CAPITOLO SESSANTASEI
Pensieri ,
parole , opere e omissioni , saldi di fine stagione .
14/04/2009 20.53.08
n questo intermezzo di prolungato silenzio ho
scritto molto , ma nel più totale disordine ,
lasciando le mie riflessioni un po’ dovunque
, fogli di carta , pagine d’agenda , persino su circolari e cartelline
di polizza . Ora dovrei raccogliere le considerazioni più significative e
cancellare dalla memoria gran parte delle immagini immagazzinate .
Quelle superflue , tanto per capirci , o
semplicemente inzuppate di quella crema a
volte aspra , più spesso dolciastra , densa di luoghi comuni , retorica da
quattro soldi ed inutili sofismi . Ingredienti ,
ammettiamolo pure , dei quali difficilmente si riesce a fare a meno quando si
tenta di spostare sulla carta i propri pensieri .
Pensieri e opinioni che sono poi le nostre puttane , li cambiamo di continuo , e non importa se mercenari o
d’alto lignaggio , l’essenziale è che sappiano esprimere , almeno in parte , le
nostre emozioni .
Non sarà facile ma ce la metterò tutta . Vedremo insieme quel che ne uscirà fuori , questa volta però cercherò di stare molto più attento ,
ho capito che in certi casi basta una
considerazione un filino decentrata o appena sopra le righe per finire sotto
processo . Una volta tanto sceglierò , pertanto , la
via di mezzo , così , anche quando si
sbaglia , se non altro , si finisce per
sbagliare meno . Qualcuno lo chiama buonsenso , ne
sono del tutto sprovvisto , d’accordo , proverò tuttavia a cercarlo raschiando
il fondo del barile , un ' educazione clericale come la mia , una traccia , da qualche parte , l' avrà pure lasciata .
D’altra parte , diciamo le
cose come stanno , non sono mai stato una volpe né troppo intelligente , eppure
in questa terra di nani comincio davvero a sentirmi un gigante , e per capire il mondo non è poi necessario leggerlo tutto , sono
sufficienti poche pagine e uno sguardo alle figure , tutto il resto serve solo
a riempire la testa d’inutili sciocchezze .
Inverno lungo e piovoso quello che ci siamo lasciati
alle spalle , sembrava non volesse più finire , il
Principale doveva stare incazzato forte , ha concesso una giornata di sole ogni
cinque di pioggia , mentre il cielo continuava a brontolare come un carrettiere
. Sì , sì , lo sapevamo , là dietro c’era pur sempre
il sole , ma anche l’occhio vuole la sua parte e la mancanza di luce , alla
lunga , influenza il nostro umore . Una cosa è uscire e attraversare la città
sotto un cielo azzurro , tutt’altra zigzagare cercando
di evitare pozzanghere e gocce di pioggia grosse come chicchi d’uva .
Le giornate si stanno
allungando e questo è un bene , ma se questo significa
aspettare più a lungo che spiova , bhè , allora molto
meglio faccia scuro in fretta per
chiudere la giornata ed infilarsi sotto le pezze .
Il maltempo t’induce a
riflettere e questo , al contrario , è molto male ,
occorre tranciare con un colpo secco ogni tentazione di mettersi a pensare più
del dovuto , chirurgia pesante insomma , così , passate le prime ore , tutto
rientrerà nell’ordine naturale delle cose . Tanto tutto è sempre vero e tutto è
falso , dipende da quella curiosa alchimia molecolare
che sullo stesso fondale di ogni giorno va alla deriva sulle frasi che
pronunciamo , sui gesti che facciamo , sui pensieri che ronzano , come mosche
ubriache , nelle nostre formidabili teste di cazzo .
Insomma gente , per valutare come state al momento , vi basterà
rispondere ad una sola , semplice domanda : trovate le giornate troppo lunghe o
troppe corte ? La risposta , quale che sia , sarà la
cartina di tornasole del vostro grado , sia pur momentaneo , di soddisfazione personale .
Ma ora , finalmente splende
di nuovo un sole accecante , era tempo ,
fa bene al cuore e alle ossa , senza contare che possiamo finalmente riporre
negli armadi quei pesanti giacconi pieni di tasche e chiusure lampo , che , insieme a chiavi e portafoglio , nascondono
spesso le nostre migliori intenzioni .
Unico vero cruccio è questa luce che si attenua ogni
giorno un po’ di più , ho paura che prima o poi finirà
per spegnersi sul serio e , se è
vero che leggere equivale a viaggiare , presto
potrò lasciare tranquillamente a casa valigie e passaporto .
Pazienza , e poi non è
detto che nel frattempo la scienza non possa trovare una valida alternativa a cane
e bastone . In tal caso saranno cazzi vostri , lettura
fa rima con scrittura e a quel punto non vi sarà più tanto facile liberarvi di
me . Le risposte alle solite , eterne domande , sono
note , sarà pure inchiostro sprecato , ma uno sguardo ai retroscena è ancora
interessante , inoltre , sforzarsi per dissipare i dubbi altrui , tende a
tranquillizzare sui propri .
No , no , dubbi
non ne ho più , a questo punto solo certezze , ma , di tanto in tanto , cerco lo stesso
di distrarmi con qualche sana pippa mentale , da il giusto sapore alla vita , mantiene il cervello in allenamento e ci fa
dimenticare , sia pur temporaneamente , quelli che sono i veri guai .
E qui , memore delle succitate
buone intenzioni che raccomandano prudenza , mi autocensuro eliminando la battuta
finale , peccato , era piuttosto divertente .
21/04/2009 15.39.44
aber est suae
quisque fortunae , sentenziava un antico popolo che , prima che con le armi
, aveva già conquistato il mondo con la praticità di chi non guarda tanto per
il sottile ma va dritto al punto . Tutto vero , resto
tuttavia convinto che nella vita , nel bene e nel male , ci voglia anche una
buona dose di culo .
Non sto scoprendo niente ,
eppure mi viene da riflettere sulla curiosa e ingrata sorte di chi non accetta
realisticamente la propria natura e vive tutta la giornata in compagnia di
dubbi ed incertezze , in quel sostanziale equilibrio , tra sogno e
realtà , diretta conseguenza di cocenti delusioni e pietismi da ultima ruota
del carro , abituato a farsi consolare da baci e abbracci .Nella categoria c’è
persino chi si lascia andare ad interminabili ed irritanti pianti dirotti , quasi non sapesse che la commozione , quella autentica ,
è solo un attimo , e se dura anche un secondo di più non vale un cazzo .
E’ gente che non ha ancora capito che il proprio
destino si decide , minuto più , minuto meno , attorno
ai vent’anni , oltre quel limite è già troppo tardi .
Ma quello che più mi irrita è quel loro disarmante
candore , qualcuno bazzica sacrestie , qualcun altro
cantine dove si fa propaganda ispirandosi ad ideologie di quartiere quando non
di condominio . Tutto questo mentre il mondo continua a girare intorno ai loro
rimpianti e alle loro frustrazioni . “Se avessi fatto questo…se solo mi fossi
piegato a una lusinga , lasciato andare a qualche
intrigo , accettato un inchino …” Che
palle …
Coloro che giudicano col sentimento non sono avvezzi
a ragionare . Coloro , invece
, che ragionano non sanno cosa sia il sentimento . Lo diceva qualcuno , non ricordo chi , più o meno tre secoli fa , condivido in pieno , e se siamo quel che siamo
lo dobbiamo solo a noi stessi , accettiamoci e auguriamoci che il culo di cui
sopra ci dia una mano . Il tutto evitando , se
possibile, di rompere troppo i coglioni .
24/04/2009 17.58.03
opo una vita così lunga e intensa
, ci sarebbe di che tirare i remi in barca e ritirarsi in un convento , mi sento invece come un leone , pronto a rimettere
tutto in discussione e , se dipendesse solo da me , ricominciare tutto da capo
.
Opinione personale la mia ,
d’accordo , capisco perfettamente chi , al primo apparire del grigio sulle
tempie , preferisce consultare il medico alla più insignificante nevralgia o prendere una scala mobile al minimo
dislivello . La vita è una candela , più in fretta la
si brucia , meno dura , s’impara la prudenza , ma sarebbe come vivere in
libertà vigilata , io , senza la giusta dose di turbamenti e adrenalina , mi
rompo troppo i coglioni .
E’ così che fai di necessità virtù
, maggiori sono le difficoltà , più t’incaponisci nel cercare di
superarle , niente di meglio , per demistificare spauracchi e fantasmi , che
avvicinarsi e guardarli dritti negli occhi . E’ questo che firma la tua data di
nascita , non certo un certificato .
Come tanti ho abusato dei weekend per inchiodarmi al
divano , ingoiando nell’ombra tutto quello che mi
capitava sottomano . Come i più ho rivolto lo sguardo imbronciato al passato , credendolo , a torto o ragione , migliore del futuro … dimenticandomi
, tra l’altro , di vivere il presente . Come tutti ,
con l’occhio cattivo e la rabbia in corpo , ho agitato gli occhiali tenendoli
sulla punta delle dita , prendendomela
con il mondo intero , quando tutto sembrava girare storto .
Poi , all’improvviso ,
tutto rientra nell’ordine , ritrovi il sonno e sventoli i tuoi cinquanta come
un portabandiera il vessillo del reggimento .
Per noi talpe di lungo corso ,
poi , è quasi una rivincita , sembra un miracolo doverti distanziare dal
giornale , fino a che te lo permette la lunghezza del braccio , abituato
com’eri a stringere le palpebre e fissarlo ad un centimetro , avvicinando gli
occhi alla finestra o all’abatjour , per
decifrare quei minuscoli caratteri .
Nel lungo periodo in cui ci siamo persi di vista ne
sono successi di casini , li ho vissuti però con il
giusto distacco , e non sono certo pentito né , tantomeno preoccupato , per
l’indifferenza mostrata . Sono fatto così , tendo
sempre a minimizzare , tutto e tutti , non serve angosciarsi , spero , comunque
, di poter evitare per almeno un paio di lustri le corsie di pronto soccorso ed
ospedali . Forse ho dato troppo in
precedenza e devo essere diventato come medici ed infermieri
, cinico e insensibile alla sofferenza … soprattutto quella degli altri
.
Spesso mi è stato detto che vivo ,
ormai , in un mondo poco più che virtuale . Niente di più falso , potete fidarvi ,
mai come oggi ho sentito viva la pioggia sulla pelle o avvertito la carezza di
un sole così caldo sulla schiena . Nonostante i continui rimproveri e gli
inviti alla prudenza , resto insomma una testa calda ,
e non ho alcuna intenzione , per il momento , di deporre le armi .
Prima di uscire a fare ,
come al solito , due passi , finisco di ascoltare il brano che accompagna le
mie parole sulla tastiera , The chamber of 32 doors
, provate a farlo anche voi e vediamo un po’ se non troverete , come me , la giusta dose d’ energia per godervi , vada
come vada , questo lungo fine settimana .
29/04/2009 20.03.05
tamattina , fantasticando sotto
un cielo azzurro sfumato di viola , puntavo la periferia sud della città , e
riflettevo . D’altra parte sotto quel casco , a
quell’ora , lungo la tangenziale , oltre a percorrere l’improvvisata corsia appena
tracciata tra due file parallele di auto
in coda , cercando , per quanto possibile , di scansare i retrovisori esterni , non c’è molto altro
da fare .
Mentre , dunque , il cielo
schiariva , cedendo l’incanto ad un limpido mattino di primavera , man mano che mi avvicinavo a San Giovanni passavo
in rassegna i risultati ottenuti . Pensieri di un certo impegno e semplici
considerazioni , tentando , grosso modo , di tirare due conti davanti a tutte quelle cifre
ben incolonnate .
Individuato nel sole di Prati un efficace antidoto
al veleno accumulato nella
penombra del mio studio - pensavo - è finalmente arrivato il momento di porsi
nuovi obiettivi , senza contare i tempi né tantomeno attardarsi a distinguere i
luoghi . Davanti c’è un mondo appena intravisto , ho
una bella famiglia e un mucchio di amici con cui condividerlo , sarebbe davvero
un peccato lasciarselo scappare .
E’ quello che spesso ripeto ai miei figli , provate a realizzare i vostri sogni , adesso , prima che
sia troppo tardi . Sono bravi ragazzi , posso
ritenermi fortunato , lavorano sodo – quando glielo permettono – e non danno
troppe preoccupazioni , in quanto ad ambizioni però , bisogna ammetterlo ,
scarseggiano alquanto . Smarriti come tutti i loro coetanei ,
spezzati , incapaci d’agire . A cinquant’anni ,
credete a me , non se ne hanno più venti , a venti ti butti , a cinquanta esiti
. Fiato sprecato . Le tue sono soltanto illusioni , rispondono , compagne di vita appese a desideri incompiuti . Per ben che ti vada attivano la circolazione , fanno lavorare il cervello e accelerano il battito
cardiaco , niente di più .
Forse hanno ragione , nella
vita bisogna sapersi accontentare di quello che passa il convento , sia poi amministrato
da un padre priore di centro destra o centro sinistra , cambia ben poco . Tant’è
che Ale sta per perdere il lavoro e Roby va in
negozio un paio di giorni a settimana , a completa
discrezione di chi detiene i cordoni della borsa . Rimango perplesso da tanto
disincanto , frutto di scetticismo e rassegnazione , ma
non posso certo combattere simili battaglie senza soldati . Le prime linee sono ormai decimate e il
resto della truppa si sente troppo giovane per andare al fronte .
Non c’è di che stupirsi , sui
giornali , appesi come panni stesi nei pressi delle edicole , leggo in
continuazione di concorsi per precari necessari
a parare il culo alle aziende nel periodo estivo , quando dipendenti e
dirigenti a tempo indeterminato e reddito fisso partiranno , come da contratto
, per ferie e permessi retribuiti . Non vedo perché indignarsi , impensabile chiedere a chi si trova al di là della
palizzata di combattere insieme a chi se la passa peggio , rinunciando , in tal
modo , a tanti , sudati diritti . Privilegi di pochi ormai ,
chi è dentro è dentro , chi è fuori resta fuori . Semplice . E’ quello
su cui conta chi ci manipola , l’indifferenza di chi
sente al sicuro e ormai arrivato.
Meno pensieri da il più
piccolo della nidiata , è un po’ incerto sul da farsi ma molto attento e diligente
a scuola , sentir parlare di lui le maestre
fa bene al cuore . In quanto alla padrona di casa è sempre pronta , brillante e irreprensibile , insomma , comincio davvero a
credere d’esser soltanto io quello sbagliato . Sarà che ,
subìti duemila anni di complessi giudaico cristiani , non riesco più a
riprendermi da mezzo secolo di megalomania , e un paio di pantofole e un po’ di
pancia non possono fare miracoli per chi corre ancora dietro a sogni da
adolescente .
Intanto , almeno nel lavoro
, m’ispiro a mio padre , provando , nel limite del possibile , a ricalcarne le orme , il che non vuol certo
dire sentirsi pari a lui . Tuttavia non
demordo , e , in quelle stanze piene di sole , cerco
risposte e soluzioni a ‘sta crisi del cazzo che non fa sconti a nessuno e ci
colpisce tutti , chi più , chi meno , nel portafogli e , diciamolo pure , negli
affetti più cari . E’ noto infatti che quando la miseria entra dalla porta , l’amore
esce , in genere , dalla finestra . Ma anche per questo chi ,
disgraziatamente , consuma le proprie notti a calcolare debiti e fallimenti ,
sfasciando la famiglia e raccogliendone i pezzi , sa già chi ringraziare .
Tutto questo mentre gli esangui rampolli di Karl Heinric Marx vivono in letargo
tutto l’anno , elaborando sistemi post industriali ,
rilasciando interviste , firmando appelli e programmando manifestazioni . Agire
credo lo si possa escludere . Altrove si dissente , si bloccano città
, porti ed aeroporti per settimane , da noi si teorizza , tenendo , Dio ci perdoni , bassi i toni .
Domani
saranno tutti in piazza , a cantare , ballare e
festeggiare un morto .
Inutile almanaccare sul trascorrere e sul permanere , si resta sempre e comunque indietro , lasciando ai soliti
noti anche quelle decisioni che spetterebbero soltanto a noi . Forse sarà solo
pigrizia , forse anche paura di perdere quel poco che
abbiamo . In fondo conoscere la risposta giusta non ha molta importanza , alla fine contano i fatti
, non certo le parole .
Io , comunque , non mollo ,
quel cuore che si rallegra e geme ad ogni singola emozione è lo stesso che potrebbe fermarsi all’improvviso alle cinque di un qualsiasi , prossimo mattino … e a ‘sto punto tanto vale lasciarlo
lavorare .
09/05/2009
10.31.15
n ventisette anni di matrimonio , se si escludono
le tre gravidanze , non ricordo di aver mai visto la mia signora distesa ,
esausta , in un letto per più di ventiquattrore , ma adesso che s’è beccata ,
non si come né dove , una polmonite coi fiocchi , sta , suo malgrado ,
recuperando giornate di strameritato riposo con i dovuti interessi . Peccato non essere mai riuscito a regalargliele in circostanze più fortunate .
Comunque necessità fa virtù , recita un antico
adagio , e , per il gaudio di prole e consorte , l’attuale , disgraziata
congiuntura mi sta trasformando in un perfetto maggiordomo , di più , in un
servizievole e diligente ometto di casa .
Non che non abbia mai fatto un cazzo in vita mia , checché
se ne dica , sia pur male e controvoglia , anche in casa ho sempre dato una
mano , ma diventare tutto d’un tratto signore e padrone incontrastato di un
appartamento con annessi e connessi è tutt’altra storia.
Occuparsi di tenere in ordine centoquaranta metri
calpestabili non è uno scherzo , richiede esercizio e una sofisticatissima arte
scenica che non s’ acquisisce dalla sera alla mattina . Né la quotidianità di
un fine settimana che ti consente , o meglio , ti costringe , a sbrigare
qualche faccenda di secondo piano , come rifare i letti o apparecchiare la
tavola , può aiutarti a farti sentire all’altezza del sia pur modesto compitino
assegnatoti . Anzi , serve solo a
trasmetterti quell’ansia sottile del povero scolaro in competizione con il
primo della classe . Una battaglia persa in partenza .
Eppure devo dire , se non altro , che mi sono riappropriato di qualcosa che
probabilmente non è mai stato mio . Sì , lo so, sembra una contraddizione ma in
realtà non lo è , abitare una casa non significa necessariamente viverla .
Quando sei marcato a uomo sbagli tutto , i riflessi
sono appannati e anche i gesti più semplici si trasformano in un incubo , ti sembra di avere addosso una tuta
d’astronauta che ti soffoca e ostacola ogni tuo movimento , persino le tazzine
della colazione da sciacquare possono nascondere una potenziale insidia .
Sono ore di panico , te lo senti sottopelle come un
prurito che non sai da dove viene . Lei è lì che ti spia dalla finestra con il taccuino
e la sua brava matita all’orecchio , pronta a prendere nota di ogni tuo piccolo
errore di percorso , è dannatamente esperta nello stanare le tue magagne . Perché , lo si sa , “chi fa a sé fa per tre” ,
e “se vuoi che una cosa venga fatta bene devi fartela da te” .
Il pressing inizia alle prime ore dell’alba ,
proietta la sua lunga ombra sbilanciandoti in curva quando passi il folletto per
via di quell’insidiosissima forza centrifuga che non sai assolutamente
controllare . Ormai sei maestro nel dribblare auto incolonnate nel traffico più
caotico , ma trattenere una scopa elettrica , impedendole di risucchiare ,
oltre al resto , cavi tesi a fil di zoccoletto e suppellettili disposte
rasoterra come mine interrate , richiede esperienza e sangue freddo, doti non
comuni che , inutile farsi illusioni , non possiedi assolutamente .
I tuoi strafalcioni da lapis blu la mandano
letteralmente in deliquio , l ’abituale enfasi logorroica di chi controlla ogni
tua mossa e tuona consigli mentre provi a districarti tra fornelli e sciacquone
del water , lascia il posto , in questi
casi , ad una muta commiserazione o , peggio , a sarcastiche osservazioni
che feriscono il tuo maldestro alter ego
in grembiule e guanti da Topolino , affondando nella tua autostima come una
lama nel burro .
Sorride con gli occhietti a fessura e un’espressione
divertita , se solo non le avessi fatto fuori la teiera del servizio buono le
faresti quasi tenerezza , è a questo punto che rimpiangi persino quando , tra
depistaggi e infide divagazioni , fulminandoti con un’occhiataccia , pretendeva
che capissi al volo le sue direttive sulla base di un semplice , quanto vago , indizio
verbale .
D’altra parte il maschietto può fare davvero ben
poco per non turbare la sensibilità prospettica della propria compagna . La
donna ha infatti un curioso concetto dell’ordine , lo confonde spesso con la
geometria , ha riti e liturgie che non possiamo nemmeno lontanamente immaginare
. Regole immutabili da cui trae forza e autorità , a consapevolezza della
perfezione raggiunta . In casa ogni oggetto ha la sua naturale collocazione in
base a forma e dimensioni , e non è un
argomento su cui si possa discutere . Tanto che alla fine ti convinci di essere tu ad avere qualche difetto di fabbricazione che
non ti consente di starle al passo , d’altra parte sarebbe inutile provarci , è
uno dei tanti record di paranoia che detiene .
Prova a scuoterti stuzzicando il tuo istinto
competitivo , passa da una subdola psicologia che fa leva sui tuoi presunti
sensi di colpa al tentativo di clonazione di modelli da imitare , tessendo le
lodi degli altri mariti o dei vicini di casa
. Ma non c’è niente da fare , stavolta è lei che si rassegna e si
convince che è proprio il materiale
genetico che non va .
Comunque , almeno in quelli che sono i lavori più
umili , riesci a non far rimpiangere troppo l’originale . Se si esclude infatti
la stanza di Ale , che gode dello stato giuridico di extraterritorialità , in
linea di massima riesci a mantenere tutto il resto della casa più o meno lindo
e pinto . Un capitolo a parte merita invece la fase cucina .
In circostanze normali non ti capita quasi mai di
ficcare il naso nel frigo , se non quando
, nel consueto dopo cena , decidi di massacrarti fegato e frattaglie con
croste di parmigiano , wurstel e reperti di prosciutto cotto . Tutt’altro
discorso ora che sei tu a dover gestire frigo e dispensa . Custodisci gli
avanzi come reliquie mentre le cipolle germogliano e i vasetti di sugo
proliferano incontrollati . Gli abominevoli intrugli che hai preparato la sera
prima , e nessuno avrà mai il coraggio d’assaggiare
, restano per giorni a mummificare . Frutta e verdura brulicano di microbi e batteri . In una crisi
di furioso recupero provi a decontaminarli , ma è tutto inutile . Il frigo è
ormai un ricettacolo di mostri e parassiti . Indizi , quali carta oleata in
decomposizione e un denso strato di muffa che sale inquietante in superficie ,
rendono facile smascherare tante atrocità alimentari .
Vorresti provare a shakerare il tutto ma dal puzzo
nauseabondo capisci che l’ufficio d’igiene potrebbe farti visita da un momento
all’altro , e quando , spostando lo sguardo verso la finestra , vedi là fuori
un sinistro volteggiare di avvoltoi , sia pure a malincuore , ti rendi conto di
non poter più indugiare e decidi di
buttar via tutto prima di finire al pronto soccorso per una lavanda gastrica . E’ a quel punto che le zucchine hanno una
crisi di nervi e , in un sussulto d’orgoglio , tentano disperatamente di risalire
aggrappandosi al bordo del secchio della spazzatura . Le guardi intenerito ,
provi a parlarci , a fargli capire che è meglio anche per loro , poi deglutisci
, chiudi gli occhi , le ricacci sul fondo e annodi stretti i lembi del
sacchetto per nascondere tutto quello strazio . Sembra ieri quando , tra quella
piramide semovente di mercanzia impilata , le avevi delicatamente adagiate in
cima al carrello , perché non finissero schiacciate sotto il peso di un
barattolo di pelati Graziella . Ora sono lì , inermi , credevano di poter
contare su di te , le hai deluse , hai fallito , non hai saputo prendertene
cura , ma è inutile piangere sul latte , che , nel frattempo , hai versato e , dal bordo della base sessanta per novanta
gocciola nel cassetto delle posate che hai lasciato - Dio ti fulmini! - socchiuso .
Insomma fare la mamma chioccia non è cosa da poco ,
se donne in carriera si diventa , massaie si nasce , e per quanto si possa tentare
di fare del nostro meglio , in casa non raggiungeremo mai un livello di professionismo
pari a quello dell’altra metà del cielo .
E’ sabato mattina , sei a pezzi , ti sei rigirato tutta
la notte nel letto come un pollo allo spiedo , interrogandoti sul menù di pranzo e cena . Hai
appena finito di riempire il carrello al mercato , seguendo con lodevole
scrupolo la lista della spesa che ti è stata compilata poco prima . Stavolta
non hai fatto colpi di testa , hai rinunciato persino a quel pezzo di cacio che
sembrava avessero tagliato giusto per te . Sei stato davvero bravo .
Esci in balcone per riporre i sacchetti del
supermercato , dovresti dividerli per foggia e dimensioni , non lo farai , non ti senti all'altezza . I gerani
ti guardano terrorizzati , cercano il tuo sguardo rassicurante , lei ci parla ,
tu li ignori , fingi addirittura che non esistano . Non sopravvivranno , lo
sanno loro e lo sai tu .
C’è nell’aria un intenso odore di alcol , medicine e
paura , secondo un cerimoniale ben
collaudato tutto è pronto per il sacrificio
, ovatta , siringa e salvietta
immacolata sono disposti come paramenti sacri sul comò . Il seghetto intacca la
fiala , l’introduzione nello stantuffo , la verifica dello scorrimento , il massaggio col batuffolo - il momento
peggiore – ma tu puoi defilarti , sei fortunato , ti volti e tiri un sospiro di sollievo , t’è
andata di lusso , per questa volta non è
il tuo il culo a rischio .