CAPITOLO QUARANTAQUATTRO

 

GIORNI D’ESTATE

 

 

 

 

07/07/2007 10.18.39

 

 

iaggio di cacca , marmitta sganciata e trascinata per chilometri lungo l’A24 prima di capire che cazzo era quel rumore di ferraglia tanto insolito che poco s’intonava con quello del motore a scoppio e trovare un meccanico disposto a saldarla.

Tutto sommato è andata bene, quaranta euro , compresi un paio di litri d’olio che non assaporava da anni , e la vecchia Zx ha ripreso a sputare le sue pestilenziali esalazioni  come e meglio di prima. Evidentemente è destino che queste prime visite dell’anno al paesello debbano essere funestate da pensieri e contrattempi.

Sono certo che andrà meglio in futuro.

L’uscita forzata al casello di Carsoli non è stata del tutto infruttuosa comunque , erano anni che non bazzicavo la Tiburtina Valeria , rivedere luoghi cari alla memoria riscoprendo il gusto di antichi sapori  mi ha restituito una certa serenità.

Il bar delle ciambelle calde , sosta obbligata per papà prima di proseguire il viaggio, il viadotto dell’autostrada sotto le cui ampie arcate mamma avrebbe sempre desiderato si costruissero appartamenti per la povera gente ritenendo tanta abbondanza tutto spazio sprecato, il ristorante “Il Caminetto” , tradizionale tappa di mezzogiorno per la famiglia Tiddi in partenza o al ritorno delle ferie estive.

Insomma quando ho parcheggiato l’auto nel piazzale antistante la vecchia scuola all’inizio del paese il mio umore era decisamente migliorato.

Il consueto incontro con amici e parenti lungo il percorso prima di raggiungere Villetta Fernandella carichi di tossine e bagagli , poi la prima chiave ha aperto il cancello e la seconda  ha finalmente violato senza fatica la serratura del portoncino debitamente lubrificata la settimana precedente.

Il tempo per sistemare l’indispensabile, aprire le finestre ed osservare rapito il sole al tramonto ed era già ora di cena, a ‘sto punto, ho pensato, una bella cena al ristorante ce la siamo proprio meritata e interpellati pargolo e consorte abbiamo deciso di chiudere la giornata  al Ristorante Bellavista del mio amico Corrado.

Pizza rossa, rigorosamente senza mozzarella al moccioso, antipasto di pesce e verdure gratinate per due, fettuccine allo scoglio per la signora, fettuccine ai funghi per il sottoscritto, acqua minerale, birra alla spina e dolce , venticinque euro in tre, nemmeno da Mc Donald nei periodi di promozione.

Ancora mezzora per una passeggiata fino al cimitero sotto un cielo stellato per smaltire la cena , qualche foto di routine poi tutti a ninne in attesa che il sole facesse il solito giro prima di tornare a bussare alle finestre.

Puntuale anche stavolta come ogni mattino d’estate è spuntato dai monti alla solita ora , dapprima offuscato dalle nebbie poi sempre più luminoso e caldo fino a diventare radioso ed accecante per  tirarmi giù dal letto.

Eccomi qua, coda e spesa da Marcello l’ho fatta, in attesa del mio turno saluti e convenevoli di rito con volti e sorrisi incontrati un anno prima,  poi ,  finalmente, il sospirato ritorno alla tastiera mentre Lety vagabonda per centri commerciali e il piccolo disegna sul tavolo della veranda in compagnia di Chiara e Caterina.

Riesumato il mangianastri ho rovistato tra le vecchie musicassette finite a godersi la pensione in alta montagna e chiesto a Robert Plant e la sua band di  tenermi compagnia, non so perché ma ho bisogno di hard rock per tirarmi un po’ su …cazzo! Questa non ci voleva. Stairway to heaven. D’altra parte dovevo aspettarmelo, quando decidevano di  abbassare il volume e addolcire l’atmosfera anche i Led Zeppelin sapevano emozionare.

Poca gente in paese considerata l’alta stagione , tante le porte e le finestre ancora chiuse nonostante l’insolito proliferare di cantieri e lavori in corso,  dove saranno finiti tutti? Forse a crescere le nuove generazioni ai bordi delle piscine , sotto gli ombrelloni della costa laziale o in chissà quali luoghi esotici, devono essersi dimenticati dell’aria fresca e deliziosa che si respira da queste parti.

Non mancano tuttavia all’appello i soliti nomi , anche se a dire il vero qualcuno c’ha lasciato anche quest’anno. La sempreverde Nannina , seppur convalescente, la tirano fuori al mattino per ritirarla dentro nelle ore più calde e tornare a sistemargli la sedia all’ombra prima del vespro. Gianni e Patrizia balbettano la giornata tra casa e bottega alternando chiacchiere a sigarette. Carletto continua imperterrito a scambiare il sole del Girifalco per quello dei tropici con cappellino da discolo , pantaloncini corti e t-shirt legata in vita. Lorena e Marcello non risparmiano le forze combattendo con indomito coraggio  una battaglia persa contro il vizio delle massaie di toccare merce e mercanzia per testarne consistenza e qualità rincorrendo con la neve in tasca pranzi sui fornelli e numeretti capricciosi. Zia Lucia , sempre all’erta, appostata nei punti nevralgici del paese, non si risparmia in complimenti e pizzicotti mettendo su la cena prima della consueta visita al Camposanto per salutare chi ci ha lasciato davvero troppo presto.

Non sono molti quelli che ho dimenticato ma adesso che ci penso qualcuno non mi pare davvero di averlo ancora incontrato , mi auguro sia per via della mia tradizionale riluttanza a intrattenere rapporti troppo cordiali con il mondo esterno, tendenza omai nota , caratteristica dell’orso morsicano, specie cui appartengo a pieno titolo malgrado i ripetuti tentativi di moglie e figli di modificare le mie abitudini.

 

07/07/2007 14.27.19

 

L’erba è alta quest’anno , sarà dura sistemare il giardino , ho idea resterà così com’è , l’albero di ciliegie  è già stato depredato da qualche sorcio penetrato nella loggia attraverso il foro tra l’inferriata e il vaso debitamente rimosso e il gelo  stavolta sembra aver risparmiato le vecchie condutture.

Tutto nella norma insomma , riavvio dell’autoclave , taglio delle erbacce insinuatesi tra le fessure del cemento in piazzetta e sulle scale , finestre spalancate per mandar via l’odore dell’inverno e la stanza del piano di sotto sempre più devastata da, pioggia , neve e gelo.

Se non decido in fretta il da farsi questa casa finirà per sprofondare e una notte di queste Walteruccio verrà a tirarmi le coperte per scuotermi dal torpore e ricordarmi la fatica e i quattrini che ci sono voluti per metter su queste quattro mura.

Gli ridevano gli occhi quando vent’anni fa osservava compiaciuto l’evolvere dei lavori di costruzione del piano superiore , nonostante i malumori per il protrarsi dei tempi di consegna  e le continue revisioni al rialzo dei costi preventivati , da qualche parte devo ancora avere le foto scattate all’epoca.

Mi piacerebbe noleggiare un teletrasporto e fare un salto nel tempo per rivederlo nel ’53 alle prese con manovali ed operai intenti nella realizzazione del progetto originario quando il villino aveva un solo piano e il sole s’infilava tra i mattoncini della veranda proiettando la loro ombra  sul muro perimetrale. 

Era un decisionista senza remore , mai visto consultarsi con mia madre che d’altra parte lo lasciava fare , conscia del fatto che avrebbe comunque agito come cazzo gli pareva. Regina di piazza Gondar dove non si spostava una presa di corrente senza sua preventiva autorizzazione , lasciava alle cure del marito la casetta in montagna dove non poteva fare troppi danni , un po’ come ad un bambino si riserva la casetta sull’albero.

A volte immagino l’avvocato Tiddi ai tempi d’oggi, non avrebbe meno di una mezza dozzina di telefonini da smarrire tra le tasche di giacche e pantaloni , deciderebbe del proprio lavoro senza farsi mettere pastoie da gente incompetente che strangola la libera iniziativa , si limiterebbe al solito deca di benza giornaliera a dispetto dell’aumento del costo del carburante e continuerebbe a votare a destra nonostante la discesa in campo di una testa di cazzo come Silvio Berlusconi.

Ve lo figurate alle prese con palmari, paraboliche e carte di credito? Un autentico precursore. Avrebbe senza dubbio acquistato tutti prodotti di ultima generazione per poi continuare ad usare contante , lapis rosso e blu  e Olivetti 32.
Scalini, scaloni, apertura di conti dedicati, studi di settore e tracciabilità del denaro? Ma sai i vaffanculo….

Nel frattempo ho “maturato” un altro figlio che s’è incazzato come una bestia per una valutazione che per quanto ottima non gli sembra adeguata , non  ha capito che quando si è i migliori si è tenuti a dare molto di più perché è molto di più quello che da te ci si aspetta e di conseguenza si pretende. Una lezione di vita che gli farà bene, per quanto quadrato e testardo ‘sto figlio deve capire che non è solo caricando a testa bassa che si può ottenere quanto si vuole o si ritiene ci sia dovuto.

Insegue un sogno che l’accompagna da quando era cucciolo, quello di vestire una divisa, un convinto antimilitarista come il padre non può certamente condividere la stessa passione ma è comunque fiero di una scelta tanto impegnativa.

Metticela tutta Roby! Sono con te, getta il cuore oltre l’ostacolo , se poi le cose dovessero andarti male , visto che oggi anche la carriera militare che un tempo non si negava a nessuno è diventato un terno al lotto , chi se ne frega, con un carattere forte e determinato come il tuo di strada ne farai comunque, sono pronto a giocarmici l’intera  collezione di Tex e vinile anni settanta. Come ho ripetuto a suo tempo fino alla noia a tuo fratello , se non ci provi adesso che hai vent’anni te ne pentirai,  tra qualche anno sarà già troppo tardi e i sogni non potranno che restare tali.

 

08/07/2007 0.01.08

 

Il calendario segna rosso da poco più di un minuto , niente Luna stanotte, mamma e figlio si godono il tepore del trapuntino nonostante l’estate avanzata, è già domenica e tra poche ore osserverò nuovamente i monti della Marsica sparire ingoiati uno dopo l’altro dallo specchietto retrovisore mentre la temperatura salirà e l’aria si farà , chilometro dopo chilometro,  sempre  più pesante e irrespirabile …mai visto una cosa bella durare troppo a lungo.

Il fine settimana è già agli sgoccioli, nonostante mi sia piuttosto appesantito anche per quest’anno ho superato quasi indenne la prova muretto , solo qualche graffio all’avambraccio e una mano spellata , stavolta devo ammettere che nutrivo seri dubbi in proposito, eppure è andata , io dico che se mi ci metto posso tornare in forma…vedremo come la pensa al riguardo il mio stomaco.

La navigazione si fa rischiosa , meglio spegnere lo stereo e ritirarsi in buon ordine prima che l’atmosfera surriscaldi il cuore , sono certo che c’è ancora tanta gente sveglia a quest’ora ,  fate come me , auguro a tutti voi la buonanotte per tutto il resto della notte.



08/07/2007 16.53.08

 

Esaurita la carica propulsiva navigo a vista cercando di mantenere la rotta e di evitare gli ostacoli più pericolosi, sì , la vita mi va stretta, inutile negarlo , ma alla fine so quel che c’è da fare. Ore 11,20 di domenica 8 luglio 2007, puoi aspettare una risposta per mesi, per anni, poi ,quando meno te l’aspetti , improvvisa l’illuminazione. Ho capito , era ora, è arrivato il momento di appendere le ali al chiodo e darsi da fare, qualcuno sarà certamente felice di sapere che ho finalmente deciso cosa farò da grande.