CAPITOLO CINQUANTAQUATTRO
Aspettando Natale
06/12/2007
8.55.30
ovrò decidermi a fare qualcosa per quest’insonnia,
dormire tre ore per notte non è il massimo e quando si sta svegli , con gli occhi spalancati e lo sguardo perso nell’oscurità
a sbirciare nel sottile spiraglio della finestra o a frugare nel marsupio, hai troppo tempo per pensare. Per i centouno
e cinque di Marione non è la giusta fascia oraria , la voce roca di
Marco Pannella comincia a stancarmi e Radio Classica
non agisce più da ninna nanna come dovrebbe. Potrei provare ad aumentare le
dosi infilando nell’emmepitre qualche opera lirica , magari francese tutta duetti, merletti, frizzi e sospiri, certamente tra le più indicate
per conciliare il sonno , ma finirei per ascoltare Verdi e quei crescendo , gli
slanci turgidi di musica dall'ampio respiro , i grandi affreschi prodromi di cori gagliardi e
unisoni, alzando il livello dell’adrenalina non farebbero che peggiorare le
cose. Avete presente? Il cuore si contrae , comincia a
battere sempre più rapidamente e Morfeo , spaventato e attonito, scappa
via a gambe levate.
Va bene, niente di drammatico, sarà il corredo
cromosomico che non va, ci penserò su e una soluzione prima o poi finirò per
trovarla, in ultima analisi ricorrerò a carriolate di
melatonina da applicare via elettrodi al cervello.
Cielo limpido stamattina, freddo secco di stagione , lo scorso anno nemmeno quello, per Natale ci vuole, sarò
pure un provinciale ma non capirò mai chi , durante le feste di fine anno, acquista paletta e secchiello per il pupo , preservativi
alla fragola e creme abbronzanti e sale su un aereo di linea per lumare strafiche
sudate al sole dei Tropici.
Come sto ? Dai che co’ ‘sto capelluccio
corto so’ proprio ‘n’amore! Ma guarda un po’ che per
trovare il taglio giusto dovevo entrare in un coiffeur pour dames… bene, è ora
di fare un salto dal notaio , meglio togliersi il pensiero, tanto per cavarsi un
dente un giorno vale l’altro.
12/12/2007 14.20.34
acconta Totò Esposito al medico che lo esamina
nella clinica psichiatrica , dopo esser uscito di
melone esasperato dai soprusi del prevaricatore di turno :
"L’umanità, io l’ho divisa in due categorie
di persone: uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella
dei caporali, per fortuna, è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare per tutta la vita, come
bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione,
sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che
maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di
guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza
averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro
facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque
ceto essi appartengono, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi
modi. Pensano tutti alla stessa maniera!"
Concordo in tutto o quasi col principe De Curtis, aggiungerei soltanto una terza categoria, quella
dei pupazzi, la più insignificante ma spesso anche la più numerosa e per questo
estremamente temibile. Al mondo infatti, a
mio modesto avviso , ci sono uomini e pupazzi , tra i primi persone per bene, e
sono tante , e brutti ceffi senza
scrupoli , una minoranza , ma purtroppo ben agguerrita . Tra i secondi invece solo
pupazzi, tutt’al più qualche sbiadita
figurina di contorno , puzzette, ometti vili e
senza spessore sempre pronti a salire sul carro del vincitore al momento
opportuno, chiunque esso sia
A tirare le fila purtroppo chi ha il pelo sullo
stomaco e non conosce il significato della parola umiltà, a cercare di
arginarne lo strapotere la brava gente ma con ben scarsi risultati , considerata l’innata incapacità di queste anime candide di scendere al livello
dell’arrogante avversario usando gli stessi disgustosi sistemi.
Alla fine della filiera insomma l’ago della bilancia
è proprio il folto gruppo dei pupazzi senza il cui appoggio il tiranno non
durerebbe un giorno…molto triste vero?
Certo, rispetto ai tempi del grande comico
napoletano oggi è più difficile distinguerli , sanno
mimetizzarsi molto meglio e , mentre te ne stai ancora lì imbambolato a
chiederti come hai fatto a sbagliarti tanto sul conto di qualcuno, quello te l’ha già
messo in quel posto senza nemmeno lasciarti il tempo di dare una mano di vasellina.
Bhè, ditemi quello che volete,
ma io le ingiustizie , le menzogne , le prepotenze non
le sopporto proprio, mi fanno andare subito il sangue in ebollizione , devo combatterle
, costi quel che costi. E’ così dai
tempi delle scuole medie, quando i ripetenti mi corcavano
di botte solo per il gusto di prendersela con un quattrocchi senza aver mai la
soddisfazione di sentirmi dire “basta”. Magari livido, con gli occhi pesti e le
lacrime in punta di ciglio ma sempre pronto a tenergli testa e a resistere all’ onda d’urto.
A volte ci pensi su e preferisci lasciar perdere,
abbozzi, va bene, qualche volta si può pure fare, come dicono i saggi fai il
signore , ma non puoi sempre chinare la testa, prima o
poi ti rispuntano fuori gli artigli e devi usarli. In certi casi il rospo è
troppo grosso da digerire, non può sempre andargli di lusso a ‘stimoriamazzati , bisogna fargli
ingoiare questo agonizzante palinsesto sempre così deprimente e uguale a se
stesso!
Faccio il tifo per il popolo dei Tir, mettessero in
ginocchio ‘sto paesetto
di pupazzi una volta per tutte! Hanno torto? Non credo e comunque non me ne
frega un cazzo! Va bene così , purché si muova
qualcosa!
Sì, lo so, finirà presto, si caleranno le braghe
accontentandosi delle briciole, sempre meglio di niente.
Sono con la moltitudine degli incazzati che
rade al suolo le università! O meglio, lo sarei, se solo ne vedessi qualcuno in
giro. Sono contro i divoratori di Curriculum e con chi chiede, anzi, pretende lavoro
e giustizia, in qualsiasi modo lo faccia, quando si fa a pezzi la dignità ogni
mezzo è lecito. Sono con chi rivuole la propria vita , senza compromessi, chiavi in
mano, è roba sua.
"Il blocco che si verifica da ieri è
una inammissibile violazione della libertà dei
cittadini". "Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, in
un’intervista al Tg1, spiegando così i motivi della precettazione da parte del
governo degli autotrasportatori in sciopero". Che faccia di bronzo! Un autentico
populista in viaggio premio a Palazzo Chigi. Messaggi subliminali per
coscienze labili, niente
paura se non dovesse trovare qualcuno che gli da ragione , a trovarglielo ci
penseranno nei palazzi turriti della telecrazia
totalitaria. L’etica del codice di autoregolamentazione…ma vaffanculo!
E i
traditori? "Una bellissima giornata". "Fausto Bertinotti
sintetizza così la giornata che vede la nascita della
Sinistra Arcobaleno, il nuovo soggetto unitario per il quale si è
battuto più di chiunque altro nell'ultimo anno". Che potevi aspettarti da una
simile figurina istituzionale ? Sono riusciti a far
peggio di Occhetto…ma l’avete visto il nuovo simbolo? Sapete niente dove sono
finiti falce e martello ? Ma soprattutto , qualcuno sa dirmi come mai con tutti i pastelli che hanno
comprato abbiano dimenticato in cartoleria proprio il rosso?
Ultimamente a certi sbiaditi ologrammi deve essere
stata assegnata una zona franca dove poter dire e fare tutte le cazzate che passa loro per la testa ,
l’ho notato anche nella vita di tutti i giorni e il bello è che qualcuno di
questi crede davvero alle stronzate che scrive senza sentirne più nemmeno la puzza. Ormai
più che in Eurolandia sembra di stare in Neurodisney, peccato che a farci ridere siano sempre i
soliti , avvilenti cartoni. Il definitivo trionfo
dell’apparenza sulla realtà, raccapricciante.
Cerco guai e so dove trovarli ,
un istinto rabdomantico il mio , vorrei solo fossero
più grossi , così , solo per il gusto di
fargli il culo..
15/12/2007
11.12.37
uello in dirittura d‘arrivo è stato probabilmente
l’anno più difficile che abbia mai dovuto attraversare in questo mio ormai
lungo viaggio. Ciliegina sulla torta l’arroganza di chi ,
nell’ennesimo delirio d’onnipotenza, ha oltrepassato ogni limite spingendosi
dalle intimidazioni fino alla calunnia e alla diffamazione. Chissà che cazzo passa
per la testa di certa gente ? Evidentemente dimenticano di inserire il cervello prima di aprire bocca e ,
lasciandosi cullare dalla favola del cuia sum leo, scambiano la tolleranza e la cortesia di chi
gli sta di fronte per paura o debolezza pensando così di poter fare il bello e il cattivo
tempo. Poveri illusi, imbottiti di boria fino a scoppiare ,
magari credono davvero di avere a che fare con uno sprovveduto e possano bastare i loro metodi da Gestapo per tapparmi la bocca e farla franca.
Sarebbe fin troppo facile smentire certe maldicenze e dimostrare la mia innocenza svelando le malefatte di chi mi accusa , ma la delazione non è nelle mie corde , senza contare che la
verità è sotto gli occhi di tutti , solo la menzogna
deve essere inventata, più arduo allontanare l’ombra del sospetto tra i pupazzi
e la brava gente. Dei primi non mi curo,
sarebbe fatica sprecata, dispiace invece possa aleggiare tra i secondi , il più delle volte prigionieri dell’equidistanza, e per
questo spesso incapaci di prendere posizione anche di fronte all’evidenza. Si
tratta semplicemente di difficoltà a fare i bilanci, dimenticando voci
importanti e non attribuendo il giusto valore a sentimenti quali dignità e reciproco
rispetto.
Domandarono un giorno a Saadi,
poeta e filosofo persiano : “ Se fossi chiuso in una
stanza con una bellissima donna , le porte fossero chiuse a chiave e non ci
fosse nessuno a sorvegliarti, credi tu che potresti resistere alla tentazione?”
“Forse sì” rispose il filosofo “ma nessuno ci crederebbe. Perché è più facile
sfuggire alla tentazione che alla calunnia”.
Basta così, m’hanno fatto sputare fin troppo veleno,
il resto mi serve per gi stronzi veri e se qualche imbecille
non mi ci trascina ancora una volta per i capelli sarò ben lieto di chiudere
anche con questa maledetta
storia e di riservare i miei slanci a cause più importanti , nel frattempo vedrò
di consolarmi con quanto diceva il cardinale Richelieu
quando sentiva parlar male di qualcuno :” Fatemelo conoscere, costui deve avere
qualche merito, se vi accanite tanto contro di lui”.
Aria polare questo sabato mattina
, vento di tramontana , un cielo azzurro e gelido sovrasta la città, il
mercato della Serpentara è pieno di odori , colori e gente infagottata , sul volto il pallore
del freddo, negli occhi la stanchezza
della settimana appena passata . A rallegrare il clima luci, festoni e
decorazioni natalizie, sulle bancarelle oltre ai prodotti di sempre, dolciumi, idee regalo ,
candele e le statuine del presepe. Le code sono più lunghe, inevitabile,
ma quel caratteristico copricapo rosso in testa agli ambulanti vocianti e
rubicondi mette allegria. Qualcuno sgomita, come sempre, ma l’atmosfera è
suggestiva , gioiosa ed accogliente come non mai , la
stessa di quando bambino ti avvicinavi alle vetrine calde ed invitanti dell’Upim sotto casa in prossimità delle feste di fine anno.
Nel pomeriggio shopping ,
ne farei volentieri a meno ma non si può sempre delegare agli altri quello che
non hai voglia di fare tu , d’altra parte il Natale viene una volta l’anno e , a dirla tutta,
starmene tutto il giorno in pantofole comincia a stancare persino me.
Dall’ottico di via dei Prati Fiscali per il mio
regalo di Natale, visto che sta lì a fianco una visita da Mc
Donald per la merenda di Gabry ,
un salto da Combipel per quello di Lety e , se avanza tempo, alla Oviesse di via
Ugo Ojetti per curiosare tra gli stand addobbati a
festa .
Giornata lunga per uno come
me , per fortuna la sera arriva presto di questa stagione e al più tardi alle
sette potrò accendere l’albero e sprofondare in poltrona per un po’ di tivù o
un buon libro di quelli che non riesci mai a finire.
Buon fine settimana a tutti voi, prima o poi ci si
ripiglia…
21/12/2007
9.28.28
nche questa è andata e vaffanculo, ampiamente
previsto, tutto converge al centro come i raggi di una ruota. Brucia lo stesso? Un po’, l’ammetto , ma non è stato certo un fulmine a ciel
sereno , nel giro di un paio d’anni c’ho rimesso più o meno quanto sapevo avrei
prima o poi perso , era solo questione di tempo. Giusto così, in fondo
niente è davvero nostro, tutto quel che abbiamo è la pelle e quel poco che c’è
dentro, l’unica ricchezza che nessuno potrà mai portarci via.
Anno nuovo , vita nuova , e
, visto che la nuova edificazione si traduce spesso in distruzione del
preesistente, il sottoscritto sta un bel pezzo avanti , si abbatte per far
posto al nuovo, si brucia, si fonde, qualcosa si recupera e si tira avanti, le
stelle sono rimaste in cielo e il sole illumina la città esattamente come il
giorno prima.
Vado a fare un giro in centro, ultimi incassi prima
delle feste di fine anno , freddo intenso ma giornata
splendida, chi ne ha voglia può saltare in sella con me e se no peggio per voi ,
non sapete quello che vi perdete.
21/12/2007
12.56.00
sservare l’entusiasmo dei piccoli mentre ripassano
la parte, sistemano le scene e prendono gli ultimi accordi con le maestre prima
della recita di Natale è come cambiare dopobarba, ti da un senso di freschezza
e t’ induce a guardare avanti con maggiore ottimismo.
Il mondo è loro, o almeno le macerie che gli abbiamo
lasciato, meglio farci definitivamente da parte prima di combinare nuovi
disastri. Compiuto il primo tratto di strada insieme lasciamoli liberi di fare
a pezzi quanto abbiamo loro insegnato , solo così
sopravvivranno, qualsiasi altra follia noi adulti si possa commettere.
Saranno i bamboccioni di
domani, quelli che il pupazzo di via XX settembre ,
indaffarato com’è a far quadrare i conti , vorrebbe autonomi ed efficienti, senza prima preoccuparsi
di consultare il compare di via Veneto. Persa per strada qualche
generazione sono ormai loro il nostro futuro, avranno meno di quanto abbiamo
ricevuto noi, questo è certo, facciamo almeno in modo di lasciargli intatto
quel poco che è rimasto.
In poco più di mezzora bruciano le ansie di mesi di
prova e noi , invece di starli a sentire, ci perdiamo
il meglio scattando foto e filmando col telefonino come paparazzi impazziti.
Aspettano ancora Babbo Natale, lasciamogli credere
che esista davvero , crescono già troppo in fretta e
qualche sogno sarà bene lo conservino, prima che la vita mostri loro il bivio
per l’uscita dall’infanzia.
Sono stanchi poveri figli , i più
fortunati riescono a starsene in casa a giocare giusto il sabato e la domenica
, a meno che non si decida di trascinarli per centri commerciali come orde di
deportati , agli altri , dopo otto ore in aula , i compiti, la palestra, il catechismo e la
lezione di piano non resta che infilare il pigiamino
e ficcarsi a letto prima che faccia di nuovo giorno.
Quando al mattino mi tocca fare il lupo cattivo
sento su di me i suoi occhi ancora assonnati , lasciami tranquillo ancora per un po’,
vorrebbe dire , non vedi che sono esausto? Ma , per quanto
ingiusta, la vita corre anche per lui e
gli tocca preparare lo zaino, indossare ancora una volta tuta e grembiulino e
porgerti la mano per farsi trascinare a scuola. La scuola è importante , provi a
confortarlo fissandolo negli occhi , vorresti convincerlo, lui ti guarda con lo
sguardo perso nel vuoto e annuisce, il vaffanculo ce l’ha già lì , pronto all'occorrenza, per ora abbozza, te lo riserva per il futuro , anche in questo caso è solo questione di
tempo.
Da domani a casa fino alla befana
, se lo meritano , speriamo solo non li carichino troppo di
compiti e tesine per le vacanze.
23/12/2007 19.59.17
uando la scelta di un libro non dipende più
dall’autore o dall’argomento ma dalle dimensioni del carattere di testo
significa che è proprio arrivata l’ora di posare i fondi di bottiglia sul
comodino, spegnere l’abat jour
e prenotare il cane. Purtroppo però non è così semplice resistere all’ odore della carta stampata , è un po’ come quando la
sera , nel consueto dopo cena , assumi
dosi di Nutella
a cucchiaiate, giuri a te stesso che la prossima sarà l’ultima , eppure non
riesci a richiudere il barattolo prima dell’ inevitabile attacco di colite.
Capita così che rinunci ad entrare in libreria , dove per acquistare l’ultimo best seller , l’unico a
misura d’ ipovedente , dovresti prima
passare in banca per stipulare un mutuo ad
hoc, e rivolgi la tua attenzione ai mercatini rionali.
Là , tra i numerosi libri accatastati
alla rinfusa in mezzo a vecchi dischi in vinile , cianfrusaglie anni settanta
ed orripilanti imitazioni di paleotelefoni da parete,
potrai certamente trovare , con un po’ di pazienza, il volume adatto che , per quanto datato e
superato dagli eventi , ti consentirà ancora di fornire linfa al cervello e
piacere alla mente.
Chissà perché i classici d’antiquariato , soprattutto quelli ingialliti e impolverati, le pagine ancora
incollate tra loro con copertina rigida e di solito scura , sono gli unici ad indossare
quei nitidi piombi in maiuscoletto che fanno tanto bene al cuore e allo
spirito? Probabilmente gli editori di una volta tenevano in maggior
considerazione la vista dei propri lettori senza il cui irrinunciabile
contributo visivo ogni iniziativa editoriale sarebbe stata irrimediabilmente
destinata al fallimento.
Il frenetico proliferare e la capillare diffusione
dei supporti multimediali avrà sicuramente ridotto la schiera di chi , geneticamente programmato, fino a pochi anni fa si
accontentava della solita melassa televisiva e amministrava la propria
esistenza in funzione del palinsesto serale, così come avrà senz’altro
contribuito ad arrapare la platea dei fanatici di
internet alla quale , non lo nascondo, appartengo a tutti gli effetti , eppure
non rinuncerei per nulla al mondo al piacere di sfogliare le pagine di un buon
libro dopo aver lavato i denti, indossato il pigiama e recitato l’ immancabile prece
serale…la stessa di trent’anni fa , immutati anche i
destinatari, a cambiare solo i beneficiari .
Uno di questi spazi attrezzato
a fiera dal quarto municipio, all’incrocio con il viadotto delle Valli e via Conca
d’oro , dove attualmente sono in corso i lavori per la nuova linea della
Metropolitana , assediato il sabato e la domenica da tende e bancarelle e destinato
alla compra - vendita dell’usato, è a due passi da casa, non più di un paio di
chilometri. Il mercatino
delle Valli come l’ho sempre denominato, anche se il suo vero nome è Mercatino Conca d’oro, non è molto che
se ne sta accovacciato nel pratone oltre la ferrovia dove
un tempo si andava a giocare a pallone e durante le feste di fine anno si
accomodava l’Holiday on Ice . La sua è una storia recente , cominciata , con un paio di bancarelle e un tendone da
circo riciclato , non più di dieci anni fa , non appartiene ancora ai luoghi
della memoria e non credo ne entrerà a far parte a pieno titolo , ma in una
pigra domenica prenatalizia come questa, mentre la
pioggia scende svogliata e un timido vento porta con sé l’odore umido di resina
e terra , non c’è niente di meglio che
aggirarsi tra i suoi stand agghindati per la festa, curiosando e rovistando nel retrò della
tua vita alla ricerca di sapori dimenticati mentre gli ambulanti t’invitano
all’acquisto magnificando la qualità
della merce nel colorito idioma locale .
Non c’è niente da fare, vado pazzo per la gente di
strada, benzinai, portinai, mercanti, sfigati da bar ,
camionisti e manovali , gente vera , mi spiace soltanto di non aver mai
conosciuto una puttana , dell’altra metà
del cielo forse l’ esemplare più affidabile e sincero , concordi un prezzo, acquisti
la merce e , vada come vada, amici come prima , non si accettano reclami .
Notizia dell’ultima ora giunta in redazione pochi
minuti fa prima di chiudere il giornale, le 21 e 55 ,
fine anno col botto, Gabry – non sta un attimo
fermo – ha centrato lo stipite della porta del mio studio , montatura
degli occhiali deformata , stanghetta
piegata e taglio all’ arcata sopraccigliare destra incollato al pronto soccorso
dell’ospedale Villa San Pietro, e con
questa ce li abbiamo portati tutti e tre. Temo resterà una vistosa cicatrice
che farà il paio con quella del padre proprio nel medesimo punto, adesso mi somiglierà
ancora di più, peggio per lui.
24/12/2007 18.53.09
redevate davvero che avrei rinunciato alla mia
passeggiata delle diciotto e trenta solo perché oggi è
Vigilia? Quando mai?!
Che ve ne pare dell’abete
decorato dai commercianti del mercato della Serpentara
? D’accordo , non sarà quello , proveniente
dalla Val Badia, alto ventisei metri , tre tonnellate di peso, collocato da
una gru in piazza San Pietro e decorato con duemila sfere oro e argento , ma
qui ci accontentiamo.
Bene, è ora di andare , Buon Natale a tutti , anche agli stronzi …perfino ai pupazzi.