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Venerdì 14 Maggio 2010  /  ultimo aggiornamento h 13:59
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Lettera a mio figlio

                  

Ciao piccolo, quando, acceso il monitor tridimensionale della tua stanza, leggerai queste mie sconclusionate righe sarai già grande, ed io , probabilmente, un pessimo concime per la terra. Ho pensato quindi fosse bene farti avere notizie di prima mano su come sono andate le cose tra noi, prima che Domineddio, sempre così incazzato e imprevedibile, decida di togliermene, insieme al tempo e ai giorni, l'occasione, e soprattutto l’opportunità.

Come infatti saprai, avendo ormai percorso gran parte del mio stesso cammino, chiacchiere e maldicenze vanno prese con le pinze, e non sempre si può contare sui propri ricordi, specie quelli di una, più o meno, rimpianta infanzia, sempre così indefiniti e inclini a perdersi nel sogno.

Veniamo, dunque, al nocciolo della questione. Ho idea possa esserti apparso come un papà sempre troppo nervoso, innegabilmente distratto e ben poco presente, ma questo è quello che capita a quasi tutte noi teste grigie, con scarsi mezzi e folta prole al seguito, è il nostro ruolo del resto… a meno che non si abbia un posto fisso in banca o al ministero, e uno stipendio, congruo e certo, a fine mese.

Qualche volta sarò stato pure stronzo, l’ammetto, ma fossi in te m’abituerei fin d’ora per quando sarà il tuo turno. Se t’ho inquadrato bene, infatti, e non so dirti se per disgrazia o per fortuna, tu mi somigli alquanto, temo pertanto che finirai per seguire le mie orme, più per scelta che per obbligo, bada bene, ritrovandoti un giorno a guadagnarti il pane pezzo per pezzo, svezzando così figli, magari pure tanti, senza una busta paga e con la neve in tasca.

Te lo consiglio, tesoro, non ti ci vedo proprio a scattare sull’attenti e timbrare un cartellino, animo troppo inquieto il tuo… è vero, è dura, ma ogni banconota guadagnata te la sarai sudata. Non dovrai ringraziare nessuno, nessuno, e non è poco, potendo così passare a testa alta, tra chi, a reddito fisso e spesato di tutto, t’avrà chiamato, a suo tempo, ladro ed evasore.

Pupazzetti, stella mia, disegnati pure male, bisogna capirli, se gran parte di loro è brava gente che, rimboccate le maniche, lavora duro, un ‘altra, sia pur modesta, fetta, la più arrogante, scalda soltanto una sedia, in genere la stessa per non meno di trent’anni, rompendo, per di più, pure i coglioni…

Non sarò il migliore dei padri, non pretendo tanto, ma non sono poi tanto male, e, a dirla tra me e te, in giro c’è di peggio, io, se non altro, non faccio figli e figliastri e quando mi comporto da stronzo, si vede lontano un miglio, non è mai un fatto personale, né dura a lungo.

Di me rammenterai le tempie grigie, del resto, quando sei venuto al mondo la mia chioma corvina era già un lontano ricordo. Rievocherai la mia presenza quando attraverserai le vie del centro, e sentirai la mia voce elettrizzata che ti esorta ad alzare lo sguardo, per osservare il suggestivo profilo dei palazzi di via del Tritone e dintorni, appena ritagliati dall’azzurro del cielo di Roma.

Non so quanto farò ancora per te da qui in avanti, dipenderà dal vestito che la vita vorrà cucirmi addosso, ma stai pur certo che, in un modo o nell’altro, avrei voluto fin d’ora fare molto di più… certo, comunque, che saprai cavartela alla grande, anche senza il mio modesto aiuto.

Le mamme sono fatte per rincuorare, i padri, in genere, per rompere l’incanto. E’ un ruolo che assumo volentieri, perché, ne sono certo, è il solo modo per farti crescere senza tante paturnie e grilli per la testa, sottraendo così materiale d’analisi, e non pochi quattrini, a strizzacervelli schizzati e in crisi d’astinenza. Se poi dovessi fare il botto a un certo punto, be’, pazienza… non credere d’averne l’esclusiva, è capitato, capita e capiterà ancora a tanti, per cui vedi di rialzarti… e senza fare tante storie.

Ho sempre pensato non serva mostrare il proprio amore, quando sa farlo benissimo da sé, e bravi ometti come noi, stellina santa, non hanno, né avranno mai, bisogno di conferme. Quando si gioca a scacchi, l’hai visto pure tu…. ’azzo, m’hai pure battuto… son cento volte più importanti le torri, tetragone e massicce, che un paio di cavalli imbizzarriti, che sanno solo scartare, scalciare e dare di matto.

Da giorni piove, una pioggia insistente che ingrigisce tutto e martella le finestre, ma ricorda che oltre lo sconforto di una giornata come questa c’è il verde intenso dell’erba di un giardino, devi soltanto aspettare che venga primavera, là fuori e dentro di te, un vento caldo che spazzerà via ogni minuscolo frammento di quotidiana indifferenza.

D’altra parte sei un ragazzino in gamba, al momento di questo mio sproloquio non hai ancora dieci anni e già non ricordo più l’ultima volta che hai pianto, non ci fare la bocca però, qualche stronza lungo il viaggio la incontrerai di sicuro, saranno notti d’estate, notti di luna, tutto quel che dovrai fare è cercare di attraversarle indenne… o almeno provarci. Finché non troverai la donna giusta, quella con cui condividere prima la passione e poi la tenerezza, fino a sedersi vicini, spiando, senza mai farsene accorgere, l’uno le rughe sul volto dell’altra, cercando i segni che da un anno all’altro incide il tempo.

Ormai sarai lontano, abiterai le stanze di un altro appartamento, ma forse, di tanto in tanto, verrai a trovare queste. Ti lascio solo, a confronto con l’emozione di tornare in una casa che è stata la propria. La memoria affiora a contatto con ogni singolo mobile, ogni più piccolo oggetto, la piega della tenda, le sedie poste asimmetriche intorno al tavolo del salone. Ad accoglierti, ancora e sempre , quel particolare taglio d’ombra nell’angolo della porta del bagno. Ricordi? Ti faceva tanta paura.

La luce filtra da una fessura nella persiana rotta, la stessa luce di tanti anni prima. Con un gesto meccanico apri il cassetto del mobile della tua vecchia cameretta, è vuoto, eppure ci vedi le felpe e i pantaloncini d’allora. Dalla cucina l’acciottolio delle stoviglie, mamma sta preparando la cena, dalla sala da pranzo il sordo ronzio di un televisore sempre acceso, dalle stanze dei fratelloni il frastuono di quelle epiche battaglie a colpi di joystick alle quali volevi tanto partecipare… tutto questo in un assordante silenzio.

Ed ora torna a casa, quei suoni non sono scomparsi, si alzano ancora, ma altrove, accompagnano i gesti di tua moglie mentre rassetta, e quelli di tuo figlio mentre rovista tra i pixel di un computer, cercando tracce di vita di un vecchio nonno pazzo. E allora, dal silenzio dell’oblio, la casa dei ricordi emergerà di nuovo, come un’isola che stavolta c’è… o, almeno, c’è stata.

Marco Tiddi

(13 maggio 2010)

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Grazie a tutti .
Che dire ? Grazie vi ringrazio. L’ammetto , tanto apprezzamento m’imbarazza . Vorrei poter rispondere a tutti , ma il tempo , lo si sa , oltre che gentiluomo è anche tiranno , mi limito quindi a soddisfare la curiosità di chi mi ha chiesto perché ho dedicato queste parole a mio figlio , in fondo tale domanda racchiude in sé più o meno tutto il resto .
L’ho fatto perché credo sia ora di svegliare questo mondo da troppo tempo addormentato , un paio di generazioni l’hanno già bruciate , immagino sia superfluo precisarvi chi sono i piromani in questione , il piccolo invece è il primo Tiddi del 2000 , e considerati i chiari di Luna , temo l’ultimo ancora per un pezzo , per cui ho pensato che …magari … visto che ha ben poco da perdere , potrei contribuire a convincerlo a risalire un giorno , insieme a qualche sventurato coetaneo , finalmente , sulle barricate .
Comunque se qualcuno di voi volesse leggermi ancora potrà trovarmi qui www.marcotiddi.it .
Buona lettura .

Marco

commento inviato il 14-05-2010 alle 13:19 da occhiodifalco

 
E' vero Marco...
...che a volte sei un pò stronzo...oggi è una di quelle volte!!! :-)
Mi hai fatto scatenare e bloccare in gola tutti i pensieri verso le mie figlie e di tutti i miei comportamenti...pensieri umidi che non potendo uscire dalla bocca volevano uscire dagli occhi.
Non so se quello che hai scritto è una "storia" raccontata o la realtà, ma in entrambi i casi ti devo un "grazie" e un augurio di un sereno futuro a 3D a te e in particolare alla tua famiglia.
E quando sarà, in un lontanissimo futuro, quella terra sarà concimata molto bene.
Buon Futuro!!

commento inviato il 14-05-2010 alle 11:54 da ubiti

 
Sei sicuramente un padre splendido! Complimenti. Mi sono commossa.
Io ho perso mio padre quando avevo 13 anni. Ero l'ultima di 6 figli e quando sono nata io i miei genitori avevano 42/43 anni.
Mi è mancato da morire. Ma quel "poco" tempo che abbiamo passato insieme è stato meraviglioso. Lo vedo, lo sento sempre vicino a me anche se sono passati 50 anni da quando non c'é più.

Grazie perché me lo hai fatto ricordare, ancora una volta, con questa tua stupenda lettera.

commento inviato il 14-05-2010 alle 11:51 da margherota

 
Povero bambino...
un padre così è davvero un "guaio", a metà tra l'autoesaltazione e l'egoismo, più preoccupato di sfoggiare poesie e fare bella figura sul giornale, più preoccupato della forma che della sostanza.. non mi meraviglierei se fosse separato.. spero che le sue originali idee di libertà del lavoro non abbiano portato a privazioni economiche la famiglia, perchè costruire una famiglia con dei figli senza un reddito sicuro è alquanto incosciente... questa lettera sembra scritta più per se stesso che per il figlio, belle parole dove lui si autocommisera fino a definirsi "pessimo concime" e sembra voler giustificarsi di tante sue "stronzate"..
No non è bello far leggere queste righe a un giovane: danno un'impressione veramente brutta della vita a chi incomincia a vivere..

commento inviato il 14-05-2010 alle 11:48 da ariano

 
Grazie! E' bellissima!
Davvero toccante e commovente. Vorrei che la leggessero i miei figli...

commento inviato il 14-05-2010 alle 11:45 da val52a

 
Caro Marco.
Anch'io, come tutti gli altri, sono rimasto colpito dalla tua lettera.
Sono gia` plurinonno e tra cose giuste e rimpianti ho raggiunto e oltrepassato il" bel mezzo del cammin di nostra vita".
Ma dimmi, sinceramente, qual'e` il motivo che ti ha spinto a dire queste cose a tuo figlio?

commento inviato il 14-05-2010 alle 11:36 da alimort

 
bravo
marco, ho apprezzato molto ciò che scrivi, anche se non mi appartiene il contesto, ma sicuramente le emozioni e le pulsioni che descrivi così "poeticamente"... tutta la mia ammirazione, bravo!!

commento inviato il 14-05-2010 alle 11:14 da gasgaster

 
PER MARCO
Caro Marco, mi permetto di darti del tu dato che quasi certamente l'eta é vicina alla mia,ti voglio ringraziare molto per questo messaggio che mandi a tuo figlio e indirettamente a noi padri,è questo l'esempio che dobbiamo assumere e riversarlo ai nostri figli,sperando che possa arrivare dritto ai loro cuori.GRAZIE di nuovo e un grosso in BOCCA AL LUPO per tutta la tua vita. Mi piacerebbe leggere il tuo pensiero a questi commenti.Ti abbraccio.

commento inviato il 14-05-2010 alle 10:58 da frasky

 
Bellissima
Hai detto quello che ogni nostro cuore sente, senza inutile retorica o piagnistei...in poche righe hai scritto quello che significa essere genitore.
Anche il fare lo stronzo, infatti rientra nel mestiere...grazie di cuore
Emanuela

commento inviato il 14-05-2010 alle 10:38 da Emanuela75

 
Un capolavoro
Me la conserverò, come un'opera d'arte.

commento inviato il 14-05-2010 alle 10:29 da Giano

 
Non c'è nulla di sconclusionato nelle tue righe, Marco...
... ma solo il rischio che, di qui a vent'anni, nel mare magnum dell'archivio globale, tuo figlio non riesca più ad accedere alla tua confessione.

E allora io ti auguro che la tua "Lettera a mio figlio" viaggi per il vasto mondo come quelle di Kipling o di Umberto Eco, o che almeno i giornali le diano la risonanza che hanno dato di recente a quella di un Pierluigi Celli. Ma se così non dovesse essere, lascia che io - padre mancato - ti dia un consiglio: parlagli.

Mio papà non l'ha mai fatto, e quando ho rinvenuto le tracce della sua sensibilità, della sua eleganza, della sua discrezione e del suo sconfinato amore per me, il ringraziare la sua lapide non m'è stato di alcun conforto.

commento inviato il 14-05-2010 alle 10:24 da Jesse

 
Un brivido
Ho avuto un brivido!

commento inviato il 14-05-2010 alle 10:24 da leo2547

 
grazie
non ci sono parole...........e' meraviglioso.............la realta' raccontata in maniera stupenda, grazie.

commento inviato il 14-05-2010 alle 10:17 da SILVIALIBERA

 
meraviglioso
è una lettera splendida piena di amore e tenerezza.
normalmente questi sentimenti appartengono alle donne o ad artisti di raro talento e sensibilità.
credo che tu sia un uomo meaviglioso e che la donna che ti è accanto sia molto fortunata.
Vi auguro che la vita vi regali sempre cose meravigliose e un pò di fortuna.

commento inviato il 14-05-2010 alle 09:50 da orie

 
io nun so' capace de scrive' così bene...
...ma è quello che vorei dì' ai miei figli ai miei nipoti e pronipoti.La incornicerò 'sta lettera e l'attaccherò
all'ingresso de casa...ma quale Dante,Pascoli,Carducci...tutte str....la vita è 'n'antra cosa,e tu ce l'hai sbattuta in faccia e...m'hai fatto piagne,te possino...Ciao

commento inviato il 14-05-2010 alle 09:42 da pasquino sempre scontento

 
Dritto al cuore, solo chi Papà può sentire le voci e i pensieri nascosti tra le tue righe.
Un abbraccio

commento inviato il 14-05-2010 alle 09:22 da TRex

 
bravo...
leggendola ho avuto la sensazione di averla voluta scrivere io ..ma di non esserci riuscito .... per incapacita' o limiti personali ,non cerco scuse o colpevoli.
bravo di prima mattina è uno stimolo ad affrontare la giornata con più forza.

commento inviato il 14-05-2010 alle 08:42 da santrino

 
stupenda..
Sei sicuramente un uomo straordinario ed un papà dolcissimo! .......

commento inviato il 14-05-2010 alle 08:26 da pppp

 
teste grigie
ciao Uomo, grazie

commento inviato il 14-05-2010 alle 01:52 da nurax43

 
Bellissima lettera
Complimenti. Mi sono immedesimata nella lettura e mi parea di sentire suoni e profumi del mio proprio passato. Grazie :))

commento inviato il 13-05-2010 alle 22:15 da Sandram

 
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Utente: occhiodifalco  
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