Capitolo 77
Aspettando i Maya
unque, l’ultimo capitolo, almeno per ora. Sto
affinando il mio stile epico, ancora qualche appunto prima di pubblicare questo
mio diario. Sarò breve per evitare di mettere alla prova la pazienza dei
lettori. Anche perché il template che ospiterà questa mia opera non prevede più
di 640 pagine. Non so se ci sarà un seguito. Vedremo. Il mio rigore
intellettuale mi impedisce di proseguire oltre su questo terreno, continuando a
titillare il narcisismo sfrenato di un cinquantacinquenne che si crede ancora un
ragazzino. Probabilmente, nell’interesse della Nazione, prenderò a occuparmi di
questioni fondamentali come cercare una cura preventiva e mirata che possa
preservare i nostri ragazzi dall’ influenza della Curva Nord.
Ciondolo per casa nel giorno dell’Immacolata, gli
occhi persi dietro a qualche sogno, un dolce far niente operoso e stimolante.
E’ sabato, una giornata di festa. Persa. Se non altro splende il sole.
Oltre i vetri il gelo di dicembre, in sala da pranzo
l’abete con tutte le sue belle lucine accese. Decorazioni natalizie sui mobili
e alle pareti. Tutto conferisce un’aria magica alla casa. Lety, ancora una
volta, si è superata. Figuratevi che ha addobbato anche il portone.
Meno di un mese e sarà 2013. Sempre che i Maya non
l’abbiano imbroccata. Lo ammetto, mi preoccupa la possibilità che la fine del mondo arrivi
prima che possa vedere Monti finalmente
fuori da Palazzo Chigi.
E’ un pezzo che non ci si vede. Ho avuto da fare, lavori
di restauro. Novità di rilievo: un nuovo, tenero, inquilino a dividere con noi
l’appartamento, una bella ragazza, Elisa,
accanto a Roberto che, nel frattempo, si è mollato con Valentina, il
fuoco di Sant’Antonio per la signora che, occorre dirlo, non si fa mancare
niente, e un tendine rattoppato per il vostro autore preferito. Per il resto si
tenta di sopravvivere al governo Monti e all’Unicredit.
Questo grosso modo, avremo poi tempo per entrare nei
dettagli.
La notizia più importante degli ultimi tempi è però,
senza alcun dubbio, quella che ci vede ormai sudditi della Bce. Perduta infatti la sovranità monetaria da
oltre un decennio, negli ultimi mesi abbiamo ceduto anche quella politica. Ora
si è chiuso il cerchio. Quello della trilaterale.
E’ un discorso complesso che richiederebbe non un
capitolo, ma un libro a parte. E non è proprio cosa. Ci basti annotare che
questo ha comportato l’impoverimento del Paese e la fine di ogni diritto
costituzionale.
Siamo un popolo di precari, indebitati fino al
collo, senza futuro e ormai prossimi alla bancarotta. Di questo dobbiamo
ringraziare, non tanto il sobrio Monti, semplice sicario di Francoforte, né il
vegliardo che ci ha venduti e siede, impunito, sul Colle, ma chi li ha
preceduti al Quirinale e Palazzo Chigi: da Prodi a Berlusconi, passando per
D’Alema, Amato e Ciampi. Gentaglia.
Dieci anni fa mia madre, una semplice massaia, si chiedeva, perplessa,
come mai non fosse stata fissata la parità lira euro: 1 euro, 1000 lire. Chi
oggi predica la morale, limita, di solito, le sue funzioni a quelle di un
trombettiere di reggimento, che, dopo aver suonato la carica e fatto molto
rumore, si crede dispensato di pagar di persona. Chi, ieri, ha sbagliato quei
conti, sottraendo il futuro almeno a un paio di generazioni, e rendendole inabili a una vita indipendente, oggi si gode la pensione,
del tutto inaccessibile alle nuove generazioni, che, ciò nonostante, vengono
ugualmente rapinate dalla previdenza sociale.
E nessuno
pagherà per un simile aberrante genocidio.
In poco meno di un ventennio hanno devastato un Paese, svendendolo e
impoverendolo, fino a portarlo sull’orlo della bancarotta. Nessuno di loro
marcisce in galera, qualcuno si gode la pensione, altri continuano a nuocere
impunemente. La cronaca, oggi, li esalta, la storia, domani, li condannerà.
Non siamo più stati liberi da quando ci siamo calati le brache per
metterci agli ordini di Bruxelles. E adesso siamo anche più poveri.
Dove sono ora le avvilenti cassandre che inneggiavano all’ omologazione
europea, panacea di ogni male sociale, economico e politico? Grandissime teste
di cazzo…
Nel frattempo un nuovo spettro si aggira per
l’Europa: lo Spread. Se ne sapeva poco o niente fino all’altro ieri, poi,
all’improvviso, ha preso a menar fendenti ovunque, diventando, in meno di un
mese, il nemico numero uno dei popoli dell’euro zona. Speculazione e
inflazione, al suo confronto, sono dilettanti. In effetti se ne sentiva la
mancanza.
A tentare di spuntare gli artigli a lui e a chi lo
manovra,
Ma questa è storia d’oggi, facciamo dunque un passo
indietro.
Ah, no, un momento, dimenticavo… sulla panchina
della Roma è tornato Zeman. Con tutto quello che questo comporta: tensione,
divertimento, tanti goal, segnati e subìti, e, ovviamente, nessun risultato.
Ci eravamo lasciati, se non sbaglio, nel gennaio
2011, dopo la tradizionale cena della Vigilia in via Colli della Serpentara,
con fratelli e nipoti, e il Capodanno a Terracina, ospiti di Alberta e
Gabriele, in compagnia degli amici di sempre: un soggiorno piacevolissimo, da
Santo Stefano al primo dell’anno, una rimpatriata coi fiocchi.
E’ l’anno del 150° dall’Unità; improvvisamente si
scopre una data che i libri di storia hanno sempre ingiustamente ignorato, il
17 marzo, proclamazione del Regno d’Italia. Novanta italiani su cento non ne
sapevano niente, per conoscerla hanno dovuto aspettare un secolo e mezzo. Dopo
tanto tempo vorremmo almeno festeggiarla come di deve, ma Calderoli si oppone: “I patti
erano chiari - spiega - quando fu
approvata la legge dei 150 anni, avevamo avvertito: diamo via libera, ma a
condizione che la festa non abbia effetti civili. Dove sta scritto che per
celebrare una ricorrenza bisogna fare vacanza?” Il politico padano, curiosamente alla guida di un dicastero
italiano, comunque, assicura: “Alla Lega
questa festa porterà una montagna di voti perché si dimostra che dopo un secolo
e mezzo l'Italia è divisa, nemmeno in due, ma in tre tronconi.”
Qualcuno
dovrebbe spiegargli che la maggior parte di quei mille veniva dal nord Italia e
indossava una camicia rossa, non verde, ma sarebbe fiato sprecato. Del resto,
solo in un Paese dove governa la banda bassotti poteva salire sullo scranno più
alto di un ministero, un incoerente xenofobo che inneggia alla secessione,
brucia il tricolore e si proclama padano. Sorprende piuttosto l’atteggiamento
di Napolitano che accetta passivamente certe mostruosità. Ma l’inquilino del
Colle non ha ancora svenduto il Paese alla Bce, e qualcuno, me compreso, ancora
lo stima. Ci metterà comunque poco a farci cambiare idea.
Intanto
Calderoli rincara la dose: "Dare il
voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare
votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi,
dai…” Un vero signore.
Arriva febbraio, il mattino, in punta di piedi,
viene a curiosare alla finestra, il cielo è limpido, sembra primavera. Il clima
fa le prove per l’estate, nella capitale a metà mese il termometro segna ancora 27°. Nel frattempo
E’ tempo di festival, le canzoni sono sempre le
stesse, tutti aspettano solo Benigni. Io no, sono disgustato, soprattutto da
chi lo osanna: per guadagnare i 250.000 euro che, pare, abbia percepito per
quaranta minuti di varietà, un onesto lavoratore deve lavorare almeno una
decina d’anni. Un precario non ne parliamo nemmeno. Oltretutto mi rode
particolarmente il culo perché proprio in quei giorni, per poter pagare una
piccola parte del pizzo di stato mi tocca vendere la chitarra elettrica. Ci
faccio duecento euro, una goccia nell’oceano dei miei debiti, ma è sempre
meglio di niente.
Marzo ci fa rimpiangere febbraio. Tempo di merda, il
mese peggio di così non potrebbe cominciare. Le ossa cigolano, le articolazioni
scricchiolano, ma quello che mi preoccupa non è tanto la pioggia, alla quale sono ormai abituato, quanto il
traffico: lo scooter è infatti fuori uso e mi tocca prendere l’auto, o, peggio,
quando serve a Lety, i mezzi pubblici.
Un interludio, fortunatamente, breve. Qualche
giorno, un centinaio di euro e l’esseacca torna in perfetta forma:
indosso il casco e richiudo le chiavi della Citroen nel cassetto.
La sera intanto litigo spesso col televisore di
cucina, da qualche tempo si è bloccata la sintonizzazione su Rete 4 e il
telecomando non vuole saperne di cambiare canale, mi tocca sorbirmi tutte le
sere il Tg4 e la domanda, come diceva qualcuno, sorge spontanea: ma Emilio Fede
lo pagano?
Dopo le prime timide pennellate di aprile, la
primavera impugna saldamente la tavolozza e dipinge i suoi colori più vivi
sulle strade e sui parchi della Serpentara.
E’ il 5 maggio, un giovedì pomeriggio, sento Ale che discute al
telefono. Pare manchi un giocatore alla sua squadra di calciotto. Lo guardo e
punto l’indice sul mio petto. Lui sposta la cornetta dall’orecchio, copre il
ricevitore con il palmo della mano e ricambia il mio gesto con uno sguardo
interrogativo. Storce la bocca, ma di meglio non c’è, e sia pure obtorto collo,
accetta.
Sono le dieci di sera, nello spogliatoio tutti
ragazzi sotto i trenta, trattengo il respiro, tiro in dentro lo stomaco, sfilo
la tuta e indosso maglietta e calzoncini. Nonostante la stagione, fa ancora
piuttosto freddo, è forse per questo che, nonostante un paio d’anni di completa
inattività, mi muovo comunque abbastanza bene. Tengo la posizione davanti alla
difesa e azzardo addirittura qualche scatto in avanti. Segno persino una rete,
non speravo tanto. Il match è ai minuti finali, ancora pochi minuti e tutti
sotto la doccia, la corsia di sinistra è libera, tanto vale tentare un affondo.
Improvvisa una sassata sopra al polpaccio, cado a terra in maniera del tutto
innaturale. Compagni e avversari mi si fanno intorno, si forma un capannello,
qualcuno è preoccupato. Tenendomi il piede sinistro con tutte e due le
mani, sollevo lo sguardo e chiedo chi mi
ha tirato quella cazzo di bastonata. Mi guardano come fossi un marziano. Tento
si rialzarmi, ci riesco, un dolore fottuto al polpaccio, non gli do molto peso,
immaginando possa trattarsi di semplici crampi. Poco dopo il fischio finale.
Torno a casa, ma, dopo la doccia, il dolore
persiste. Scivolo nel pigiama e ci dormo su, domani, tento di rassicurarmi,
andrà senz’altro meglio. Venerdì mattina, va peggio. Ma ho troppo da fare, la
mia agenda è piena, una marea di appuntamenti. In un solo giorno devo
attraversare tutta Roma, nella speranza di alzare un po’ di grana.
Va avanti così per circa due settimane, sia pure
zoppicando e stringendo i denti per gli scossoni dello scooter, continuo a
girare la capitale in lungo e largo. La sera però il dolore si fa più intenso,
oltretutto il piede è livido, gonfio e arrossato, non mi entrano più nemmeno le
scarpe, devo infilare gli scarponcini, quelli belli larghi, in pieno maggio.
Finalmente Lety mi convince a farmi visitare. La dottoressa prescrive una
risonanza magnetica. Un paio di giorni per l’appuntamento, quindi l’impietoso
responso: probabilmente è partito il tendine di Achille, s’è stuccato come il
mi cantino di una chitarra… sfido che sentivo un dolore della Madonna.
Colpa di mia madre e della sua sbadataggine,
evidentemente, nel farmi il bagnetto nello Stige, ha dimenticato d’immergermi
del tutto, tenendomi sempre per lo stesso tallone. Così, all’ennesima sgambata,
si è disintegrato. Chiamo la squadra per riferire la ferale notizia, si
prevedono tempi lunghi per la ripresa, il mister è prostrato, lo staff medico,
più ottimista, non dispera possa tornare in campo a settembre, ma la stagione è
comunque finita.
Il piede nel frattempo da rosso è diventato nero, il
gonfiore quello di un palloncino che si compra alle giostre. 15 maggio, sala
visite ortopedica dell’ ospedale Sant’Andrea, lo specialista conferma, va
operato, e di corsa. Per l‘indomani il ricovero, ma dovrò presentarmi al pronto
soccorso e fare tutta la trafila. Da capo.
Mi tocca.
Arrivo alle 8 di mattina, ci passo tutto il giorno,
e, alle sette di sera, senza occhiali e coperto soltanto da un telo verde, sono in ascensore, supino su una lettiga
gelata, diretto in sala operatoria. Un freddo che non ti dico. Salgo al piano, il portantino esce e mi
lascia dentro. Solo. Arriverà qualcuno, penso.
Passano dieci minuti buoni, entra un tipo, non posso vederlo, Santa
Lucia, come ricorderete, si è fermata giù da basso e ha staccato dal servizio.
Quello che, immagino, deve essere un infermiere si rivolge a un collega, “Te
guarda ‘ndo l’hanno l’asciato questo…”
Questo, intuisco, devo essere io. La barella
percorre un corridoio e si ferma in una sala illuminata a giorno. Fortissimo
l’odore del disinfettante. Mi chiedono se sono pronto, pronto è il mio secondo
nome, rispondo spavaldo, certo di non potermi cacare sotto, visto che il giorno
prima mi era stato prescritto di arrivare digiuno.
Mi mettono a sedere, qualcuno armeggia alle mie
spalle, lo sento, quattro o cinque pugnalate alla schiena per addormentarmi dal
bacino in giù, poi bocconi, faccia su un cuscino, e li lascio lavorare di
fioretto.
L’intervento dura una mezzora, forse qualcosa di
più. Niente dolore, solo un fastidioso solletico e la consapevolezza che quel
lavorio di ferri e garze riguarda il mio povero tallone.
Mi riportano in camera, Schwarzenegger mi
solleva di peso, piazzandomi sul letto. Non sento un tubo, inforco gli occhiali
e solo allora mi accorgo che il piede è fasciato. Lo lascio stare, nemmeno lo
guardo, non si sa mai dovesse prendersela. Giù, in sala restauro, mi hanno
suggerito di non muovere un muscolo. Non ci penso nemmeno. Del resto devono
avermi inoculato l’anestesia per un cavallo, dal culo in giù sono
paralizzato, anche il piccolo non da più
segni di vita. Che pena vederlo così, esanime, riverso su un lato.
Finalmente entra Lety, dietro di lei c’è anche
Alessandro. Mostro il pollicione in segno di assenso. Tutto bene. Vorrebbe
trattenersi per la notte, la dissuado, preferisco vada a casa, tanto non ho
bisogno di niente.
Una notte d’inferno, certamente la peggiore
della mia vita. Passato l’effetto dell’anestesia, qualcuno comincia a mordermi
il polpaccio fino a rosicchiarmi il tallone. Tutta notte. Mai sazio. Come se
non bastasse, mi scappa da pisciare, provo a inserire il branzino, ancora
intontito, nel pappagallo, ma fa i capricci, non ne vuole sapere. Lo stimolo si
fa più pressante, cominciano i dolori, la vescica pare voglia esplodere. Alla
fine sono costretto a schiacciare il campanello.
Un armadio d’infermiera si avvicina, mi chiede
che succede. Mi scappa da matti è tutto quel che riesco a biascicare, mentre
strizzo gli occhi e sudo freddo. Il dolore si fa insopportabile, digrigno i
denti, la tipa capisce, infila i guanti, me lo prende tra le dita e, con un
colpo secco, mi trapassa la punta dell’uccello con un ago formato famiglia.
Limortaccisua, che dolore! La stoccata è comunque vincente: una pisciata coi
fiocchi, giallo paglierino, supera lo sbarramento, percorre per intero il
cannello e sfocia, trionfante, nel catetere. Un bruciore d’inferno, ma almeno
la vescica non è esplosa.
La notte, comunque, è ancora lunga, mai
trascorso una notte così lunga. L’anestesia ormai è solo un ricordo, lo stronzo
di prima continua a mordere il polpaccio, banchettando allegramente col mio
tallone. Ha denti aguzzi il bastardo, quell’ago infilato dove non dovrebbe,
oltretutto, non aiuta.
Arriva l’alba, arriva sempre, chiedo al primo
camice che passa di togliermi lo spiedo, tanto ormai l’arnese è sveglio.
Macché, bisogna aspettare la visita del mattino, sarà il primario a decidere
cosa fare o non fare.
Passano le ore, arriva il professore con il
suo stuolo di tirocinanti, tra loro anche qualche bella topolina in camice
bianco, e, per fortuna, decide di stapparmi il pisello. Poi uno degli
apprendisti stregoni, il dottorino, mi afferra il piedone, toglie le bende e fa
la medicazione. Nel frattempo è arrivato il tutore che avevo ordinato, me lo
infila e lo serra a doppia mandata. Andrà tolto non prima di un paio di
settimane. Mi chiedo il profumo che emanerà da quella paccottiglia a distanza
di tanto tempo. Trascorrono altre ore, un pomeriggio intero a sentire la pelle
tirare per la cicatrizzazione, stringendo i denti per il dolore.
Il giorno dopo le dimissioni, in carrozzella
fino alla porta di uscita e saltellando fino all’auto parcheggiata fuori.
Finalmente a casa, le stampelle per salire al piano, chiudermi la porta alle
spalle e dirigermi nel lettone. Da lì in avanti, per almeno un mese, solo fino
al cesso con il trespolo, gambone col tutore ciondoloni, poi di nuovo sotto le
lenzuola, senza potermi muovere. Tra l’altro le zanzare della Serpentara
quest’anno si sono organizzate prima del solito e vanno in deliquio per il mio
sangue fresco di analisi e libero da organismi patogeni.
Ma il lavoro non aspetta. Mi faccio portare il
computer in camera da letto, accanto al
comodino, e organizzo l’ufficio. Basterà
un po’ di silicio e un contatto telefonico con il mondo esterno. Ai giri,
quelli più necessari, ci penserà Roberto, per il resto, una volta tanto,
muoveranno il culo anche i clienti. Eccheccazzo.
Immobile, a letto, il tempo trascorre
lentamente. Qualche telefonata, il perfezionamento di una polizza ogni tanto,
la preparazione di una serie di lettere commerciali, poi non mi resterà che
affidarmi al digitale terrestre, recentemente passato a dare il cambio
all’analogico.
In onda in quei giorni, per una fortunata
serie di circostanze, di nuovo A Team, Magnum
P.I. e Supercar. Un piacevole
ritorno agli anni ottanta.
A farmi saltare la mosca al naso, invece, la
situazione del lavoro in Italia. Ho tanto tempo a disposizione e, quel che è
peggio, ho in mano un telecomando, e le notizie che arrivano dai tigi sono
tutt’altro che incoraggianti.
Oltre sette milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni,
vive ancora a casa con mamma e papà, il 40% ha
più di 25 anni e uno su due può contare su un'occupazione, ma non riesce a
emanciparsi dal nido familiare, perché precario. Penso ai miei figli, ripenso
al piano sul lavoro approvato dal consiglio dei ministri solo l’anno prima, e
allo slogan del ministro Sacconi, “Liberare il lavoro, per liberare i
lavori”. Un completo fallimento. Ma la colpa non è sua, dichiara il titolare
del dicastero, la causa della disoccupazione giovanile sono i cattivi genitori.
Non ho parole…
Andrà avanti così, tra letto, telecomando e
cesso, per un paio di mesi, poi pian
pianino, dapprima il piede, leggero, a terra, poi i primi passi con Donjoy, quindi il ritorno in moto, un
piede ben saldo sulla pedana, l’altro appena appoggiato, considerata la mole
del tutore, infine, dopo quindici giorni di svogliata fisioterapia, la possibilità di tornare a camminare con
entrambi i piedi.
Come? Donjoy?
Siete davvero ignoranti…è la marca del tutore.
Particolarmente emozionante il momento del
distacco dalla protesi. Forzo la serratura di fort Knox, poi passo ai lacci. Delicato, dita leggere come una
piuma, intravedo il piede, gli sorrido, lui ricambia, sfilo lentamente Donjoy, fisso le dita, provo a muoverle,
lentamente, accarezzo il tallone e infilo, ancora più lentamente, il calzino.
Lui vorrebbe rifiutarsi, storce il cotone all’altezza del tallone, lì dove è
rinforzato e si sente più protetto, poi riconosce il rosa della pelle e,
rassicurato, si lascia guidare.
Il tutore è a terra, ormai inutile, come
una scarpa vecchia. Tento di sistemargli i lacci per ridargli almeno un po’ di
dignità. L’impresa è ardua, se non impossibile, un’annodata alla come vie’ vie’
e lo lascio, avvilito, sul pavimento.
E i primi passi senza tutor? Che emozione. A passeggio per le stanze col tendine nuovo,
convergenza e messa a punto da rivedere, ma nel complesso sembra tenere bene la
strada. Un ricordo indelebile. Così come quello di un pomeriggio, seduto sulla
mia poltrona di lavoro: il piedino, sotto la scrivania, d’un tratto, al ritmo
di un pezzo di Venditti, partì da solo e cominciò a battere il tempo.
Esaltante.
All’ultima visita di controllo il chirurgo mi
guarda perplesso, sostiene che avrei appoggiato troppo presto il piede a terra.
“Ho seguito le indicazioni del medico che mi ha visitato l’ultima volta:”
Protesto. “Mmmmm” fa lui “ non capisco
perché abbia avuto tanta fretta.”
Ma, dico io, perché non si parlano tra loro…
E’ giugno, si fa sotto l’estate. Tempo di
amministrative. Si vota in diverse province e alcuni comuni. Tra questi Milano.
Al seggio anche Berlusconi. E’ sorridente, era da un po’ che non infilava
qualcosa in una fessura, senza dover pagare.
A Roma, intanto, viene inaugurato il ponte della
musica. Sentivamo davvero il bisogno di una costruzione tanto orripilante.
Completamente fuori contesto, sembra di essere tornati allo scempio degli anni
settanta. Evidentemente qualcuno ci mangia.
Lo guardo bene, è una zona che bazzico spesso, è
vero che di ferraglia in giro per
A proposito di arredo urbano, guai grossi anche per Superman,
Ma la notizia che monopolizza l’informazione in quei
giorni arriva da fuori, viene arrestato per stupro il presidente del fondo
monetario internazionale Strauss Khan. Sfortunatissimo. Passi la vita a
metterlo nel culo alle popolazioni dell’intero pianeta e nessuno ha niente da
dire, poi, un malaugurato giorno, provi a farlo con una cameriera d’albergo e
ti ritrovi in manette dalla sera alla mattina.
Come se non bastassero i guai in casa, anche fuori
l’economia va sempre peggio. Il cetriolo comincia a volare sempre più basso.
Nell’aria già si sente la puzza di Mario Monti.
Le premesse sono le stesse di 82 anni prima.
Ricordate? Irving Fisher, un
chimico prestato all’economia, annuncia categorico: ”I mercati si trovano a un livello alto e stabile. Americani investite!”
E’ il 15 ottobre del 1929. Nove giorni dopo crolla la borsa di Wall Street e
comincia la grande depressione. Di lì a qualche
mese, lunghe file di disoccupati si snodano per le strade degli Stati Uniti, e,
attraversato l’Atlantico, si mettono in coda anche in Europa.
Questi
sono i grandi economisti, flagello dell’umanità, indovini di grana grossa che
procedono a tastoni, un po’ come i meteorologi. Con la differenza che questi
ultimi hanno, perlomeno, strumenti più o meno affidabili che consentono loro di
non prendere grosse cantonate.
Li abbiamo
avuti anche noi, qualcuno solo incompetente, qualcun altro probabilmente anche
colluso con le grandi multinazionali. Hanno tessuto lodi alla moneta unica e
magnificato la globalizzazione, disintegrando il tessuto stesso del sistema
produttivo, le piccole imprese, e determinando l’attuale, fin troppo
prevedibile disastro economico. Ma invece di cacciarli in galera, li abbiamo
incensati e ricoperti d’oro. Non meritano alcuna menzione, li conosciamo,
purtroppo, tutti quanti, uno per uno. A qualcuno, tra qualche tempo,
dedicheranno, ci scommetto, persino qualche strada.
Bene, ci risiamo, stanno per tornare
i tecnocrati. Saranno cazzi amari.
Solo
quando la politica sarà liberata dai lacci di pavidi ragionieri e restituita
agli statisti di razza, pronti a rischiare, la nostra pelle, magari, ma anche
la loro reputazione, si potrà tornare a sperare in una difficile, probabilmente lenta, ma
definitiva ripresa e in un futuro.
Luglio, nel frattempo, è impazzito. Piove da giorni,
in cielo deve essersi rotta una guarnizione, suggerisco a Papi di chiamare un
idraulico. Contatta un tipo in gamba, che, sia pure senza fattura, ci
restituisce il bel tempo. Tanto è vero che il ministro Brunetta prende un colpo
di sole e, a chi ritiene esagerato il suo piglio autoritario nei confronti del
pubblico impiego, dichiara: “È ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! È
così! È così! È così! È così! È così! Protestate pure ma è così! È così! È
così! Se non vogliamo , se non vogliamo... riconoscere... la realtà... allora:
è così."
Un discorso da statista di grande spessore. Poi, non contento, urla alla
piazza dei precari che lo contesta: “Siete
la parte peggiore d’Italia”. Superfluo ogni commento. Solo una delle tante
teste di cazzo che affollano il pianeta in quei giorni.
Un’epoca disgraziata, ne spuntano a centinaia, ogni giorno, ad ogni
angolo, così, tanto per complicarci la vita, con una frequenza e una capacità
di riproduzione davvero preoccupante. Possibile che non si riesca a trovare una
soluzione definitiva a una mutazione tanto aberrante? A volte credi di
essertene liberato, stai per brindare, quando…macché…niente da fare, rieccoli...continuano
a spuntare come funghi, te li ritrovi sempre davanti, in ogni circostanza, in
ogni strada, stagione, persino quando te ne vai al mare…una setta che conta
migliaia di adepti in tutto il mondo. In
Italia, però, la colonia più numerosa. Un incubo. La maggioranza di
questi è della specie dei manager. Il termine
"manager" deriva dall'inglese "to manage" che significa
"gestire", quindi il manager è un gestore, in linea di massima di
cazzate, le sue. Le partorisce di notte, preferibilmente seduto sulla tazza del
cesso. Non sa cosa significhi il termine
buonsenso, tanto meno criterio. Tassativo per farsi strada in questa
particolare categoria di esaltati, essere ottusi. Se appena si è soliti
soffermarsi a pensare alle conseguenze delle proprie azioni, è meglio astenersi
dall’intraprendere la carriera. Di solito il manager è scemo di suo, ma, se
segue dei master specifici e mirati, può persino peggiorare. E’ un autentico
genio…non avete idea di quanto sia “avanti”. Non cercate di comprenderne pensiero
e scelte, per voi comuni mortali sarebbero solo tempo e fatica sprecati.
Tra questi
merita almeno due righe di encomio Mario Draghi. Stipendio
un milione l'anno, euro più, euro meno, siede sul trono di Palazzo Koch in via
Nazionale e presto assurgerà agli onori degli altari della tristemente nota
Banca Centrale Europea. Già direttore generale del Tesoro e vice presidente di Goldman
Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo con sede a New York, con
lui prosegue quella intensa stagione di privatizzazioni e svendita del
patrimonio produttivo industriale a partecipazione statale, inaugurato da
insigni economisti quali Ciampi, Amato o Visco, che ha provocato povertà
diffusa, perdita di competitività, chiusura di interi stabilimenti e plessi
produttivi, arrecando immani disastri economici e sociali al nostro Paese.
Intanto
al referendum del 12 giugno, tanto per cambiare, si vota sì per dire no. No al nucleare, no
alla privatizzazione dell’acqua, no al legittimo impedimento. Se ce lo mettono
al culo anche stavolta, so’ cazzi amari…ma per fortuna stavolta votiamo bene.
In
compenso alla Rai fanno fuori Santoro e, preoccupatissimi, i teleutenti
cominciano a chiedersi come farà, d’ora in avanti, a tirare avanti la carretta
con quello straccio di liquidazione. Tra
i più angosciati, il sottoscritto. Poi però ci ripenso, ho anch’io le mie gatte
da pelare, che si arrangi. Un milionario davvero molto modesto e soprattutto
coerente…povero Robin Hood, defenestrato dal tubo catodico con appena
tremilioni di liquidazione…gente come lui dovrebbe avere il buon senso di
godersi il malloppo e non farsi più vedere…se poi penso che ci sono migliaia di
gonzi che lo finanziano pure…e poi ci lamentiamo che al governo ci sia un
bandito…
E’ piena estate quando Roby decide di farmi morire
di paura, fissa il gancio del paracadute nel cavo d’acciaio, si avvicina al
portello, un paio di respiri profondi e, al terzo, si lancia nel vuoto
avviticchiato all’istruttore. La forza centrifuga gli separa i globuli bianchi
dai rossi, e precipitano insieme, felici, verso le luci della pista che si
fanno sempre più vicine. C’ho un figlio matto. Comunque tutto bene, oltretutto,
per fortuna, la bravata gli costa un occhio e non potrà più ripeterla. Le mie coronarie sono al sicuro per il futuro.
Forte Roberto. Sta sempre zitto, ma in mezzo
alle gambe c’ha due palle come meloni. Ogni tanto mi fa incazzare, mi preoccupa
quel suo modo di prendere sempre a muso duro la vita. Nessun compromesso, o
bianco o nero. Ogni tanto provo a parlarci, ma per fortuna non mi sta mai a
sentire. Figli contenti, figli
incazzati, figli delusi, figli come te quand’eri figlio. Goditeli quando
sorridono e lasciali in pace quando vogliono restare da soli, prova a dargli un
consiglio ogni tanto, ma lasciali sbagliare.
Fa caldo a fine luglio, terribilmente caldo, e il
Principale, braccino corto, non intende far riparare il termostato, né fa
piovere sul serio. Si schiatta e ci si appiccica. Torno comunque in sella
finalmente senza tutore, il tempo però non mi è amico, una pioggerella rada e
sottile. Osservo il cielo, intimidito, sembra innocua nuvolaglia, ma col
Vegliardo non si sa mai, è un tipo imprevedibile. Del resto sento che in auto
sarebbe ‘na caciara, mi faccio il segno della croce ed esco dal vano moto.
Pochi metri e a momenti faccio il botto: perdo aderenza sul bagnato e, per un
pelo, evito il camion della spazzatura. Un brivido, poi accelero, guai a
fermarsi proprio ora.
Un paio d’incassi in zona Africano, come prima volta
meglio non allontanarsi troppo. Tutto bene. Tornato a casa, accendo la tivù
mentre riscaldo la cena della sera prima nel fornetto. Studio Aperto parla del
bambino rimasto ucciso da una porta di calcio che gli è rovinata addosso. Pare che il 118 abbia inviato subito
un’ambulanza, ma senza medico a bordo…mi ricorda quando fui io a chiamarla
vent’anni fa, per mio padre, mi rimproverarono di non avergli precisato
d’inviare un medico, anziché un idraulico. Ricorderete anche voi.
Il mezzobusto si sistema la cravatta e passa alla cronaca estera. C’è
aria di fronda e polvere da sparo. Dalla Libia, alla Siria, all’Egitto,
passando per Israele, fino a sbarcare sulle sponde inglesi, i giovani, a cui è
stato rubato il futuro, finalmente s’incazzano e, sempre più numerosi, danno
l’assalto alle piazze.
Ma i
soliti noti non si scompongono, mentono spudoratamente, cianciando di
criminalità diffusa, incapaci di ammettere che la globalizzazione dei
plutocrati e delle multinazionali ha miseramente fallito. A tenergli bordone,
accompagnando con note basse la melodia, la stampa di regime. E’ impressionante, considero, la mole di cazzate che
sparano nei tigi nazionalpopolari, un modo di deformare la realtà a dir poco
criminale.
Agosto, il caldo torrido assedia
Nel
frattempo scorrono i giorni, pigri, sul calendario, e arriva ferragosto: mi sa che so’ l’unico stronzo che, invece di
dedicarlo al cocomero e ai gavettoni, sostiene gli esami, online, di
aggiornamento professionale.
Attraversando
indenne la calda notte del 17, all’alba, tutto azzimato e con il costumino
firmato, spunta il 18 agosto. Finalmente si parte per le ferie, è probabilmente
l’ultimo anno che ce le possiamo permettere, il prestito ci è stato concesso,
ci aspetta Montesilvano. Naturalmente solo io, Lety e il piccolo. La formazione
è ormai quella tipo. Roberto e Alessandro hanno ormai altre vite, anche se
continuano a vivere sotto lo stesso tetto.
Una
vacanza splendida. La città non la vedo nemmeno, l’hotel è fuori dell’abitato,
sulla costa, un po’ fuori mano, ma c’è tutto, mare, spiaggia ristorante e
piscina. Parcheggiata l’auto all’arrivo, non la muovo più, cascasse il mondo.
Intanto,
nella capitale, il nano va in depressione, la crisi è dietro l’angolo, si torna
a parlare di elezioni. Mentre siamo
in ammollo occorre tener d’occhio il cetriolo del federalismo fiscale. Nessuno
ce lo dice, stampa e tv hanno ben altro di cui cianciare. Nel frattempo, in
alcune province, grazie al mentecatto farfuglione, le tasse della famigerata
Rcauto aumentano del 3,50%. Nessuno se ne accorge perché nessuno ce lo dice.
Oltretutto
Le
privatizzazioni non hanno mai risolto il problema. E’ stato esattamente il
contrario, ovunque. Non bisognerebbe abbassare la guardia, il cetriolo vola di
nuovo pericolosamente basso…ma noi siamo tutti distratti, è tempo di vacanze,
ci penseremo al ritorno in città. D’altra parte anche lo stesso nano ci
rincuora: “Abbiamo un debito forte, ma
gli italiani sono benestanti!” Noi ci crediamo, ignoriamo la minaccia di
Francoforte e lasciamo che trami la sua tela, da consegnarci a settembre, al
più tardi a ottobre o novembre.
A
distrarci ulteriormente Napolitano, che rinuncia all’aumento di stipendio,
francamente nessuno era a conoscenza che lo pagassero pure, e lo psicodramma
della Lega che insiste: ministeri al nord
previsti per Legge! Da scompisciarsi
dalle risate, più di quindici anni a rompe’ le palle co’ Roma ladrona e
lazzarona, e adesso vorrebbero trasferire tutti i suoi vizi, annessi e
connessi, a Monza. Dovrebbero scritturarli al Bagaglino.
A settembre chi torna a scuola e chi al lavoro. Io
dal dentista. Ma so’ particolare. Saluto l’ultimo dente del giudizio, Lety
resta sorpresa me ne fosse rimasto in bocca ancora uno, e mi lascio torturare
un paio d’ore da una bella igienista dentale, armata di scovolino, trapano e
succhia gengive. Gabry saluta, intanto, le maestre della Chiovini per
incontrare i professori della Silone. Le medie sono un passaggio importante per
affacciarsi nel migliore dei modi al liceo.
Ma prima di entrare in classe e conoscere i suoi
nuovi compagni, c’è ancora il tempo di una gita a Torvaianica. Ci aspetta lo Zoo Marine, gentilmente offerto da Roma
Capitale. Mi tocca. Oltretutto è una domenica di campionato, mi perdo
Presente sugli spalti del parco acquatico, il primo
cittadino. All’inizio non è male, suggestiva e divertente la performance dei
tuffatori, poi du’ palle fino allo spettacolo dei delfini, l’unico veramente
degno di nota. Per il resto solo pesci, qualche pennuto fuori sede, caldo
torrido e code estenuanti…almeno avessero affogato Alemanno…
Il tempo di tornare in corsa e scopriamo che le
decisioni nel nostro Paese non si prendono più a Montecitorio, Castel Madama o
Palazzo Chigi, ma a Villa San Martino di Arcore. Tanto vale che l’armata Pdl si trasferisca
con tutte le sue truppe cammellate in Brianza.
Il tempo di abituarci all’idea e cambia di nuovo
tutto: d’ora in avanti si prenderanno a Francoforte. Eccheccazzo…
Svegliarsi con le notizie del giornale radio diventa un vero
piacere...ci si chiede 'ndo cazzo stanno 'sti marziani che avrebbero dovuto
invadere il pianeta? E' dagli anni cinquanta che li aspettiamo! Devono aver
subodorato l'arrivo di Bossi, Tremonti e Berlusconi e hanno modificato piano di
volo, dirigendosi poi, a tutta birra, verso un'altra galassia.
Il mal di denti, nonostante le cure di mani di fata, non mi passa,
subentra anche una forte emicrania, ma, in compenso, mi rode il culo. Come
potrebbe essere altrimenti?
Mi consolo con le prime uscite della nuova Roma a stelle e strisce,
allenata dal 20 giugno da Luis Enrique: è curiosa, ma mi piace. Tichitita, tichitita, tutti passaggi
sullo stretto, non si arriva mai in porta e non si vince una partita che è una,
loro un tiro in porta e portano a casa tre punti...dice che ci vuole tempo. Il
tifoso giallorosso è paziente. Aspetteremo.
Ancora un paio di notizie a rallegrarci il rientro: lo spostamento della
produzione Suv della Fiat, negli States, nella speranza che quel cazzaro,
incompetente e super pagato che indossa sempre lo stesso maglione si tolga
definitivamente dalle palle, e la proposta di carcere per gli evasori fiscali
sopra i 3 milioni di euro. C’è del buono. Casomai fosse approvata, che si
svuoti il parlamento non sarebbe più una speranza ma una certezza. Intanto
Dopo la pausa estiva riprende la mobilitazione di Cisl e
Uil sulla manovra finanziaria del governo. Dopo un sit-in davanti al Senato, i
due leader decidono di comune accordo di fare to to sul culetto a Tremonti e
invitano Berlusconi a inginocchiarsi sui ceci. “Ragazzacci! Sono cose che non
si fanno!” Tiene a precisare Bonanni, dopo aver indossato il maglione di
Marchionne. “Guarda che, se non la piantate, indico uno sciopero di un quarto
d’ora!” Gli fa eco, minaccioso, Angeletti. Marchionne approva, esce da Confindustria e si
accomoda alla Cisl.
E’ trascorsa anche l’estate e, per
l’ennesima volta, il popolo bue, pur potendo scegliere di ribellarsi, ha
mantenuto le cose come stanno. Nessuna reazione, nemmeno quella di cambiare
canale quando compare in video Ferrara.
Liberté, egalité, fratenité,
esplosero improvvise, quanto fugaci, più o meno tre secoli fa, nel cielo
d’Europa. Una brevissima apparizione. La libertà morì poco dopo suicida,
l’uguaglianza fu immediatamente ghigliottinata, la fraternità, memore di quanto
ne aveva fatto, sin dall’alba dei tempi, Caino, nessuno la prese mai davvero
sul serio. Temo si vada verso una nuova guerra. Del resto è un po’ che i
guerrafondai non fanno più affari nel vecchio continente. Devono mangiare pure
loro. E’ vero, il pianeta è grande e guadagnano alla grande in giro per il
mondo, ma vuoi mettere una bel conflitto mondiale.
Oggi i colonizzatori importano
diamanti e petrolio, esportando in cambio civiltà, la loro. I mercenari,
invece, che, come allora, non lavorano gratis, si fanno chiamare portatori di
pace. Cambiano i nomi, non la sostanza.
Ben 2.777 civili sono morti in Afghanistan solo nel 2010. Molto meglio essere
cinici che ipocriti.
Mia madre, se fosse ancora qui,
obietterebbe che non dovrei avercela con i nostri soldati: sono poveri ragazzi
che vanno in guerra, lontano dalle loro famiglie, per guadagnarsi il pane. Io
resto dell’idea che siano dei mercenari, avventurieri spesso esaltati, non ci
si guadagna il pane con un fucile, soprattutto in casa d’altri.
Ma con Fernandella è sempre stato
così, io dicevo bianco, lei nero. Non è colpa dei figli se non ci si piglia coi
genitori, è l’inevitabile scontro generazionale.
Così come nessuno di noi è responsabile di essere nato, c’è
poco da fare, come la metti la metti non è dipeso da noi. In grandissima parte i figli nascono
per distrazione, per omissione, per voglia, qualcuno per amore. Io mi sento di far parte di questi
privilegiati. Per questo continuo ad amare i miei genitori, con in quali, lo
ammetto, finché sono rimasti al mondo, non tutto è andato nel migliore dei
modi. Ma qualche screzio ci sta quando si vive insieme, figuriamoci quando ci
si separa.
Non ci si
vede spesso, sono un figlio distratto, l’ammetto, non vado a trovarli quasi mai.
Un errore. Ho idea che, dopo tutto il tempo trascorso col Principale, abbiano
diverse risposte e qualcosa di nuovo da potermi insegnare.
Mio padre invece avrebbe avuto più giudizio, è sempre stato più
flessibile. A meno che non si trattasse della sua vita. Mi sembra di sentirlo:
rispetta l’individualità di ciascuno, le sue opinioni. Ascolta con attenzione,
mettendoti al suo posto, se necessario, e senza importi mai. Non essere ottuso,
sii flessibile. Prendi ognuno così com’è, ti piaccia o non ti piaccia. Impara a
piegarti ai caratteri, quando non c’è via di uscita. E’ la
sua vita, non la tua. L’arrendevolezza non è un difetto, bensì una qualità. Non
essere esclusivo, quando non sei convinto dissimula il tuo malcontento. Cerca
la semplicità e non sembrare più stupido o ironico di quel che sei. Poniti con
chi ti è di fronte, considerando il luogo, i tempi, il sesso, le circostanze e
l’età.
In altre
parole non rompere troppo i coglioni e fatti i cazzi tua. Un grande.
E mentre pensi e
ripensi, sei quasi pronto per uscire, fai un salto in cucina per finire il
goccio di caffè rimasto nella moka e trovi l'alluvione del Polesine .....che
allegria. Ci mancava la lavatrice incontinente. Tiri su i pantaloni, prendi lo
straccio e raccogli tutta l’acqua, prima che intervenga la protezione civile.
Tuttavia, nonostante le precauzioni prese, i jeans sono tutti bagnati. Torni in
camera da letto, apri l’armadio e provi quel paio di pantaloni rimasti sulla
stampella per almeno tre stagioni. La dieta ha funzionato e dopo quindici
giorni di fame nera, rientrare in quella taglia non ha prezzo.
E’ autunno, finalmente le maniche lunghe e un taschino dove sistemare il
telefonino.
Negli uffici di statistica devono pur giustificare gli stipendi per il
personale, me ce mancava il modulo da compila' per il censimento... siccome non
c'ho un cazzo da fare...ma tocca riempirlo, oltretutto online, in caso
contrario l’Istat minaccia fuoco e fiamme.
Meno male che, alla fine, è ‘na cazzata. Me la cavo in poco più di dieci
minuti. Va be', finito, è ora di uscire, ottobre è un mese pieno d’incassi, per
fortuna. La borsa è pronta, gli occhiali li ho presi, è ora,
vado...'azz...stavo dimenticando il passamontagna...
Mi fermo al bar sotto casa, un deca prima di saltare in sella, dal
televisore piazzato sulla parete di fronte al bancone, Trichet tuona: “Tagliare pensioni e stipendi in nome della
plutocrazia e della Santa Alleanza! E
non fatemi incazzare!” Caffè amaro.
Infilo la chiave nella serratura della porticina del vano moto, non si
apre, l’ho già capito, sarà una giornataccia…c’ho Mercurio in opposizione,
l’outlook negativo e la rata di mutuo in scadenza. Finalmente lo scatto, una
pedata e la porta di lamiera si spalanca. Almeno l’Honda fa il bravo, si
accende subito, il solito colpo di reni per oltrepassare il gradino e sono
fuori a respirare gas di scarico e polveri sottili assortite. Trotterello verso via dei Prati Fiscali, e lì
mi fermo, di nuovo in coda, è il solito delirio, per di più la strada è troppo
stretta e i pochi varchi accessibili sono presidiati dagli automobilisti più
indisciplinati. Passato il ponticello,
il traffico pare meno intenso. La freccia a sinistra, un’occhiata per vedere se
quello dietro mi fa inserire, un colpetto al freno perché il tizio della Golf
davanti inchioda per sporgersi e mandare a fare in culo la tipa che si aggiusta
il rossetto sulla Clio rossa, e
finalmente riesco a dare gas, per infilare via del Foro Italico. Da lì in
avanti sarà una passeggiata.
Piazza Irnerio, comunque, è lontana, ho tutto il tempo per mettermi a
pensare. Ormai, lo sapete, l’esseacca
è il mio pensatoio preferito, l’unico dove nessuno può interrompermi…sempre non
squilli il telefonino. Guardo la data sul tabellone luminoso che mi sfila
accanto, mentre accelero verso la lunga galleria che sfocia all’altezza della
tribuna Monte Mario: è il 30 settembre, già, il 30 settembre, il pensiero
ritorna a quella sera e mi ritrovo a parlare con mio padre.
Ciao papà, con oggi sono venti tondi, tondi, stai ancora incazzato con
me perché quella sera, invece di chiamare un’ambulanza con un medico a bordo ho
omesso quest’ultimo, piccolo particolare? Capirai che non è mia la colpa, ero
inesperto, non potevo certo sapere che, se non
fosse stato loro precisato, avrebbero caricato un idraulico. Del resto, da allora, le cose non è che siano
cambiate molto, nei pronto soccorso si continua a morire in attesa. I più
fortunati invece tirano le cuoia in corsia. Giusto
stamattina ho sentito alla radio che è stata depositata l’istanza di fallimento
del San Raffaele di Milano, ho idea si siano mangiati tutto gli amministratori,
adesso c’è una cordata in atto per farlo fallire di nuovo.
Te ne sei
andato poco prima di tangentopoli, e ti ricordo già incazzato come un toro, mi
domando come reagiresti alle malefatte de ‘sti moriammazzati, come li
chiameresti tu.
P.S.
Ottobre, tempo di pulizia, frugando in cantina in cerca di circolari, mi
capita sotto mano un vecchio libro. Una citazione in terza di copertina: “La grande politica è quella delle
risoluzioni audaci.” Firmato Camillo Benso conte di Cavour. La dedicherei
agli attuali cacasotto della politica nostrana, pavidi ragionieri che sanno
solo far di conto, parlare di statistiche e nascondersi all’ombra della
speculazione.
Intanto Marchionne
fa i miracoli meglio di Cristo, vende meno auto ma diventa sempre più ricco. E
il bello è che i sindacati ancora si confrontano co’ ‘sti soggetti. E c’è di
peggio, Umberto Bossi smette i panni di capo di dicastero per indossare quelli
di un separatista ceceno in crisi d’astinenza.
Ma, dico io, che razza di persona è quella che fa il ministro della
Repubblica Italiana e allo stesso tempo incita alla liberazione della Padania?
Tuttavia, fin qui, posso anche capire, magari è scemo. Quello che invece mi
chiedo è come gli si possano consentire simili incoerenze, lasciandolo su quella poltrona …ma Napolitano
dov’è? Che lo pagamo a fa’? Domanda ancora più scema…concordo.
Andiamo avanti. L’ho sempre detto, tieni un diario e un bel giorno sarà
lui a tenere te.
In quei giorni ancora molto caldi, nonostante la stagione, una delle
prove più impegnative che deve affrontare l’italiano è l’impostazione dei
canali per il digitale terrestre. Lo compri, lo imposti, si sfascia dopo una
settimana. Lo ricompri, memorizzi di nuovo i canali, dopo aver conseguito la
necessaria laurea, e ogni dieci minuti se li riperde tutti quanti di nuovo. Ma
vaffanculo! La piaga dilaga rapidamente, tanto che già ai primi di ottobre si
organizzano le prime comunità di recupero per teleutenti schizzati. Oltretutto
quello che trasmettono in tv non aiuta a calmare gli animi. I giornalisti
televisivi scoprono l’acqua calda e c’informano che l’Inps è un’associazione a
delinquere. Saldi in attivo e affari d’oro…lo credo bene, nel giro di qualche anno, grazie ai contributi dei precari
che entreranno a pieno regime, senza speranza, tra l’altro, di riavere indietro un solo euro,
incasseranno soltanto, senza dover più sborsare un solo centesimo. Che geni
‘sti top manager… la previdenza muta in società per azioni, e, non avendo più
un cazzo da fere, indossa il doppiopetto, prende la sua brava calcolatrice e comincia
a erogare prestiti o a comunicare i soggetti a rischio insolvenza a
Equitalia. “Se i precari sapessero la verità sulle loro
pensioni rischieremmo una rivolta”.“Se dovessimo dare la simulazione della
pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale.Sono
considerazioni del Presidente Antonio Mastropasqua. Mi pare che possa bastare.
Divertenti, poi, a Mi manda Rai
Tre, fingono di scandalizzarsi per le rapine dell’Inps, ma senza calcare
troppo la mano, del resto pare sia tutto a norma di Legge. Ecco, questa è
esattamente l’evoluzione della P2: il potere si finge indignato di se stesso
per spiazzare il cittadino. Semplicissimo metodo per mettercelo al culo quello
di darci in mano un’arma già spuntata in partenza.
Che razza di bastardi. Il periodo d’oro della politica è stato quello
tra i cinquanta e i sessanta, segretari di partito, magari ladri, ma comunque
capaci, persino qualche statista di razza, poi, all’improvviso, se ne son perse
le tracce…solo merda per quarant’anni. E c’è ancora chi incensa molti di questi
incompetenti arruffoni…magari fossero solo banditi e puttanieri. Nella
mediocrità di questo nostro Paese alla frutta, non ci sono delinquenti come si
deve, né persone davvero oneste, ma quel che fa più pensare è che non c’è più nemmeno
chi chiama delinquente un delinquente.
Sì, lo
ammetto, sono polemico, tutte ‘ste notizie da vomito non le reggo. Per non pensarci ho anche cercato di annegare
nell’alcol i miei guai, salvo poi scoprire che sanno nuotare. Bhò, sarà ‘sto
caldo fuori stagione, il fatto che dopo trent’anni me so’ stufato de fa
conteggi, chiede soldi alla gente e legge’ circolari, ma c’ho ‘na stanchezza
addosso che levate. Anche per questo, indignato al punto giusto, il 15 ottobre
ho deciso di scendere in piazza.
Un grande corteo. Una marea di gente che ha invaso le strade del centro.
Ci voleva! Bello, cazzo, bello e
cazzutissimamente rosso! Sebbene fossimo in tanti, non avremmo comunque
combinato granché, era evidente che l’onda si sarebbe fermata sul bagnasciuga, un
po’ di risacca, niente di più. Per fortuna, però, tra noi c’erano pure ragazzi
molto più incazzati. Indossavano caschi
e giacconi neri, ma questo è un dettaglio. Hanno sfasciato vetrine e incendiato
auto e caserme. Una rivoluzione vera, non la solita avvilente rassegna di
cartelli e striscioni, accompagnata da balli, slogan e fischietti.
Poco dopo ecco spuntare fuori dalle loro tane i nostalgici della legge
Reale, ma guarda un po' che combinazione. Devastano la vita di migliaia di
famiglie ogni giorno e fingono d’indignarsi per due macchine arrostite e
quattro vetrine infrante. Ma davvero
credono di prenderci tutti quanti per i fondelli? Sapevano benissimo come
stavano le cose e li hanno lasciati fare. Accendere la miccia
per poi spegnerla, prima che dia fuoco alle polveri, atteggiandosi così a
salvatori della patria. Si chiama strategia della tensione. Una vecchia tattica
da prima repubblica che non inganna più nessuno. Sarà compito molto più arduo,
quando si troveranno di fronte la piazza incazzata sul serio e non uno sparuto
gruppo di mercenari, magari pure a libro paga.
Il fuoco
della rivolta divampa ormai dovunque, soprattutto tra i disoccupati e gli
indebitati risucchiati dal buco nero dell’Euro zona. Tg1, Tg2, Tg5, tutti imbarazzatissimi, non sanno più come fare a
nascondere quanto accade in Grecia, anche i redattori tengono famiglia. Qualche
rete si limita a un rapido accenno, senza nemmeno un’immagine, altri, più
ardimentosi, mostrano un video amatoriale di circa un
minuto. Anche meno. Stesse scene di guerriglia, solo che quello di Atene è il
malcontento della gente, quella di Roma solo la cieca e assurda violenza dei
black bloc…altro che informazione bavaglio, questa è propaganda di regime.
Questo
2011 verrà ricordato per la raffica di porcherie che stanno mettendo a segno
una dopo l’altra. Non voglio sembrare un vecchio pedante, ma vi assicuro che in
centocinquanta anni non abbiamo mai avuto politici tanto scarsi. Nella manovra
d’autunno licenziamenti più facili con gli accordi aziendali, esattamente
quello di cui avevamo bisogno, Marchionne docet. Ma 'ndo vivono 'ste teste de
cazzo? E adesso vediamo se il sindacato tira fuori davvero le palle o è
complice della plutocrazia di banche e multinazionali...altra domanda inutile.
Nessuno diventa ricco vivendo
onestamente del proprio lavoro, quando ci convinceremo di questa semplice,
inconfutabile verità, impedendo ai milionari anche solo di aprire bocca,
allora, forse, comincerà a cambiare qualcosa. Nessun compromesso di sorta. Non
ci si confronta con i banditi, altrimenti si è complici. E’ ora che sindacati
non ancora collusi, augurandoci ce ne sia ancora qualcuno, ne traggano le
debite conclusioni, disertando qualsiasi piattaforma di accordo, finché non
verrà restituita dignità al lavoro, e indicendo, magari, uno sciopero generale
serio che blocchi il Paese per settimane. Non dategli retta, con la storiella
del patto di responsabilità nazionale contro la crisi mondiale c’è chi lo
appoggia e chi spinge.
All’ex sindaco Veltroni, 51 anni, 9 mila euro di pensione. Basta
co’ 'sta gente, non dovrebbe più nemmeno aprire bocca, ringraziassero Dio che
siamo un popolo di coglioni e non li pigliamo a calci in culo, ma, cazzo,
almeno chiudessero il becco!
Come no…ecco di nuovo Berlusconi, insiste: “In
Italia la crisi non si sente”. Io sono per la dispersione della stupidità.
Non va bene che si concentri tutta in un solo essere.
E Ferrara? Non ce posso crede’ che, pe’ quei
cinque minuti de cazzate che strombazza ogni sera, possano pagarlo 3000 euro a
puntata…se poi penso che li pigliano pure dal mio canone me vie’ da piagne’.
E infine la ciliegina sulla torta: la sinistra candida
Montezemolo! Ecco
finalmente l'uomo della provvidenza che stavamo affannosamente cercando! Che
poi in genere uno col doppio cognome è ladro come uno col doppio incarico di
amministratore delegato, non gli basta rubare, deve strafare. Sorridiamo, ci si
scherza…non possiamo nemmeno lontanamente immaginare quello che ci aspetta tra
meno di un mese.
Altrove, sì, che si fa sul serio. Continua la lotta del popolo
greco, il referendum indetto sul piano degli aiuti minaccia una nuova
crisi nell’eurozona. Capta ferum victorem cepit. Questo è un Paese sovrano e civile.
Purtroppo, a fermarlo, anche lì la polizia. La stessa che qualche giorno dopo,
a Roma, frena l’indignazione dei nostri ragazzi. Gli eroi delle forze
dell'ordine contro la temibile armata dei liceali, titolano le prime pagine.
Cazzate. Niente di che, un po’ di tensione e qualche contuso da una parte e
dall’altra, la nuova generazione non è ancora abbastanza incazzata.
Fannulloni che non hanno voglia di studiare, sentenziano i
picchiapetto. Lasciamoli dire. Pupazzi. Del resto la differenza fra un picchiapetto e una puttana sta
nel fatto che, dopo una rigorosa rieducazione e un faticoso reinserimento nella
società, la puttana può appendere le mutandine al chiodo e diventare una
persona perbene, mentre non può fare lo stesso il picchiapetto che, stronzo nel
profondo dell’animo, sempre stronzo resterà.
Guai grossi anche alla Serpentara, in casa
siamo tutti preoccupati e sto seriamente pensando di cedere la paternità di
Gabriele. Un tempo lupetto, iscrivendosi alla squadra denominata S.S. Lazio
Basket, con tanto di colore bianco celeste e aquila sulla maglia, ha infangato
il buon nome della famiglia, tradito
Per la preoccupazione sono stato anche molto male. Incubo biancoceleste.
Ho smesso di mangiare cacio, ho smesso di bere vino, ho smesso di guardare
Oltretutto mi rode particolarmente per quanto sta accadendo da qualche
giorno all’interno della mia casella postale, devo aver sbadatamente indicato
la mia data di nascita in qualche sito e adesso fioccano ogni giorno
proposte sempre più irritanti: capisco
possano spedirmi via mail la pubblicità per il viagra, ma adesso pure il
montascale automatico… annassero un po’ a fanculo…
A novembre sale lo spread che nessuno di noi,
prima che ce lo presentassero, aveva idea che faccia avesse, e, davanti alle
vetrine delle banche, i terminali danno in tempo reale le variazioni dei titoli
in borsa. Un disastro monetario. Il nano aveva rubato, sparato cazzate e stuprato
minorenni e nessuno aveva avuto da ridire, ora invece il debito pubblico sale
alle stelle e
Si fanno i primi nomi, Napolitano toglie il
pannolone e indossa l’abito blu delle feste. Qualcuno avanza la candidatura di
Amato…certo che se
davvero dovesse rispuntare sarebbe tutta da ridere. La scampiamo per un pelo.
Comunque serve un tecnico. Quello della lavatrice? Sì…magari…
L’ultimo governo tecnico, imbottito di professoroni e del tutto privo di
democrazia, guidato da Ciampi nel 1993, inaugurò la devastante stagione della
seconda Repubblica e spianò la strada all’unto del Signore, aspettiamo tutti,
assai preoccupati, di vedere chi sarà il
prossimo a scendere in campo per farci il culo …Luca Luca, Sergione, Monti? Per
quanto…i tempi sono ormai cambiati e non è poi più così necessario esporsi, i
manutengoli dei poteri forti possono tranquillamente manovrare anche
restandosene nell’ombra.
Fuori non c’è più quella luce, a volte accecante, altre anche solo
appena sufficiente, ma che comunque t’indicava la via. Magari quella sbagliata,
ma da qualche parte ti portava. Comincio a pensare che, presto, questa eterna
penombra ci accecherà tutti quanti.
Meno male che ad allentare la tensione nella Capitale ci pensa
l’alta pressione che ci regala giornate splendide anche a novembre, altrimenti
ci sarebbe di che deprimersi davvero. Non c'è niente da fare, Roma è speciale, altro che autunno,
cielo terso e temperature miti. Esplode una primavera fuori stagione.
E poco dopo esplode anche il bubbone. Mario Monti sale al Quirinale,
tempi rapidissimi per le consultazioni e il governo è servito. Tutti d’accordo.
Lo impone l’Europa. No, non quella dei
popoli, quella delle banche. Subito, prima che il nuovo presidente del
consiglio e i suoi accoliti ci mettano le mani, i due rami del Parlamento
salvano la pensione, la loro ovviamente. Adesso potranno avallare tutti
insieme, “responsabilmente”, la nomina del cane da guardia della Bce, per farla
togliere a noi.
Ma che bello! Tutti quanti in piazza a ballare e festeggiare. Che dire?
Per quanto si possa curiosare per il pianeta ho idea che un popolo più coglione
del nostro sia davvero difficile trovarlo…
I portavoce ribadiscono: ce lo chiede l’Europa. Fino a un mese fa il
novanta per cento degli italiani nemmeno sapeva cosa fosse lo spread, in poche
settimane è diventato l’uomo nero…ma io mi sento tranquillo, è tutto fumo negli
occhi de ‘sti cazzari che non c’avevano sottomano manco uno straccio di
terrorista per spaventarci e poter così chiedere la coesione nazionale. Chi non
riusciva a pagare il mutuo prima, non riuscirà a pagarlo manco adesso…va be',
se non altro adesso avremo un po' di passera anche al governo...
Non cambierà niente. Lo sappiamo tutti quanti. Basta leggere tra le
righe delle dichiarazioni dei vari leader per avere un'idea della linea di
continuità col precedente governo. Lo credo che tutti appoggino il nuovo
esecutivo, tutti coesi nel mettercelo in culo. Unica nota positiva l'esclusione
dalla stanza dei bottoni di un aberrante controsenso istituzionale come
Poche ore e
cominciamo a conoscere i titolari dei vari dicasteri. Elsa Fornero su tutti. E’
lei che ci allieta le serate. Da "più gnocca per tutti" a "contributivo per
tutti!" Da “lacrime e sangue” a “cose poco gradevoli”. Bisogna riconoscere
che un progresso c’è stato, tutt’altro stile, questi almeno usano la vasellina.
E poi, cazzo, finalmente qualcuno che vuole
completare e aggiornare la riforma Dini del 95…un po’ di entusiasmo
ragazzi…lasciatela lavorare e, se tanto mi da tanto, presto andremo anche tutti
quanti noi, come lui, in pensione con 40.000 euro al mese!
A
toglierci ogni illusione sulle riforme che potrà attuare il governo
Preoccupazioni
che non toccheranno, in ordine d’irrilevanza, i seguenti padri della patria: Giuliano Amato (31.400 euro lordi al mese, cioè 9363
come parlamentare e 22048, grazie a un meccanismo utilizzato solo da lui e
pochi altri; Oscar Luigi Scalfaro (4766 euro netti per tre anni da magistrato,
che si vanno a sommare al vitalizio da parlamentare; Romano Prodi (tre pensioni di Bankitalia, più una
dell’Inps, per oltre 30 mila euro al mese); Carlo Azeglio Ciampi (due pensioni
di Bankitalia più una dell’Inps, per oltre 30mila euro al mese); Lamberto Dini,
il premier della riforma del 1995, due ricche pensioni: una da Bankitalia
(circa 18mila euro al mese) e una dall’Inps (circa 7000 mila euro al mese) per
un totale di 25mila euro, che poi somma con l’indennità da senatore, arrivando
a ricevere dalle casse dello Stato (anno 2008) la bellezza di 521.682 euro.
Me vojo ammazza'
co' 'na treccia de bufala!
Guardo il tg e continuo a non comprendere l’atteggiamento del Pd, liberarsi
di un Berlusconi per affidarsi a un cazzo di Monti, invece di andare di corsa
al voto…o forse è fin troppo chiaro, si cacano sotto, non se la sentono di
governare, perché si rendono conto che non so’ capaci. Altro che senso di
responsabilità. Triste dover ammettere che il centro sinistra, pur di liberarsi
di Berlusconi, avrebbe accettato chiunque da mettere al suo posto, persino
Marchionne.
Va be’, al lavoro adesso, c’è l’acconto di novembre che incombe, bisogna
andare a raccattare il pizzo da versare all’usuraio di Stato, mentre il genio
griffato Bocconi è giusto in partenza per ricevere ordini e istruzioni
direttamente dalla Cupola di Francoforte.
Torni al vecchio quartiere, la banca è sempre lì, non vale la pena
cambiare strozzino, con quello nuovo non cambierebbe niente, un ritocco al
tasso debitore, una spuntata al massimo scoperto e, nel giro di tre mesi, ti
troveresti con la stessa cravatta di prima.
Il cassiere ti aspetta a piazza Gimma, ma prima devi incassare una
polizza a via Felice Anerio. Parcheggi all’incrocio col mercato di via Fara
Sabina. Sì, proprio quello dove andavo con mia madre da bambino. Lo ricorderete
senz’altro. Ti guardi attorno e ti accorgi che non si muove più una paglia,
tutto fermo, immobile, silenzio da sacrestia, ‘na pena…entri in un bar, passi
davanti al fioraio d'angolo, sbirci la vetrina del vecchio emporio, ovunque
solo occhi a mandorla. Non che non siano simpatici, per carità, anche molto
gentili, ma quel che ti chiedi è…ma er sor Pietro, la sora Rosa, Alvaro er
macellaro …‘ndo cazzo so’ finiti?
Passo davanti alla vecchia Bnl di viale Somalia, dove andavo agli inizi
della carriera per la rimessa a Norditalia, e il pensiero torna al rosso del
mio conto in banca e alla rata del mutuo in scadenza ogni venti del mese. Mi
titilla la pubblicità di Conto Arancio. L’offerta è allettante. In giro si
parla di portabilità del mutuo a costo zero. Non ci credo, ma provare non costa
niente. Appena a casa, provo un prospetto di mutuo.
Divertitevi anche voi…simulate un
preventivo, ripetendo l’operazione a distanza di qualche giorno. Io l’ho fatto.
Dopo un mese la rata era aumentata di 50 €, trascorsa una settimana di altre 60
e nelle ventiquattrore successive di ulteriori 80. Ma io, non contento -
magari, ho pensato, non avevo fatto le cose per benino - mi sono recato,
qualche giorno dopo, direttamente a una filiale, tanto pubblicizzata in questi
giorni sui media , per scoprire che, in nottata, l’esborso mensile era salito
di altre 30 €. per un totale, in un solo mese di circa 160,00 euro.
Bene,
considerato che, una volta avviata l’istruttoria, passano più o meno sessanta
giorni dalla stipula, una rata preventivata di 1500,00 euro può anche diventare
di 2000,00, senza che ci sia la possibilità di bloccarla, e, una volta firmato,
ve la pigliate in quel posto. Dipende, tra l’altro, dal famigerato Spread che,
soprattutto in questo particolare periodo, ci allieta le giornate, e varia, al
momento, in funzione di quante volte
OK, e
adesso veniamo al sodo, il professor Monti, appena eletto, provvidenzialmente, senatore, nella vita
precedente non faceva l'agricoltore, ma è stato uno dei principali artefici di
tali mostruosità speculative, un giochino finanziario sulla pelle della gente.
Va da sé che affidargli
Poi trovi un libro del
Eppure anche il giorno dopo mi
sveglio pieno di aspettative. Mi sveglio e penso. Al solito. Buongiorno a chi si è svegliato di buon umore e
a chi non ha dormito affatto. Buongiorno a chi affronta la giornata con
l’entusiasmo di un bambino e a chi, appena aperti gli occhi, vorrebbe già
richiuderli per non pensare. Buongiorno a chi sorseggia lentamente il suo caffè
osservando dalla cornice della finestra l’orizzonte, in cerca di una ragione
appena plausibile per non tornarsene subito a letto. Buongiorno a chi
sorride…nonostante tutto. Ieri è ormai andato, domani è di là da venire,
abbiamo soltanto oggi, vediamo quindi di farne buon uso.
Mentre mi rado, accendo l’emmepitre e mi sintonizzo su Radio 24, Focus
Economia ci avverte che è in arrivo un bel pacchetto dono da mettere sotto
l’albero…certo che se cercavamo qualcuno che di economia e politica non ci
capisce un cazzo l’abbiamo trovato! Vuoi vedere che, dopo aver rivalutato i
notabili corrotti della prima repubblica, adesso rimpiangeremo pure il bandito.
Ma c’è di peggio: “I
passi avanti dell’Europa sono cessioni di parti delle sovranità nazionali a un
livello comunitario”. A pronunciare questa perla di saggezza è sempre lui, il
sobrio, quello che
percepisce le pensioni di ex professore della Bocconi, di ex commissario
europeo, oltre agli emolumenti in qualità di senatore a vita e di ministro, per
un totale di circa 80.000 euro al mese. Mica pizza e fichi.
Ora comincia a prendere provvedimenti anche
nei confronti della casta politica, finora scarsamente o quasi per niente
sfiorata dai tagli economici, e ha deciso di rinunciare a tutto questo,
compresi dieci appartamenti, sei garage, tre negozi, due magazzini e un
ufficio, accontentandosi di 2000 euro al mese, benefit e pannoloni inclusi.
Tutto questo in nome dell’etica, ma, soprattutto, per dare il buon esempio agli
italiani.
In quanto
alle magre prebende quale consulente anziano alla Bocconi e Advisor emerito di
Goldman Sachs, trattandosi di briciole, come del resto quelle relativa alle
cariche di presidente europeo della commissione Trilaterale e di presidente
onorario del centro studi di economia internazionale Bruegel, ha deciso di
farne dono ai fedeli di San Precario. E poi, cazzo, viaggia in Lancia Thesis,
mica su un Audi! Dovreste capirlo, se ha deciso di rovinarci lo fa per il
nostro bene, per cui non fate i disfattisti. Pregate per lui e la nostra
salvezza…Mario Monti, uno di noi!
A parte gli scherzi, sembra che intenda davvero rinunciare alla
paghetta: il Parlamento applaude e
Altre
parole al vento. Il vendicativo dio Spread
incombe e la gente si caca sotto, temendo di perdere i sudati risparmi,
senza rendersi conto che tra un po’, i pochi fortunati che hanno qualche Bot o
Cct e un conto ancora in attivo in banca, si ritroveranno comunque con mucchi
di carta straccia.
Si comincia…giusto
a due passi dal Natale, il governo Monti, trasferendo il debito dalle banche al
contribuente, prepara il primo regalo per gli istituti di credito che, grati
per commissioni di bancomat, carte di credito e bonifici, oltre al non
secondario beneficio di poter lucrare architettando astuti giochini di valuta,
potranno continuare a ingrassare a nostre spese. Stretta
sulla tracciabilità dei pagamenti: abbassata a 1000 euro la soglia sotto la
quale le banche non possono mettere le mani. Terrorizzati evasori, ladri
e spacciatori, per la limitazione all'’uso del contante. Proprio così,
altro che tracciabilità delle operazioni finanziarie….il furbastro fa il gioco
dei compari banchieri: un bel tetto all’ uso del contante, così possono
allegramente lucrare su valuta e commissioni e giochicchiare con il
pallottoliere elettronico per fottersi carriolate di quattrini. Tutto a norma
di legge. Manovra, oltretutto, palesemente illegittima in violazione dell’ormai
rottamata carta costituzionale, con buona pace del collaborazionista che si
gira i pollici sul Colle.
Pochi
giorni al timone e la brava gente, anche quella che in buona fede aveva battuto
le mani al genio prestatoci dalla Bocconi, comincia a sentire puzza d’imbroglio
e comincia a rendersi conto che chi torchia
sempre gli stessi, precarizza il lavoro, non sa creare occupazione e, procrastinando
la quiescenza, non consente il ricambio generazionale, non è un insigne
economista ma un completo deficiente.
Molti sono ormai disperati, e non solo disoccupati e precari, ma anche
operai, impiegati e piccoli imprenditori. Non si vede la fine del tunnel.
Qualcuno perde la speranza e cominciano i suicidi. Ma il professore non si
scompone, pare siano in crescita in
tutta l’euro zona, la crisi economica tra le ragioni più frequenti. Del resto,
precisa, in Grecia sono molto più numerosi.
Nel mio girovagare tra vicoli reali e bit virtuali mi sono imbattuto
spesso contro qualcuno che si voleva tirare una palla in testa. Ci sono sempre
cento motivi per farlo, ma alla fine della fiera non riescono a trovarne
nemmeno uno plausibile per cui valga la pena sprecare
un proiettile. Continuano a recitare la commedia e, mentre si sentono morire
per una presunta ferita al cuore, si lamentano del mal di denti. E’ la vita
che, deridendoli, li richiama all’ordine e ricorda loro che hanno molti più
motivi per restare al mondo. Poi, per carità, lo sfigato che lo fa sul serio lo
si trova sempre…l’unica è augurarsi che tolga il disturbo da solo, senza
portarsi dietro chi non c’entra. Quelli, lo ammetto, mi fanno incazzare
parecchio…succede sempre più spesso che la disperazione dei padri si porti via
anche figli che devono ancora provare a starci a questo mondo. Magari male,
nessuno lo mette in dubbio, ma devono essere loro a decidere se restarci o
cercare un Paradiso altrove.
Guardo il
calendario, è l’11 dicembre, giusto vent’anni prima dodici topi di Palazzo, usurpando la sovranità popolare di altrettanti
paesi membri della CEE, adottano a Maastricht gli accordi sull’Unione economica
e monetaria, fissando così quelle regole che, proprio in questi giorni, ci
stanno portando alla rovina. E c’è ancora chi sostiene sia stato un buon
affare…per qualcuno senza dubbio.
E’ un giorno di
lotta, pare sia stato indetto uno sciopero di quelli epocali: per dieci minuti tutti i lavoratori dovranno
incrociare le braccia. Angeletti sembra perplesso, in effetti anche a Bonanni
sembra un po’ troppo, arriva
Il comparto
scolastico invece ha scioperato ieri. In uno strano modo, però. Curiosa la pretesa di astenersi dal lavoro delegando a terzi la
responsabilità di tale, imperdonabile, oltraggio alla Responsabilità
Nazionale. Di che parlo? Semplice, mio figlio, opportunamente avvisato dai professori
che avrebbe fatto un viaggio inutile,
non è andato a scuola, ora però, sul libretto delle giustificazioni,
occorrerebbe indicare un altro motivo, magari la tradizionalre lieve
indisposizione. Com’è? Paura che Profumo s’incazzi? Vallo a sapere…
In compenso su
internet programmi d'agenzia out, non funziona niente. Anche il silicio avrà
aderito allo sciopero, penso, o magari è
la solita anomalia di rete. Davvero triste dover dipendere da una massa
di bit schizzati e capricciosi. Peccato, perché stamattina non ho molti giri da
fare, a questo punto aspetto che torni la linea e mi guardo ‘sto film tanto
osannato dalla critica. Macché, mi piglia la cecagna, bhò, sarò limitato, ma è la seconda
volta che provo a vedere Gomorra e
non so’ arrivato manco a metà …du’ palle…
Passano i giorni e arriva un altro lunedì mattina, piove,
Meno male che in tv, nel consueto spazio d’intrattenimento
mattutino, c’è Annarella che, senza tanti giri di parole, dichiara: “Prima devo sputa’ in faccia a Berlusconi e
poi me moro…” Non deve
essersi accorta che, nel frattempo, il nano ha passato la mano. Ora, non so se
il fatto che Monti non capisca un cazzo possa, almeno in parte, giustificarlo,
in ogni caso, dovesse passarmi accanto, bocca a cuoricino e labbra umettate, a
lui ci penso io, così li abbiamo sistemati tutti e due.
Il servizio successivo riguarda
Tra tante
sciagure c’è anche qualche bella notizia, la bella topa accanto al politico di
turno, camicetta celeste con le maniche corte, sussurra che verrà messo un
tetto agli stipendi dei manager pubblici, è
una vendetta dei parlamentari, fa lui.
Bello, penso, sorseggiando il mio terzo caffè, che finalmente si
scannino tra di loro.
Cambio
canale, c’è la pubblicità. Su Rai tre, a un congresso di teste fine, Monti
parla in inglese, forte imbarazzo in sala. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi
circa la scomparsa dell'Italia dalla cartina politica del pianeta…
Poi dice
che uno si butta a sinistra….già, ma quale? Sapessi almeno dov’è finita.
Eppure, tra tanti corifei al seguito del governo di responsabilità nazionale,
si distingue, su la 7, netta e senza sfumature, la voce del segretario Fiom.
Grandissimo Landini! Finalmente uno che parla chiaro! Ce ne vorrebbero, cazzo!
Finisce il
servizio, il programma viene interrotto dai consigli per gli acquisti, ho
finito di stendere, spengo la tv, è ora di uscire. Cartellette, tariffe, calcolatrice e penna
nella borsa, passamontagna lavato e stirato, sono pronto per nuove rapine. In
sella, si parte.
Fuori si gela, ma
mi tocca salire in moto lo stesso, non so se je la faccio...mi cigolano
cuscinetti di grasso e articolazioni, forse la ruzza, me sa che sto a diventa'
vecchio... continua a piovere, in giro c’è poca gente, l’asfalto è già pieno di
buche che si riempiono d’acqua.
L’anno è all’ultima curva prima del traguardo, sei stanco e sfiduciato,
ma tieni ancora bene la strada, è la metafora della vita: ti accorgi di aver finalmente
raggiunto maturità e consapevolezza quando ti va tutto di merda e sei contento
lo stesso.
Non tutti però hanno la mia stessa fortuna, c’è ancora chi crede
ai diritti acquisiti e li pretende. Che gente! Leggo sul giornale, un
trafiletto in cronaca, la storia di un pazzo. Pare si sia avventato contro il computer dell'addetta
allo sportello dell'Inps di Parma e lo abbia distrutto a martellate, imprecando
contro la manovra Monti che lo avrebbe obbligato a ritardare la tanto agognata
pensione. A compiere il gesto è stato un sessantenne
parmigiano, ora denunciato per danneggiamento, a cui è stato comunicato che la
recente riforma avrebbe ritardato la sua pensione. Lunedì scorso l'uomo è
arrivato nella sede parmigiana dell'istituto di previdenza, ha ritirato il suo
numero e si è seduto in sala di attesa. Poi, una volta scattato il suo turno,
si è avvicinato allo sportello, ha salutato l'addetta e, a quel punto ha
sfoderato un martello dalla tasca e ha iniziato a colpire il computer di
servizio, distruggendo prima la tastiera e poi il monitor. Pochi secondi di
rabbia, con l'uomo che imprecava contro la manovra Monti che lo avrebbe
obbligato a lavorare ancora qualche anno e non solo per pochi giorni, poi è
intervenuta
Poveretto, è uno dei tanti che non
ha ancora capito che non ci sono più certezze, né diritti, è stato spazzato via
tutto, e non da Monti, ma da vent’anni di Seconda Repubblica.
Ma è meglio così. Se vuoi che la tua
vita non sia di una noia mortale, devi rimetterla continuamente in discussione,
arrivare al punto di sentire dentro di te una persona estranea che si introduce
in tutto quello che sei stato. Ti aiuterà a fare un po’ di pulizia e a
sistemare in un angolo solo quanto c’è da conservare. Solo così soddisferai la
tua curiosità di altrove, non rischierai di spegnerti e potrai affrontare,
senza paura, sempre nuove, eccitanti sfide. Il Welfare è morto, quando ti va di
cacca non puoi più contare sull’aiuto dello Stato, lo Stato è solo un padrone,
e dei peggiori.
Basta vedere come
si comporta chi dovrebbe rappresentarlo con chi è più debole. Mentre si
svolgevano i funerali per l’imprenditore morto suicida a Padova, l’ennesimo
strangolato da Mario Monti e compari, in concorso con l’amministrazione
pubblica che non onora i suoi debiti, fottendosene del lavoro altrui e avendo
poi anche la faccia di lucrare su tasse e
sanzioni per fatture mai pagate, il presidente dell’ex Repubblica Italiana
Giorgio Napolitano, anziché recarsi alle esequie per chiedere scusa a nome
dello Stato usuraio, presenziava alla registrazione del concerto di Natale
nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi. All’uscita avrebbe poi
commentato con i giornalisti il voto di venerdì sulla manovra del Governo
Monti, affermando che: "Il
Parlamento ha dato una grande prova." Del resto lui non è stato da
meno, stessa razza padrona. Poi, non contento, spara ancora cazzate: “Gli italiani hanno
ritrovato l’orgoglio”.
Ma che te
sei pippato? La gente ha bisogno di lavoro, stabilità e certezze per il futuro,
non di parole vuote, buttate così a casaccio. Straparli di orgoglio nazionale,
proprio tu che svendi il Paese, che dovresti rappresentare, alle sanguisughe
della Bce. Senti, facci la cortesia, torna a dormire e goditi la pensione.
Quirinale, dal latino Quirinalis, è uno dei colli di Roma e anche il
Palazzo che sorge sull’omonimo colle e, dal 1948, ospita la sede della
Presidenza della Repubblica. Era stato voluto da papa Gregorio nel 1574 come
residenza estiva per i pontefici, lontano dagli effluvi malsani delle paludi. Nel 1870 venne occupato dalle truppe di Vittorio Emanuele e
divenne residenza del re d’Italia. Ora c’è tornato papa Napolitano. Corsi e
ricorsi.
Intanto la settimana prenatalizia procede come da
copione, lavoro non troppo duro, considerato il periodo, per i grandi e vacanze
di fine anno per il piccolo. Fino alla nuova sera della Vigilia, questa volta
tutti ospiti di Aurora in via Collalto Sabino. La solita bellissima serata a
cui spero di non dover mai rinunciare. Sopravvissuti, poi, a Natale e Santo Stefano, c'infiliamo sfiniti sotto
le pezze, prima di affrontare la tirata finale.
Tra auguri,
panettoni e strette di mano c’è ancora tempo per qualche provvedimento e
annuncio a sorpresa. Geniale 'sto Pisapia: basta pagare e
a Milano l'aria si fa improvvisamente pulita! Che ce lo prestate? Monti
invece parla agli italiani: comprate Bot
e Cct. Questo è completamente scemo, l’alternativa è che viva su Marte, la
gente perde il lavoro, non sa più come pagare mutui e affitti, i più fortunati
arrivano al dieci del mese, e lui che fa? Invita all’acquisto in massa di carta
straccia…emblematico della gerontoplutocrazia al potere.
Grande, invece, Gino Strada a
Servizio Pubblico, parla come farebbe
qualsiasi cittadino assennato e onesto. Condivido in pieno, non è che ci
volesse una cordata di ricchi e sofisticati bocconiani, per seguire la nota
politica economica del principe Giovanni…che poi, quattrocentomila euro a Benigni per 15 minuti ...ma andate a fare in culo,
voi, lui e la crisi!
Dice che
bisogna tener fronte alla concorrenza che si fa sempre più spietata, è
l’economia globale, dobbiamo confrontarci con l’India,
Si parla,
intanto, sempre più spesso di bavaglio.
Notte
di San Silvestro, è mezzanotte, si stappa lo spumante e nel cielo del quartiere
i fuochi illuminano il cielo a giorno. Basta così, l’anno si chiude e so’
stanco, me ne vado a
letto…e domattina ninne sante almeno fino alle 9. Da domani sarà
Mi ficco nel lettone fresco di
bucato e porto la coperta fin sotto al naso, infilo la radiolina sotto al
cuscino e l’auricolare nell’orecchio, mi sintonizzo su radio radicale, subito buone notizie, dal primo gennaio scatteranno
gli aumenti: + 4,9% per l’elettricità, + 2,7% per il riscaldamento, +3,1 per i
pedaggi.
E tutto 'sto
teatrino dovevano fare per la solita rapina di fine anno…ma vaffanculo…
Dai primi, teneri vagiti, il nuovo anno non sembrerebbe poi tanto male,
bisognerà vedere come cresce mese per mese, evitando, per quanto possibile, di
guardare tiggi e leggere troppi giornali, abitudini che influenzerebbero il
nostro umore. Ma non è così semplice, l’informazione ci bombarda. Su radio,
televisione, internet, dappertutto, impazza l’incognita Monti. Sostituire un
bandito con un tiranno, che cazzo d’idea che c’ha avuto Napolitano…che poi ci
pensi appena un po’ e ti rendi conto che politici, industriali, assicuratori,
banchieri, non sono semplicemente avidi, ma anche molto, ma molto, stupidi: il
buon pastore, diceva Svetonio, deve tosare le pecore, non scorticarle.
Dalla sovranità parlamentare a quella dei mercati, un bel balzo in
avanti. Si prospetta una manovra lacrime e sangue. E’ troppo: nel mar
Mediterraneo vengono avvistati i primi gommoni di italiani diretti in Albania.
Ma il cagnolino della Bce è contento e corre, festante, a scodinzolare dai suoi
padroni di Francoforte. Siamo passati dal "mi consenta" al "se
posso"...risultato: tutti e due hanno fatto e fanno quello che cazzo
vogliono. Dalla padella nella brace.
Per
fortuna ci si diverte con la coppia Monti Sarkozy: se salta l’euro, a rischio
la pace. Sapevamo di avere un bravo comico a Palazzo Chigi, ma all'Eliseo ci
battono di sicuro…cazzari...
Non c’è nemmeno il
tempo per sorridere troppo per queste battute d’avanspettacolo, i guai ce li
abbiamo in casa, e grossi. Ragazzi senza lavoro, senza futuro, privati di ogni
dignità, costretti a elemosinare contratti a termine, baciando la mano al
proprio benefattore. Studenti perseguitati da professori altezzosi, ex precari
frustrati, che, insensibili e indifferenti, saltato ormai il fosso, in un’overdose di autostima
finalmente acquisita, salgono in cattedra e giudicano. Studenti lavoratori,
vessati da indecenti pizzi universitari, che tentano inutilmente di
diversificare turni d’ufficio e sessioni di esami, per non perdere il lavoro,
casomai il caporale lo venisse a sapere, e allo stesso tempo non indispettire
il docente di turno che, anziché comprendere e cercare di aiutarti, ti
consiglia, in tono sprezzante, d’iscriverti a un’università privata. Bastardi.
L’arroganza del sistema e la paura
di chi teme di perdere anche quelle poche opportunità, di alzare la voce contro
prepotenze e soprusi. A questo oppongo il sacrosanto diritto di ogni giovane a
costruirsi un domani, rispondendo a tanta violenza con pari, e, se necessaria,
maggiore violenza, alzando a palla i toni.
Generazione a perdere, una bomba
innescata, pronta a esplodere…e noi che facciamo? Ingaggiamo un drappello di
gerontocrati incapaci e pensiamo alle pensioni…simili teste di cazzo le
trovavamo a due soldi al chilo in qualsiasi mercato rionale.
Che poi il
bocconiano insiste pure, è completamente scemo, non sa tenere il becco chiuso:
“la
ricchezza è un valore” Ma che cazzo
dici? Quello è il benessere, coglione! Non lo sai che dove c’è un ricco ci sono
almeno cento poveri?
Nel suo dotto entourage c’è anche
chi, non arrivando comunque a superare il maestro, tenta di imitarlo: “Chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato”
afferma, tronfio e sprezzante, il viceministro Martone “dobbiamo far passare il messaggio che secchioni è bello.” Nessun commento, non ne vale la pena, solo un consiglio:
scopa ogni tanto...
Ma torniamo in zona Serpentara. La famigliola continua la vita di
sempre, Roby lavora come commesso nel noto centro commerciale Porta di Roma,
Alessandro, comprato e venduto a costo zero dalle varie agenzie interinali, è
sistemista alla Banca d’Italia, nei pressi di Vermicino, e Lety da il suo
prezioso contributo a Roma Capitale.
In quanto a me, invecchio, e invecchiando, pian pianino, la vita
m’insegna tutto. Il problema è ricordare cosa, ma soprattutto constatare che di
tutto quello che ho imparato ormai non so più che farmene…se me lo dicevi
prima....continuo comunque a spacciare polizze e a studiare, perché, pare, si
debba sempre stare al passo coi tempi e trent’anni di esperienza non possono e
non devono bastare.
Dipendesse da me, preferirei
tornare a tuffare la penna nel calamaio, sodomizzare il vocabolario, titillare
aggettivi e masturbare verbi…invece mi tocca sostenere ancora…e ancora…e
ancora... sempre gli stessi noiosissimi esami su argomenti, tra l’altro, triti
e ritriti… che palle…
Nel frattempo Roby comincia a martellarmi le palle con un ritornello che
ha piuttosto il tono di un ultimatum: “O
mi faccio il cane o la moto”. A spalleggiarlo, ovviamente, i fratelli. Soprattutto il piccolo. Per ora nicchio, e
con me la signora, ma è chiaro che ormai il pelo è nell’aria.
Ci arriveremo.
Come se non bastasse
Tra questi
Più
incazzati in Sicilia. L’isola sembra una polveriera. In particolare gli
autotrasportatori, vessati da rincari di benzina e pedaggi, promettono di
bloccare il Paese. Peccato che, dopo tante minacce, non seguano i fatti, dopo
aver ottenuto qualche vaga promessa si calano, infatti, le brache. Francamente
stavolta ci speravo. Non c’è niente da fare, i
potenti nulla possono contro la morte, ma per il resto la fanno sfacciatamente
da padroni. L’unica è augurarsi che la fredda signora se li porti via tutti, al
più presto.
Tra tanti balzelli, tra l’altro, sembra che
Oltretutto, nel mangiare un boccone per pranzo, ho avuto la bella idea
di accendere la tv…nel giro di pochi minuti mi passa davanti di tutto,
pannolini volanti con le ali appesantite, dentiere cementate al palato con il
bostik e un manipolo di cazzutissimi commando, specializzati nello spurgo dei
cessi. Che roba…poi penso ai programmi di approfondimento in onda ogni giorno
sulle varie reti e mi rendo conto che i consigli per l’acquisto sono il minore
dei mali.
Crisi, recessione, debito pubblico, un bel casino, ma quello che davvero
preoccupa è la telecrazia. La possibilità di manipolare il consenso attraverso
i mass media è infatti un’arma micidiale che, inaugurata quando il Presidente
della Fininvest cominciò a occuparsi di
politica in prima persona, oggi è pratica comune del potere auto costituitosi.
Può portare danni irreparabili alla democrazia, trascinando così milioni di
persone, prima alla rassegnazione e quindi a credere che l’insensato,
l’illegittimo, l’inammissibile sia la normalità. Ne sono un esempio i notiziari
e i numerosissimi servizi giornalistici che ci propinano, debitamente epurati e
contraffatti, a ogni ora del giorno e della notte.
Sintomatico di questa situazione quello cha accade nei sotterranei di viale
Mazzini. La notizia trapela, nonostante la finta censura che tende a creare
attesa, Celentano sarà a Sanremo, interventi a ruota libera a 300,00 euro a
puntata. E a noi chiedono sacrifici…la speranza è che, con il cachet che
intascherà, non abbia poi il coraggio di farci i soliti predicozzi del cazzo.
Ma soprattutto mi auguro che tutti, ma proprio tutti gli italiani, diserteranno
lo schermo di fronte a un simile scandalo. E il primo che viene a dirmi che
Per fortuna non mancano le
buone notizie, il 29 gennaio muore Scalfaro, “un esempio di coerenza e integrità”. L’elogio funebre che avete
appena letto è di Napolitano, un altro che non sa tenere a freno la lingua. Quando nascono sono tutti belli, quando si
sposano sono tutti felici, e quando muoiono sono tutti santi.
L’inquilino del Quirinale, sempre lui, è ormai una star, un principe del
gossip, e proprio mentre si seppellisce il compare di Colle, assurge alla
cronaca per un’altra chicca da copertina su Vanity
Fair: laurea ad honorem, a Bologna, in relazioni internazionali. Bisogna
proprio essere coglioni per provocare in questo modo gente incazzata nera, che
non ne può più di politici e figure istituzionali colluse e
incapaci! Ma io dico, cazzo, un minimo di buonsenso, restatevene al sicuro
dentro i vostri Palazzi dorati e, dopo il disastro che avete combinato, pregate
Nostro Signore che non vengano a trascinarvi fuori di lì a calci nel culo!
Ovunque ti giri amici, parenti e conoscenti che, uno dopo l’altro,
perdono il lavoro e la tranquillità. E a chi affidano diagnosi e cura? Agli
stessi individui che ci hanno portato alla bancarotta. Da ricovero…
La recessione ormai morde. Ma ci si aspetta di peggio. Recessione è
quando il tuo vicino perde il lavoro, depressione è quando lo perdi tu, panico quando lo perde anche tua moglie.
Senza contare che
In quei tempi, come direbbe qualcuno, Luigi Lusi, ex tesoriere della
Margherita, oggi confluita nel Partito Democratico, ammette le proprie
responsabilità, cioè di essersi appropriato del denaro della confraternita
rosso scolorito, attraverso decine di bonifici a sé stesso o a società a lui
collegate. Vengono sottratti 13 milioni di euro dalle casse del partito.
Rutelli è addolorato e infuriato…voi ci credete che un pezzo da novanta come
lui non ne sapesse un cazzo? Io no. Dovrebbe essere proprio un coglione…
Mario Monti, invece, parla chiaro: “I
giovani devono abituarsi al fatto che non avranno un posto fisso per tutta la
vita. Tra l'altro, che monotonia il posto fisso." Poco dopo annuncia
di voler rinunciare alla pensione di circa 35000 euro al mese,
per vivere solo coi restanti 37000 di precario. Il tempo di metabolizzare
dichiarazioni tanto scriteriate, ed eccolo a Matrix che sorride, soddisfatto,
osservando il modellino in scala del licenziato in tronco, preso in prestito
dalla scrivania di Vespa. Unanime sarà il consenso del mondo politico e
imprenditoriale, al quale ci uniremo tutti, commossi e deferenti.
Nel
frattempo, nonostante variazioni apparenti e novità di superficie, il decreto
sulla Rcauto passa l’esame. Per cui, ora che le
nuove disposizioni circa l’ offerta da parte degli intermediari assicurativi,
da idiozie, sono diventate legge e, finalmente, posso approfondire la materia,
correggo la mia precedente opinione…non solo dovremmo pubblicizzare la
concorrenza, ma, udite, udite, specificare che non intratteniamo alcun rapporto
professionale e di mandato con alcuna delle Compagnie proposte, né abbiamo
ricevuto alcuna attività di formazione riguardante il contenuto specifico dei
prodotti assicurativi sottoposti a raffronto. Come a dire: “Vai dalla
concorrenza, non vorrai mica assicurarti con me? Probabilmente, risparmi. Però
non ti fidare troppo di quello che dico, sono un incompetente. Sai? Devo
esserlo per legge.”
Ovvio che
a quella riunione devono aver fumato roba davvero pesante…mi domando oltretutto
come si organizzeranno le Compagnie telefoniche…ma quelle, si sa, sono a
statuto speciale. Resta il fatto che non posso che ingoiare il rospo e augurare
buona fortuna a tutti gli amici a due e quattro ruote. Tutto cambia. Persino la
criminalità organizzata.
Cielo
d’inizio febbraio, cielo da neve sui cieli della
Serpentara...mi sa che ci siamo. Alle ore 8,27 del 3 febbraio i primi fiocchi
di neve. Dapprima scende leggera da un cielo di perla, poi viene giù fitta come
bianca fuliggine, fino a posare un sontuoso manto d’ermellino su strade, parchi
e auto. Inevitabili i disagi in una città come Roma, del tutto disavvezza a
simili eventi. L’ultima volta che aveva nevicato così tanto sulla Capitale era
stato 27 anni prima.
Subito infuriano le polemiche. Imputato alla sbarra, ovviamente, il
sindaco Alemanno. Un ex picchiatore che non sopporto, beninteso, questo non
toglie che trovi del tutto fuori luogo, in questo caso, tanta acredine,
probabilmente strumentale, nei suoi confronti.
Se una volta ogni vent’anni si resta a piedi, non mi pare la fine del
mondo. Assurdo attrezzarsi come una città del nord e spendere un mare di
quattrini per mezzi e attrezzature che resterebbero a marcire nei garage e nei
magazzini per i prossimi due decenni. Il caos causato dalla nevicata comunque a
qualcosa serve: Ferrara non riesce a raggiungere gli studi della Rai per la sua paternale d’inizio
serata.
Il giorno dopo, volenti o nolenti, la città chiude per ferie. Alla
faccia di chi, solo qualche giorno prima,
ci ha scippato tante festività. Ce le restituisce, con gli interessi, Domineddio, operaio,
impiegato e precario.
Proprio in
quei giorni il popolo della musica leggera piange la scomparsa di Whitney
Houston, servizi a ripetizione su tutte le reti. Solo qualche breve immagine,
invece, su Atene che brucia. L’informazione del potere ha ormai preso il
sopravvento, è l’affermarsi di un nuovo tipo di giornalismo, quello che cerca
di raccontare le notizie, nascondendo i fatti, quello dei talk show a misura di
ospite, soprattutto se un politico.
Nel
frattempo, in ufficio, che poi è il mio studio, le cose non vanno per niente
bene. Per perfezionare una polizza ci metto una vita. Prima, con una semplice macchina da scrivere e
il tuo cervello, potevi risolvere tutto in autonomia, bastava impegnarsi,
dipendeva soltanto da te. Ora, tra malfunzionamenti, anomalie, chiavi di
accesso e richieste di deroghe, più o meno idiote, dipende da troppi, e, sempre
più spesso, non puoi fare più un cazzo.
Mi domando se è questo il progresso. Devo chiedere l’autorizzazione
anche per cambiare un indirizzo, aprire ticket e aspettare un’improbabile,
pronta risposta che possa calmare il tipo che ticchetta nervosamente con le
dita dall’altra parte della scrivania. Comincio a credere che il cervello per
alcuni sia davvero un organo misterioso. Non sanno esattamente che farsene,
eppure, per paura di affaticarlo, lo spengono comunque, quando entrano in
ufficio. Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di
sbagliare. Ma questo non è un postulato che puoi far digerire a chi deve sempre
e comunque rendere conto a un superiore di grado.
Scusate, una
piccola digressione professionale.
Per il resto vivo un periodo davvero sereno in famiglia. Mi cala il Pil,
mi si alza lo Spread, senza contare che cazzo combinano glicemia e colesterolo,
eppure so’ contento lo stesso. D’altra parte, pare che la felicità sia sempre
dietro l’angolo, così almeno dicono, ma è l’angolo giusto, tra i tanti, che non
si trova, per cui, scelgo di non cercarla proprio e andare a culo...certo che,
prima o poi, finirò per sbatterci contro.
Evidentemente
la vera felicità è nel sentirsi sereni, e, in tal senso, a parte
l’ imbarazzante nove in matematica sulla pagella di Gabriele, tutto scorre
abbastanza tranquillo. I guai sono sempre quelli, i soldi che non bastano mai e
il buco di bilancio che comincia a diventare una voragine. Ma sono cresciuto e,
da un pezzo, ho deciso che non mi ammalerò per i quattrini.
Qualche
grattacapo anche tra Montecitorio e Palazzo Madama, ma nessuno dei parlamentari
se la prende troppo. Così, tra piccole
alchimie e aggiustamenti di coalizioni, pare stiano per decidere il taglio del
numero dei parlamentari. Col cazzo però che si tagliano gli stipendi!
S’indignano per una pensione d’invalidità rubata, ma non una nota di
biasimo per un Paperone che ne rapina 35000 ogni mese, anzi, lo eleggono pure
alla Presidenza del Consiglio … esilaranti…che poi uno, smaltita la rabbia, si
fa la domanda più ovvia...ma quanti cazzo di contributi ha versato Mario Monti,
per percepire una pensione di 35.000 euro al mese? Obiettano che è bravo, che
lui, i soldi, se li guadagna. Sarà, ma
io resto dell’idea che chiunque si metta
in saccoccia settantamila euro pulite al mese è un ladro, a prescindere dal
come e perché. Punto. Ogni tanto un po' di sano fondamentalismo ci vuole.
Concordo, insomma, con Honoré de
Balzac quando scrive che dietro ad ogni grande fortuna c'è un crimine.
Intanto, insediato il nuovo esecutivo e messo a tacere lo Spread, ora il
mostro da sbattere in prima pagina è il debito pubblico. Ormai è sempre più
evidente che, appoggiate dai loro manutengoli Monti, Fornero e Passera, le
multinazionali, millantando spesso inesistenti crisi, stanno preparando, con la
scusa della sfavorevole congiuntura internazionale, la dismissione di tutte le fabbriche sul territorio nazionale per dislocarle
all’estero. Ma non ci si lasci ingannare dal terrorismo mediatico di un
giornalismo al soldo dei potenti, non è vero un cazzo, ci sono poli
d’eccellenza che vengono chiusi solo per lucrare sul costo del lavoro.
Marchionne docet.
Passano i giorni, due passi avanti, uno indietro, al ritmo svogliato di
un mondo che non sa dove andare e ti trascina con sé. I
professionisti della parità di bilancio continuano a lagnarsi di
noi, poveri mortali a stipendio fisso o
provvigione, perché saremmo
scialacquatori, evasori e impossibili da controllare. Viviamo, dicono, al di
sopra delle nostre possibilità. Un vaffanculo sarebbe d’obbligo, ma li lasciamo
dire. Del resto siamo brava gente, agnostici con venature cattoliche,
benpensanti e maldicenti, arroganti ma timorosi. Protestiamo quotidianamente,
ma in fondo prediligiamo l’intrallazzo alla giustizia, che riteniamo da
ingenui. Difficile si riesca a
defenestrare una classe politica che ci somiglia tanto.
Nel frattempo ecco tutti i numeri del genio inviatoci dalla Provvidenza,
snocciolati in tv un lunedì mattina: Milano euforica chiude a +2,93%, banche
sprint, lo spread scende fino a 304. E
fin qui si capisce come abbia eseguito in bella copia e per benino il compitino
assegnatogli dalla Bce.
Ora, però,
passiamo ai fatti concreti, quelli che riguardano il paese reale, e il servizio
televisivo si guarda bene dall’elencare. Disoccupati record dal 2004; la disoccupazione è al 9,2 per cento e l'inflazione a febbraio
risale, arrivando al 3,3 per cento. Disoccupazione giovanile a gennaio 31,1%,
in aumento di 2,6 punti rispetto a un anno prima. La disoccupazione maschile
cresce del 2,6%, rispetto al mese precedente, e del 18,7% su base annua; il
numero di donne disoccupate aumenta del 3,2% rispetto a dicembre 2011 e dell'
8,9% in termini tendenziali. E mica finisce qua. Il carrello della spesa costa
lo 0,7% in più: si tratta del rialzo maggiore dall'ottobre del
Meno male
che c’è Fazio su Rai Tre! Uno che non
ha peli sulla lingua e al potere gli da del tu. Ospita
Befera a Che tempo che fa. Due ladri,
ma a norma di Legge, che, col culo in faccia, conversano amabilmente di
evasione fiscale, ruberie e criminalità organizzata, arrivando persino a darci
una strigliata. Divertenti. Pensate che l’avevo scambiato per un programma di
varietà. Complimenti al conduttore, sempre così pacato ed equamente leccaculo,
con Monti come con Alfano, con Bersani come con Marchionne, e non si vede
perché dovrebbe cambiare atteggiamento con chi fa le pulci alla sua dichiarazione
dei redditi.
Intanto Monti e Napolitano ribadiscono che faranno quello che c’è da
fare, e se non siamo d’accordo ci menano pure. Se non altro hanno le idee
chiare. Dello stesso tenore le parole di Elsa
Fornero, dice che, accordo o non accordo, anche lei farà comunque il
cazzo che le pare. Non avevamo alcun dubbio in proposito.
I guai più grossi, del resto, scoppiano in rete. Ricordo che in quei giorni ho visto gente
buttarsi dalle finestre dei palazzi di fronte, sfracellandosi sul selciato, senza
nemmeno un grido. Ho assistito, impotente, alla disperazione di uomini e donne
che, dimenandosi e urlando, si stracciavano le vesti. Ho ascoltato il pianto
sommesso dei penitenti che, indossando il cilicio, si flagellavano con
reiterati colpi di verga e, pregando a fior di labbra, invocavano la grazia di
Nostro Signore… non funzionava Facebook …
Poi, visto
che noi le grane, se non ce le abbiamo in casa, ce le andiamo a cercare
altrove, ecco che, un mercoledì di marzo, a due bracciate dalle coste indiane, un’ imbarcazione si avvicina a una petroliera
scortata da militari italiani, e due di questi, sicuri si tratti di Jack
Sparrow al timone della sua nave pirata, sparano dei colpi intimidatori, e, per
sbaglio - so’ cose che capitano - fanno secchi due poveri pescatori. Questa, fino a prova contraria, la cronaca
spiccia di quanto succede. Le autorità dello stato federale del Kerala trovano
i due marò ancora coi fucili fumanti e non possono che impacchettarli e
portarseli via. Non vi dico che casino alla Farnesina. Manco avessero arrestato
due tranquilli turisti.
Ora, posso capire che siano italiani, abbiano la pelle chiara e
indossino una bella divisa, ma da qui a farne degli eroi, fottendosene di due
innocui pescatori crivellati di colpi, ce ne passa. Ok, sarà stato pure un
tragico errore, magari omicidio colposo, ma, cazzo, hanno comunque assassinato
due cristiani…va be’, probabilmente indù. Sembra invece che vogliano farli
rientrare in patria per dar loro una medaglia!
Aho, giornali, rete e tv pullulano delle foto di quei due fucilieri,
sguardi cazzuti, in tuta mimetica e basco… ma fossi riuscito a trovarne una,
magari sgranata, dei due morti ammazzati.
Ma
lasciamo certe complicazioni all’unità di crisi internazionale, li paghiamo
apposta, e torniamo in via Colli della Serpentara. E’ la festa della donna, ma
le mie allupate ammiratrici sono deluse e
disperate: a causa di un fastidioso dolorino all’inguine, non potrò danzare per
loro al Re per una notte, esibendomi
nel tradizionale strip dell’otto marzo. Poverette. Mi osservo allo specchio,
nonostante tante primavere alle spalle, sono ancora un bell’uomo. Poi sposto lo
sguardo al calendario e mi accorgo che tra pochi giorni ne avrò
cinquantacinque. Quando ho varcato la soglia del mezzo secolo mi sono raccontato
che non era poi così male, ma ora i sessanta sono dietro l’angolo. A un passo
dal pannolone. No, non mi piace per niente, cinquant’anni, passi, ma sessanta.
C’è di buono che, valutando con attenzione la più concreta eventualità
di un coccolone, ti lasciano fare, rompendoti meno i coglioni. Ma un lustro
passa in fetta e francamente mi rode. Eppure non c’è niente da fare, l’avanzare
dell’età è forse l’unica cosa che non si può davvero rifiutare, bisogna
accettarla, e senza fare tante storie, augurandosi d’incontrare, di tanto in
tanto, l’opportunità d’invadere ancora, o perlomeno lambire, il sentiero dei
vent’anni. Devo farmi forza, quando emersi dall’utero di Fernandella ero solo
un poppante, ma ora sono un ometto. Coraggio.
In anticipo sui tempi, al ritorno dal lavoro, Ale mi fa un regalo da
sballo: l’iPad. Al principio non ci capisco un’ acca, poi, pian pianino,
comincio a prendere confidenza con Android.
Uno dei doni più graditi che abbia mai ricevuto. Mi cambierà la vita…o meglio,
le notti. Riporrò la radio nel cassetto del comodino per spararmi in vena,
attraverso l’auricolare, massicce dosi di Youtube,
senza essere più costretto a smanettare con la manopola lillipuziana dell’emmepitre. Oltretutto, con questo strabiliante arnese,
può tornare a leggere persino una talpa come me. Devo dire grazie a Steve per averlo inventato
e ad Ale per avermelo regalato. Non mi sembra vero di poter sfogliare un libro,
prima di addormentarmi. Certo, l’odore della carta
è un’altra cosa, ma con l’ebook non
ho più bisogno di un riflettore da aeroporto e posso ingrandire i caratteri
quanto necessario, per non vedermeli sfarfallare sotto gli occhi. Mi sembra di
rinascere.
Poco dopo anche Roby decide
di regalarsi l’iPhone nuovo, e, munifico,
mi cede quello riposto nel cassetto. Ricordo che papà, quando uno dei figli acquistava l’auto nuova,
riprendeva indietro la vecchia, ora i tempi sono cambiati, i figli comprano il
telefonino nuovo, visto che l’auto non possono permettersela, e ti regalano
quello vecchio che, per te, è nuovo di zecca. E’ Davvero bello, devo solo
capire da dove esce il caffè.
E’ iniziata da poco la bella stagione quando decido di farmi del male,
sottoponendomi al supplizio disumano di un’approfondita analisi sull’attività
dei primi giorni del governo Monti. Detto, fatto, scarico il dossier dal sito
istituzionale. E’ dura, ma arrivo in fondo, leggo tutto il rapporto.
Un’accozzaglia disordinata di provvedimenti in stile tecno macroeconomico,
senza alcun serio costrutto, sembra ci sia tutto….e invece ‘un c’è niente. Non
senza fatica, a notte ormai inoltrata, spengo l’aggeggio elettronico e mi
concedo dieci minuti su facebook. Penso e ripenso, Mario Monti, la sfrontatezza
del ricco che consiglia i poveri, non c'è altro da aggiungere alla sua boria e
all'idiozia di chi lo ha scelto. Saltando da una bacheca all’altra, mi imbatto,
tra l’altro, nella foto postata da Casini. E’ in posa insieme a Bersani, Monti
e Alfano. In politica conta quanto il due di coppe a Briscola, quando regna
bastoni, eppure gli sembra di essere finalmente tornato nella stanza dei
bottoni. Guardalo là come sorride. Fa tenerezza…
Più avanti ecco Marchionne, trentotto milioni l'anno e un solo
maglione...è proprio un barbone. Sembra deciso a traslocare negli States con
tutto il Lingotto, a spalleggiarlo è ancora Monti… "Chi gestisce
Magari se portasse via pure a te... ma son tutte chiacchiere da bar,
diamo fiato alle tastiere perché siamo troppo vigliacchi per farli davvero a
pezzi. E se, dopo di lui, dovesse arrivarne uno peggio? Anche se ci crediamo
strateghi e artefici della nostra vita, il più delle volte siamo soltanto
manipolati. Indolenza e paura di sbagliare sono i nostri padroni.
Grave e avvilente, poi, è quanto trovo pubblicato in un gruppo di amici
di Rifondazione: dopo cinque anni di mandato un parlamentare italiano prende
2.486 euro di pensione al mese. Non servirebbe altro per processarli per
associazione a delinquere, dal primo all'ultimo, con successiva condanna alla
sedia elettrica.
Ora anche nel Pd qualcuno comincia a storcere la bocca,
rendendosi finalmente conto di aver firmato una cambiale in bianco al losco emissario
della Bce, intenzionata da tempo, di concerto con i vassalli delle banche
nazionali, a rendere sempre più precario il lavoro, per poter meglio lucrare
sull'indebitamento dei lavoratori europei, ormai del tutto privi di qualsiasi
diritto e, quindi, più facilmente ricattabili.
“Permettetemi di emettere e
gestire la moneta di una nazione, e mi infischierò di chi fa le leggi”. Rothschild. Ci siamo. Già la situazione è
quella che è, se poi si aggiungono pure le teste di cazzo provenienti da
Francoforte diventa davvero dura.
Tempo fa rileggevo Mazzini, ho idea dovrebbero farlo anche al Quirinale
e a Palazzo Chigi per rinfrescarsi la memoria: «Non aspettatevi niente da nessuno. Fate da voi. L'Italia non si può
costruire che con idee italiane e sangue italiano. Fate del tricolore la vostra
bandiera. Iscrivetevi le parole d'ordine Indipendenza e Unità. E sotto di essa
arruolatevi». Ora, pur sorvolando sullo stile aulico, si tratta di un
pensiero che mi sembra davvero molto attuale. Temo che, continuando così, in
Europa, prima o poi, si darà fuoco alle micce e torneranno a tuonare i
cannoni...altro che premio nobel per la pace.
Per il resto, in casa Zuckerberg, commenti di cuori spezzati e dediche alla
luna. Sarà mezzanotte passata, è l’ora che volge al desio e ai naviganti
intenerisce il core, non ci fa una piega. Anime scosse dai tormenti, turbate
negli affanni, sconvolte dalle angosce, ferite nelle passioni, lacerate dai
rimorsi … eccheccazzo, fatevela una trombata ogni tanto!
E’ tardi, se non sono le due, poco ci manca, prima di sintonizzarmi su
radio radicale, leggo una notizia in cronaca sul sito del Corriere della sera:
imprenditore edile si da fuoco davanti al’agenzia delle entrate di Bologna. Che roba…rivoglio la centoventisette, la lira
e Andreotti … lo so, mi rendo conto, non è il massimo, ma quando sei alla canna
del gas non ti resta che scegliere il male minore. Il lavoro mancava anche
allora, ma quando lo trovavi potevi prendere un mutuo
senza la spada di Damocle di un licenziamento improvviso, la benzina potevi
metterla, magari un deca, ma ti bastava per tutta la settimana, ma soprattutto,
chi ti governava, per quanto il più delle volte mariuolo, era almeno
intelligente e capace. Ci si dava fuoco per un ideale, non certo per non poter
pagare i debiti che oggi accumuli con le banche...per pagare il pizzo di Stato.
Inconcepibile.
Oggi nuvole compatte e gonfie come cuscini, minacciose e impertinenti
come cattivi pensieri. Speriamo che il sole riesca a farsi largo per
convincerle a sfilacciarsi e sparire, visto che è quasi maggio.
E’ una di quelle giornate tranquille in cui potresti fare quello che
rimandi in continuazione. Da tempo mi riprometto di sistemare i miei libri. Ma per trovare posto al nuovo, devi
prima far pulizia negli scaffali, e, quando cominci a frugare, non trovi il
coraggio di buttare via niente. Son tutti pezzi della tua vita. Risultato:
svuoti la casa e riempi la cantina. Prima o poi esploderà. Rinuncio anche stavolta.
Comincio a curiosare su Facebook,
Mark sta facendo un
gran casino co' 'ste nuove impostazioni, ogni volta, per vedere le novità in
bacheca, devi smanettare come un forsennato per aggiornare la pagina. E’
proprio vero....chi lascia la strada vecchia per la nuova.... E’ ora di
un’approfondita revisione, il giocattolo comincia a mostrare le prime,
preoccupanti crepe. Mi
rilasso dopo aver finito di sostenere l’esame relativo alle novità
previdenziali introdotte nel
E visto che stamattina non mi volevo far mancare niente, ho anche
calcolato l’Imu: rispetto alla vecchia Ici pagherò €.260,00 in più, un rincaro
di oltre il 40%, e questo considerando anche la detrazione per due figli al di
sotto dei 26 anni. Se incontro quel
delinquente lo prendo a calci in culo fino a farlo tornare nella fogna da
dove è disgraziatamente uscito. Solo una monumentale testa di cazzo, selezionata
da un vecchio coglione a mezzo servizio, poteva partorire una simile stangata
per le famiglie in un periodo di recessione come questo. E’ diritto e dovere di
ogni italiano fermare quei due pericolosi e loschi figuri per farli internare
al più presto in un manicomio criminale. Presto
arriverà una tassa anche sull'aria che respiriamo...trattenete il fiato.
Furbi alla tv di regime, ti fanno vedere com’è ridotta dalla crisi una
famiglia in Spagna, ma si guardano bene dal mostrartene una alla frutta qui da
noi. Ma è inutile che erigano un muro alle idee, esse lo scavalcheranno e
circoleranno ugualmente, manifestandosi in un linguaggio contro cui il potere
costituito sarà impotente. Il che, in soldoni, significa che prima o poi gli
romperemo il culo. La tesi del tracollo economico fa adepti, ma noi siamo persone attente
e informate, non ci faremo certo infinocchiare da questi maniaci del
pallottoliere, che, per spaventarci, straparlano di debito pubblico al
collasso.
Che volete che ne sappia un manipolo di ricchi e grassi ladroni cosa
possa significare per una famiglia doversi indebitare con le banche che già ci
tengono per le palle, per trovare tremila euro in più ogni anno? Parlano di risparmio ‘ste teste di cazzo, quando sanno benissimo che
solo i più fortunati arrivano a stento alla fine del mese. Oltretutto ‘sta
cazzo d’Imu è schizofrenica, ogni programma la calcola in maniera diversa. Di
questo passo arriveremo al primo acconto senza nemmeno conoscere le aliquote
giuste. Se non altro comincio a masticare numeri e percentuali, un talento che
ignoravo di avere.
Il Paese è alla canna del gas e chi si occupa della rianimazione? Gli
stessi farabutti che l’hanno portato alla rovina. Considerato il disastro che è
sotto gli occhi di tutti, adesso, forse, anche i più fedeli estimatori del
banchiere massone si saranno convinti della sua assoluta incapacità d’intendere
e volere. Ricoveriamo Napolitano
e ingabbiamo al più presto i ladroni di Palazzo Chigi insieme ai compari di
Palazzo Madama e Montecitorio. Altro che pensare alle sveltine di Berlusconi. Solo dopo aver buttato le chiavi delle celle, potremo
rimboccarci le maniche per provare a riparare i danni inenarrabili che, insieme
ad Amato, Prodi e Ciampi, quei loschi maneggioni, che osano pure addossarci la
colpa di aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità, hanno provocato.
Ero convinto che l’Italia non fosse una Repubblica presidenziale,
eppure, da un giorno all’altro, il Capo dello Stato, e dire che ci eravamo
appena affrancati dalle grinfie di un bandito, ci ha imposto un euro burocrate,
subito dopo averlo investito, motu proprio,
della nomina di senatore a vita. Si tratta di un pericoloso sicario della
peggior banca d’affari che, rifilando titoli spazzatura a mezzo mondo, ha
trascinato il pianeta all’attuale disastro monetario.
Di lì a
poco, un governo di non eletti ha cominciato un sistematico lavoro di
demolizione della nostra, faticosamente raggiunta, sovranità popolare, già
largamente compromessa da figurine di secondo piano. Sempre le solite. Prossima tappa l’annientamento delle classi
lavoratrici per caricarle di debiti e renderle così schiave della nuova Santa
Alleanza con sede a Francoforte. Ma non passeranno molti anni e la
storia farà giustizia, condannandoli tutti per alto tradimento, dando così la
giusta connotazione a quella che, oggi, certa cronaca prezzolata definisce
responsabilità nazionale.
Ci sono pericolosi
burocrati, alla guida di dicasteri importantissimi, incapaci di tenere il becco
chiuso e talmente imbecilli da riuscire a far rivalutare persino un fascio
antipatico e intollerante come Feltri…siamo messi davvero male….
Ammettiamolo una volta per tutte: se è vero che i rappresentanti dei
governi dell’ultimo ventennio erano impreparati, questi non ci capiscono
proprio un cazzo. Facciamo una buona azione, prima di schiaffarli tutti quanti
in galera, mandiamoli a scuola.
Sentite Borghezio: “Fossi al posto del
premier Monti venderei
E ancora Monti: "Allarme
suicidi? In Grecia sono 1700"...monumentale testa di cazzo...
Un po’ di buonsenso arriva da Alfano: “Stop a tasse per chi ha crediti con lo Stato”. Una simile proposta
me la sarei aspettata dai riformisti del Pd, ma a sinistra, come al solito, si
sonnecchia, favorendo così la vittoria di destra e lega alla prossima tornata
elettorale. Coglioni.
Ancora un volta mi chiedo dove
siano finiti le giovane leve? Quelle che dovrebbero dare una robusta spallata
al sistema. A rispondermi lo strizzacervelli di turno, su Rai2, pare facciano
un massiccio uso di psicofarmaci, “un
tredicenne su quattro li assume”, spiega l’illustre clinico. Completamente lobotomizzati, rifletto mentre
stendo una tovaglia che non vuol saperne di trovare la piega, lo credo bene che
non s’incazzino più…e a noi che rompevano tanto i coglioni per una canna ogni
tanto…
Qualche segnale di rottura, forse, dal Movimento Cinque Stelle, sono i
ragazzi veicolati alla politica da Beppe Grillo. Perché no? Peggio dei
professionisti della politica non credo possano fare. Con tutte le riserve del
caso, io, intanto, mi sono iscritto, che si possano o meno cambiare le cose,
magari anche peggiorarle, non me ne frega un cazzo, ma nel frattempo che almeno
si cambi l’aria nauseabonda di questa corrotta classe dirigente in
putrefazione.
Sembra non sia della mia stessa
opinione, Augias, l’ho sentito qualche giorno fa nella sua trasmissione che
sponsorizza libri, parlava di Grillo e del Movimento Cinque Stelle con
un’arroganza da primo della classe. E’ un bravo giornalista e uno scrittore in
gamba, per carità, e capisco pure come non possa certo sputare nel piatto dove
mangia da decenni, ma, secondo me, a una certa età, dovrebbero comunque
rottamarli per evitare che si espongano a figuracce tanto avvilenti.
Sono al bar sotto casa, solito deca, il tipo accanto a me rovescia il
suo bicchiere di latte, sembra davvero mortificato. La tettona romena, al di là
del bancone, assorbe l’impiastro con una salvietta e poi comincia a pulire con la
spugnetta. Sospira, mentre, a ogni passaggio, il movimento del braccio si fa
sempre più ampio. La tv appesa al solito muro gracchia la notizia del giorno:
un tizio, in Norvegia, ha fatto una strage. Discutono se sia opera di un pazzo.
Sano di mente o no, io uno che, armato di mitra e bombe a mano, ammazza a
sangue freddo settantasette innocenti, lo ingabbierei comunque e butterei la
chiave.
Salgo sullo scooter, oggi il primo appuntamento è di fronte alla
Rinascente di piazza Fiume, un monolite di vetro e acciaio. Sempre che anche
quel palazzone non abbia, nel frattempo, cambiato padrone. Come al solito
arrivo troppo presto, ma per fortuna ha già aperto la libreria di fronte.
Rovisto tra i ripiani per vedere le novità
e m’ imbatto in un volumetto in carta patinata, l’autore è Carlo Azeglio
Ciampi, il titolo “A un giovane italiano”.
E’ sufficiente una rapida occhiata alla prefazione, per rischiare un conato di vomito. Prima crea le premesse per il disastro, ci scava la
fossa, e poi blatera di libertà, solidarietà ed equità. Un po’ come Napolitano
che ci svende alla Bce e subito dopo ci rifila un libro dal titolo “Una e indivisibile.”
Alla loro
età, Santo Dio, e con il forziere così bello pieno, non potrebbero avere almeno
la decenza di tenere il becco chiuso e la penna nel taschino, per restarsene in
casa, stravaccati in poltrona, a guardare la tv e sfogliare L’Avvenire?
Il tizio
che devo incontrare non si vede, provo a chiamarlo sul cellulare. Uno, due, tre
squilli, finalmente risponde. Dice che ha trovato traffico, farà un po’ tardi.
Smoccolando, in privato, lo rassicuro che aspetterò il suo arrivo, non c’è
problema. Guardo l’orologio, se parto subito faccio in tempo ad andare e
tornare da via Sicilia, prima del suo arrivo.
Infilo i
guanti, litigo con la lampo, indosso il casco e metto in moto. La mattinata
sarà lunga, meglio sfruttare ogni minuto. Se muovo il culo in fretta, forse
riesco pure a trovare un presente per la signora. Oggi è il nostro anniversario
di matrimonio. Ne facciamo trenta, mica poco.
Tra corse
e incassi al volo, la mattinata vola, il pomeriggio, viceversa, seduto alla
scrivania, scorre, come sempre, assai più lentamente. Finché, a sera, l’arrivo
previsto del sesto inquilino: un candido batuffolo di pelo. Roberto lo piazza
sul tappeto dell’ingresso, un attimo dopo la famigliola al completo lo
circonda. Il cucciolo, poco più di un mese, trema di paura e ci guarda con
occhi languidi, smarrito, però si lascia accarezzare, non potrebbe fare
altrimenti. Lety, convinta a fatica, avrebbe voluto una femmina. Almeno il
cane. Le è andata male, questo passava il convento. Dovranno bastarle le sue
bambole da infiocchettare.
A cena si
discute sul nome. Tex! Faccio io. Nessuno storce la bocca, tutti d’accordo, poi
la prima pisciata sul pavimento e, da quel preciso momento, Tex entra a far
parte ufficialmente della famiglia Tiddi.
Quella
sera ce lo litighiamo, è troppo tenero per resistergli. “Però sul letto e sui divani, mai!” Tiene a precisare la padrona di
casa. Un quarto d’ora dopo se lo coccola, disteso, accanto a lei, sul divano
buono. Lui, già affettuoso come solo un cane sa essere, morbido, peloso, dal
muso appuntito, capisce subito di aver trovato l’America, e tutta la sua voglia
di essere altrove è già un lontano ricordo.
Maggio
rifà le ghirlande alle aiuole del parco, sono splendide giornate di sole. Nel
frattempo ho finito di scrivere il mio secondo romanzo. Cerco solo un titolo.
Di pubblicarlo però non se ne parla, costerebbe troppo, decido quindi che sarà
sufficiente stamparne una copia per me. Magari alla copisteria di piazza Conca
d’Oro. Se non che, navigando nella rete, trovo una casa editrice disposta a
stamparne anche una sola copia. Mi sembra conveniente, non credo che
risparmierei facendolo in proprio, oltretutto ti forniscono il modello per
l’impaginazione e puoi sceglierti la copertina. Do alle stampe, così, l’Amore al tempo del vinile. Alla fine
ho trovato anche il titolo. Mi piace. Volendo, potrei anche metterlo in
vendita. Il sito lo consente. Perché no? A ordinarlo online ci penserà
l’eventuale acquirente. Non ci rimetto niente. Ne vendo subito una decina di
copie, più di quante avrei mai osato sperare.
Tex
intanto cresce che è un amore, stiamo molto insieme, del resto in casa ci siamo
soprattutto io e lui. Gli altri quattro, chi per lavoro, chi per studio o per
svago, frequentano ben poco l’appartamento.
Ormai
caracolla per tutte le stanze, spesso me lo trovo sotto la scrivania. Qualche
volta lo cazzio, ed è inutile che tenti
d’intenerirmi con suo quel sguardo languido o faccia il sostenuto: non si caga
nel mio studio! Devo fargli immediatamente capire chi comanda in casa…lui.
Quando la
fa grossa si nasconde sotto la libreria, un riparo su cui non potrà contare
molto a lungo, tempo un paio di mesi e
sarà troppo stretto là sotto. Fa fatica già adesso, non c’entra più. Si è fatto furbo quel mucchio di peli, rosicchia le
gambe della mia scrivania, poi, come mi volto per fulminarlo, smette e fa il
vago, stornando lo sguardo altrove. E’ sempre affamato, devo stare attento a chiudere
sempre la porta di cucina, ma soprattutto a non lasciare pietanze sulla
credenza, ingoia qualsiasi cosa si trovi
a portata di zampa. Di secondo nome fa Hoover.
Nel
frattempo arrivano le amministrative e Grillo e i suoi grillini fanno incetta
di voti. Molti di loro non fanno mistero di essere apertamente antieuropeisti.
E questo proprio quando ricorre il ventennale della vergogna di
Maastricht.
Leggendo la notizia, tremo di sdegno per lo scempio fatto a tutte quelle
nazioni, la nostra compresa, che, in nome dello strapotere della dittatura monetaria sancita a
Maastricht, hanno perso la loro sovranità, conquistata
a prezzo d’immani sacrifici, a causa di un manipolo di politici corrotti e sordidi
affaristi. Pochi conoscono i mostruosi parametri che, non tenendo conto
dei naturali cambiamenti che la società impone, ha portato all’attuale rovina. Leggi razziali che ci hanno resi
schiavi e debitori sempiterni. Non sarà male elencarli.
1)
Stabilità dei prezzi: l'inflazione dei prezzi al consumo non deve superare
dell'1,5% la media dei tre Paesi a inflazione più bassa.
2)
Sostenibilità della posizione finanziaria pubblica: il Paese non deve avere un
disavanzo giudicato "eccessivo". Il giudizio si basa sui seguenti
parametri:
- il
rapporto tra il Deficit pubblico (differenza tra le entrate e uscite) e il
Prodotto interno lordo (PIL) non deve superare la soglia del 3%, a meno che il
rapporto non sia diminuito in maniera sostanziale e continua e abbia raggiunto
un livello che si avvicina alla soglia, oppure il superamento della soglia sia
solo eccezionale e temporaneo e il rapporto resti vicino alla soglia
stessa;
- il
rapporto tra il Debito pubblico e il Prodotto interno lordo non deve superare
la soglia del 60%, a meno che il rapporto non si stia riducendo in misura
sufficiente e non si avvicini alla soglia con ritmo adeguato.
3)
Stabilità del tasso di cambio.
4) Tassi
d'interesse bassi che riflettano l'aspettativa di una durevole convergenza. Il
tasso nominale a lungo termine non deve superare di oltre il 2% la media del
tasso di interesse dei tre Paesi più virtuosi in materia di inflazione.
Non
c’avete capito un cazzo? Non è poi così difficile, impegnatevi un pochino. Se
ho decriptato persino io, potete farlo anche voi.
Il
ritorno, inoltre, proprio in quei giorni, in Italia, al subappalto tecnico di
uno dei principali responsabili del disastro, Giuliano Amato, suona come
un’offesa alla memoria di tutte le vittime dell’attuale macelleria sociale e a
quelle che seguiranno, se non si fermerà immediatamente l’avanzata delle nuove
truppe d’occupazione di Francoforte. Nel 1992 la stessa testa di rapa c’infilò nel tunnel
della recessione, e oggi, a distanza di vent’anni, è stata incaricata di
trovare l’uscita… non ho parole…
Sembra
retorica spiccia, ma non lo è. Ce ne accorgeremo presto. L’unione Europea è
E’ in
questo secondo semestre dell’anno che, una dopo l’altra, esplodono tutte le
bombe innescate. La povertà dilaga ovunque, soprattutto nell’eurozona. Chiunque
può rendersene conto nel’ambito del proprio lavoro. Io per primo. E’ un fuoco
di fila inarrestabile. Diventa impossibile lavorare. Un cliente su tre ha
perso l’azienda o il lavoro.
La rovina causata dall’euro ormai la viviamo tutti quanti sulla nostra
pelle. La rata di mutuo mi strangola. Fino a qualche tempo fa una speranza
c’era, se non la reggevi ti vendevi casa e vaffanculo. Oggi, dopo aver scalfito
appena gli interessi, ti ritrovi con un appartamento che vale la metà e ancora
venticinque anni di rate da pagare col valore di allora. Il tutto caricato,
naturalmente, di un tasso da usuraio.
Diminuzione del 46% nel 2012 nella richiesta di mutui, basterebbe dare
la giusta connotazione a notizie come queste per rendersi conto di come il
professor Monti non capisca un beneamato cazzo. Devono mori’ tutti, ma l’agonia
deve essere lenta e dolorosa.
Monta la rabbia e una voglia incontenibile di spaccare la faccia a
qualcuno. Cerco almeno qualcuno disposto a pagarmi un paio di bollette a mia
insaputa, ma è tutto inutile. A questo punto anch’io dovrò fare una prima,
improcrastinabile scelta, o pago l’Inps o pago il mutuo, indebitarsi ancora
sarebbe un suicidio. Ma come sfuggire agli scagnozzi degli strozzini di Befera?
A loro non frega un cazzo se non ce l’hai, li pretendono e basta, pena l’applicazione di sanzioni e interessi da usura, oltretutto per
soldi soltanto tuoi. Lo scopo è quello di portarti via tutto.
Nel
frattempo cianciano ancora di terrorismo per calmare le acque e farci cadere in
trappola. Spira un puzzo di strategia della tensione che non convince nessuno.
E’ un copione già noto, non dobbiamo farci fregare, abbassando, come
vorrebbero, i toni. Ed è a quel punto che rispondo in questo modo, l’unico
possibile, a Equitalia che mi chiede conto dei contributi non versati.
Ricevo la
notifica della Vs. cartella di pagamento in oggetto, afferente un presunto
credito che l’Inps vanterebbe nei miei confronti e per il quale si sta servendo
curiosamente di Voi – S.p.a. della
quale, mi si dice, detenga una sostanziosa quota - per il recupero forzoso.
Tengo a precisare che tale debito è nei confronti soltanto di me stesso, e, più
segnatamente del mio futuro, del quale, per il momento non posso occuparmi,
dovendo far fronte a un sempre più difficile e precario presente. Vi ricordo che,
almeno per il momento, e, fino a prova contraria, è l’Inps che detiene in
prestito il mio denaro, da me versato regolarmente fino ad oggi, tra l’altro
con sistema contributivo, e non il contrario.
Mi auguro di poter
tornare al più presto a un regime economico che mi consenta di occuparmi quanto
prima del mio futuro, tuttavia, per il momento, in una situazione di evidente
congiuntura sfavorevole, altri, più pressanti, impegni mi costringono a mettere
da parte quel che sarà per quel che, purtroppo, è.
Certo che non
verrò investito da una pioggia di solleciti, del tutto fuori luogo,
cordialmente Vi saluto.
Attilio sembra dispiaciuto, proverà a consolarsi col suo stipendio di
456.000 euro l’anno.
Uno scatto d’orgoglio il 12 maggio. Un nuovo, massiccio corteo contro il
governo Monti. Partecipo anche stavolta, senza nutrire, tuttavia, soverchie
speranze. E infatti non succede un cazzo, troppi vecchi e pochi giovani,
una lunga marcia, qualche slogan e a
sera, dopo slavine di chiacchiere, si rompono le righe e si torna tutti quanti
a casa più precari di prima.
Sul 90 che mi riporta al Nuovo Salario, penso ai ragazzacci degli anni
settanta, a quanto erano brutti, sporchi e sgraziati, sprizzavano rabbia
d’avanguardia. Ce ne vorrebbero oggi nelle piazze. Saremo stata pure una generazione
perdente, ma, cazzo, in qualcosa credevamo!
Le prime pagine sono sempre per lui, il salvatore della Patria. In lui
tutto è sobrio, la boria, l’assenza di sensi di colpa, la superficialità. Una
sfinge. Ma quel che preoccupa di più, in quel marciume escrementizio, è la
mancanza di piani a lungo termine. Abbassato lo Spread, crede di aver salvato
il mondo. Con il solito codazzo di cortigiani della carta stampata, atterra, in
quei giorni, a Washington, diretto a Camp David, per partecipare al summit dei
capi del terrorismo mondiale che si tiene nel bunker del presidente americano
Barack Obama. Qualche giorno dopo gli eversori si sposteranno a Chicago per
partecipare alla Cupola della Nato. Una giornata cruciale, vista la strenua
resistenza che si va man mano organizzando in Grecia e in Spagna, e l'acceso
dibattito, in corso nella tana della Ue,
sulla strada da intraprendere per meglio taglieggiare, fino a ridurre alla
fame, i popoli della zona euro.
Riflettori
accesi sul premier italiano per il suo possibile ruolo di mediatore nei
confronti della Merkel e delle sue posizioni intransigenti in tema di
totalitarismo. Nel vertice mafioso di Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna
verrà, tra l’altro, ribadito che l’intransigenza nell’applicazione del pizzo e
l’impoverimento delle popolazioni vanno di pari passo. Sulla rete si raccomanda a tutte le
cellule della Resistenza di mantenere vigile l’attenzione contro il terrorismo
di Berlino, e Francoforte.
Nel frattempo si susseguono uragani, attentati e terremoti....è un bel
pezzo che dico che quell'anima nera porta pure sfiga..ma nessuno mi sta a
sentire.
Persino
In questo scorcio di 2012, peggio di Monti fa probabilmente soltanto
Ti chiedi
come mai facciano affari d’oro? Semplice. Tu sei il loro articolo di punta. Il
tuo stipendio, a livello fiscale, spesa come costo per servizi, è un risparmio
notevole per le aziende. Sì, certo, non solo quelle private, quelle pubbliche
fanno anche di peggio.
Chi ti
affitta risparmia sui costi amministrativi, sulla selezione e sulla formazione.
Chi ti da in affitto, ci guadagna un mucchio di quattrini. Guarda la tua busta
paga. Puoi controllare tu stesso.
Il lavoro
a tempo determinato è stato approvato da tutti i sindacati, Cgil compresa, ma
soprattutto è stato regolarizzato da un governo di centrosinistra che ha
servito ai profittatori di centrodestra il tuo futuro su un piatto d’argento,
da soli non ce l’avrebbero mai fatta. Era il giugno del 1997. Da allora
vendere, affittare e scambiarsi lavoratori, mi correggo, risorse umane, un
tempo reato, è perfettamente legale.
Quella che
un tempo era l’eccezione, oggi è la regola. E adesso può contare anche sulla
benedizione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Un’accademica
col gessetto in una mano e il righello pronto, se non fili dritto, nell’altra.
E’ quasi giugno e già comincia la canicola. Ma com'è che al cambio di
stagione non trovo mai i pantaloni estivi? Dovrò farmi un promemoria o una cura
di fosforo. Mi sto liquefacendo e siamo appena agli inizi, mi piacerebbe indire
un referendum per abrogare l’estate. Tutta quanta. Da giugno, almeno fino a
metà settembre. Cerco invano una nuvola carica di pioggia, in cielo solo
qualche innocuo addensamento che rende l’aria ancora più torrida e appiccicosa.
La terra trema in Emilia e le accise sulla benzina salgono. In seguito
ai tragici avvenimenti degli ultimi giorni, Palazzo Chigi decide l’aumento del
costo del carburante di 2 centesimi al litro. Una trovata geniale. Ci voleva
proprio un governo di supertecnici.
Non è che a me vada poi molto
meglio, torno a casa e trovo nella cassetta della posta, tutto in una volta,
una multa stradale, la tassa sui rifiuti e la richiesta forzosa di una rata
della mensa risalente al 2007, che, tra l’altro, ho regolarmente pagato. Piove sul bagnato.
Davvero confortante. Non ho idea di dove prenderli stavolta. Mi sa che sto
proprio alla frutta. Eppure non m’incazzo più, sorrido, ma non è detto che sia
un buon segno. Nonostante i pensieri ho un certo languore, frugo nel frigo.
Vuoto. Mi attacco ai biscotti di Tex. Anche questo non deve essere un buon
segno.
Accendo la tv per sintonizzarmi sul Tg delle tredici, m’imbatto su Italia uno, trasmettono 007 missione
Goldfinger. Vaffanculo, dopo la bella sorpresa non ho nessuna voglia di
lavorare. Che si fottano. Panino col cacio e bicchiere di vino, mi spaparanzo
sul divano. Tex, come al solito, mi guarda fisso, con la speranza di sottrarmi
parte del pranzo. Immobile. Una statua di sale. Ma stavolta non riuscirà a
mandarmelo di traverso. James Bond, tra una sparatoria e una fuga rocambolesca,
inciucia con la bella di turno. Magnifico. Ci sono film che non smetterei mai
di guardare, eleganza sopraffina nei dialoghi, nei costumi, persino nei
paesaggi, nemmeno un fotogramma sopra le righe. Pellicole eterne.
Nel frattempo è tornato Gabriele da scuola, ha in mano un gadget della
Lazio, a questo punto devo proprio decidere se cacciarlo di casa o dargli un'
ultima possibilità di ravvedimento. Non c’è più tempo da perdere, non vorrei
finisse dritto in curva nord. A quel punto meglio in galera.
Poi ti arriva una telefonata di quelle che ti rimettono in pace col
mondo. E’ davvero gratificante il caloroso saluto di un vecchio assicurato che,
navigando ormai verso i novanta, ti comunica che non gli avrebbero rinnovato la
patente e, dovendo rinunciare all’auto e a tutto quanto connesso, si spertica
in ringraziamenti per averlo seguito “al
volante”, con tanto zelo, per ben cinquant’anni. I primi venti tuo padre, altri
dieci in tandem, gli ultimi venti da solo. Un
bravo ometto, baffetti curati, testa calva e occhi spiritati, ma buoni. Non ha
mai denunciato un sinistro, né si è mai incazzato per i continui aumenti di
tariffa cui, mio malgrado, l’ho sottoposto per anni.
Oggi si
corre, non si vede quasi mai nessuno, posta elettronica, bollettini postali e
bonifici la fanno da padroni, mi mancherà la consueta visita semestrale nella
sua casa linda e pinta e il caffè preparato, con tanta squisita cortesia, dalla
gentile consorte.
Sono io
che ringrazio lei, signor Franco, per l’amicizia e la fedeltà dimostrata.
Domani è
il 15, scadono le polizze del mio più importante cliente, dovrei andare a
Pomezia. Chissà se mi riesce di scippare l’auto a Roberto? Me lo auguro davvero. Non c'ho più l'età per arrivare fin lì con lo scooter.
Chiama Tagliavini, domattina gli consegnano l’auto nuova, una Peugeot, mi tocca spegnere il Samsung per accendere il computer. Che
almeno funzioni come si deve il programma di emissione polizze. Ah, già, il
questionario…un’altra bella novità. L’hanno concordata Ministero delle Attività
Produttive e Isvap, di concerto con
Eppure devo fare buon viso a cattivo gioco, anzi dimostrare di essere un
angioletto e autocertificare di possedere i requisiti di onorabilità richiesti
per fare un mestiere tanto delicato. Pensare che per fare l’ onorevole,
viceversa, non serve, anzi, ti preferiscono pregiudicato, possibilmente con
sentenza passata in giudicato.
Accendo la radio, mi farà compagnia, lo speaker
legge la notizia dell’ultima ora: Anna Maria Tarantola è il nuovo presidente della Rai. Ancora un nuovo,
piccolo e prudente tassello per l'instaurazione della dittatura bancaria.
Astuto...e Bersani dorme.
Vaffanculo va, la tipa somiglia pure a Monti. Comincio a pensare che
questi quattro scarafaggi si riproducano tra loro, ecco il motivo di tanti
aborti tra i banchieri. In verità, anche qualcuno di loro, ogni tanto, finisce al gabbio, ma, come scriveva Balzac,
non è scandaloso che alcuni banchieri finiscano in prigione, è scandaloso che
tutti gli altri siano in libertà.
Meno male che stasera si va tutti insieme a vedere Roberto a Teatro,
recita in Pene d’amor perdute di William Shakespeare. Ci aspetta una poltrona
al Petrolini. Sarà una sorpresa. Tanto accigliato e taciturno in casa, quanto
spigliato e brillante sul palcoscenico.
In luglio, in Ucraina, si svolge la fase finale del Campionato Europeo
di calcio. Monti, in attesa del logopedista che possa consentirgli di mettere
insieme almeno una frase con tre parole di senso compiuto, vola a Kiev per la
finale Italia Spagna. Francia, Germania e Inghilterra hanno disertato le gare
per solidarietà con Yulia Tymoshenko, in carcere proprio in Ucraina, dopo un
dubbio processo. Sembravamo d’accordo anche noi. “Quando vengono violati i diritti, lo sport non può voltarsi dall’altra
parte.” Spiegava il ministro Gnudi. Ciò nonostante, alla fine,
E infatti veniamo sonoramente battuti e umiliati dalle furie rosse. Dire
che ci rompono il culo è riduttivo. E' probabilmente la prima volta che godo
per una sconfitta quasi come per una vittoria. Se non altro per lo smacco a
quella merda in tribuna.
In quello stesso periodo, i leghisti, curiosa progenie ferma all’età
della pietra, frutto di culture differenti, ora pagani, ora cristiani, e
comunque tutti adoratori del Po, tra orde di Borghezio e ratti panciuti,
svolgono le loro primarie. Il candidato
però è uno solo.
Mi chiedo…ma se non ci sono concorrenti che bisogno c’è di mettere su
tutto quel teatrino? Io fossi del nord
m’incazzerei parecchio per la figura da coglione che mi fanno certi miei
conterranei a corto di cervello. Ma io sono del centro, anzi, addirittura di
Roma ladrona, per cui non posso davvero sperare di capire teste così fine.
Resto perplesso, ma taccio e mi adeguo.
Frattanto altre teste fine, quelle del governo Vichy, decidono di
risanare la sanità. Che poi l’intenzione è già di per sé una contraddizione in
termini. Nel panorama ospedaliero italiano il taglio immediato di 18.000 posti
letto è esattamente quello che ci vuole. I complimenti di tutto il Paese vanno
tutti ai professori e al Presidente Napolitano. Tutto quel che il signor Rossi
si sente di augurare loro, nessuno escluso, è di finire in ospedale, moribondi,
e agonizzare lentamente nella corsia di un pronto soccorso. Ovviamente
s’illude. Non tiene in debito conto il fatto che certa gente si fa curare in
lussuose cliniche private.
A rimetterci la pelle, qualche giorno dopo, è infatti un neonato. Al San
Giovanni Addolorata di Roma, gli somministrano latte per endovena invece della
flebo. I turni massacranti del personale, ridotto al minimo dalla spending review, provoca così l’ennesima
vittima in corsia. Ovviamente si apre l’indagine. Ma anche questa volta,
anziché prendersela, come sarebbe doveroso, con i veri responsabili
dell’omicidio, gli inquirenti si scagliano contro medici e paramedici,
costretti ad arrangiarsi con presidi e macchinari scadenti e obsoleti. Il
canovaccio è sempre lo stesso.
E di quei giorni la notizia che il Premier, tra l'altro mai eletto, si è
offeso a morte perché Squinzi parla ormai apertamente di macelleria sociale.
Son cose che non si fanno, soprattutto se si è il nuovo leader della
Confindustria. Ma l’uomo di Francoforte non si da per vinto e, a rapporto dai
superiori, dichiara che è cominciata la lotta ai nostri vizi strutturali.
Diritto al lavoro, alla casa, alle cure e alla pensione, infatti, so’ vizi. Che
dire? Non è solo un criminale, è pure scemo. Dovrebbe essere sottoposto a un
trattamento sanitario obbligatorio.
Ma io non capisco
un cazzo, e chi ci capisce, l’Unione
europea, sostiene che la strada intrapresa dal sobrio è quella giusta per risollevare
i conti pubblici: secondo Olli Rehn, il commissario Ue agli Affari economici e
monetari, le misure adottate dal governo Monti sono perfettamente in linea con
le “raccomandazioni” fatte all’Italia.
Il primo della
classe, imbarazzato dagli apprezzamenti, affetta modestia e giura che, una
volta risanata la situazione, non si ricandiderà, tiene però a precisare che al
pizzo da senatore non ci rinuncia. Ovviamente si rimangerà anche questa
promessa.
Questo signore, badate bene, è membro del Senior European Advisory Council of Moody's, vale a dire che è tra
coloro che contribuiscono a dare giudizi sulle aziende e sugli stati europei,
che poi l'agenzia di rating diffonde. Lasciate perdere i giornali e ogni tanto
affidatevi alla rete, tanto per gustarne un assaggio. E’ un
giochino al rialzo e al ribasso fatto ad arte. Ci pigliano per il culo. Siamo
parecchio al di là del conflitto di interessi, siamo alla caricatura di una
democrazia parlamentare.
Insieme ai compari di Francoforte, ha bruciato almeno un paio di
generazioni, e sostiene di lavorare per la prossima. Fossi in lei, mi gratterei
le palle.
Prima ci massacra per via de ‘sto cazzo de Spread e, adesso che è
schizzato di nuovo a 516, dopo aver toccato quota 529, dice che l’innalzamento
del differenziale non dipende dall’Italia….buffone…
E siccome al peggio non c’è mai fine, nomina consulente tecnico del
Governo tecnico, uno dei principali responsabili dell’attuale disastro
economico e monetario. Un fetido topastro, con una pensioncina mensile di 31.411
€, che si prepara a tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici, fermi ormai
da dieci anni. Ve l’ho accennato. Che ne pensa Napolitano? Ovvio, se ne
compiace.
Gli italiani subiscono in silenzio e
non sono più campioni di un cazzo, in compenso, sono i primi al mondo -
quantomeno tra i Paesi per i quali sono disponibili dati - nella censura su
Youtube…e parecchie segnalazioni sono frutto di merdosi delatori…
Perdiamo anche la possibilità di ospitare le prossime Olimpiadi, Monti
ammonisce che non ce le possiamo permettere. Solo un pupazzetto grigio e
incolore come lui poteva rinunciare a una candidatura così prestigiosa. Senza
sogni non si cresce. Garantito. Ma la crescita non è quello che gli interessa,
deve solo far tornare i conti della Bce.
Sono amareggiato, incazzato, doppia dose di Oki alle 8 del mattino, se
tanto mi da tanto stasera mi ci vuole la morfina. Un tempo facevi miracoli e in
qualche modo te la cavavi sempre, oggi non bastano più nemmeno quelli. In Grecia l’hanno capito e le masse fanno il
diavolo a quattro, speriamo arrivi l’onda.
Del resto non sono il solo a passarmela male, in Italia è ormai povera
una famiglia su quattro, e, come direbbe Peppino, ho detto tutto...
Anche gli acciacchi non si fanno mancare. A distanza di 14 mesi dall'operazione
al tendine di Achille è ricomparso qualche fastidio e un po' di
gonfiore....speriamo bene....oltretutto devo
avere aperto un canale preferenziale con l’agenzia delle entrate, senza
essermene reso conto, sono sempre così cari e premurosi, mi scrivono
continuamente. Sono ormai sepolto da cartacce, straripanti numeri e formule
oscure. Ne uscirò? Ne dubito. Il lavoro è al lumicino, non gira più un euro che
è uno, tanto che per ammazzare il tempo sto prendendo la laurea in
sintonizzazione avanzata canali digitale terrestre...ma l'è dura...'azz, se l'è
dura…
All’ufficio sorveglianza rischi oltretutto dormono: fai una fatica del
diavolo per farti un cliente, coccolarlo e assisterlo in tutto e per tutto,
anni e anni di lavoro…poi arriva una testa di cazzo qualsiasi che, digitando
tanto per digitare, scambia due sinistri attivi per passivi, schiaccia un tasto
e spedisce la lettera di disdetta. E’ questo il vero problema dell’Italia,
approssimazione, disattenzione e scarso rispetto per il lavoro degli altri, nel
pubblico come nel privato, altro che spread…
La mia testa
è un frullatore, ho frammenti di tariffe conficcati nel cervello. Stanco di
pensare e stremato dalle preoccupazioni,
mi faccio un’overdose di giornali in rete. In breve sono catalettico e
cianotico, oltretutto non vedo più un cazzo, macchioline oculari vagolano per
il campo visivo.
Passo in
cucina e mi scaldo la cena di ieri nel fornetto, intanto accendo la
televisione. Finirò per collassare nel piatto, a forza di sentire certe
notizie: cinquantaquattro
morti affogati nel cuore del Mediterraneo, a due bracciate dalle nostre coste.
E’ un servizio relegato in fondo al tigi. Una vergogna tutta italiana. Cambio
canale, ne ho abbastanza. Lo so…lo so che a quel punto dovrei spegnere… ma non
lo faccio. Che poi, secondo il mio oroscopo, non avrei dovuto accenderla per
niente. Fisso lo schermo. Devo fare più attenzione! Cazzo! Mi sono lasciato
sorprendere da Vespa e Formigoni in tandem su Rai 1. E’ una replica, ma
comunque pericolosissima per il mio stomaco già tanto provato… non ho più
fame. Schiaccio di nuovo il tasto del
telecomando: dopo l'amianto, ora si scopre che anche il diesel è cancerogeno.
Tra qualche anno ci sveleranno che l'uso del telefonino fa venire il cancro al
cervello…senza pensare minimamente alle gastriti causate dall'uso improprio di
giornali e notiziari tv.
Comincio a credere che gli stronzi siano immortali...ne morisse mai uno.
Leggete qua: “Non dobbiamo sorprenderci
che l'Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I
passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità
nazionali a un livello comunitario”. Sempre lui, Mario Monti. Occorrerà,
una volta per tutte, che i commessi setaccino per bene i tappeti di Palazzo
Chigi in cerca del cervello del loro principale. Solo quel tremebondo ometto di
Bonanni può dare ancora corda a un simile mentecatto: “Dopo Monti non vedo statisti all’orizzonte.” Il difensore dei
lavoratori e dei precari…non ce se crede… chissà che si sarà fumato in spiaggia…
A sentir lui, il bocconiano, intendo, siamo in guerra. Combattiamo una
guerra, è vero, ma contro un potere che tende al mantenimento di un ordine
globale per esacerbare la stagnazione, allargare le ineguaglianze e
intensificare la povertà, pur di proteggere la supremazia degli interessi economici di una ristretta enclave dell’economia mondiale di
cui lui è servo e guardiano in terra italiana. Del benessere comune se ne
fotte. La priorità è creare le premesse per la creazione di una ricchezza per pochi
e sostenerla a ogni costo, a spese delle schiene piegate di chi lavora o tenta
di farlo. Il disertore del Quirinale lo ha armato, sottraendoci la sovranità, e
lasciandoci inermi alla mercé della Cupola dei banchieri e delle
multinazionali. Mente sapendo di mentire, né è necessario che le sue bugie
siano particolarmente credibili, considerando che ha in pugno giornali,
televisioni, l’intera informazione, pavida quando non assoldata.
Ma il
sistema non durerà a lungo, non è in grado di funzionare come previsto sin dai
tempi della P2. La crescente illegittimità della globalizzazione selvaggia e
l’accresciuta divisione tra una minoranza prospera e una maggioranza sempre più
ai margini, sta generando malcontento, crisi e, da ultimo, resistenza.
Ne avranno
ancora per poco. Mi auguro soltanto che, quando arriverà finalmente il momento
di pagare, resteranno ancora vivi abbastanza a lungo per scontare interamente
la condanna. Quando li vedremo nella polvere sarà una festa per tutti. Un nuovo
25 aprile.
Uno Stato fondato sul solo interesse e cementato dalla paura di
rischiare è una costruzione ignobile e precaria. Uniche direttive: rientrare
nell’ordine, accettare, sottomettersi, rassegnarsi. Bella roba. Bastano dieci
coglioni e quindici giorni per farlo crollare, ma ci vogliono anni e migliaia
di brave persone per risollevarlo dalla rovina.
L’ultimo regalo prima di godersi le ferie, il professore lo fa agli
studenti. Il candore con il quale tende a far passare il messaggio che
l'aumento delle tasse universitarie è necessario per premiare la meritocrazia,
negando così la realtà, e cioè la
priorità della selezione plutocratica delle future classi dirigenti. Mi da il
voltastomaco. Ancora qualche ritocco al welfare e la controriforma sarà
completata.
Mi piacerebbe sapere che altro cazzo aspettino, ‘sti ragazzi, a occupare
gli atenei…ho idea che la vera controriforma reazionaria l’abbiano fatta
lobotomizzando completamente un’intera generazione.
Intanto, nonostante le fosche previsioni delle cassandre di regime, lo
Spread si è appisolato sotto l’ombrellone e non mostra alcun nervosismo. Come
previsto. Facevano tanto terrorismo mediatico per quel che sarebbe potuto
succedere ad agosto. Non hanno calcolato che sotto la canicola estiva anche gli
stronzi vanno in ferie.
Ok, siamo all’ultimo giro di giostra prima della chiusura estiva...mi
auguro ci sia ancora qualcuno che abbia in tasca qualche spicciolo per pagare
il premio della polizza auto in scadenza.
Si soffoca, oggi mi pare peggio... quando arriva settembre? Come
annunciato è invece arrivato, sgradito, il nuovo anticiclone, speriamo passi in fretta
e vaffanculo pure a Caligola...
La maglietta a maniche corte si sta inzuppando di sudore. Fiato corto, sguardo
appannato, sinapsi liquefatte, neuroni in ferie forzate. Le strade sono
deserte, nessuno ha più un cazzo da fare, figuriamoci in pieno agosto. Avessi
potuto decidere io, Curiosity l'avrei
spedito a cercare tracce di vita su questo pianeta....altro che Marte...
Oltretutto è tornata farmi visita l'ulcera...erano almeno sei anni che
non si faceva viva. Probabilmente perché mi
rode il culo: non so ancora bene come, ma in qualche modo, devo
assolutamente andare a riprendermi l’erba voglio del giardino del re. Solita
storia, ogni giorno diciamo domani, per poi ritrovarci sempre a ieri.
Ferie, noia e canicola. Giornate torride e abbacinanti. Ore favorevoli
al raccoglimento e alla meditazione. Si comunica con se stessi e si resta
pericolosamente prigionieri della propria vita interiore. Tre cose detestavo:
essere scontato, scoprire di aver bisogno degli altri, essere frainteso. La
prima mi fa ancora incazzare, la seconda non mi preoccupa più, la terza mi
lascia del tutto indifferente. Devo essere cresciuto.
Niente ferie quest’anno, siamo stati cattivi, così dice il principe
Giovanni. Forse, però, a fine mese, gli passiamo sotto il naso, speriamo non se
ne accorga, e facciamo un salto a Fiuggi per sfruttare il voucher che ci è
stato regalato per l’anniversario di matrimonio. Un paio di giorni, niente di
più, se non altro, però, si stacca. Il giorno di ferragosto, invece, faremo un
salto al paesello, ospiti di Aurora. Perché Pagliara è sempre Pagliara.
L’agenzia è praticamente chiusa. Portata a termine con successo l’ultima
rapina prima che mi scappasse l’ultima vittima,
ho già preparato gli avvisi di scadenza per settembre. L’economato di
Poste Italiane, però, deve essersi sniffata tutta la coccoina, nemmeno i
francobolli sa più stampare, ti presenta così un lenzuolo gommato sul retro,
ovviamente privo di adesivo - dovesse costargli troppo - che manco si attacca
umettandolo con acqua o saliva.
A questo punto non mi resta che accendere la televisione. C’è Mario
Adinolfi, un bambolotto del Pd. Non
lo conoscete? Poco male. Dice che se l’Italia affonda è colpa dei nostri padri.
Fa troppo caldo…non mi va nemmeno di sputargli in faccia.
Lucifero è alla finestra del mio studio, ha una brutta faccia, peggiore
di quanto mi aspettassi, speriamo se lo porti via presto la burrasca, nel
frattempo bisognerà trovare il modo di esorcizzarlo. Con il caldo anche la fame
latita, è l’occasione buona per insistere con la mia dieta fai da te. Niente di
drastico, poco di tutto, evitando però, tassativamente, pane, alcol e dolci. Sei chili li ho già
persi, conto di rosicchiarne almeno altri tre alla bilancia. E’ bello rivedere
il piccolo quando sei sotto la doccia. Alla vigilia della partenza per le terme
di Fiuggi, mi chiedo se troverò un costume che possa valorizzare al meglio la mia
invidiabile silhouette.
Secondo il mezzobusto del meteo, a momenti dovrebbero arrivare correnti
più fresche, ma qui non si muove una foglia, Beatrice deve aver sbagliato a
impostare il tomtom. Ahio! E basta! 'Ste cazzo de zanzare...de sicuro so'
laziali...
Grande tempismo, finalmente un week end di vacanza, dopo aver trascorso
tutte le ferie in città, e mi vado ad ammalare con 39 di febbre, che culo… ma
si parte lo stesso.
Tre giorni all’hotel Ambasciatori, un bel fine settimana, soprattutto diverso
dal solito. Piscina riscaldata, con tante bollicine, docce emozionali, sauna e
bagno turco. Lety si rilassa, Gabry si diverte, in quanto a me faccio un
mucchio di puzze senza destare sospetti. Un po’ di relax ci voleva proprio.
Oltretutto è la prima estate nella quale non ho sfiorato la sabbia, né visto ombrelloni, nemmeno in
cartolina...
Bello lasciare la città con 38° e, al ritorno, ritrovarne 20 scarsi,
indossare il tutone felpato, dopo tanta canicola, non ha prezzo, speriamo che
duri. Per di più, nonostante le tentazioni culinarie durante la sia pur breve
vacanza, ho perso ancora qualche chilo. Il guaio di dimagrire troppo, però, è
che caschi dentro quell' adorabile maglioncino celeste che fino alla stagione
prima ti stava a pennello.
Settembre, si riaprono i giochi, almeno per quelli che hanno ancora la
fortuna di averlo un lavoro. Peccato che ai piani alti non sia cambiato niente.
Il Paese è al disfacimento, la gente perde il lavoro, la casa, la dignità, e
“loro” si occupano di bollicine, gomme da masticare e mozziconi di sigarette…le
solite teste di cazzo. Gran parte delle famiglie è ormai sul lastrico…il debito
medio è di 20.000,00 €, in crescita… questa è l’Europa, il resto è vaniloquio
di Palazzo.
La vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci
tolgono il respiro. Emozioni? Ma de che? Io mi riferisco a quel blocco allo
stomaco che ti piglia quando apri la cassetta della posta, da toglierti il
fiato… mai una buona notizia. Ti svegli al mattino e la prima cosa che fai è
pagare un bollettino… c’è scappata pure la rima...è questa l’economia reale,
altro che spread. Comincio davvero a credere ci sia qualche rotella fuori posto
tra gli ingranaggi del nostro cervello per sopportare tutto questo.
Si riaprono le vertenze. La polizia usa le maniere forti e carica gli
operai dell'Alcoa, mille celerini per cinquecento manifestati, e il despota
scambia la democrazia per populismo. Uno come lui fa il cazzo che gli pare,
bisogna capirlo, non è abituato al confronto. Me ne convinco ogni giorno di
più, il benessere comune è pregiudizievole all' avidità, alla smodata ricchezza
di pochi, e dall’ attuale crisi, se non
faremo qualcosa di epocale, ne usciranno vivi solo questi ultimi.
In quanto al sottoscritto seconda rata Imu e nuovo ciclo di antibiotici…un inizio coi fiocchi. Dopo le
ferie, si svegliano pure gli sciroccati: cambi assicuratore…non ti avverte
della scadenza…giri scoperto per oltre due mesi, poi ti fottono la macchina e
ora mi chiedi un miracolo? Ringrazia piuttosto Dio che non hai messo sotto
qualcuno…
Nel frattempo qualcuno pizzica la principessa in topless e qualcun altro
inneggia alla guerra santa per colpa di una pellicola giudicata blasfema, un
gran casino per un film e due tette reali…manco, all’epoca, per il gol di Turone…poi
c’è pure chi vede i comunisti nelle file del Pd, il nanetto. Questa estate, in Sardegna, deve aver trovato uno
spacciatore che vende roba di prima scelta.
Le notizie che ci vengono servite sono davvero confortanti. Un piccolo
imprenditore su tre chiude e un altro è destinato a farlo nei prossimi cinque
anni. In effetti, calcolatrice alla mano, se non avessi un mutuo sulle spalle
mi converrebbe smettere di lavorare, non ne vale la pena, si fatica ed è più la
spesa che l’impresa. Ho provato a parlare con il Direttore della mia banca.
Niente prestito. Hanno chiuso i cordoni della borsa. Per ottenerne uno bisogna
prima provare di non averne bisogno. A questo punto non mi resta che cercare
un’ anima caritatevole disposta a pagarmi le rate del mutuo…ovviamente sempre a
mia insaputa.
L’avventura, un tempo, era l’America, oggi è la vita di tutti i
giorni…andiamo avanti e vediamo che ci porta la nuova stagione che dischiude
gli occhietti sonnolenti, ancora una volta carica di aspettative.
”Posso assicurare che il Governo non farà mancare al settore delle
scuole non statali, cui riconosce una essenziale funzione complementare
rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno
economico”. Sì, non potete sbagliare. Sempre lui. Il sobrio.
I mascalzoni sono preferibili agli imbecilli, perché i primi, almeno
ogni tanto, si concedono una pausa. Guardavo lo spot del ministero
dell’istruzione sulla scuola pubblica, girato ovviamente in un istituto
privato, e sorridevo pensando a quanto mi hanno appena raccontato i professori
di mio figlio, costretti ad acquistare a proprie spese, gessi, registri e toner
per la fotocopiatrice. Ma io dico, perlomeno evitate
di prenderci per il culo…e Vecchioni poi, che si presta a questa penosa commedia, che figura
di cacca…
Il prossimo affondo sulla sanità pubblica. Garantito.
Prendersi un anno sabbatico…ci sono perifrasi che un tempo avevano un
senso, e oggi nessuno, a meno che non abbia ereditato, può nemmeno permettersi
di prendere in considerazione. Pare che tutti noi, chi più chi meno, negli
ultimi anni abbia scialacquato. Così almeno sentenzia
chi non ha mai avuto problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.
Lasciamoli
dire…sarebbe inutile provare a convincerli che ci siamo limitati al necessario.
Riposare, prendere fiato, riflettere, riconsiderare, no, non si può, per i
comuni mortali mutuo e bollette incombono, non resta quindi che continuare a
indebitarsi. Non esiste via d’uscita.
A quanto
si sente in giro, d’altra parte, i diritti non esistono più, né devono
esistere, solo doveri. Già, pare che il mondo sia cambiato e, per tener testa
alla competizione globale, si debba perdere la cattiva abitudine di pretendere
il giusto, che so…un lavoro…una pensione…un’ assistenza sanitaria appena
decente. Del resto anche la costituzione è da rottamare, lo dicono i
bocconiani, mica cazzi…e il popolino, chino a novanta gradi, comincia davvero a
crederlo.
Ormai
persino i lavoratori a tempo indeterminato, quei pochi che restano, cominciano
a stringere le chiappe. Chi sta male abbrevia la convalescenza per paura che un
qualsiasi lavoratore a progetto gli fotta la scrivania da sotto il culo. Ferie
al minimo storico, tanto nessuno che sopravviva solo grazie a un impiego può
più permettersele. Unica nota lieta è che si risparmia sulla quota sindacale…inutile
tenere in tasca una tessera tanto inutile.
Basta poco
per fare il botto, una disoccupazione tecnica, una malattia, un fallimento e ci
si trova in un baleno sotto un ponte. La paura fa novanta e di scioperare non
se ne parla, meglio badare al proprio orticello, leccando il culo al padrone,
finché ci consente, magnanimo, di coltivarlo.
Qualche decennio fa ci avevano avvertito, ma la cronaca, allora, reputò
sbagliata la scelta di sparare. Bene, ho idea, che presto la storia farà
giustizia di considerazioni tanto affrettate.
"Una catastrofe, senza
riforma delle pensioni. Un anno o due in più al lavoro non sono un grande
sacrificio" Questo invece è Lamberto Dini. Forse lo avrete
riconosciuto. Credevo avesse almeno la decenza di nascondersi e non uscire più
dalla sua tana dorata. Più o meno le frasi di un altro bel campione di equità
sociale, Carlo Azeglio Ciampi. “Pensioni,
non possiamo concedere di più. “Ricordate? Era l’ottobre del 1997. Bene,
escludendo lo stipendio da senatore a vita, l’ex presidente della Repubblica,
tra i principali responsabili dell’attuale deriva, si succhia tre pensioni faraoniche: due da Bankitalia, e una dall'Inps, per circa 34
mila euro al mese…‘ttacci...quante marchette deve aver versato! E c’è ancora
chi lo considera una sorta di eroe nazionale. Dovremmo citarlo in giudizio
tutti quanti per danni. Mi auguro almeno che, quando finalmente calerà nella
tomba, non vengano a romperci i coglioni col solito panegirico del cazzo…
Godiamoci la protesta a Madrid e quella a Lisbona. A Roma? I soliti
quattro gatti con la rivoltella, scarica, in una mano, e la lettera di
raccomandazione nell’altra. D’altra parte ho sempre pensato che l’uomo sia solo
un pupazzo se ha paura o imbarazzo nel pronunciare tre parole: grazie, scusa e
vaffanculo. Be’, l’italiano, in genere, di questa terna non conosce nemmeno il
significato, sa solo brontolare.
Nel frattempo, in famiglia, qualche nipote si sposa, dopo trent’anni
esatti dagli ultimi, il sottoscritto e signora, Corinna e Benny convolano a
nozze. Dieta a rischio. Vabbe’, per una volta, si può anche fare un’eccezione.
Primo soffice
strato di nebbia stamattina al parco, la torre era scomparsa e Tex non trovava
più l’albero. Mi sa che si avvicina l’inverno, dovrò decidermi a tirare fuori
sciarpe, giacconi e maglioni di lana.
Alzati di buonora e scoprirai l’incanto del mattino, solleva
lo sguardo, osserva il cielo, riempi la borsa di buoni propositi e guarda la
rugiada che lava il viso alle foglie. Fai con calma, prenditi tutto il tempo
che vuoi, tanto le promesse non le manterrai. La prima è il “sempre”, la
seconda il “mai”. L'importante è vivere ogni giorno senza troppe paure,
confidando che sia migliore di quello appena passato, anche quando le risposte
che ti da la vita non sono quelle che avresti sperato. E’ vero, abbiamo tutti una stella
polare che ci fa da guida, immobile lì, nel nostro cielo, ma questo non deve
impedirci di esplorare altrove. Anche quando credi di essere ormai arrivato.
Quello che oggi può sembrarci un approdo, domani potrebbe rivelarsi soltanto un
punto di partenza. Non si diventa grandi con l’immobilismo né, tanto meno, con
la presunzione, solo la voglia di metterci in discussione e l’incertezza ci
consentono di poter virare all’occorrenza. Guai a chi non ha dubbi! E’ soltanto
un pallone gonfiato, ne ho conosciuti tanti, sanno tutto loro…ma, alla prova
dei fatti, non sanno dove mettere le mani per sbrogliare la matassa.
Leggevo ‘ste cazzate, scritte su una vecchia agenda -
evidentemente quel giorno avevo mangiato pesante - quando Lety mi chiede di
fare un salto al supermercato. Lei non può, sta poco bene, è riuscita a
beccarsi anche il fuoco di Sant’Antonio. Non mi resta che accontentarla.
Se trovo lo stronzo
che, ogni volta che tocca a me la spesa, toglie deliberatamente dallo scaffale
il Mastro Lindo biondo e non moro, col tappo celeste e non grigio, profumazione
delicata anziché alpina, lo piglio a calci in culo, insieme al direttore del
supermercato, certissimamente complice, e alla spia che li avverte.
Del resto, comincio
a pensare ci sia un mucchio di gente, in Italia, che se la passa ancora alla grande,
non si spiegherebbe, altrimenti, questo, sia pur esiguo consenso…a meno che non
sia tutto frutto di certa stampa prezzolata. Ricordo i tempi della Dc, stava
sul cazzo a tutti, nessuno ammetteva di votarla, eppure era sempre in testa a
ogni tornata elettorale. Tuttavia, sono molto
preoccupato perché ce n’è anche tanta ormai alla canna del gas, ed è talmente
incazzata che comincia ad affiorare una punta di razzismo persino nei cuori più
insospettabili. Col tempo l’italiano medio è passato dall’esaurimento nervoso
alla depressione, ora è nella fase della rassegnazione, la peggiore, non
s’incazza nemmeno più e si accontenta di restare a guardare. Ma questo non gli
impedisce di discriminare.
Dopo la pubblicazione di
Sarà molto peggio di
quanto si possa immaginare, un mucchio di gente andrà inevitabilmente in giro
senza copertura, magari per un breve periodo, ma accadrà, del resto, se non
paghi la bolletta della luce il giorno stesso della scadenza, non è che te la
stacchino seduta stante, l’assicurazione invece, abrogando il tacito rinnovo,
ti lascia immediatamente scoperto di garanzia, e se, Dio non voglia, c’hai
la sfiga di fare un frontale prima del rinnovo so’ dolori. Vedrete quanti
poveracci ci rimetteranno anche la casa. Senza contare il contenzioso che ne
deriverà…un grosso affare per finanziarie e assicurazioni. Monti e i suoi
compagni di merenda non sono soltanto incapaci, sono degli assassini seriali.
Ho già scritto le mie
lamentele a Napolitano, al papa e al Gabibbo, che mi riceverà la prossima
settimana in udienza privata. Non bastava Bersani, adesso ci si mette pure Passera. Del resto la
categoria è quella che è, non vendiamo gratta e vinci o biglietti della
lotteria, e poi, col mestiere che
faccio, sono abituato agli attacchi. Soprattutto quelli dei media. Ma quello
che mi fa davvero incazzare è il fuoco amico. Tempo fa un cliente mi apostrofò
malamente, dandomi del bandito, considerando le mie tariffe, che tra l’altro
non stabilisco certamente io, esagerate, quindi, senza nemmeno salutare, mi
attaccò il telefono in faccia e traslocò, polizza e libretto di assegni al
seguito, altrove. Per carità, a parte la
maleducazione, nulla quaestio al riguardo, non avevamo mica stipulato un patto
di sangue.
A volte bisogna aver pazienza e aspettare la nemesi…gli hanno rubato l’auto e aspetta il risarcimento da quasi otto mesi, la consorella non paga, pare “non ci veda chiaro”. Proprio così, avete capito bene…ora è a lui che danno del bandito…
Avrei tanta voglia di metterci un punto, al limite anche un punto e virgola e ricominciare tutto da capo. Ma la rata del mutuo incombe. Non si può. Vedo di prenderla bene. Inutile disperarsi. Dopo sei mesi di dura penitenza ho deciso di uscire, andare al bar e gustarmi caffè e cornetto. Me lo merito. Speriamo di passarla liscia, magari lo stomaco non se ne accorge nemmeno.Peccato che piova, una pioggerella stupida, ma
insistente. Chiudo l’ombrello per entrare nel bar, e, ovviamente, non si
richiude. Così come la chiusura lampo del giaccone che s’impiglia nella stoffa.
Che nervoso! Assediati dalle mirabolanti novità dell’hi tec,
crediamo di vivere in un’era di progresso ma non è vero niente, gli
elettrodomestici sono costruiti perché si guastino, le automobili perché ci
lascino a piedi e gli ombrelli perché si sfascino. Questo non è progresso, è
una truffa. Ricordo il frigorifero bombato col maniglione a scatto che aprivo
da bambino, quando è finito in discarica, e avrà avuto almeno quarant’anni,
funzionava ancora perfettamente.
E poi arriva
il freddo, da far cascare i
baffi, il vento che sferza come uno scudiscio la faccia, speriamo che, col
passare delle ore, riscaldi un pochino l’aria, per il momento non mi resta che
indossare il giaccone pesante, montare il sella e cominciare le mie scorribande
per la città.
Nel frattempo Monti
ha dato forfait. Il Pdl gli ha tolto la stampella. E anche stavolta la sinistra
da operetta, anziché opporsi al tiranno, ha aspettato che il governo implodesse
dall’interno, un’altra occasione persa da Bersani e compagni. Coglioni, potevano vincere le elezioni a
man bassa e invece, con il beneplacito dell'inquilino del Colle, hanno dato via
libera a un governo illegittimo e sanguisuga.
Comunque l’anima nera ha fatto del suo peggio, tutto
il lavoro sporco che gli era stato commissionato è stato portato a termine.
Missione compiuta. Adesso fa Cincinnato…e l’italiano se la beve. Sarà un addio
definitivo? Temo di no.
Avete ragione, in questo
ultimo capitolo un fantoccio come Mario Monti ha monopolizzato la scena. Ma non
poteva essere altrimenti. La mia ossessione è ben fondata. Resto dell’idea che
questo scagnozzo della triade sia stata la peggiore disgrazia piovutaci addosso
dai tempi del duce.
Lo odio con un tale fervore
da mettere a repentaglio la mia stessa salute. Detesto la sua arroganza, l’aria
di sufficienza, quel sorrisetto maligno appena accennato all’angolo della
bocca, riesco a stento a guardarlo senza avere conati di vomito. Puzza di zolfo
e gomma bruciata.
Magari non è nemmeno tutta colpa
sua, dietro quella sua maschera cinica nasconde un sacco di problemi: la madre,
inorridita, lo abbandonò, in fasce,
nella culla, senza più cagarlo nemmeno di striscio, il padre, negli anni
settanta, spacciava miniassegni del San Paolo e il nonno era laziale.
E comunque, per proclama,
rifuggo il sobrio. Vorrei tornare indietro nel tempo, al 1942, per regalare una scatola di preservativi al
padre. E poi, secondo voi, quanti anni
avrà? Secondo me è un clone di un Monti precedente. Troppo stronzo per esserlo
diventato in una sola vita. Per determinarne l’età andrebbe sottoposto a un
test al radiocarbonio.
Prima di chiudere, una notizia dell’ultima ora: sia
Monti che Berlusconi si candidano per le nuove elezioni, previste per il 24
febbraio 2013. Ricordate quanto dichiararono solo qualche mese fa? No? Poco
male, penso io a rinfrescarvi la memoria: Monti settembre 2012 "Non mi
candido per il bis”, Berlusconi, 24 ottobre 2012, "Non mi candido a premier." Visto? Sono stato buon profeta. Ma non merito un voto
troppo alto, la previsione era davvero facile. E adesso anche
Pochi giorni al Natale, l’Inps, sempre così
premuroso, mi spedisce l’ennesino sollecito. Questa la mia risposta: “Lo so, ma non ce l’ho, né saprei dove
prenderli, il mio cravattaro, sì, insomma, l’istituto di credito, al quale sono
già ricorso altre volte per pagare il pizzo trimestrale, non mi concede altri prestiti, sono troppo
indebitato. Esposto per dirla con il lessico bancario. Del resto sono soldi
miei. Anzi, fatemi un favore, restituitemi quelli che ho già accantonato, ne ho
bisogno per pagare il mutuo. Devo pensare al presente, prima che al futuro,
tanto all’età della pensione, sempre ammesso non facciate il botto prima voi,
non ci arrivo.
Cordiali
saluti.”
Siamo alla fine. Immagino siate sfiniti. Ho ancora una marea di idee, ma le trascina via
il tempo, come il vento spazza dalle strade i coriandoli. Ce ne vorrebbe di
più. Ma state tranquilli,
non mi rileggerete tanto presto.
Non deve sorprendervi se, in questo mio zibaldone,
più che i ricordi di grande rilievo, avete letto tanti momenti, per così dire,
minori. Il più delle volte sono proprio quelli che fanno la differenza tra la
tua vita e quella degli altri. Per il resto tutti si ama, tutti si odia e, alla
fine del giro di giostra, la parabola è la stessa per tutti.
Ho raccontato le mie storie, qualche volta anche
quelle degli altri, spesso piuttosto male, cercando le parole, sodomizzando gli
aggettivi, scompigliando, a volte, tempi e luoghi, e unendo, magari, l'inizio
di un racconto con la fine di un altro, poco importa, tutto si è infatti svolto
dietro lo schermo opaco della memoria che, in buona fede, confonde le righe.
Eccoci dunque ai saluti. Un particolare
ringraziamento va alla mia correttrice di bozze, che, nemmeno a farlo apposta,
si chiama Bozza. Claudia di nome. Si è sacrificata in un lavoro certosino di
revisione, cui, persino il correttore ortografico di Word aveva ormai
rinunciato. Anche perché pare che Office non gli pagasse gli straordinari.
La stessa tiene, comunque, a precisare che, in
merito alle correzioni da apportare al testo, avrebbe preferito “da” (terza
persona singolare del verbo dare) con l’accento e “mezzora” con l’apostrofo,
indicazioni, del resto, prontamente segnalate, che, tuttavia, non ho inteso
seguire. Pertanto, considerato che la decisione finale spetta solo a chi
scrive, mi ritiene unico responsabile della scelta, qualora qualcuno di voi
trovasse da ridire. Dovete capirla, sua madre, recentemente scomparsa, era
insegnante…la faceva più incazzare un “esco fuori” o un “ma però”, che un rutto
a tavola. La piccola Claudia deve averne risentito. E’ incontenibile. Ancora
ieri, per le vie di Milano, e non è la prima volta che accade, è stata sorpresa
a correggere le frasi sui muri.
Le mie pretese letterarie, dopo la pubblicazione di
questo interminabile polpettone, sono state ormai rese pubbliche. Lascio,
dunque, al giudizio dei lettori la valutazione narrativa di tanti miei
sproloqui. I numerosi difetti li conoscevamo già tutti, adesso, mi auguro,
salterà fuori anche qualche anima benevola che, setacciando tra le righe, possa
trovarvi qualche pregio. Non mi resta,
quindi, che ringraziarvi dell’attenzione, mentre, nel contempo, mi ritiro con
garbo, per continuare a mettere insieme i pezzi della vita che mi resta, felice
nella consapevolezza di essere sempre il vostro devotissimo…autore preferito.