CAPITOLO SETTANTA
Carta d’imbarco
08/08/2009
veglia alle sette , il
tempo per spostare l’auto dall’unico posto al sole , caricare i bagagli e si
parte . Più o meno un ‘ora di viaggio , poi l’arrivo , col solito , largo anticipo sui tempi . La stanza 503 , la cui soglia avremmo dovuto varcare non prima delle
dieci , è già pronta , inutile aspettare , non resta che prenderne
possesso .
Alle nove attraversiamo la strada per testare la
sabbia , poco dopo la risacca carezza le caviglie e il
sole comincia a menare i suoi fendenti che nei prossimi giorni arrostiranno la
mia vecchia carcassa nella fornace d’agosto .
L’ombrellone è il 104 , a
sinistra una simpatica romena piuttosto in carne , contenuta a stento in un
costume intero e circondata da un ampio
stuolo di figli e nipoti , tutti in scala , dal più grande al più piccolo , come
le canne di un organo . A destra una chiassosa famigliola campana , con tanto di nonnini a rimorchio . Si esprimono in un
napoletano pittoresco , sparando frasi a raffica , in
quel loro caratteristico falsetto urlato
. Lei , ad occhio e croce , una quinta esagerata , lui longilineo e dinoccolato , nel passeggino
una bimba , deliziosa .
Pizzichi il labbro inferiore con due dita e ti
guardi intorno , disponendo gli ombrelloni mentalmente per
orientarti , mentre aspetti di sorseggiare il primo decaffeinato di giornata ,
quindi , immancabile , fresco di
stampa , il quotidiano . Quello che in
genere , almeno per me , resta in edicola tutto
il resto dell’anno .
Le notizie son sempre quelle ,
scandali di routine e favole di calcio mercato . Ma d’estate è diverso , hai tempo per sfogliarne tutte le pagine spulciando le
colonne da cima a fondo . Puoi finalmente
indignarti senza fretta
.
Soliti incontri al vertice e conferenze sul disarmo
di chi sembra preoccuparsi di paesi in via di sviluppo e della povera gente che
li popola . Dalla stanza dei bottoni girano il mestolo
nel minestrone della politica internazionale e giocano alla guerra come i ragazzini ai
quattro cantoni , con una mano regalano latte in polvere , mentre con l’altra vendono
carri armati .
Ma il meglio deve ancora arrivare
, basta scorrere i titoli e prima o poi ti capita sott’occhio , è il
consueto articolo agostano . Un panegirico più che un’intervista , domande innocue e
lodi sperticate , raffazzonate alla meglio dal cronista di Palazzo opportunamente
addomesticato .
L’esordio dell’affarista milionario è sempre quello , “mi sono fatto da solo” , non dategli ascolto , è una grossissima cazzata , è solo un buon ladro , e se non ha rubato , l’hanno fatto , a suo tempo , il padre o il
nonno al posto suo . A lui va solo il merito di aver intuito la legge
dell’intrallazzo e di aver saputo approfittare della forza della corruzione . Mai successo di diventare ricco a chi lavora onestamente , tutt’al più benestante .
In genere gode dell’appoggio di amicizie altolocate
e ambivalenti , un colpo al cerchio , uno alla botte e
il gioco è fatto . Spesso non ha neppure troppi quattrini in cassaforte
, ma , complice la banca di turno , è un vero mago a far fruttare quelli degli altri . D’altra
parte si sa , l’ istituto di credito , prima di
concedere un prestito , ti sottopone a un interrogatorio da gestapo , ed è
disposto ad erogarlo solo quando dimostri , dati alla mano , di non averne alcun
bisogno .
Niente di nuovo , mi direte
, sì , certo , ma non per tutti è così scontato , basta osservare i risultati
dell’ultima , più recente , tornata elettorale . La gente ammira chi sa
delinquere , per questo i democratici , scissi a
sinistra , si uniscono a destra . E’ una fase di svezzamento dal post comunismo , l’inevitabile passaggio oltre cortina . In una vasta gamma
d’interessi divergenti , si trova l’ omogeneità d’azione sedendo tutti quanti alla
stessa mensa . Si dice che l’appetito vien mangiando ,
e dopo aver osservato come qualcuno non smetta mai , anche il più puro di cuore
, votato da sempre al sacrificio , decide che è un vero peccato non approfittare
della buona cucina di chi si dimostra
tanto generoso ed ospitale . Così , trovata una sedia
vuota corre ad occuparla , prima che qualcun altro più furbo e svelto di lui gliela
porti via .
Esempi autorevoli e avvilenti di mediocrità , oggi la politica è questa , figurine minori ,
crepuscolari , ometti privi di spessore , tutt’altra razza rispetto ai politici
di rango di una volta , quelli che s’usava chiamare statisti . E’ un peccato
averne perso la stampo , al presente i successori ,
cauti nelle passioni , con quella loro fissazione d’abbassare i toni ,
pencolano al vertice senza mai cadere , contagiando con la loro incompetenza
anche gli amministratori più onesti .
Intanto il Corriere titola a tutta pagina “Apoteosi
Lazio “ , e mo chi se li sente ‘sti
burini …
09/08/2009
ono le undici di sera , sarebbe
una domenica come tante , se non fosse che è il mio secondo giorno di ferie . Mamma
chioccia è andata via , ha appena chiamato , tutto a
posto , scarso il traffico di rientro, a parte il solito grappolo d’auto
incolonnate al semaforo di Torre in Pietra , è già a casa .
Dunque restiamo soli come previsto , io e il piccolo , sarà
divertente , trascorreremo insieme questo scorcio d’estate , al mare , in
piscina , in questa splendida camera d’albergo con terrazzo sul mare ,
frigorifero e dulcis in fundo , sia benedetta , l’ aria condizionata .
Quest’anno è andata di lusso , non si è badato a spese
, o meglio non c’ho badato io , d’altra parte si vive una sola volta , meglio
godersela , almeno finché dura . E che cazzo ! Qui , a
furia di dare ascolto al buon senso comune e di fasciarsi la testa prima di
rompersela , si rischia di perdersi il
meglio . D'accordo , una delle principali regole delle vacanze di massa imporrebbe
oculatezza nelle spese , ma , per questa volta , vedremo
di trasgredirla .
Peccato per le ferie separate ,
ma a lety farà bene staccare per qualche giorno dal
suo ruolo di madre , e a me assumere quello di un padre meno
distratto . D’altra parte , a forza di condurre giornate doppie ,
in casa e in ufficio , lei di tempo libero non ne ha mai avuto . Il
sottoscritto ,
al contrario, ne ha abusato fin troppo , e imparerà finalmente a pensare meno a
se stesso, e un po’ di più a chi ha messo al mondo di comune accordo , salvo
poi sdoganare senza tante remore , con la traballante scusa di un lavoro
asfissiante e tiranno .
Già , col tempo ho imparato
a mentire con la stessa naturalezza con cui respiro . L’ho sempre detto , si è innocenti tutt’al più fino a due anni , a tre già si
comincia a mentire e fare i capricci , e le scorie dell’infanzia restano dentro
. Ma in fondo siamo tutti bugiardi , chi più , chi meno , ne siamo consapevoli
, anche se nessuno ammetterà mai pubblicamente di mentire alla moglie e
all’ufficio delle tasse . E’ una ruota che gira , sono
mezze bugie le parole di una madre a un figlio spaventato e insicuro ,
colossali menzogne i sospiri di quella smorfiosa che in una notte d’estate ci
giurò solennemente : “ io t’amerò per sempre .”
Si pronunciano a mezza bocca , a fin di bene , è il comune senso dell’ipocrisia che ci difende , senza qualche invenzione o innocua balla superare indenni le mareggiate della vita sarebbe probabilmente impossibile . Ma intanto il vero e il falso s’intrecciano , e diventa difficile , quasi impossibile , distinguere l’uno dall’altro .
Sosteneva qualcuno , non
ricordo chi , che la moglie è un’amante per l’uomo giovane , una compagna per
l’età matura , un’infermiera per la vecchiaia , spero di non dare troppi
fastidi e congedarmi prima di rompere troppo i coglioni , una volta varcata quella
disgraziatissima soglia , in ogni caso sarà
comunque bene che la pianti fin d’ora di fare lo stronzo , tuffando la penna in
tutti i calamai di “quello che mi sono perso . “
Da ragazzi le spergiuravo che era la sola persona
con cui avrei potuto parlare per tutta la vita , e adesso
che faccio ? Non posso certo andarle a raccontare che è l’unica con cui mi
piace intrattenermi tacendo piacevolmente ! Come
spiegarle che niente è cambiato , ma è proprio il fiato , rispetto ad allora , che
mi manca ? Sarà forse perché il tempo m’ha insegnato che bisogna usare le parole solo
quando servono , senza sprecarle , così come faceva il vecchio zio Aristide con
chiodi e colla nel suo laboratorio di falegname . E poi ,
come nella vita , così anche in amore ho sempre preferito i silenzi a tante ,
inutili parole .
Mi rimprovera spesso , m’interroga
con lo sguardo , dice che io non taccio , mi rinchiudo ! Nei libri , nella televisione , nei pensieri . Come darle torto? Ha
tutte le ragioni .
Quanto ai suoi stati d’animo ,
i miei mi bastano . “ Cosa dici ? Non ti senti bene ? Va’
da un medico ” . Nessuna domanda ,
almeno per sapere se è il fegato o la milza . E non basta mica , rispondi d’impeto , come sempre, senza nemmeno provare a
sfumare le parole . Letargia da ricovero , alla terza frase
dei suoi racconti la mia attenzione si è già disintegrata . Diciamolo pure , è ora di tirar fuori
i panni più sporchi , quelli che restano in fondo al sacco , in realtà la
liberazione della donna , per me , come per qualsiasi altro maschio , ipocrita
e bugiardo , si ferma al confine con i miei spazi del cazzo .
A volte sotto pelle serbo ancora l’emozione del
nostro primo incontro , di donne straordinarie come
lei ne trovi , in una vita , una su mille , con quella pelle ramata poi è
ancora più bella , mentre il sole incendia i suoi occhi e brilla in quel
nocciola pagliuzzato d’oro . Dovrebbe prendere il
porto d’armi per portarseli dietro . Mi seduce il suo
sguardo , oggi come allora , negli ammiccamenti ,
nella complicità , nell’intesa .
Ricordo quando ci si amava in silenzio , quasi con discrezione , soffocando i sospiri a causa dei
bambini che dormivano , quando non nella stessa stanza , in quella accanto . La
prole impone spesso certe precauzioni . Bene , saremo ancora e per sempre quelli di allora , noi non
somiglieremo mai a quelle coppie morte di noia che trascinano il loro menage in
un silenzio assordante persino al tavolo di un ristorante , ci resta ancora il
meglio , quello che fa di nome intimità .
Allora perché avrei tanto da dire alle assidue
frequentatrici di chat che affollano l’etere , smanettando sulla tastiera di un computer
collegato col resto del mondo ?
Ora , sorvolando sulla
pacifica considerazione che in genere sono le signore o signorine in
questione , e non io , ad avere bisogno
di aprirsi , sembrerebbe una domanda difficile , la madre di tutte le domande . In realtà la
risposta è semplicissima e non faccio fatica a rispondere .
Tutt’altra storia , con loro discorro serenamente
perché manca il motivo stesso del contendere , quel devastante conflitto
d’interessi che complica irrimediabilmente ogni cosa , distorcendo uno stato
d’animo , un semplice gesto , ogni frase che ci si scambia , quando si vive
sotto lo stesso tetto .
Se la penso diversamente ,
se ho qualcosa da obiettare , sull’educazione
dei figli , sul sesso o sul tempo che ognuno deve necessariamente dedicare a se
stesso , ed il mio quasi ignoto interlocutore
non è d’accordo e magari s’incazza , bhè , mi
basta cliccare su disconnetti e amici virtuali come prima . Non è necessario sprecare migliaia di parole per esprimere un solo , semplicissimo
concetto .
Anche un solo chilometro è più che sufficiente a
tenerti lontano e al sicuro da inutili battibecchi ,
ciò che non potrà mai fare quel sottile muro , opportunamente eretto a suo
tempo dall’architetto , tra salotto e
camera da letto .
E’ una costruzione bizzarra quella della chat , nella quale , si direbbe , la forma prevalga sul
contenuto , ma non è sempre così . Confrontarsi sempre e comunque , anche con illustri sconosciuti , può farci crescere , se
s’incontrano le persone giuste .
Del resto , non so
spiegarmene il motivo , ispirerò fiducia , o forse sicurezza , fatto sta che da
sempre , sin da ragazzo , l’altra metà del cielo mi ha eletto a proprio
confidente . Da quando ho poi preso a girovagare per il web ,
in cerca di amici - parlarci restandosene comodamente ognuno a casa propria ha
i suoi indubbi vantaggi – ho incontrato , anzi intercettato , tante femminucce
, alcune davvero interessanti . Per loro sono diventato più di un amico , un confessore a cui svelare ogni segreto , anche il più
imbarazzante . Spesso mi parlano di sesso , non
tralasciando di entrare nel dettaglio , come non hanno mai fatto nemmeno col
marito .
Navigano più o meno tutte attorno alla quarantina , senza assolutamente farsene una malattia , di solito fino
a quel momento hanno allevato figli e
allargato i fianchi . Sono state docili compagne ,
specie all’inizio , ma ora , nell’età matura , resesi conto di aver servito un
cieco , diventato all’ improvviso anche muto e sordo , diventano esigenti e
cercano un prodotto maschile di ricambio .
Non necessariamente per fottere ,
beninteso , anzi , di solito , di quello ne hanno avuto abbastanza . Può
capitare , è innegabile , ma in tal caso le
toccherebbe cercare altrove un uomo libero , senza una famiglia e il cuore già
occupato . In giro ce ne sono tanti , basta saper
cercare . Per molti , uomini e donne , può essere un
buon punto d‘arrivo , dopo una falsa partenza .
E comunque non aspettano di avere un tizio di
ricambio per ripartire , sul momento non ne vogliono
nemmeno sapere di cercare un sostituto , lasciare un uomo per un altro non vale
le spese dell’avvocato . Sono stanche di rimettere in discussione la loro vita ogni
santissimo giorno , ma non prima delle undici di sera
, beninteso , prima c’è sempre tanto da fare .
Mesi di notti insonni , poi , spese a passarla al
setaccio , spesso inzuppando di lacrime il cuscino , lasciano il segno .
E’ a questo punto che , in
genere , lasciano l’uomo di casa , che già più di una volta s’era salvato per il rotto della cuffia , sprovvisto di badante . Smettono di
compiangersi e cominciano a guardarsi attorno , chattando
come adolescenti con faccine tristi , allegre e ammiccanti . Naturale che vent’anni a guardare nella stessa
direzione le abbiano fatto nascere il sospetto che dovrà pur esserci qualcos’altro
oltre quella cucina e quella camera da letto . Dopo aver esposto i rancori , ascoltato le giustificazioni e tirati i dovuti bilanci ,
si rendono conto che , dopo tanti anni in comune , non hanno più niente in comune con quell’uomo . Non erano
fatti per capirsi e ci hanno messo un mucchio di tempo per capirlo .
Patito per troppo tempo il doppio ruolo di domestica
e concubina ,
chiedono ora un riscatto definitivo che le tolga finalmente dall’irridente
magia del focolare , la fuga in avanti è il metodo più spiccio e si racchiude
in una scelta : o fuori loro , o fuori lui .
Dopo i primi , inevitabili
, sensi di colpa , si sentono assolte e pronte a ricominciare . E’ il rifiorire
spontaneo di una pianta che qualcuno aveva smesso d’innaffiare . Comincia la metamorfosi ,
scorribande con le amiche in pizzeria , ginnastica per rassodare le chiappe ,
shopping selvaggio , saldi o non saldi , e nel giro di qualche mese ritornano
in perfette condizioni di marcia .
Amici , colleghi , gente
che conosci ormai da una ventina d’anni e fino ad oggi ti hanno lasciata
tranquilla , come vengono a sapere che ormai sei una donna separata , ti
colmano d’attenzioni . Sembrano non poterne più ,
all’improvviso scopri che sono sempre stati innamorati di te . Diventano
insolenti , impazienti , espliciti quanto più non si
potrebbe . Ovvio che , per loro , separata faccia rima
con puttana , e non capiscono proprio perché tu non voglia concedergli almeno
un week end .
Ora fate mente locale ,
giudicate l’insieme del problema con distacco , e provate a capirli , non è da
ieri che l’uomo desidera la donna d’altri - e viceversa , aggiungo io - ma è
sempre meglio non rischiare e rivolgere la prua verso chi è già separato o ,
perlomeno , in procinto di diventarlo a breve
.
Ma alcune hanno già di nuovo il cuore in disordine , fibrillano per via di una passione che credono improvvisa
, e che è invece diretta conseguenza dell’abbandono . Sono loquaci e prive di
riserbo , soffrono talmente tanto , sono a tal punto
preda delle loro ossessioni che raccontano le storie più intime , i loro segreti
, al primo che sia disposto ad ascoltarle in silenzio . Ti frugano con le parole desiderando da te solo
una pietosa menzogna , vogliono essere rincuorate , la
domanda è sempre quella : “Credi che tornerà da me ?” Evidentemente non ne
hanno avuto abbastanza . L’umiliazione , la sconfitta
, non insegnano niente , ogni giorno sono pronte per nuovi errori e la
nostalgia le stringe da presso, quella di ieri , forse quella di un’ora fa . Del
resto nelle ore di tempesta ci si aggrappa al primo salvagente .
So quello che state pensando ,
ma è un rischio che corriamo tutti , ignorare la realtà non servirebbe a niente
.
M’affaccio al balcone ,
l’aria è fresca stanotte , guardo l’orologio , s’è fatto tardi , è l’una passata , il cucciolo dorme , era esausto , come un
fante di Napoleone dopo la ritirata di Russia , giornate piene le sue , peccato
non possa vedere i fuochi d’artificio che dalla spiaggia salgono con rapide
piroette fino al cielo per illuminare il mare a giorno.
10/08/2009
otte di desideri , esprimeteli
pure , sceglieteli con cura , tanto non costa niente , ma non prendetevela
troppo se non dovesse andare come
sperato , tanto prima o poi , siatene certi , quel che la vita toglie ve lo renderà con gli interessi .
Cosa volete che sia ? E’ il
solito buco nero , quel vuoto dentro che non riesci a
colmare e s’insinua maligno tra stomaco e sterno . Ti senti amputato di qualche
cosa che non ha un nome , è una crepa , una nube scura
che non abbandona mai il tuo cielo . Capita a tutti ,
ma passa presto o tardi , come tutto il resto , e d’altra parte stanotte il
cielo è velato , niente stelle cadenti , mi dispiace .
Sono riflessioni queste , che
diventano possibili solo dopo la mezzanotte , allora gli orizzonti si allargano
, l’orchestrina suona , i villeggianti ballano , mentre l’onda di risacca è
appena un brusio dalla spiaggia .
11/08/2009
ielo sereno invece stamattina ,
senza una sola nuvola , sembra che aspetti un pittore , il mare è calmo e il
sole , vanitoso come una soubrette , già sfavilla .
Ieri sera , tra corse
d’auto simulate e qualche mano a scopa - il cucciolo sta rapidamente imparando
e c’ha pure , manco a dirlo , un gran bel culo - s’è fatto tardi , così stamattina il mio
compagno di stanza non si vuole svegliare . E’ una trottola ,
Dio lo benedica , non sta un momento fermo . Proprio oggi un’
amica mi ha chiesto sue notizie , domandava come stesse , dovrei
fermarlo per dirtelo , le ho risposto , controllare , ma chi lo vede ? Comunque
ti farò sapere ,
l’ho rassicurata , ti chiamo non appena
gli si scaricano le batterie .
Guardarlo mentre dorme risveglia quella dose di
buoni sentimenti che un po’ tutti conserviamo , in
genere , in archivio . E’ una carezza .
Ancora qualche minuto poi dovrò scuoterlo quel tanto
che basta per farlo tornare dal mondo dei sogni , ha
il sonno pesante , e giù dabbasso , se non scendiamo quanto prima , se magnano
tutto . Una comitiva di cavallette proveniente da Napoli e dintorni ha infatti invaso la sala , ruminano ventiquattrore su
ventiquattro .
Se è vero che a tavola ,
come a letto , da che mondo è mondo , le giornate memorabili non sono certo
quelle segnate dall’astinenza , questi ,
al ritorno , avranno molto da raccontare . Io ,
l’ammetto , non sarei da meno , se solo il cuoco riuscisse a capire che un antipasto
non è un quadro d’autore , e un gambero o
una seppia , caduti accidentalmente nel piatto , potranno appagare la mente , non certo il palato , né predisporre lo
stomaco al resto del pranzo , piuttosto l’indispone .
Giusto ieri sera ci ha deliziato con un risotto al
profumo di mare , non fa una grinza , in effetti del
mare aveva appunto soltanto il profumo . No , una
vongola , dispersa nel piatto , c’era , ma ho preferito risparmiarla , così
sola e smarrita mi faceva pena , l’ho infilata nella bottiglia d’acqua Lete , così , lei e la particella di sodio , si faranno
compagnia .
Dapprima non volevo crederci, pensavo ad uno scherzo , devi solo supplicare il Padreterno che ti dia abbastanza pazienza
e padronanza di nervi e non ti spinga a dar di matto .
Un tempo nel menù , accanto
a nomi di pietanze sopraffine , si evidenziava con una scritta , S.Q., secondo
quantità , tale accortezza , almeno in quest’albergo andrebbe ripristinata .
Sempre più spesso le ricette assumono nomi esotici , specchietti
per le allodole , una patata bollita , sia pur magnificata da un nome suggestivo e altisonante , sempre una patata bollita resta .
E non parliamo di razioni ,
nemmeno all’ Umberto I° sarebbero capaci di tanto . Meno
male che ho un figlio inappetente , così di due mezze porzioni
riesco a ricavarne almeno una , in caso contrario , alzatomi dal tavolo ,
dovrei far subito visita alla rosticceria d’angolo .
Cresce il mugugno in sala ,
pare sia in corso una raccolta di firme per rimuovere lo chef , il dibattito
solleva aspre polemiche ai tavoli . Nella disputa accesa, a tratti avvelenata , entra con autorità
la direttrice , la sora
Isa . Dapprima saetta l’uditorio con il suo sguardo gelido , pronunciando un
monosillabo ogni venti secondi , poi il suo vernacolo probabilmente
veneto , o comunque polentone , diventa incontenibile e mette tutti a tacere ,
chiudendo la questione con un perentorio : “Quella è la porta , se non vi sta
bene “. Le scappa persino un “cazzo” . E chi se
l’aspettava …
A volte , mentre aspetto
che il cameriere serva quel poco che lo chef spaccia per pranzo , sogno
grovigli di tagliatelle , metri quadrati di lasagne , cespugli di verdura e
cascate di patatine fritte , il tutto innaffiato da Verdicchio o Lambrusco , ma
è solo un sogno , al risveglio langue nel piatto una polpetta anemica , sporcata
da un fagiolo e una lenticchia .
Non per niente recita un adagio che a tavola non
s’invecchia , magari si muore , questo sì , ma chi se
ne frega . Per cui mi lascio accarezzare la gola da questo vinello sincero , un fresco Trebbiano d’Abruzzo , e , visto anche quello che pago , afferro la
forchetta come un badile , affondo la faccia nel piatto , e giù con la
scarpetta … al profumo d’intingolo non resisto .
Perdonerete , ne sono certo
la rapida digressione , possiamo tornare al nostro diario di bordo .
Consumata una colazione che basterebbe per un intero
reggimento , consegno la chiave al ricevimento e raggiungo
la mia sdraio senza fretta . Sotto gli ombrelloni quest’anno c’è una certa
indifferenza , non riesci a percepire quelle belle
occhiate furtive e voluttuose di una volta .
La spiaggia ha un ‘ aria
sobria e puritana , qualche bella puledra ancora alligna , ma persino i ragazzi , quei
pochi scampati alle località esotiche di moda , hanno perso smalto e brio ,
anzi , direi la voglia . Ho idea che stiamo per assistere ai primi sintomi di una
terribile mutazione genetica . Gironzolano , boccheggiano , cazzeggiano sì , con le topine , ma senza
alcun costrutto . Nessuno sembra voler far cigolare le reti di un letto .
Il fanfarone da spiaggia continua a tenere banco
sotto l’ombrellone , è ancora un esemplare di razza ,
un professionista del rimorchio , un vero stratega , maestro in complimenti ,
cortesie e piccole attenzioni che preparano quella stoccata vincente che tocca
il cuore e tutto il resto . Ma non è più un giovanotto ,
preferisce così pascolare nei pressi di femmine depresse , le accosta con
l’aria distinta e la battuta pronta , creando
però un ‘aspettativa di timide speranze , non certo di torbide passioni
.
In quanto a me cerco di tenere a bada stomaco e
pancia , come due scolaretti retrattili e indisciplinati
, non intendo certo spargere seme , anche , lo confesso , per non rischiare
l’ipertensione appena sbottonata una camicetta , ma nemmeno sentirmi additato
come il buzzicone della spiaggia .
Posto poi che –
udite ! udite ! - ho deciso di togliere la canotta d’ ordinanza , non vorrei
trovarmi costretto a pagare , Dio non voglia , un supplemento panza . Proprio
così , avete capito bene , quest’anno ho deciso di
sottopormi ad una , sia pur prudente , doccia di sole , speriamo bene . Perderò , è vero , la mia proverbiale tintarella da muratore , ma ci guadagnerò senz’altro in salute per l’inverno . Ebbene
sì , stavolta ho messo a nudo il giro panza ! Ne sarà
entusiasta la mia amica Claudia che da Milano mi scrive pregandomi d’inviarle
via mms un primo piano
del bamburin del Tiddi
, come lo chiama lei . Ma che avete capito ? Si tratta
semplicemente dell’ombelico , il termine dialettale è
tipicamente lombardo . Naturalmente l’ho accontentata . Ad ogni modo prima di fine agosto , sempre che non mi caccino prima , voglio completare la
muta per trasformarmi in un bronzo di Riace … per il
picchio poi non dovrei faticare più di tanto , già prima della cura , è cosa
nota , ero a buon punto .
Il risultato , almeno per
ora , non è un granché , la metamorfosi trova grossi ostacoli là dove la ciccia
si annida nei rotoli , e in quanto al
colore faccio concorrenza alle aragoste , il tutto mentre perdo credibilità e
pezzetti di pelle sotto la doccia .
Lontani i tempi in cui le femmine stanziali mi
covavano con gli occhi , pregustando l’orgasmo e
umettando le labbra in una melassa di manifesta concupiscenza , mentre l’ambita preda dribblava , sdegnosa
, ogni supplica e irrefrenabile desiderio . Che ci volete fare ? Ognuno nasce con i suoi cromosomi … ed io , modestamente , lo nacqui . Mi perdonerà ancora una volta il più volte saccheggiato principe De Curtis .
Concetti probabilmente già espressi , vero , d’altra parte quel poco che ho da raccontare è nei
miei appunti di viaggio dispersi in questo diario , ancora una volta li leggo e mi ritrovo a riscrivere le medesime battute a distanza ,
più o meno , di un decennio . Già , improvviso come un
colpo di rasoio , torna alla mente quel caldo pomeriggio in cui decisi di condividerli con qualcuno al
di là del monitor , giusto giusto una decina d’anni
fa , minuto più , minuto meno .
E’ tardissimo , e comunque
, vista la piega che sta prendendo il foglio , sarà bene chiudere , almeno per
oggi . L’insidia più grande , infatti , per uno scrittore come per un parolaio dilettante
, è copiare se stesso .
Solo un’ultima considerazione ,
sembra che stanotte si ripeterà la pioggia di stelle , sarò disincantato , avrò
forse pure perso la vena poetica , ma mi auguro soltanto , qualora dovesse
cadere una stellina nei pressi , che almeno non mi becchi in testa .
12/08/2009
aranno le otto , il sole trapela dalla tenda , tendo
l’orecchio per catturare il rumore del mare . E’ ancora presto , tiro su le lenzuola , l’aria fresca del mattino è appena
una brezza . Dicono che l’ozio , degno corollario della
noia , sia il padre di tutti i vizi . Chissà perché ? Forse perché lo stesso
autoerotismo nasce dallo stare con le mani in mano .
In genere non sono un pigro ,
anzi , oziare mi massacra le palle , ma in questo periodo semplicemente non
collaboro , visto che non c’ho un cazzo da fare .
Tiro le tende , il chiarore
contribuirà a svegliare il piccolo che ronfa ancora della grossa , poi me ne
ritorno a letto . Davanti a me il finestrone , oltre il
terrazzo il mare , allungando le dita dei piedi sembra quasi possa toccare le
onde .
Colazione come da programma ,
poi quei cento metri fino alla spiaggia .
La giornata è magnifica ,
mi avvicino alla linea del bagnasciuga , un solitario cammina rasente le onde ,
poco più in là passeggia una coppia , l’uomo porta tra le braccia un fagottino
, attorno alla madre sgambetta una bambina .
L’arenile brulica ormai del turismo di massa , è cominciata l’alta stagione , ancora qualche giorno e
sarà ferragosto .
Si entra nel congegno balneare con l’ottimismo del
sole delle nove , se ne uscirà , stressati e con i
nervi a fior di pelle , non prima del tramonto . Ma non per me , uno stacco ci vuole , tornerò in albergo per il pranzo e
non mi rivedranno in spiaggia prima delle quattro .
A quell’ora , puntuale come
una cambiale in scadenza , dalla spiaggia accanto si diffonde irritante la
movida brasiliana sparata a palla , con Verdi in cuffia fanno a cazzotti , è
una lotta impari , che palle , mi toccherà rinunciare . Evidentemente non sono
nato in sintonia col mio tempo , devo aver
distrattamente succhiato la lirica col primo latte . Il nervoso fermenta in me
come il vino nella botte , meglio cambiare strategia .
Per fortuna la tecnologia da modo di variare al
tempo che non passa mai , col nuovo cellulare sto
dando l’assalto al pianeta esseemmeesse , tanto oltre
a cercare con lo sguardo di tanto in tanto il piccolo , per controllare dov’è
finito , non ho nient’altro da fare . E’
divertente , non c’ero mai stato , solo qualche rapida
visita di passaggio . Contatto gli amici , solo che , eccheccazzo , non fanno che raccontarmi di disgrazie e malanni
, comincio a pensare … non è che niente
, niente se staranno a fa’ vecchi ?
Finalmente arriva l’ora più bella
, quella che precede il tramonto , cessano i richiami e gli scrosci degli
altoparlanti che invitano a lasciare libero l’arenile per le pulizie serali ,
si chiudono sdraio e ombrelloni , i prendisole delle madri di famiglia tornano
a coprire metri quadri di cosce e ventri matronali , mentre le più anziane
montano in fretta un turbante di spugna sulla testa .
L’aria è ancora calda dal sole pomeridiano , ma dagli alberi del viale già scende gradevole il fresco
della sera . Gli ultimi bagnanti lasciano la spiaggia ,
il passo dei reduci è stanco , quasi avesse percorso chilometri di costa . Sale
dalle cucine un profumo di pomodoro e olio fritto , si
animano i balconcini affacciati sul lungomare . Tra costumi e teli stesi ad
asciugare gli ospiti di case ed alberghi escono ad annusare nell’aria il menù della
cena . Insieme a loro , fresco
di doccia , lo sguardo fisso ad osservare l’orizzonte , mi lavoro i capelli
facendo bene attenzione alla pelle arrossata tra il collo e le spalle , qualche
gocciolina scivola ancora dal mento e s’infila
sotto l’ asciugamano per raggiungere il torace .
Il pasto serale è il punto più alto della giornata , tutti insieme , gomito a gomito , ad aspettare le magie
del cuoco e il sorriso compiacente del personale di sala . Per
molti sarà una vera delusione , ma in fondo non ci si
accampa in una stanza d’albergo per quindici giorni solo per mangiare .
Fra l’antipasto e il gelato non passa più di un’ora , i camerieri , che fino a quel momento sembravano muoversi
alla moviola , sparecchiano in fretta , probabilmente c’è qualcuno che li
aspetta . La Luna è all’ultimo quarto , io appena al
primo mezzo litro . Il resto lo tracannerò domani a pranzo .
Usciamo dalla sala a ondate , una dopo l’altra , nella
luce che declina i più piccoli frignano , i più vecchi s’incazzano per la qualità
della cena più simile a un pasto d’ospedale .
Mentre si fanno programmi per il dopocena , il telegiornale
spaccia le notizie di stagione , mi raccomando bere molto e non uscire mai
nelle ore più calde … prima o poi me lo segno .
Due passi per il centro a curiosare tra le bancarelle ,
schierate come tende di soldati lungo il viale
, un salto al “Peter Pan “ , quindi , anelato come la frescura di un’oasi
nel deserto , il felice ritorno , al sicuro , in albergo .
13/08/2009
’ da poco sceso il tramonto ,
tra poco si accenderanno le prime stelle , ma è un po’ presto per andarsene a
letto , davanti a me ancora un esteso panorama d’ore vuote da riempire , tra i
minuti e i secondi s’accampano , è inevitabile , progetti e
pensieri .
E’ un’epoca di bilanci , in
cui inventariamo gioire , dolori , scacchi veri o presunti , occupati a
masticare dubbi e rancori . La tipica patologia di chi ,
arrivato al mezzo secolo e dintorni , decide di mollare gli ormeggi e
realizzare il sogno giovanile . Solo che quale sia non lo ricorda , probabilmente non è mai esistito .
Ci penso sempre , “ e se
non lo faccio adesso “ ? E’ il progetto frustrato che ogni uomo porta sempre con
sé in valigia , solo che quando la vita si accorcia si
avverte impellente la necessità d’affrettare i tempi , prima che sia troppo
tardi . Per fare cosa ? Ma niente , il progetto in
realtà non esiste , è solo una medicina per la vecchiaia , la voglia mal
repressa d’intraprendere sempre qualcosa di nuovo . E’ il sogno che vi
porterete dentro , sempre e comunque , per il resto del viaggio , lungo o corto che
sia . Proverete piacere nell’attesa , che in fondo è
quel che conta , è la prova che siete ancora giovani , la costatazione di un
entusiasmo che non conosce rughe .
La parola d’ordine è non farsi
cogliere alla sprovvista , aggiornare i tempi , anticiparli se possibile , tra
il ciarpame delle occasioni non si deve però scegliere seguendo l’esile regola
della nostalgia , ma seguendo uno schema ben preciso che non lasci niente al
caso , ormai siete adulti . In più , forti delle
vostre esperienze , siete certi di poter frenare le vostre pulsioni , è insomma
il vigore ritrovato che vi permetterà di credere al domani . Attenti però , le peggiori sciocchezze si commettono proprio a quest’età
, se non altro perché non avrete più tempo per rimediare .
Tranquilli , non ho altro
da aggiungere a questa lunga sequela di luoghi comuni , la lezione di morale è
terminata .
Stasera niente cantante ,
le sedie del giardino ospitano solo badanti ed anziani , in tivù c’è la
nazionale , ma non ho voglia di calcio , aspetto la Magica .
Nel frattempo il piccolo ha rimorchiato ,
una bella biondina di appena sei mesi più grande , lei gli sta insegnando a
giocare a “uno” , lui , astuto , finge interesse per il gioco , ma nel
frattempo non lesina apprezzamenti , né disdegna incontri fugaci bordo piscina
, dove potersi scambiare coccole e confidenze . Tutto suo padre .
Lo osservo come quando si guardano i cuccioli , ha stile . Con gesti lenti e misurati comincia la
laboriosa opera di seduzione , sta per chiuderla all’angolo , ma la piccola fa la ritrosa , ha la vocina esitante , ma si
vede lontano un miglio che sta per cedere , è lusingata . Poi l’imprevedibile . Mi spiace dover interrompere questa ,
sia pure acerba , giostra amorosa , ma diciamolo chiaramente , se non salgo
entro cinque minuti , mi cago addosso . Lei resta delusa ,
lui piuttosto incazzato , son le prime pene d’amore , spero soltanto che un
giorno , ripensandoci , non voglia incolpare il padre per l’occasione perduta
.
E’ quasi l’una , ma
stanotte non ho sonno , ho piuttosto voglia di leggere , tirerò fuori dalla mia
borsa magica quel vecchio testo scolastico scovato in fondo a una pila di libri
disposti a casaccio sulla bancarella del mercatino di Conca d’Oro . Inutile chiedere
di che si tratta , è un manuale di storia , ovvio .
La storia per me è un vizio ,
mi consuma la vista nei pomeriggi estivi davanti al bagliore del mare ,
all’ombra degli alberi del parco , nelle domeniche di città , quando le strade finalmente
tacciono , o di sera , a letto , con il libro sollevato contro il chiarore
rassicurante di un abatjour . Oltretutto in zona dev’essere
passata Santa Lucia , so un cazzo com’è , ma da quando
sono qui riesco a leggere senza troppa
fatica , e soprattutto senza occhiali . Mi riferisco naturalmente a quelli da
presbite , miracoli non se ne fanno nemmeno in alta
stagione . Pensare che m’ero ormai abituato all’idea che fosse arrivato il temuto momento
di mettermi a studiare il braille .
Le battaglie , gli intrighi
di corte , re e imperatori , papi e
cardinali , artisti e scrittori , i grandi personaggi e le geniali scoperte ,
rievocarla significa viverne il fascino come in un un
romanzo d’avventura . L’errore è assegnare al suo insegnamento una valenza
pedagogica votata ad inseguire un’utilità didattica . Le dispense sono in tal
caso noiose , tristi , corrucciano gli adepti , i
giovani lettori , la storia non insegna proprio niente , deve solo appassionare
. Tutt’al più può servire ad arricchire la toponomastica cittadina , fornendo
qualche nuovo nome illustre alle più recenti strade di periferia .
Non so voi , ma io non so
resistere di fronte a un nome che non conosco inciso sulla targa all’angolo di
una via . Devo immediatamente informarmi sulla biografia del personaggio
misterioso , così , appena a casa , per prima cosa
accendo il picci . Siano benedetti a tal proposito , internet e Wikipedia .
Chi di voi sa dirmi , ad
esempio , chi era Gaetano Filangieri ? Temo nessuno . Niente di grave , tranquilli ,
quelli che ne conoscono mestiere e meriti sono davvero pochi . Eppure il
sottoscritto , non appena ha cominciato a frequentare
il bel palazzo in Prati , al civico 4 della via titolata a questo signore , è dovuto correre a
documentarsi prima di schiattare dalla curiosità .
Sono forse malato ?
Probabile .
14/08/2009
a fauna da spiaggia è interessante e variegata , prevalgono , al momento , donne , bambini ed esemplari maschi
non trombanti . La maggior parte degli uomini , quella
sessualmente attiva , arriverà più tardi .
Conviventi e mariti , prima
dei dovuti slanci verso la famiglia , più o meno allargata , dovranno sistemare
amanti e amorazzi , che , si sa , nei periodi festivi , Natale e ferragosto in
particolare , sono particolarmente nervosi .
Al tavolino del bar un ometto tozzo , con capelli radi e occhi sporgenti , consulta il giornale
, è meticoloso nel frugare ogni singolo trafiletto , sembra dedito alle cifre ,
forse fa incetta d’azioni in borsa , la sua bocca si fa sottile , segno d’una
convinzione profonda . Deve averla imbroccata .
Accanto alle docce due ragazzotti sudati masticano
gomma e pallone , scambiandosi frizzi e lazzi . I due
non hanno un solo tratto in comune , tanto snello e
affabile il primo, quanto grasso e scostante il secondo . Si discute di calcio
mercato , ci scappa , è inevitabile , qualche moccolo
.
Poco più in là , a ridosso dello
steccato del bar , una donna sola , non più giovanissima , estremamente
riservata , legge una rivista , occhi bassi sul fumo della sigaretta .
Seduti lateralmente un nonno ,
una nonna e un bambino . L’anziano , visibilmente
insofferente per la canicola , ha un’aria indolente , tutto gli da sui nervi ,
sbuffa . La moglie , ossuta , due spanne più alta di
lui , scuote la testa , lo guarda accigliata , ma la smorfia muta in sorriso
non appena intravede il nipotino immerso in un fumetto spalancato sulle
ginocchia . Bravo , bello di nonna , è ancora presto per fare il bagnetto .
In prima fila due vecchine ,
ambedue sposate . Tengono il posto all’ombra con un asciugamano al marito . Di chi ? Ma è ovvio , a quello superstite , è noto infatti che le donne campano
in genere almeno dieci anni più a lungo dei maschietti . Quale sia la vedova
non so , tutt’al più posso tirare a indovinare . Una
ha la borsa da mare gonfia , libera nell’aria un forte
odore di formaggio , l’altra tiene la borsetta stretta al petto , quasi fosse
piena di pepite d’oro .
Un omino calvo e magro ,
con la divisa da marinaretto e il berretto a visiera
, spazza con lo sguardo l’arenile cercando topine discinte , almeno da guardare
. Ha l’aria un po’ equivoca , ma è vecchio ,
probabilmente innocuo , lo lasciano fare . All’ombrellone accanto , sulla destra , una donna , avrà circa quarant’anni , sul
volto i segni di una bellezza precocemente sfiorita , a me sembra ancora una
gran bella gnocca , dev’essergli
sfuggita .
Una bella stangona bionda ,
in un succinto due pezzi , mi viene incontro , capelli lunghi sciolti sulle
spalle , sembra volersi offrire , sussurrando allusivamente : “Sarò la tua
birra “. Ma è solo la mia fervida immaginazione ,
ancora influenzata dalle pubblicità di Carosello . Passa oltre , l’aspetta in quarta fila un ragazzone palestrato , spalle
larghe , capelli biondo cenere e ventre piatto . La vede ,
sorride , e , simulando un ‘ improbabile indifferenza , infila tra le
labbra una sigaretta .
Una coppia d’innamorati arrostisce accanto alla riva . Lei , magra , languida , distesa
sul telo da mare , bocca sotto , bikini slacciato . Lui le siede accanto sulla
sabbia bagnata , le accarezza i capelli , ma
preferirebbe il culo , è evidente . Restano silenziosi ,
probabilmente incazzati , quantomeno lei
, è un classico . Il ragazzo ostenta sicurezza ma si vede che è preoccupato , da un po’ non è più come prima , l’ammette con se stesso
, ha frenato le promesse , misurato le carezze . Stasera , se la vuole , dovrà
rispolverare le attenzioni di un tempo . Ci riuscirà ,
sa anche questo , ma solo dopo almeno un paio di stoccate a vuoto , qualche
perplessità e un mare di sospiri .
Intanto il cummenda corricchia sulla battigia , è
persuaso di essere bello , e crede suo preciso dovere esibire al mondo il suo
fisico asciutto . Fa un po’ di tristezza vedergli tremolare quella pelle color
nutella , non sospetta nemmeno che gli si possa essere
avvizzita con il passare dei decenni .
Lungo la passerella fa ,
infine , il suo trionfale ingresso Sario , tutt’altra
stazza rispetto al corridore da spiaggia del periodo poco più sopra , alto ,
grande come una montagna . Vi chiederete chi sia , ma
è mio cognato , dovreste vederlo … cazzo , è uguale !
Il cielo non è più limpido ,
l’aria è umida e un vento capriccioso arriccia le onde , il sole si nasconde
dietro un gregge di nuvole scure . La spuma sul bagnasciuga sale come la crema
alla superficie del latte , meglio interrompere la
rassegna prima che venga a piovere .
Ma il piccolo stavolta non sente ragioni . Aspetteremo , tanto , male che
vada , l’albergo è a due passi . Lo raggiungo , gioca
con due amici freschi di nomina nell’acqua salata , provo a testarla con
movimenti lenti , quasi impercettibili , sollevo le braccia e arrivo ad immergere
perfino le ginocchia . Avanzo con prudenza , con quel
tanto d’ansia che viene dalla consapevolezza di compiere un ‘azione estrema . L’onda m’inzuppa il costume
, lambisce le chiappe , qualche spruzzo indisponente raggiunge la pancia
. Cazzo , per gli altri sarà pure un brodo , per me è
gelata , ad ogni passo è una pugnalata tra la quarta e la quinta vertebra
lombare , senza contare le stilettate a stomaco e fianchi . No , no ,
non è proprio cosa …
15/08/2009
erragosto , un giorno
festivo , uno dei tanti , ma in questo caso pochi sanno perché . Non badate a
quanto divulga la Chiesa che , nei suoi rigurgiti
medievali , deve sempre conferire ad ogni festa una connotazione religiosa e ha
deciso che proprio oggi , in un pomeriggio di 2009 anni fa o giù di lì , la
Vergine Maria dovesse prendere l’ascensore . Oggi , in
realtà , più o meno nello stesso periodo , cominciavano le ferie di Augusto , e noi , non più sudditi , ma comunque suoi diretti
discendenti , non possiamo che seguirne le
orme , in genere , considerata la gran mole d’ acqua che abbiamo tutt’intorno ,
sulla sabbia . Tracce di vita anche
queste .
Gli elicotteri dell’arma volteggiano a bassa quota , i rambo delle forze dell’ordine
, solerti e coraggiosi come sempre , tengono d’occhio le spiagge , Dio non
voglia qualcuno dovesse scatenare una guerriglia armato di gavettoni o farsi incautamente
manipolare le ossa dal modellino di massaggiatrice con occhi a mandorla e
cappellino a pagoda sulla testa .
Lety è qui ,
starà con noi per qualche giorno , è tornata ad occuparsi di Gabriele a tempo
pieno ed io ne posso approfittare per fare un salto “Altrove “. E’ sempre
piacevole lasciarsi trasportare dai capricci dei ricordi .
Chissà che faranno in questo momento in quel paesino addormentato dall’incenso
e dalla calura estiva , accovacciato tra la piazza e
il suo campanile ?
Dalla spiazzo di fronte casa lo
sguardo degrada a valle , risale le pendici della montagna e fugge verso il
panorama delle cime più lontane . Una veranda immette nelle stanze ombrose , dove ristagna ancora l’odore confortante dell’infanzia . Due
camere , bagno e cucina , dormivo nel letto accanto
a quello di mia madre , mettevo sotto il
cuscino un giornaletto , quasi sempre Topolino , ero con lei , ma non mi
bastava , avevo comunque paura dell’uomo nero .
Esco come tutte le mattine a fare una passeggiata , il sole è ancora basso all’orizzonte , si può fare … salgo le scale e varco il
cancello . Saluto distrattamente un paio d’amici mattinieri ,
seduti sul muricciolo della piazza , poi mi avvio verso la strada che porta
fuori dal paese .
Costeggio la chiesa dove serpeggia un viottolo
stretto , porte di stalle ed usci di abitazioni si
alternano fino al piazzale che sale verso la strada principale , lastricata di
sassi bianchi , levigati e lucidi . Pietre scivolose , ancora umide per la
guazza notturna .
Alla casa d’angolo una coppia di anziani si gode il
fresco sul terrazzino , uno dei due mi rivolge una
battuta in dialetto , provo a rispondere usando la stessa moneta . Patetico , un
autentico fallimento . Ho sempre invidiato a mia moglie la sua versatilità , imita perfettamente tutti i dialetti , adattandosi agli accenti e agli intercalari
locali con sorprendente disinvoltura , nel calabrese poi è strepitosa , io , di
contro , son sempre stato monoglotta .
Sono fuori dall’abitato ,
esploro con lo sguardo la valle , il sole brilla sulle lenti degli occhiali da
sole . Alla mia sinistra sale la montagna , a destra
digradano i campi , l’erba è alta , nessuno se ne occupa più da tanto tempo . Più
lontano , sull’altopiano schizzato ad acquerello , terre
gialle di spighe tagliate , terre incolte o rosse di aratura fresca , anche
quelle deserte . Alzo gli occhi verso l’azzurro , le
cime si rincorrono ineguali , un versante così lungo che non se ne vede la fine.
Una torma di ragazzi vocianti scende dalla
mulattiera che s’inerpica su per il monte , un
gruppetto di donne si raduna nei pressi del muretto che costeggia la strada . La
nostalgia campestre dev’essere contagiosa .
Ho fatto pochi passi , mi
viene incontro un vecchio amico , pantaloncini scuri e una camicia blu aperta
sul torace , si ferma e con un gesto circolare della mano mi presenta la famiglia
. Ha il vezzo , tutto italiano , di gesticolare molto
a sostegno del parlato . Lo ricordo così da sempre . Sorrisi di circostanza , qualche rapida battuta , quindi , sempre più schivo ,
accenno un rapido saluto e volto le spalle .
Riprendo il cammino e mi sorprendo a pensare a volte alta : “Cazzo … però …ha
già un figlio così grande … ”
Volto la curva ,
sull’asfalto screpolato merda secca di vacca e solchi d’autocarro , passo accanto al camposanto , lo ricordavo
piccolo , quasi in miniatura . Una chiesetta ,
l’ossario e un mucchietto di croci sulle tombe . Mi ritrovo davanti un
condominio , di più , ha assunto le dimensioni di un
quartiere di periferia , di quelli
dormitorio , per capirci . C’è più gente sepolta qua sotto , che viva in paese .
Ne esce in quel momento uno scricciolo di donna , faccina mansueta , capelli raccolti in una crocchia ,
tutti bianchi , è avvolta in uno scialle nero , sarà , sì e no , un metro e
cinquanta . Ha le mani piccole , le si possono vedere
le vene quasi nere sotto la pelle . Un saluto balbettato nella sua vocina
tremula e dolce . Ricambio .
Il sole è ormai alto , splende
forte , comincia a far caldo , doppio la boa dell’aretta
e ritorno sui miei passi . La via verso casa , in leggera salita , è appena più faticosa
,
Sotto la strada , oltre il
muretto laterale , il campo dove
intessevamo capanni con le liane , per
portarci lucertole e rane da sottoporre ad autopsia . Interrompo il cammino per
tendere l’orecchio , dopo il bronzo delle campane
s’ode lontano il suono di una banda .
L’ombra è sparita quasi ovunque ,
la gente non si sofferma a lungo di fronte l’uscio di casa , preferisce entrare
, le porte si chiudono per sbarrare il passo persino al riverbero , fuori
restano solo le mosche e le tendine ancora oscillanti .
Questo è ancora un luogo a misura d’uomo , dove si può ridere insieme di storie piccanti , scambiarsi confidenze sussurrate sottovoce
in un orecchio , confessando segreti che il giorno dopo saranno già sulla bocca
di tutti , coltivare amicizie che
resistono al tempo , vivere amori che
niente e nessuno potrà mai cancellare . Ne abbiamo incontrati tutti
frequentando quel posto nei giorni felici delle vacanze ,
ma sempre quando non era il momento
Bella , fiera , i seni
appena accennati sotto la camicetta rosa
. Passava , ci guardava , negli occhi qualche
timida allusione e vagonate di seduzione , ma sempre senza malizia . Così
almeno credeva .
Per tutto il tempo che passavamo in paese , la nostra vita , così come la sua , era cercarci ed incontrarci fuggevolmente ,
inceppati , l’uno e l’altra , dal tempo sbagliato e dalla timidezza . Dialogavamo
con gli sguardi , lungo le stradine acciottolate , dietro ogni curva , tra le case strette
l’una all’altra e nei cortili in ombra , lei sorrideva e sembrava dire :” lo so
, lo sappiamo , tu sei qui per me , ed io per te “. Allora si girava il paese
da un capo all’altro con la speranza di potersi almeno incontrare , bastava uno sguardo per incendiare il cuore , oggi gli adolescenti
innamorati aspettano un messaggino per ore , non è cambiato niente , lo stesso
batticuore .
In chiesa - se non ci fosse andata non ti saresti
mai sognato di entrarci
– non le toglievi gli occhi da dosso , lei lo sapeva , si voltava
due o tre volte a guardarti e sorrideva , questo fino all’ ite missa est . Poi si usciva tutti insieme
dalle porticine laterali , qualcuno provvedeva ad aprirle - mai visto chi fosse
- si sbirciava per controllare la zona d’ombra in piazza dove ci si sarebbe
senz’altro diretti , e per caso , sempre e solo per caso , ci si ritrovava
vicini . Schiene appoggiate contro un muretto di sassi ,
l’uno accanto all’altro , ancora una volta per puro caso , naturalmente . Si
sfioravano le mani , si toccavano le ginocchia
e per quel rapido
contatto , quasi impercettibile , passava la corrente di un flusso magnetico ,
quasi un tepore carnale . Ti avvicinavi a
lei lavorando di fianchi e di ginocchia , “Starà ferma con quel ginocchio o lo tirerà indietro ? ”
Poi si ripartiva , sempre
tacitamente e ci si dava l’appuntamento per l’anno seguente , al più tardi a
quello successivo . Storie che ti restano appiccicate per il resto della vita ,
tatuaggi dell’anima .
Nei miei anni di scribacchino ho scritto spesso di
quest’isola fuori dal mondo che ha i suoi luoghi conosciuti , le passeggiate tradizionali , le persone da
incontrare al solito posto . Nell’album degli errori le ho riservato pagine e
pagine , molte ancora da riempire , del resto è cosa
risaputa che le praterie del passato hanno il colore dei sogni .
16/08/2009
’ domenica , e poi oggi fa
davvero troppo caldo per mettermi a scrivere , per cui , se non avete proprio
nient’altro da fare , accendete la televisione .
17/08/2009
ichiudo la finestra lasciando fuori un panorama di
cortile a due passi dal mare , oltre il balcone ,
prima della spiaggia , mucchietti di case disposte a casaccio , retaggio
dell’edilizia selvaggia del tempo che fu .
Osservo lo spettacolo come fuori del mondo , sicuro che il mondo , comunque , non cambia mai .
La mattina è grigia e umida ,
ma è ancora presto , al più tardi un’altra mezz’ora e il cielo tornerà sereno , del resto
, da quando sono qui , sembra che anche le nuvole siano andate in ferie , mi
auguro non tornino prima della fine delle mie . Prima della partenza il clima
sembrava impazzito , alternava canicole equatoriali a
nubifragi apocalittici , mi aspettavo tempi duri , mi sbagliavo , favorito
dall’altra pressione e incoraggiato dai meteorologi quest’anno il solleone è
stato di parola .
Ancora poche le voci in strada ,
ma si sente già il respiro affannato della città che si risveglia , mi manca il
parco dietro casa , ma temo mi mancherà molto di più il profumo del mare e il tranquillo
sciabordio della risacca . Proprio vero , si accorcia
il tiro della nostalgia quando
s’indebolisce il raggio d’azione della nostra memoria , e quello che solo ieri
era abitudine , domani sarà malinconia .
Finalmente siamo pronti per la prima colazione , appena in tempo , ancora qualche minuto e avrebbero
sparecchiato i tavoli togliendoci tazze e bicchieri da sotto il naso . Ogni
mattina è una corsa disperata contro il tempo . Ma stavolta non siamo
stati i soli fautori del last minute , la sala ristorante è ancora piena e ,
devo dire , piuttosto animata .
Un cappuccino o un caffè si può consumare in tempi
relativamente brevi , dai trenta ai quaranta secondi ,
un cioccolato richiede forse una pausa di riflessione che dura anche un paio di
minuti , ma in certi casi la colazione può protrarsi anche l’intera mattinata ,
per qualcuno è un rito , una cerimonia che arriva ad investire la sfera
religiosa .
Buongustai veri e gastronomi avventizi , abituati ad un caffè alle sette e più niente fino all’ora
di pranzo, banchettano intorno ai tavoli come mosche intorno al miele . Bevande , yogurt , salse , creme , pane , burro , marmellate e
frutta di stagione , e poi formaggi , prosciutto , mortadella e fette di salame
, mancano solo le uova e i wurstel con i crauti .
Come d’incanto spariscono turbe
dispeptiche , acciacchi epatici , ulcere , coliti e
gastriti , il rito deve comunque celebrarsi e , convertiti anche gli incerti ,
l’impulso velleitario di saccheggiare la dispensa contagia un po’ tutti . I
nuovi golosi , non appena consumata la prima il primo
giorno , si ripetono puntualmente fino al termine del soggiorno , l’abbuffata
mattutina diventa un’abitudine cui non sa più rinunciare .
“Cicogna” , ancora in
sottoveste , ciabattante , con capelli tinti e il carminio sulle labbra secche
, gambe lunghissime e sottili caviglie di
porcellana , puccia il cornetto nel cappuccino , il
cameriere le indica un tavolo , lei annuisce , ringrazia , ma preferisce
restare in piedi .
“Codino” , tracagnotto , alto
un soldo di cacio , con una pancetta rotonda , sfoggia una camicia azzurra con
aquila dorata sulle spalle , divora panini e croissant mentre , con voce stridula , biascica
anche a tavola il suo incomprensibile napoletano . Dialoghi improbabili planano
tra bicchieri e zucchero , tazze semivuote e tovaglioli
accartocciati .
Per l’ elegante “Francois” è un
educato muover di ganasce , un frequente forbirsi di labbra , un delicato
tintinnar di posate intorno a pietanze di così elevato rango . Alta , magra , eterea
, è una vera regina di Francia . Incredula e imbarazzata ,
si passa con gravità un dito sul sopracciglio e tenta di frenare l’incontenibile
voracità del proprio enfant , detto “er Macina” , gli
bisbiglia qualche parola all’orecchio , tutto inutile , è una battaglia persa .
Rinuncia , si ritrae e con grazia transalpina sposta con
la punta di un dito quel ciuffo ribelle , un fregio liberty che ,
capriccioso , le ha coperto gli occhi per
un istante .
“Schrek”
, seduta , gambe allargate , al
tavolo accanto , punzecchia con la forchetta un’ ananas farcita - con cosa non
si sa - nel frattempo ringhia contro il personale di sala , colpevole
di avergli portato via pane e cioccolata . Il rituale dei camerieri è laborioso
e spazientisce all’ora di pranzo , senza parlare della
cena , a colazione , invece , vanno tutti di corsa .
“Bellicapelli” siede composto , come sempre , accanto a mamma’ , scruta i riccioli del
burro e il toast carbonizzato , ma nel
frattempo non disdegna di guardarsi attorno , casomai trovasse quella giusta da
presentarle , del resto si sa , dove c’è
posto per due ce n’è anche per tre .
All’altro capo della sala siede ancora “Mister Bean” , pallido , taciturno , lingua biancastra , con gli anziani
genitori . Nevrotico ,
ansioso per la loro salute , e sempre lì a pensare cosa farà da grande .
Non mangiano , spizzicano , e quando s’alzano da
tavola è ancora tutto lindo e pinto , nemmeno una
briciola fuori posto .
“Cleopatra “ , il
taglio di capelli la battezza , di viso non
è granché ma per il resto sta messa bene , e poi c’ha un culo che le parla , magari trasteverino , ma le parla . L’ho
visto da vicino in ascensore
, siamo scesi insieme l’altra sera in sala mensa , ma non ditelo
a Lety , lo leggerà da sè
più tardi .
Ce l’ha con l’organizzazione di sala , in mancanza d’aspidi , vorrebbe almeno una dose ,
tagliata come si deve , di pesca
sciroppata . Il maitre la guarda , scuote la testa ,
poi alza le spalle e allarga le braccia , spiega che l’hanno finita . Il marito , lingua sciolta , testa lucida e immancabile cappellino da
monello , commenta a bocca piena quanto è meglio non riferire . Ma il direttore di sala non si scompone , sorride , sempre impeccabile , giacca bianca , cravatta e
pantaloni neri , senza mai una piega storta .
Sono solo alcuni dei nostri nuovi amici e commensali , ad ognuno abbiamo dato un nomignolo , è un gioco
innocente , niente di oltraggioso , loro avranno senz’altro fatto lo stesso con
noi tre .
Tagliato fuori dalla competizione per conclamata
incompetenza gastrica , posso solo provare ad imitare
i più ghiottoni , è un grande banchetto che obbliga e ci trascina tutti . Comunque
sto al gioco e al suo rituale , fingo di condividerne
la passione , poi mi ritraggo inventando le scuse più banali . E’ una tecnica
pericolosa , che può costare amicizie e far naufragare
simpatie .
Intanto le ultime lingue battono contro i palati , le deglutizioni finali interrompono le rare parole ,
mentre la naturale flatulenza annebbia la vista e la mente . E’ il mio momento , nella specialità sono un campione , non temo rivali , lo
sanno bene moglie e figlio che , strabuzzano gli occhi e , fingendo di non
conoscermi , abbandonano , accigliati e
silenziosi , la grande sala .
Non ci bado , potrei squagliarmela
alla chetichella , prima d’essere additato al pubblico ludibrio dal segugio di
turno , di fiuto gagliardo e stomaco delicato , ma preferisco uscire a testa
alta , senza dimenticare , naturalmente , di salutare .
Li raggiungo poco dopo in spiaggia
, tolgo la canotta , mi stendo sul lettino e un tepore di beatitudine mi
avvolge i sensi .
18/08/2009
eri sera la mia signora ha caricato in auto la
busta dei panni sporchi , la nostalgia per
l’ombrellone e qualche valigia , ha messo in moto ed è ripartita , sembra che
il Comune non possa proprio fare a meno
di lei . Tornerà a riprenderci venerdì pomeriggio ed anche per quest’anno calerà il sipario
sulle vacanze d’agosto .
Oggi giornata da single , lo
stato è naturalmente provvisorio , il piccolo è stato invitato a pranzo da un
amico , e il sottoscritto , dopo aver consumato in solitudine un pasto frugale
– risotto al radicchio e taleggio , scaloppa di pesce spada alla livornese ,
patate novelle al vapore , funghi trifolati , gelato e caffè – è salito in
camera per mettere un po’ d’ordine tra questi suoi appunti scarabocchiati su pagine
di giornale o vergate in fretta , ed evidenziate in giallo , sul frontespizio
bianco di un vecchio libro .
Ogni voce il suo numerino e la sua nota a pie di
pagina , una confusione che non ti dico , pensieri
indecifrabili in cui non mi ci raccapezzo
più nemmeno io . Mia madre le chiamava zampe di gallina ,
e da allora , avevo ancora i calzoncini corti e i calzettoni bianchi , non è
cambiato niente .
Mi piace scrivere nelle ore più impossibili , quando non mi sento spiato , nascondere albe , tempeste e
tramonti , insomma tutto il materiale esplosivo , dentro un cassetto , quindi
attendere con pazienza l’innesco che lo farà conflagrare , proiettando sul
monitor costellazioni di vocali , consonanti e interpunzoni , in mille e mille scintille
di parole .
Scrivo anche oggi questa mia paginetta , una vela quadrata sospinta dalla corrente delle mie
scombinate cellule cerebrali che sbandano disperse nel vuoto del cervello .
Ancora una volta sottoporrò emozioni e pensieri allo
strazio di una tortura semantica sperperando megatoni di parole . E’ un lancio di
coriandoli e stelle filanti di un carnevale parolaio fuori stagione . Voi , se lo ritenete , deplorate
pure l’uso e l’abuso di pixel e aggettivi . Non merito altro .
Alla maniera dei gamberi ogni tanto mi diverto a
camminare all’indietro , la vita ne combina di tutti i colori , non
smette mai di emozionarmi e per di più scaccia la noia . Sarebbe un peccato non
condividerla con chiunque sia disposto a leggermi e soprattutto con chi mi vuole bene . E’
uno strappo continuo ai luoghi cari e alle persone amate ,
ed io non ho ancora perso la voglia di staccare i fogli dal calendario per
segnare almeno i giorni speciali , quelli che fanno la differenza .
Intanto gli anni passano e ci vuole un soffio ad
imbiancare i capelli , vorrei almeno provare a
sopravvivere alla mia morte , speriamo il più lontana possibile , nel ricordo
di chi rimane , e ammesso che mi restino da campare ancora una ventina d’anni ,
dovrò darmi da fare , prima che dagli archivi della memoria scompaia del tutto questo
inchiostro color seppia .
19/08/2009
tamattina l’ombrellone alla mia destra , solitamente vuoto , è invece occupato , deve trattarsi di
un giornaliero . Accanto a lui due marmocchi pestiferi ,
un maschio e una femmina e , appisolato sul fondo della sdraio , un anziano ,
probabilmente il nonno .
E’ un padre separato , si
vede lontano un miglio , lo si deduce dalle continue attenzioni rivolte ai
figli . Tanto sarà per poco , stasera , domani al massimo
, li riporterà alla madre , e tornerà
libero come il vento per darsi di nuovo alla macchia .
Ronza come una radio ,
racconta a voce alta tutta la sua vita , immagino fin dall’inizio . L’uomo
sdraiato l’ascolta in silenzio , e solo di tanto in
tanto si limita ad annuire . Non che io voglia impicciarmi ,
è lui che vuol farsi sentire , e in spiaggia , oltre a scassarsi le palle e lumare bocconcini , non è che ci sia molto da fare . A fine mattinata , ne sono certo , saprò tutto di lui
... tranne il suo nome .
Attorno ai cinquanta ,
accento meridionale , faccia da stronzo e costume firmato , narra le sue
vicissitudini d’amore . Tiene a farci sapere che è un libero professionista … in
tanti ce lo chiedevamo .
Sembra che la moglie ,
bellissima , bionda , occhi azzurri e un corpo da sballo , abbia deciso di non
rifarsi più una vita . Lui ne sembra in verità dispiaciuto ,
anche se è convinto che lei lo faccia apposta per rendergli più penosi i sensi
di colpa . In fondo non è un crimine se
all’improvviso incontri una che ha la metà dei suoi anni e perdi la testa , decidendo così di offrirti una seconda giovinezza . Il
classico colpo di testa , l’ultimo soprassalto contro
la maturità , in una parola , follia .
Illuso , l’uva acerba è
assai pericolosa . Per un amore folle , uno di quelli
disperati , puoi ancora andare , ma per quello di letto è molto meglio ti
faccia da parte . Ma quale sesso sfrenato ? Non si recupera così in fretta a
una certa età , e Lady Godiva
ama le repliche , non si accontenterà di una sola cavalcata , di tanto in tanto
, per quanto stravagante . A questo punto , se proprio
ti tira , è molto meglio ti rivolga alle mercenarie che fanno l’amore a tempo …
loro da perdere non ne hanno , sarebbe un buon affare per tutti e due .
Ma per un imbecille del genere ho sprecato anche troppo
tempo , non giudicatemi male , di solito non valuto mai una persona da un
primo , timido approccio , scaricando su di lui le mie consuete , mordaci
bassezze , ma questo m’è stato sui coglioni fin dall’inizio .
A proposito , Silvestro ha
debordato , durante la pausa pasto sarà bene che cambi il costume , questo mi stava
bene una quindicina di chili fa .
Nel pomeriggio dovremo tornare in spiaggia molto presto , mi viene da piangere solo al pensiero , ma Gabry ha due tornei , uno di calciobalilla e l’altro di Yu – gi – oh , è entrato in finale , non sta più nella
pelle , è eccitato come un ragazzino … ah , già , lo è , a volte me ne
dimentico . Sua madre me lo ripete spesso .
Adesso vi lascio , se non
casco dal sonno torno a trovarvi stasera
.
Sono da poco passate le ventidue ,
una volta tanto sono riuscito a portare Gabriele in camera a un ‘ora decente , deve
aver bisticciato con Melissa , la biondina di cui vi ho già relazionato . Schermaglie
d’amore dovute , pare , a incomprensioni su chi dovesse
accecarsi durante il consueto nascondino del dopocena . La compagnia di Rocco , rampollo di “Cleopatra” , per quanto piacevole non gli
garba altrettanto . Così , alla fine io e la madre ,
barattando la ritirata anticipata con una mezz’ora di cartoni animati , siamo
riusciti a convincerli tutti e due a lasciare il bordo piscina per infilarsi a
letto . Simpatica , oltre che bona
, peccato che le potenziali amicizie , o almeno quelle più interessanti , debbano
sempre concretizzarsi quando è ormai ora di ripartire . Niente di grave
comunque , non devo essermi perso riflessioni o
considerazioni di particolare profondità , del resto dagli sguardi allupati dei
maschietti , ospiti dell’hotel Villa Margherita , si evince chiaramente come siano tutti
persuasi che la replicante della seducente regina d’Egitto dia il meglio di sé
quando mostra il lato b , dev’essere per questo che anche il sole , sulla spiaggia ,
l’ha inquadra sempre e soltanto di schiena .
Dimenticavo di dirvi che stasera a cena mi sono
ritrovato circondato dalla Grand Armée , in sala sono infatti approdati i Verboeket , moglie ,
marito e due marmocchi , che hanno preso
dimora a nord . A sud già soggiornavano i
Vigneron della bella Francois , mentre ad ovest si era stabilita da qualche giorno la
famiglia Molinà con la sua cucciolata , come del
resto avevano fatto , a suo tempo , ad est i Dalmonté . Lei
bionda e dalla pelle chiarissima , lui nero come il
carbone , la piccola un delizioso cioccolatino al latte .
Urka ! Non me
n’ero accorto ! Ad ore dieci avvisto anche i Macary ! Devono aver passato il confine nottetempo … qui se
scoppia la guerra dei vini so’ cazzi ! Proprio adesso ,
oltretutto , che l’ esercito di Franceschiello sta per imbarcarsi per tornarsene lemme ,
lemme , sotto l’ombra del Vesuvio .
A proposito di borbonici , l’atteggiamento
di “Codino” comincia a preoccuparmi , è già la terza volta che , passandomi
accanto , con il piatto dell’antipasto che trabocca , mi fissa languido ,
finendo poi per strizzarmi l’occhio . Mi sa che Lety
c’aveva preso , quello è checca col botto . Mi siedo
su una sedia d’angolo , spalle al muro , non si sa mai
, e stasera vedrò poi di sprangare porta e finestre , quando si tratta di culo
non si è mai abbastanza prudenti .
20/08/2009
ono da poco passate le otto del mattino , il sole fa ancora fatica a perforare la foschia che
avvolge il mare e l’orizzonte . Sul bagnasciuga c’è un barchino a secco , chissà come ci sarà finito ?
Oggi è il penultimo giorno di ferie , è stata una bella gita , ma , sono comunque contento che
sia finita . Diciamocelo pure , di sole , di mare e di
sabbia ce n’ho le palle piene .
In simili frangenti mi tornano alla mente le illuminanti
parole di mia madre quando
, dopo aver sterminato un’intera armata di soldatini dell’Atlantic e smontato
per l’ennesima volta il fortino di Lego , m’infilavo in cucina per torturarla
con la solita filastrocca che suonava più o meno : “Mamma non so che fare “ . Lei , come sempre paziente , mi fissava intenerita
, poi , riprendendo a spicciare e cucinare , rispondeva : “Batti la testa al muro “ . Considerati i
risultati , inutile nascondere quanto sarebbe comunque
sotto gli occhi di tutti , qualche volta
devo averle anche dato retta , e , memore di quel prezioso consiglio , per il
prossimo anno ho deciso che trascorrerò
le mie ferie in Cina , lì , perlomeno
sono organizzati e troverò ad aspettarmi la grande muraglia .
Oltretutto so’ tredici giorni che litigo co ‘ ‘sto lettino e ancora non
c’ho fatto pace … almeno adesso che siamo agli sgoccioli qualcuno sa dirmi , di
grazia , come cazzo s’abbassa lo schienale ?
Mi conforta sapere che presto sarò a casa , renderò la chiave della 503 , ma in tasca avrò di nuovo quella
di Alì Babà che , da sempre , apre la grotta miracolosa , sita da qualche anno
nei pressi del nuovo Salario , zona Serpentara .
21/08/2009
“erie d’agosto ,
monoscopio mio non ti conosco. “ Oltre che una filosofia di vita , è anche una prodigiosa terapia
disintossicante , alla quale mi sono scrupolosamente
attenuto da quando ho messo piede sul litorale tirrenico . Il telecomando , di cui a casa sono unico e indiscusso detentore , è stato
infatti tutto il tempo tra le mani abbronzate di Gabriele , almeno quel poco
scampato a bagni , castelli di sabbia e videogiochi .
Qualche notizia l’ho tuttavia distrattamente
intercettata con l’occhio sbieco , mentre frugavo tra i trafiletti del Messaggero ,
nell’affannosa ricerca d’improbabili novità sulla campagna acquisti della
Magica . Indispensabile , quest’anno , rafforzare
difesa e centrocampo .
Oggi però , per non tornare
in città del tutto ignaro di quanto è , nel frattempo , successo nel mondo e
dintorni , mi sono concesso la visione e l’ascolto di un telegiornale
ufficialmente elargitoci dalla tv di regime , mi pare quello di Canale 5 ,
tanto son tutti uguali .
Niente di nuovo , mi sembra
, l’attualità è quella di sempre , scandali , leggi sbagliate , sperpero di
denaro pubblico , incapacità , stupidità e inefficienza , in Italia d’altra
parte molto si crea ma niente si distrugge .
Sorvolo per decenza sui ciclici colpi di sole di
Bossi , non vale la pena commentare simili stronzate .
Per il resto poco altro .
Gheddafi , uno che non
muore mai , pare abbia chiesto al governo di Roma i danni per la prima guerra
Punica .
Interrogato circa la fuga di cervelli all’estero il
ministero della ricerca ha risposto di non aver trovato … niente .
A seguito di un blitz della Finanza è stato accertato che le uniche persone che
occupavano il loro posto al San Giovanni
erano i pazienti . Immediata è stata la convocazione di una riunione di
gabinetto per discutere come debellare la piaga dell’assenteismo , ma è stata subito rinviata perché al dicastero non c’era
nessuno .
A proposito poi dell’annosa querelle circa un
presunto divario tra paese reale e paese legale , e in
particolare sul potere d’acquisto degli italiani dopo l’introduzione della
moneta unica , il ministro dell’Economia ha dichiarato che negli ultimi dieci
anni nulla è cambiato , se infatti ieri con diecimila lire non ci compravi un
cazzo , lo stesso accade oggi con cinque euro . Non fa una piega
, Tremonti ha sempre ragione .
Intanto il governo Berlusconi ha esaurito il compito
per il quale era stato istituito , l’inflazione è
cresciuta , la disoccupazione pure , l’industria boccheggia e la bilancia dei
pagamenti tracima . Insomma , tutto come previsto .
Secondo una recente indagine ,
infine , la Doxa comunica che il Popolo delle libertà non conta sull’appoggio
della Lega , il Partito Democratico non conta con l’alleanza con Di Pietro , e
Casini … non conta .
E per chiudere l’immancabile chicca di gossip , incredibilmente anche quest’anno non parteciperò alla
selezione di Mister Universo perché nessuno me l’ha chiesto .
Tutto qua . Per tutto quanto avessi comunque omesso , volutamente o meno , potrete rivolgervi a Bruno Vespa ,
tanto ormai in Italia scrive tutto lui .
A questo punto è arrivata proprio l’ ora di salutarci ,
in queste ultime ore dovrò darmi da fare per limare , correggere , e infine trasformare
questo foglio word in una pagina html , inserendo poi foto , un’adeguata colonna
sonora e qualche divertente gif animata . Al ritorno in città di tempo ne avrò
ben poco , si torna al lavoro , riprenderà la vita di
tutti i giorni e , per fortuna , il campionato .
Anche per quest’anno il vostro tour operator chiude , senza avervi
nemmeno chiesto lo straccio di un
pedaggio , se non quello della cortesia di leggermi fino in fondo .
22/08/2009
he altro dire alle tre di notte ? Spero di
avervi , se non appassionato , almeno divertito , buon
rientro per chi torna e buone ferie per chi parte o le prosegue .