Capitolo 74

 

Voglia di ricominciare

 

 

25/06/2010 16.20.35

 

 

icominciare non mi ha mai spaventato , è per questo che non capirò mai chi ha paura del futuro e ancor meno chi rinnega il proprio passato . Per questa curiosa categoria di presunti benpensanti il  tempo , dal momento del nuovo countdown  in poi  , scorre lento , ma è una falsa percezione , in realtà ciò che , rispetto a ieri , subisce una brusca decelerazione è il loro modo di vivere .

Fingono di guardare avanti ma , alla prova dei fatti , continuano a voltarsi indietro come fossero convinti di aver perso qualcosa per strada  . Già, ma cosa ? Non sanno darsi pace , per questo rallentano il passo e incontrano gnomi malefici e folletti dispettosi che sembrano divertirsi a loro spese , proponendogli sempre nuovi e aggressivi rovelli che li trascinano nei gorghi dell’incertezza e della sofferenza.   

Chiusa una porta occorrerebbe cercarne subito un’altra socchiusa da spalancare , inutile cercare di sfondare la prima , dopo averla , di propria mano , così scrupolosamente chiusa a chiave .

La certezza , la consapevolezza di sé , viene dall’esperienza del tempo vissuto , che , senza le contraddizioni , le utopie e le incomprensioni che ne fanno comunque parte , sarebbe destinato a disperdersi al primo accenno di tempesta . Mai rivalutarlo oltre i meriti , ma nemmeno condannarlo con ingenerosa acrimonia , evocando per sé sentimenti carichi di bile e falso disprezzo .

Le esperienze degli ultimi anni mi hanno disegnato addosso una seconda pelle che non piace ai più  ,  non mi si riconosco infatti amori né passioni , ma solo uno scrupoloso attaccamento a me stesso , perciò , nel recente passato , non avendo avuto troppi contatti col mondo , ho potuto osservare da spettatore  gli abitanti  di questo pazzo pianeta , o almeno dei residenti di zona , soppesandone così , sia pur grosso modo , vizi privati e pubbliche virtù  .

E’ un mare affollatissimo , oltre agli indispensabili ammiragli ci sono reclute e sergenti maggiori , e per navigare , o almeno reggersi a galla , occorre industriarsi . Attorno ai protagonisti gira un sistema di satelliti , personaggi minori , alcuni caratteristi di primo piano con un proprio , specifico ruolo , altri semplici figuranti . Tra questi ultimi abbondano i corifei , una particolare tipologia di adulatori addomesticati che non sanno mai a chi e per quanto tempo indirizzare le loro lodi entusiaste . Le cantano , pertanto, ad ogni persona con la quale vengano in contatto , poco importa sia di riguardo , l’importante è guadagnarsi la giornata   

Nati con la predisposizione ad ingraziarsi il prossimo , sono espertissimi nello schierarsi di volta in volta al fianco di ciascuno , a condizione , si capisce , che non si aggiri nei paraggi il presunto avversario . Proni con i forti e arroganti con i deboli , del tutto incapaci di esprimere un giudizio compiuto, la loro partecipazione al dialogo di limita a ossequiosi assensi .

Del nuovo, e spesso solo occasionale ,  interlocutore magnificano ogni cosa , la sua virtù senza averla indagata , la sua intelligenza senza averla  mai sperimentata . Equilibristi della transazione e dell’accomodamento , si avventurano  in lunghe e dissennate elucubrazioni sui meriti dei presenti e sui demeriti degli assenti , tessendo trame e pensieri , e il più delle volte godendo dei crucci e delle disarmonie altrui .

Fossi vissuto all’epoca della Rivoluzione Francese , sarei stato un giacobino , tanto netto è il mio rifiuto a ogni sorta di compromesso , a costo di rimetterci la testa , figurarsi un po’ come potrei andare d’accordo con simili arnesi  . Ma , chissà , forse hanno ragione loro , più comodo regolare l’appetito sulla voracità del prossimo , e del tutto superfluo ampliare i propri orizzonti mentali , quando , da un momento all’altro , potrebbe calare la mannaia di una spaventosa solitudine . Dio ce ne scampi !

Minaccia che non mi riguarda , comunque , visto che non ho mai ritenuto spaventosa tale condizione , la compagnia è bella ma alla lunga stanca , di tanto in tanto occorre staccare e  ritirarsi nell’eremo per fare il punto della situazione e tirare le somme , in attesa di rinnovare il parco amici , ritrovando così l’interesse e gli stimoli giusti .

Troppi farisei là fuori , bisogna scegliere con prudenza , pretendono , e tutto ciò che non s’identifica nei loro assiomi finisce , a loro insindacabile giudizio , nell’illecito , o peggio , nel peccato , guai a distrarsi . D’altra parte la tolleranza non sanno nemmeno dove sta di casa , bisogna capirli , se solo provi a contraddirli si fanno terribilmente rodere il culo . Niente di nuovo comunque , passano gli anni e passano gli amici .

Nel frattempo sono trascorsi ben centosettantacinque  giorni dall’inizio del 2010 e devo riconoscere che rispetto al passato ho scritto ben poco , ma avevo altro da fare , sono certo me lo perdonerete ,  e poi non è detto non possa recuperare in seguito .

Mesi intensi , in particolare gli ultimi tre , non appena si sono attenuati i rigori dell’inverno , di quelli che , in un modo o nell’altro , “restano”  , o meglio , lasciano il segno e , a parere dei saggi  , ti tolgono dalla testa le lune , soprattutto se vissuti all’imbrunire di una felice e lunga esistenza . A me non hanno certo fatto questo effetto , anzi , sono sempre più convinto che una vita senza aggettivi , per quanto possa rivelarsi pericolosa , sia comunque noiosa e soprattutto sprecata , ma è inutile parlarne , anche questi giorni , come quelli che li hanno preceduti , fanno ormai parte di quel che sono e contribuiranno a rendermi quel che sarò , almeno finché Nostro Signore  mi concederà il fiato per proseguire la corsa .

A proposito , Gabriele l’ha incontrato a mensa giusto il mese scorso , un breve incontro il loro , come spesso capita quando c’è una tale differenza di età e di esperienze . Si sono già persi di vista , un classico , ma il piccolo avrà tempo per tornare a fargli visita più avanti , quando la salita si farà più dura , e questa volta deciderà da sé . Del resto questo , sia pur temporaneo , distacco non mi preoccupa , il timor di Dio andrà pure bene ma ingrassa gli impostori , quelli che vengono al mondo solo per fottere gli ingenui . Mi auguro non perda il suo candore prima del tempo , ma qualche sano scossone non potrà che fargli del bene , vacillino pure le sue certezze , senza dubbi non si va lontano   nel frattempo si farà le ossa .

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24/07/2010 8.21.41

 

 

n questa mattina di luglio emergo con gli occhi e il naso dal lenzuolo , per guardarmi attorno e controllare se fosse , nel frattempo , cambiato qualcosa . Macché , tutto è rimasto più o meno come ieri sera  , fa solo appena più fresco , del resto il meteo l’aveva annunciato .

Penso. Lo so , è una pessima abitudine che non riesco ancora a perdere . Penso , dicevo , rimugino … da ragazzino piroettavo svelto , a piedi nudi , tra le stoppie del grano appena mietuto ,  ammonticchiato in covoni , avevo imparato a camminare così , senza ferirmi , con gli spuntoni duri di paglia . Allo stesso modo sapevo avventurarmi , scalzo , tra le pietre aguzze , come se il suolo accidentato dei sentieri fosse un soffice tappeto di sabbia  . Ora procedo , invece , assai lentamente , calzo scarponi pesanti d’estate e d’inverno  , facendo bene attenzione a dove mettere i piedi , per non inciampare e ruzzolare per terra .

E’ vero , allora ero assai più agile ed esile , ma non sono  il peso corporeo o l’età anagrafica a fare la differenza , è piuttosto una questione di testa . E’ il tipico disagio di chi fluttua in una nebulosa di dubbi e incertezze per anni , ama le parole più delle cose e si arrovella su frasi e pensieri , tentando disperatamente di decriptare segnali , il più delle volte del tutto inesistenti  . Il guaio grosso nel parlare per aforismi è , infatti , che ogni banalità acquista risonanza , anche quando non ne ha assolutamente alcuna.  

In altre parole , il grillo parlante mi parla  con voce rauca , piena di sussiego , somministra pillole di sibillina saggezza , e mi ricorda ,  casomai me ne fossi dimenticato , che , come Achab , ho inseguito per tutti i mari la balena bianca , rendendomi conto soltanto ora , alla soglia della senescenza , che non era poi così fondamentale sapere a quale approdo mi avrebbe condotto , per la semplice ragione  che , oltre quello , ce ne sarà  sempre e comunque un altro . 

Che cazzo di pensieri al primo risveglio … sono d’accordo , ma ti entrano in testa prima che tu possa impedirglielo , e a quel punto devi lasciarli vagolare ,  se non vuoi che trovino un angolo dove accalcarsi e darti fastidio per tutto il resto del giorno . Nessun problema , facciano pure  , per me l’essenziale è essermi svegliato , ancora una volta , nella consapevolezza che le pagine più belle debbano ancora essere scritte .

Sonnecchiando sento che qualcuno percorre il cortile  , un incontro e a quei passi si sostituisce un vociare indistinto . Mi rigiro , indispettito , su un fianco e richiudo gli occhi per dormire , niente da fare , anche se è sabato , l’orario è ormai quello .

Ho ancora l’auricolare nelle orecchie , Del Monaco interpreta Otello . Mi alzo lentamente , mi avvicino alla finestra col cellulare nel palmo della mano , la tecnologia fa miracoli , non è più necessario portarsi la radio a letto . Dirigo l’orchestra , apro le braccia , divarico le dita , seguo la musica , segnalando l’entrata degli strumenti , scandendo i tempi , sfumando o alzando i toni nei crescendo . Note incantate , abili , ammiccanti , magici promemoria lasciati a scandire il trascorrere del tempo  , onde concentriche che si allargano fino a scomparire oltre i confini del mondo . D’accordo , tutte cazzate quando si fa giorno , ma chi se ne frega … nel frattempo te le sei godute tutta notte alla grande .

Lety s’è alzata da un pezzo ma non è ancora venuta a portarmi il caffè , avrà ritirato i panni stesi e sistemato la cucina , Ale si sarà di nuovo servito lo spuntino di mezzanotte . Ora sento che svuota la lavastoviglie  , torno a letto , tanto non saprei che fare , senza caffeina la mattina non connetto . Intanto mi organizzo mentalmente la giornata .

C’ho un botto di progetti che mi frullano per la testa , un traffico della Madonna , difficile decidere a quali dare la precedenza , a questo punto avrei bisogno di essere sedato , gli slanci senili sono davvero tremendi . 

Ok , vediamo di riordinare le idee  . Intanto , finalmente , si è deciso dove passare le vacanze. Non è poco , considerato che fino a  un paio di settimane fa non era ancora nemmeno chiaro se ce le saremmo potuti permettere .

Silvi Marina ci aspetta , l’ultima volta che ho messo piede su quel litorale  portavo ancora i calzoni corti , frequentavo le scuole elementari , ed ero felice di farlo , non sapendo ancora  che a quella pedagogia , intrisa di sentimenti melensi e costellata di buone intenzioni , avrei dovuto , come tutti i miei coetanei , una profonda infelicità futura . Non fotterti i pastelli alla Upim  , onora mamma e papà pure quando fanno gli stronzi  , non farti mai le seghe che se no diventi cieco … che poi , almeno di questa minaccia , me ne sarei pure potuto fottere , visto che talpa lo ero diventato già , fin dai tempi in cui unica funzione del birillo era quella idraulica , e non avrei dunque corso  rischi , né destato alcun sospetto .

Nemmeno Don Esterino nel confessionale riusciva ad essere più noioso del mio maestro dell’epoca  , alto, legnoso e con un volto di pietra . Se non altro  in chiesa pregavi comodo , sia pure in ginocchio e con le mani giunte , ma dietro la lavagna era un vero tormento osservare per ore e in silenzio le macchie d’umido sull’intonaco e le crepe sul soffitto .

Divago ? , lo so , ma qui non siamo in aula , per cui i monotematici e i puristi della lingua si accomodino pure fuori da queste righe , qualora fossero infastiditi da note e locuzioni fuori da ogni regola di stile e sintassi.  

No, tranquilli , non ce l’ho con voi , ma è un periodo che transito in un campo magnetico in cui tutto sembra essere sottinteso , circondato da una levigata ,impalpabile, pettinatissima ipocrisia . Sono e rimango un non belligerante , ma resto dell’idea che prima di puntare il dito occorrerebbe basarsi sulla base di analoghe esperienze personali , ma si rischia il culo , e non tutti sono disposti a farlo .  

Perdonatemi , ma sono fatto così , non ho voglia di polemizzare, né intendo discutere le idee altrui , tutte le idee sono buone , purché non pretendano di imporsi con la forza. Il fatto è che proprio a me , che mi ritengo amico di tutti , non mi piace chi è amico di tutti e sprizza cordialità da ogni poro della pelle solo per ottenere consensi , come si trattasse di acquisire indulgenze e remissioni per accedere al paradiso. E che cazzo! Spesso il nostro modo di vivere non coincide con quello degli altri . E allora ? Meglio , è il confronto che ci fa crescere , non certamente il benestare del prossimo.

Fateci caso , il bacchettone parte  in sordina , quasi in tono paterno , ha un tono sommesso, discreto, preoccupato di non essere invadente . Poi comincia a punteggiare il discorso di battutine e infine   esplode , sgrana gli occhi , prendendo a ripetere la solfa come un disco rotto . Che palle…

Vivo al momento una felicità infantile, scoperta , totale , è una stagione fortunata e voglio azzardare , alzare i toni fino alla querela . Ubriaco di velleità , magari illusorie ma non certo superflue , non intendo sprecare un solo minuto , suggestionato dalla malinconia delle cose vissute e perse . Del resto , se è vero che il carattere non si forma attraverso ciò che scegliamo di fare , ma ciò che siamo costretti a fare , è altrettanto vero che il coraggio va oltre , e attraversa il filtro delle artificiose certezze di chi rinuncia a se stesso per il quieto vivere di ogni giorno .   

Nessuno comprerebbe un libro che va a finire male, la gente vuole essere rassicurata , pretende il lieto fine , ma nessuno si chiede mai quale sia davvero , per cui ci si accontenta del più scontato .

06/08/2010 13.30.55

 

oche ora alla partenza , dopo tanti anni ho finalmente ritrovato la voglia di ferie , non che sia stanco , anzi , del resto lavorare mi diverte e senza fare un cazzo non so stare . Deve trattarsi d’altro , forse la luna propizia o la tranquillità  ritrovata dopo la quadratura del cerchio .
Non starò fuori molti giorni , appena una dozzina , ma saranno sufficienti per rilassarmi quel tanto che basta per poi tornare alla scrivania più in forma di prima . Non ho lasciato niente in sospeso , anche questo aiuta .

Scendo al bar qui sotto , piuttosto insolito alle 8 di mattina , ma ho un certo languorino . Non fa troppo caldo e ai margini del cortile l’aria profuma di fiori . Seduto al tavolino , addossato alla  vetrina ,  il solito pensionato , zigomi forti , mascella pronunciata , legge il Corriere , accende un’altra sigaretta con il mozzicone di quella che si è appena consumata e aspira un’enorme boccata . E’ laziale , meglio lasciarlo perdere stamattina , hanno appena deferito Zarate , è un rosicone che non ti dico . All’improvviso un sussulto , con una mano stretta a pugno percuote il palmo dell’altra , sembra aver trovato qualcosa che cercava , non domandatemi cosa … io non chiedo .

Decaffeinato , cornetto e bicchier d’acqua , Carla , la bella brasiliana , ormai lo sa, non devo più nemmeno ordinare . Uno sguardo al giornale , quindi , pagato il conto e ritirato lo scontrino, un rapido saluto e si torna a casa .
Per la fretta , o forse l’impazienza , di chiudere tutti i giochi prima di partire , ho corso un po’ troppo in questi ultimi giorni , sarà un problema tenermi il guinzaglio e trovare una qualche occupazione per ingannare il tempo nell’attesa . Magari faccio un salto in biblioteca , ci penso un po’ .

Sulla porta del bar incrocio un gran bel pezzo di topa, mai vista in zona , deve essere una nuova , dura e sferzante , un fascino arrogante , gli occhi acquamarina , trucco un po’ troppo carico per la verità , è un vero peccato.  Sandali da frate e pantaloncini corti , sfioro con il polpaccio il pelo di un cagnetto legato là fuori , sembra annoiato , mi gironzola intorno , si lecca una zampa e si stira . 

Apro il portone , sacramentando come sempre contro il ferramenta e la chiave difettosa .  Niente ascensore , abitare al primo piano ti obbliga , se non altro , a un po’ di moto . Salire una rampa di scale a piedi , almeno un paio di volte al giorno , non è molto , ma è comunque qualcosa .

Accendo il pc , controllo i conti , tutto in ordine , che poi dipende dai punti di vista , se qualcuno mi avesse , casomai ,  accreditato qualche migliaio di euro per sbaglio , non è che mi farei problemi . Apro face e lascio un messaggio in bottiglia , va be’, si tratta di un file , d’accordo , ma ormai siamo nell’era informatica , mica in quella nautica . Comunque io butto l’amo , vedremo chi abbocca , per poi valutare chi è in grado di distinguere l’inventato dal vissuto . Tanto non me ne frega un cazzo , sarà il tempo , come sempre , a fare giustizia di tutte le accuse . Rifacendomi a quanto chiosato nel mio precedente intervento , direi che non si giudica certamente un libro dalla copertina , e chi lo fa , aggiungo , è  solo scemo.

Avvio emule, un film per questa sera è quello che ci vuole per arrivare perlomeno alle undici, nel coraggioso tentativo d’ingannare le zanzare e la calura estiva . Spengo il monitor , sfilo la canotta  da casa e indosso una maglietta decente , un’occhiata fuori , il cielo è imbronciato , mi auguro di non dover fare un’ultima doccia in moto , prima d’imboccare , domenica mattina , l’autostrada per L’Aquila - Pescara . 

E’ andata bene , nonostante la giornata uggiosa  , quasi autunnale , nemmeno una goccia di pioggia . Parcheggio l’Honda proprio davanti alla Ennio Flaiano , infilo il casco nel bauletto , quella serratura m’ha dato un casino di grattacapi , ricorderete , ma ormai sono diventato un esperto .

Percorro il viale che conduce all’ingresso , un paio di ragazzi mi precedono di qualche passo , scherzano , discorrono di topoline al pascolo  , punteggiano il discorso di risate e battutine , rompendo così il quieto silenzio d’agosto  . Salgono la scalinata , li seguo .

La bibliotecaria sistema con cura , sugli scaffali , una pila di libri accatastati in un angolo del pavimento . Per primi , in ordine d’altezza , una decina di volumi preziosamente rilegati . Sembra riservata , schiva . Un tizio sui sessanta le si fa incontro , l’abito comprato ai grandi magazzini , sorride tendendole la mano , lei la stringe con scarso entusiasmo .  E’ imbarazzata , forse anche un po’ sorpresa , certamente a disagio . Impensierito da quel lungo silenzio , l’uomo pronuncia un nome , lei con un  gesto si tocca la fronte e sorride  a sua volta , mentre un libro tentenna nell’altra mano .

Mi avvicino alla macchinetta distributrice di bevande , mi ci vuole qualcosa di caldo , 35 centesimi , ci litigo un po’ ma alla fine gli  faccio sputare fuori bicchiere di carta  e uno strano liquido color nocciola , quindi ,  con le buone maniere e un po’ di pazienza  , scuce pure il resto dei 50 .

C’è poca gente , le scuole sono finite da un pezzo , così come le lezioni all’Università , una volta tanto ho la sala lettura quasi tutta per me . Ai tavoli sotto le finestre , quelli più ambiti e illuminati d’inverno , solo un paio di studentesse , probabilmente fuori corso , e un ragazzone alto e dinoccolato che consulta febbrilmente un testo .

Mi guarda sospettoso , magari crede voglia fottergli il libro … chi può saperlo ? Mormora qualcosa a mezza bocca , pare pure incazzato , senza necessità sembra volersi giustificare, come spesso capita a chi si sente spiato . E’ proprio a me che si rivolge , le topine sono bel al di là della sua portata di tiro , snocciola frasi senza senso .  Poi , senza un apparente motivo mi volta le spalle e torna ad arrovellarsi su quelle pagine , come fosse all’epilogo di un romanzo .

Fuori come un balcone … ho idea sia un accanito consumatore di psicofarmaci . Cazzo ! Ricordo quando ero ragazzo io , maglioncino di cotone attillato , jeans sdruciti e larghe Adidas ai piedi , un tempo per svalvolare bastava una chitarra e uno spinello , oggi bisogna recarsi in farmacia … e ci vuole pure la ricetta del medico curante . Ma  guarda sì che roba … tutti a me capitano .

Mentre sorseggio il cioccolato setaccio gli scaffali in cerca del libro giusto , lo trovo , poche pagine a grandi caratteri , l’argomento è secondario . Lo appoggio a un tavolo libero , mi siedo e comincio a sfogliarlo , i libri di biblioteca non mi piace portarmeli a casa , preferisco leggerli nel loro ambiente , senza snaturarne la personalità , è più suggestivo , senza contare che sdoganarli  da lì significherebbe perderne l’odore .  

E’ trascorsa poco più di mezz’ora , incuriosito dalle facce di chi mi stava intorno , mi sono attardato troppo nei preparativi , ma non fa niente , un libro non scappa , tutt’al più lo prenderà qualcuno per poi riportarlo a fine estate . Lo ripongo al suo posto , getto il bicchierino nel cestino e riprendo la strada di casa .

La moto è in pieno sole , s’è fatto largo tra i nuvoloni scuri ed è pur sempre quello d'agosto , il sellino è rovente , se non aspetto che stemperi un pochino finiranno per spuntarmi le emorroidi … macché , non ci riesco , ho sempre fretta , la neve in tasca , come diceva papà … anche quando , come in una giornata come questa  , non ho un cazzo da fare .

Al ritorno scruto il parco , Gabry è con gli amici , nella confusione dei giochi si distingue chiaramente la sua voce , ma oggi non devo correre , mi sento persino un padre quasi attento , per cui mi avvicino fino a intravederlo . Niente di più , non serve , ormai conosce bene anche lui la via di casa .

Giro la chiave , mi accoglie un rumore assordante , Roby lavora nel pomeriggio , e nel frattempo , con i suoi amici al di là del monitor , deve aver scatenato un mezzo inferno . Chiudo la grande porta a vetri che separa la zona giorno da quella notte , sembra tornata la quiete , resta solo un rumore sordo e il ronzio del mio computer che macina bit a vuoto …già , emule è saltato anche stavolta , sullo schermo l’avviso avvilente di una nota anomalia che mi auguro che Ale , quando tornerà dal suo viaggio in Portogallo,  mi risolva al più presto. La vedo difficile , i figli , e aggiungo senza ironia , per fortuna , hanno sempre altro da fare di decisamente più divertente , piuttosto che occuparsi dei problemi dei “grandi” .

Su face hanno abboccato , tra foto , video e interventi , abbondano i commenti , qualcuno fuori luogo , qualcun altro spassoso , altri più pungenti ma comunque simpatici , almeno quello … la mattinata nel frattempo è andata , c’è chi l’ha trascorsa registrando fatture , chi dietro o in coda a uno sportello , chi girando per uffici e servizi … e chi , come il sottoscritto , una volta tanto , vagabondando  allegramente , senza fare un cazzo .

Nel pomeriggio sistemo le ultime cose , poi un sabato di preparativi e , finalmente , domenica si parte .

Scusate , devo andare , la pasta è nei piatti , buone vacanze a tutti , ci si rivede a settembre .