Schegge di memoria
n paio di capitoli più indietro ci eravamo bruscamente interrotti agli albori del 1996. Accennavamo, mi sembra di ricordare, alla presunta contiguità di Marcello Dell’Utri con picciotti e mammasantissima . Non mi pare valga la pena di sprecare altro inchiostro sulla misera vicenda. Meglio tornare a piazza Montecitorio . Là, tra frizzi e lazzi, i nostri solerti parlamentari cercano di riaversi dalla sbornia del veglione e ritrovare gli enfatici accenti di sempre prima di riprendere il dibattito sul rinvio del governo alle Camere messo momentaneamente da parte per stappare il tradizionale spumante.
I nostalgici del fez e dell’ olio di ricino premono per un’immediata mozione di sfiducia nei confronti dell’esecutivo, ma il cavaliere preferisce ammorbidire i toni e temporeggiare in attesa delle “improrogabili” riforme tanto invocate dal vegliardo di via del Quirinale. Gli orfanelli del muro dal loro canto cercano di mettere da parte le antichi ruggini di famiglia e propendono per la concessione di una prova d’appello a Lamberto Dini . Ad opporsi energicamente gli ominidi della Lega che invocano la convocazione di un’assemblea costituente. Addirittura? I soliti esagerati.
A questo punto prende la parola il rospaccio , elenca quali sono le possibili alternative per superare la crisi : costituente, elezioni o proroga del governo in carica fino al termine del semestre italiano di presidenza europea.
Come pronosticare una tripla al totocalcio. Un vero genio.
Così , mentre in aula si discute amabilmente sul sesso degli angeli, un nostro bersagliere resta ferito in Bosnia dal fuoco serbo . Non ti dico come s’indigna il popolino! Utilizzare armi in guerra! Che tempi.
Come se non bastasse, Francesco Cossiga viene accusato di aver depistato le indagini sull’abbattimento del volo 870 dell’Itavia nell’ormai lontano giugno 1980 .
Ad alimentare le dicerie e metterlo alle strette numerosi documenti sequestrati nell’abitazione dell’ex capo dei servizi segreti generale Demetrio Cogliandro.
Si vocifera che quei monellacci degli yankee abbiano abbattuto il Dc 9 durante un’accesa scaramuccia nei cieli di Ustica con i mig libici e l’allora Primo Ministro abbia insabbiato la faccenda per scongiurare una grave crisi internazionale. Che i caccia a stelle e strisce abbiamo combinato un guaio del genere non stento a crederlo, ma che l’ex picconatore , con quella sua linguaccia , li abbia coperti mi sembra alquanto improbabile.
Per chiudere in bellezza, visto che a casa nostra non c’è un cazzo da fare , i nostri zelanti politici vanno , come previsto, a cercare onore e gloria in quel di Bruxelles . Assumono la presidenza europea proprio mentre il povero Lamberto sale al Quirinale per rimettere il suo mandato nelle viscide mani del Presidente della Repubblica .
Fini per non suscitare sospetti cela il manganello sotto al doppiopetto blu e chiede le elezioni, D’Alema ripone falce e martello nell’oscuro magazzino di via delle Botteghe Oscure e pretende il reincarico al neo trombato.
Nel frattempo, mentre sta per aprirsi il processo che lo vede coinvolto in un giro di mazzette elargite alla tributaria , Silvio Berlusconi , in compagnia del fratello Paolo, colleziona una nuova iscrizione nel registro degli indagati . Stavolta è il turno della procura di Brescia. Nel tentativo di impedirgli di entrare nell’agone politico l’unto dal Signore avrebbe attentato ai diritti del suo acerrimo nemico Antonio Di Pietro , a sua volta indagato per abuso d’ufficio nei confronti di un tizio fatto arrestare nel ’93 con l’accusa di concussione. Un autentico ginepraio insomma dove gli inquirenti non riescono più a raccapezzarsi e capire chi siano i buoni e chi i cattivi. La magistratura entra in crisi e considera seriamente l’eventualità di un suicidio di massa per l’intera categoria.
Anche Andreotti non se la passa bene. Tommaso Buscetta lo accusa di contiguità mafiose , il senatore democristiano avrebbe avuto un ruolo determinante nel delitto Pecorelli , nell’assassinio di Aldo Moro e nell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Non esclude ci sia il suo zampino anche nell’omicidio del povero Abele. Caino pare non c’entri per nulla e sia stato messo in mezzo dagli scagnozzi del Sismi.
La cronaca nera non fa sconti.
A Secondigliano, un quartiere della periferia di Napoli, esplode una tubatura del gas durante i lavori di scavo in una galleria. Sotto le macerie saranno rinvenuti dodici cadaveri.
Sulla laguna un devastante rogo, che si rivelerà poi doloso, brucia interamente l’antico teatro “La Fenice”.
Gennaio si chiude con la notizia dei tre ergastoli comminati a Salvatore Profeta, Pietro Scotto e Giuseppe Orofino per la strage del giudice Borsellino e della sua scorta.
Nelle officine della politica si continuano a progettare nuove, bizzarre riforme costituzionali che il più delle volte fanno il verso ad amministrazioni estere . Vicine o lontane , europee e d’oltre oceano .
Al momento va per la maggiore il presidenzialismo alla francese. Persino due agguerriti avversari come Berlusconi e D’Alema sembrano trovare un accordo sulla questione, tuttavia, in attesa che venga scelto il nuovo premier , per il momento si accontentano di un più autoctono piatto di spaghetti all’ amatriciana da consumare a nostre spese in qualche elegante ristorante del centro.
Finalmente qualche anima pia riesce , con commovente abnegazione e infinita pazienza, a convincere i cervelloni della Camera che stupri e sevizie non devono essere più considerati un reato contro la morale ma contro la persona e , nonostante trentanove coglioni non siano d’accordo e 15 preferiscano astenersi , la nuova legge sulla violenza sessuale viene approvata l’8 febbraio . Sette giorni più tardi riusciranno a ratificarla in via definitiva persino al Senato.
Il capo dello Stato non sta lì a grattarsi la pancia . Lavora. Eccome! Pensa e ripensa e finalmente riesce a pescare nel mazzo il nome del pretendente alla poltrona appena lasciata libera da Lamberto Dini. E’ Antonio Maccanico . Gli affida l’incarico il 2 febbraio.
Non farà molta strada. Alleanza nazionale da una parte , il Pds dall’altra gli sbarrano la strada .
Il motivo del contendere è la scelta di alcuni ministri invisi alle due coalizioni . Ciampi e Dini a Fini e camerati , Letta, e Tatarella a D’Alema e compagni . Il povero candidato non può che rinunciare e rimettere il mandato a chi di dovere . Scalfaro scioglie le Camere e fissa al 21 aprile la data della nuova tornata elettorale.
Burrasca anche tra le fiamme gialle.
Continua incessante la purga di mani pulite che adesso mira a stanare i collaborazionisti. Una trentina di ufficiali e sottufficiali finiscono tra le maglie del pool di Milano accusati di associazione a delinquere. Pare che incrementino i loro magri stipendi taglieggiando le sventurate aziende capitate sotto le grinfie degli uomini in grigio.
La cassazione conferma le condanne inflitte in primo grado ai due ultimi sindaci socialisti di Milano Paolo Pillitteri e Carlo Tognoli. Don Tonino in cuor suo gongola , continua la sua personale , disperata battaglia contro le consecutio, e , per non perdere l’abitudine, colleziona un nuovo rinvio a giudizio depositato a suo nome dagli ex colleghi bresciani.
Qualche imprevisto anche per Romano Prodi . Alla Procura di Roma cade la benda dagli occhi e lo indaga per abuso d’ufficio . Gli vengono attribuiti traffici poco leciti quando, a capo dell’Iri , seduto tutto il santo giorno sulla comoda poltrona di via Veneto, con gesti imperiosi vendeva , svendeva e privatizzava come un forsennato.
Fiocco rosa nel variegato mondo della politica, nasce “Rinnovamento italiano” , il nuovo partitino di Lamberto Dini che trova un posticino all’ombra dell’Ulivo e si accomoda.
Lo stesso Maccanico , considerato che ha visto sfumare la ghiotta opportunità di entrare a Palazzo Chigi , riunisce i suoi intriganti cortigiani ai popolari di Bianco e fonda “Unione Democratica”.
Purtroppo il tritolo esplode altrove : contro il ministero dell’Aeronautica. L’immancabile rivendicazione è dei Nuclei combattenti comunisti. Voi ci credete?
A fine febbraio si riesce a trovare ancora il tempo e il modo di buttare dalla finestra un consistente numero di cariolate di miliardi. Un costoso satellite italiano , partito da Cape Canaveral solo pochi giorni prima , si perde per sempre nell’immensità dello spazio. L’avevano legato malamente alla navetta e il cavo ha finito per spezzarsi. Roba da chiodi.
Un altro “mago” della finanza, Vittorio Cecchi Gori, si assicura i diritti televisivi del campionato di calcio per tre stagioni , al presidente della tivù pubblica Letizia Moratti si rizzano i capelli in testa inducendo così il suo produttore di lacca al suicidio. L’illustre rampolla dei facoltosi petrolieri milanesi accusa l’imprenditore toscano di essere un mercante da quattro soldi. Il presidente della Fiorentina resta di sasso , cerca la sua immagine riflessa nello specchio e , sbalordito , si chiede cos’altro credesse che fosse.
Transitando nei pressi di piazza del Gesù la gente allibisce . Dalla sera alla mattina al balcone della vecchia sede è rispuntato il simbolo dello scudocrociato .
A riesumarlo il Ccd di Mastella e Casini e il Cdu di Rocco Buttiglione . L'Onnipotente torna ancora una volta ad arruolarsi tra le fila di un partito . Sua Emittenza che , a suo dire, deve a Lui tutta la sua carriera storce il naso mentre il Vicario di Cristo esulta . A picchiapetti, religiosi e gracili vecchine in gramaglie spuntano le lacrime agli occhi.
E’ tempo di campagna elettorale ma Romano Prodi sbaglia modi e tempi. Quando , durante un’ assemblea di commercianti che hanno organizzato una serrata contro il fisco , prende la parola viene investito da una bordata di fischi che lo costringe a lasciare la sala con la coda tra le gambe. Dopo la contestazione il candidato a premier dell’Ulivo abbassa la cresta e corre ai ripari , annuncia l’opposizione della coalizione all’ ennesimo balzello appena cucinato dal ministro delle Finanze Augusto Fantozzi , mascherato questa volta da contributo Inps sulle collaborazioni , indossa il costume da Robin Hood e promette un fisco più equo.
Mentre Craxi riceve il quarto ordine di cattura per corruzione e finanziamento illecito dei partiti e se ne sbatte al sole della Tunisia , Primo Greganti e Giancarlo Quagliotti , indagati più o meno per gli stessi reati ma meno furbi , vengono condannati a 6 mesi di reclusione e due milioni di multa .
Giorgio Fossa diventa il nuovo presidente di Confindustria e nel contempo finisce il calvario di Antonio Di Pietro che viene prosciolto in rapida successione da tutte le accuse di concussione depositate a suo carico. Restano in piedi le incriminazioni per uso dissennato di congiuntivi e illecito sintattico.
I guai non mancano nemmeno nella Casa delle Libertà dove , come ci rivela Corrado Guzzanti ospite di Rai Tre, ognuno fa un po’ quello che cazzo gli pare.
Ccd e Cdu , invidiosi dell’eccessivo spazio destinato all’inedita coppia Sgarbi/Pannella – che ci faccia poi il leader radicale in quell’appartamento del centro è un vero mistero – minacciano di presentarsi da soli in tutti i collegi . Rassicurati torneranno poco dopo nel Polo quando la strana coppia finisce per separarsi . Vittorio rientra a Forza Italia dalla porta di servizio e il buon Marco rincasa furtivo nottetempo per non essere riconosciuto dai vecchi compagni.
Anche Umberto Bossi, eterno bastiancontrario , fa il diavolo a quattro e annuncia che correrà da solo . Con un abile e fulmineo blitz in casa Martelli il capo della Lega s’impadronisce di una partita di canne , ne accende un paio e aspira forte . Sogna una Padania indipendente e libera dai terroni. In piena crisi mistica il senatur veste la divisa verde d’ordinanza , sale sul balcone – sapevamo che alla buonanima non sarebbero mancati gli imitatori – e, sputacchiando come un invasato, annuncia che partirà per Pontida dove farà votare dai suoi accoliti la costituzione del Nord. Circostanza che si verifica puntualmente il 25 marzo. Ma i polentoni non hanno neanche il tempo per gioire. Quando al suo ritorno il presidente della Camera Irene Pivetti gli fa notare che quel documento è solo carta straccia e dovrà comunque essere subordinato alle leggi dello stato italiano, il leader del Carroccio non può che abbassare la cresta e incassare il colpo.
Tana per Renato Squillante! Il capo dei Gip romani, viene arrestato il 13 marzo . L'accusa è sempre la solita : corruzione. E come ti sbagli?
Se obiettate ancora una volta che la frase non deve mai cominciare con “E” mi fate incazzare di brutto. La sintassi è fatta apposta per essere strapazzata , mortificata e sfigurata . Se no che gusto c’è?
Torniamo in tema. Secondo la premiata ditta “ Colombo, Davigo , Boccassini” il togato indagato avrebbe intascato un bel po’ di quattrini per conto del senatore di Forza Italia Cesare Previti. In cambio avrebbe influenzato i giudici e fornito notizie coperte dal segreto istruttorio .
A rivelare la tresca una certa Stefania Ariosto , compagna del capo dei deputati forzisti Vittorio Dotti. La donna avrebbe scoperto tutto origliando dalla porta durante una riunione in casa sua. Sguardo concupiscente, non bellissima, occhi grandi, labbra sottili e capo reclinato , diventerà il fulcro dell’accusa e toglierà la scena al resto della compagnia.
Abbiate pazienza, ma ancora una volta sono costretto ad un balzo in avanti nel tempo . Allacciate le cinture e preparatevi ad una brusca frenata . Quanto è appena accaduto m’impone di lasciare in sospeso la cronaca di quei giorni per tornare al presente . Avremo tempo più tardi , sempre che ne abbiate voglia , per riprendere il nostro racconto.
Anche in via Gaetano Capocci è calato il sipario e ci si prepara a girare la chiavetta del gas , spegnere le luci e tirar giù gli avvolgibili.
Domenica 30 gennaio 2005, primo pomeriggio, anche per zia Nanda arriva il momento di chiudere gli occhi per sempre. Dopo una lunga malattia che prima di ucciderla l’ha fatta tornare bambina è volata in Cielo per raggiungere il suo Wigliuccio. Sono andato a trovarla per l’ultimo saluto. In quell’appartamento che mi aveva accolto in fasce dandomi il benvenuto al ritorno dalla sala parto, sembrava appena caduta la neve.
L’ultima volta che avevo incontrato i miei cugini in quelle stanze avevamo tutti folte capigliature nere come la pece e un viso disteso e pulito, al più solcato da nugoli di foruncoli pronti ad esplodere. L’inarrestabile trascorrere del tempo ha ingrigito i capelli e marchiato in maniera indelebile i nostri volti . Scavando e modellando come un lento fiumiciattolo la pelle ha lasciato trasparire la fatica di vivere mettendo a nudo emozioni ed amarezze . Pancette d’ordinanza, ampie stempiature, fronti corrugate , rughe d’espressione agli angoli degli occhi e sulle guance . Niente di tragico. Invecchiare ha i suoi vantaggi. Puoi incazzarti , sbroccare e smoccolare senza sentirti troppo colpevolizzato. Ti assecondano per non farti saltare le coronarie e non perdere così un’ utile fonte di reddito. Una commiserazione che spesso può far comodo. Come minimo diventi il sovrano del salotto , detentore assoluto del telecomando , libero di fare zapping fino a slogarti le dita.
La botola sotto la cappella di via del Portonaccio comincia a farsi affollata. Tra qualche tempo , ci si augura il più tardi possibile, prima di tirare le cuoia , occorrerà stampare i visti d’ingresso , programmare un preciso calendario e organizzare un ferreo piano d’accesso per quote.
In questo freddo inizio d’anno intanto anche nonna Livia è finita in ospedale. Che dire della consueta cordialità ,disponibilità e professionalità di medici e paramedici dell’Umberto I°? Del tutto superfluo affrontare un simile argomento.
Sembrava si trattasse dei soliti capricci di cuore, giunzione seno tubolare dilatata , al più aorta difettosa , e una vecchia valvola meccanica da mettere a punto. Presto , ci auguravamo, sarebbe tornata a casa. Stavolta invece le cose sembrano mettersi male . Speriamo nel Buon Dio.
In compenso a viale Libia è tornato a splendere il sole . Due settimane in coda al Policlinico prima di prenderlo nel culo . L’attesa è stata snervante ma finalmente è finita . La colonscopia ha dato esito negativo. Due energumeni in camicie bianco , con l’ausilio di un indiscreto tubo flessibile del diametro di circa 9 mm costituito da fibre ottiche e munito di un apparato d’illuminazione sulla punta , hanno esplorato tutto il mio intestino grosso senza repertare alterazioni degne di nota . Ringraziamo Nostro Signore . A farmi venire la colite saranno stati i soliti guai. Che posso fare? Me la tengo . Ora è tempo di sdoganare la rabbia e prepararsi alla nuova sfida . La sinuosa tastiera Ibm è sotto nove delle mie dieci dita .
L’armamento è quello standard ma la momentanea indisponibilità del medio della mano sinistra ,in convalescenza dopo un banale infortunio che gli ha reciso un tendine, costringerà il resto della truppa agli straordinari. Sta per partire l’ennesima raccomandata. Dopo una breve tregua la guerra riprende. Ci sarà spazio per un armistizio o si assisterà ad un feroce duello all’ultimo sangue ? Vi farò sapere.
Nel frattempo una casa editrice , la stessa che ha graziosamente pubblicato alcuni miei versi, si è offerta di dare alle stampe il romanzo del sottoscritto. È la seconda. Purtroppo anche in questo caso chiede un congruo contributo dell’autore. Non vi faccio perdere tempo, troverete di seguito la proposta , l’entusiastica recensione del consulente letterario e la mia telegrafica risposta .
Proposta editoriale della casa editrice.
Gentile Marco Tiddi,
Le
scriviamo dopo aver letto con interesse la Sua Opera, che ha inviato in esame
alla nostra casa editrice e che ci ha ben impressionato, Di qui la convinzione
che il Suo lavoro sia pronto ad entrare nel nostro progetto di pubblicazione e
lancio di nuovi autori.
In allegato troverà il contratto di
“edizione” che desideriamo proporLe e
“Note di Edizione”, la pubblicazione che illustra le strategie editoriali della
nostra casa editrice.
Come Lei
ben saprà, proporre nuove realtà letterarie è una vera e propria scommessa
editoriale, che noi cerchiamo di portare avanti con efficacia , trasparenza ed
in stretta collaborazioni con gli autori pubblicati.
Pertanto,
per motivi di correttezza, ci teniamo a precisare che i nostri accordi di
edizione prevedono che l’autore acquisti direttamente dalla casa editrice un
quantitativo prefissato di copie del suo libro. Questo sistema ci permette di
ridurre i rischi economici derivanti dalla pubblicazione di autori meno noti e
di garantire la promozione dell’opera tramite radio, carta stampata ed
internet.
Nel caso
fosse raggiunto un accordo editoriale, la nostra casa editrice sarà lieta di
curare la nota critica del volume e di affiancarla nel duro lavoro di
affermazione letteraria della Sua Opera.
Per
maggiori informazioni in merito alla nostra attività editoriale , può
consultare il nostro sito internet dove le pubblicazioni sono ampiamente
promosse.
Dal punto
di vista contenutistico , inoltre, il nostro consulente letterario , il dott.
Taldeitali - con questi stronzi
della privacy meglio non rischiare
n.d.a. - , resta a Sua disposizione per
un confronto sui contenuti dell’Opera e sulle ragioni che l’hanno portato a selezionarla tra le numerose ricevute in
redazione.
Nella
speranza di averLa tra gli autori della nostra casa editrice e rinnovandoLe la nostra stima per la
qualità del Suo lavoro letterario inviamo distinti saluti.
Scheda caratteristica dell’Opera
Motivazione redatta dai comitati di lettura.
Sotto le stelle dell’Arcigalante è un lavoro intenso e ispirato . Colpisce anzitutto lo stile minuzioso e potente, in grado di rappresentare a tutto tondo la piccola ma complessa realtà di un paesino alla fine della Grande Guerra. Molto efficace, a livello narrativo, è, all’inizio, il girotondo di personaggi che a turno entrano in scena, solo sfiorandosi, solo incrociandosi, come un palco che va progressivamente a popolarsi di caratteri e cose, il che evita al lettore la sensazione di un mondo già tutto presupposto, che, come tale gli resti sostanzialmente estraneo e precluso. Infine colpisce l’uso sistematico ed efficacissimo del dialetto nei dialoghi diretti, usato con grande accortezza stilistica e potenza evocativa.
Segue la firma del consulente letterario.
Cazzo! Neanche Don Ezio era stato tanto benevolo nei confronti del mio romanzetto.
In allegato l’accordo di edizione da tornare firmata.
Ecco, infine, la mia replica.
Ricevo in punto la
Vs. proposta editoriale in merito alla pubblicazione del mio romanzo “Sotto le
stelle dell’Arcigalante” e la cosa mi lusinga alquanto . Aderirei volentieri all’offerta se non fosse che sono talmente in bolletta
che capovolgendomi a testa in giù non otterreste che qualche spicciolo d’euro e
tanta polvere di sogni . D’altronde , se solo la metà di quanto scrive il Dott.
Taldeitali nella Sua recensione – veramente troppo buono -. fosse vero, non credo esitereste a correre qualche
rischio pur di accaparrarVi i diritti dell’opera .
Ci penserò. Anche se
dubito che , raschiando il fondo del barile,
possa trovare i mezzi per auto finanziarmi. Evidentemente non è cosa.
Vi ringrazio comunque della proposta e delle belle parole, resto a Vs. disposizione qualora voleste correre qualche rischio in più e nel frattempo cordialmente Vi saluto.
Se son rose fioriranno, per il momento accontentiamoci di riprendere il cammino da dove ci eravamo interrotti. Le idi di marzo, se non sbaglio , del 1996. Ma adesso ho troppo da fare . Per ora mi fermo qui. Spero di riuscire a tornare alla tastiera quanto prima.
A presto.