,purtroppo, devastanti .
Impacciato dalla mia solita sintassi macchinosa dipingerò le tinte di questo crepuscolo che impallidisce nei colori e acuisce i toni dell’ovvio disincanto. Davvero scontata questa verniciata di pathos da due soldi , sono davvero irrecuperabile.
Inutile restarsene rannicchiato nel proprio passato, presto o tardi si deve crescere, vano guardarsi indietro, non è più tempo di parole, ne ho seminate a migliaia ignorando che ne sarebbero state comprese meno della metà per cui, comprovato il postulato geometrico secondo il quale due parallele non s’incontrano mai e , aggiungo io, non devono farlo nemmeno per sbaglio, in attesa che la cronaca diventi storia è davvero ora di vivere questo presente sempre ingiustamente trascurato per sospirare il passato e confidare nel futuro.
Sono ,come avrete intuito , sufficientemente carico e discretamente incazzato , inevitabile pertanto lo spirito barricadero e il tono polemico che la mia testimonianza assumerà quando corbellerò l’astratto dottrinarismo che caratterizza questa sinistra da operetta che si è appena insediata nella stanza dei bottoni accordandosi all’ombra di quell’ Ulivo tanto lontano dal mio rosso ideale, il lettore, ne sono certo, me lo perdonerà. D’altra parte l’elettorato piagnone ha premiato l'attuale centrosinistra se non altro per spirito protestatorio, è la cosiddetta regola dell'alternanza che recita più o meno : questo non vale un cazzo , proviamo con quest’altro, tanto peggio di così non può andare. Abbaglio gravissimo che mostra l’inesauribile carica distruttiva del popolo italiano che , confermando la rovinosa tendenza ad accontentarsi di questo inconsistente rosso scolorito, ha trascinato in questi ultimi tre lustri il Paese in un verminaio dilaniato dalle proprie contraddizioni interne con l’alternanza al potere dei due più avvilenti statisti - qualifica decisamente fuori luogo , concordo, più indicato definirli omuncoli del tutto privi di statura politica - che abbiano mai messo piede a Palazzo Chigi.
Meno male che ,prima di finire in disgrazia, si fa per dire, a svegliarci dal torpore c’ha pensato l’ex governatore della Banca d’Italia che , dopo aver messo al sicuro l’ultimo stipendio annuo di 600.000 dollari, ci ha comunicato ,bontà sua, che una nuova massa di diseredati trascinati verso le soglie della povertà dal mercato globale spinge pericolosamente contro i reticolati dell’opulenza al di là dello steccato. Già, sembra che una famiglia su dieci viva in condizioni d’indigenza , tra queste , pare non ci sia la sua.
Insomma, al momento, in attesa del redivivo Robin Hood , tutto ruota intorno alle solite, malinconiche figure di passaggio intervallate dai vaniloqui di retori inconcludenti chiusi nelle loro accademie e intenti a dibattere questioni astratte anziché risolvere i problemi reali della gente ma, come dice il proverbio, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Ed ora una buona notizia per tutti voi, d'ora in avanti niente più capitoli da sfogliare, il prossimo sarà l'ultimo, aggiornato giorno per giorno ogni volta che mi pungerà vaghezza, se qualcuno avrà ancora voglia di starmi a sentire peggio per lui.
Non perdiamoci di vista, mi raccomando.