Marco Tiddi
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3 gennaio 2001
Spett.le
Il Tempo
Lettere alla Cronaca
Piazza Colonna 366
00187 Roma
Lettera aperta al presidente Ciampi
Caro Presidente,
sì,è vero gl italiani vogliono capire,ma prima di tutto vorrebbero
lavorare e vivere serenamente.
Le ricordo che Ella è stato uno dei principali artefici della
massificazione del nostro Paese sfociata tragicamente nell'adesione
cieca e incondizionata all'Euro voluta e pretesa soltanto da una
ristretta oligarchia di ricchi e potenti,non certo dalla maggioranza
silenziosa,solo perchè imbavagliata.
Presto la povera gente ne pagherà lo scotto.
Nazioni quali il Regno Unito o la Danimarca,dando prova di rispetto
e considerazione per i propri cittadini,hanno indetto un referendum
per chiedere cosa ne pensasse il popolo sovrano dell'adesione all'Euro
e questi,soltanto questi, ha preso posizione su una rivoluzione di
tale portata.
Ha chiarito,portando ad esempio le recenti elezioni negli Stati Uniti,
che anche un solo voto conta:tenga presente che ha vinto chi ha avuto
meno voti ma era spalleggiato dai soliti noti.
Nel suo discorso alla nazione ha parlato di orgoglio e fierezza,di amor
di Patria,ma così facendo ha dato prova di scarsa considerazione per gli
interessi di questa terra abbandonata al capitale straniero che ne sta
fagocitando pian piano l'intero apparato produttivo.
La prego, faccia a meno di parlare di "occupazione in aumento" o di "crescita
dell'attività produttiva",gli schiavi "a termine" non sono nuovi occupati
ma la vergogna di una "democrazia nuova" come Ella la definisce. Provi
a chiedere un prestito per la casa o a metter su famiglia con tre mesi
l'anno di lavoro a termine o in affitto.
"Fieri della nostra italianità?" Certamente! Della nostra i-t-a-l-i-a-n-i-t-à.
Non intendo appiattirmi nell'avvilente omologazione a cittadino di un'Europa
così diversa quando il sano campanilismo dei nostri vecchi ha fatto grande
l'Italia proprio perchè non ha voluto uniformarsi a standard di vita da
burattini.
Le forze politiche dovrebbero abbassare i toni? Per carità! Chi ha ancora
coraggio lotti strenuamente per spezzare questa dittatura dei professori che
ragionano agitando i loro libercoli completamente al di fuori della realtà
di chi lotta per campare.
Buon anno a tutti nella speranza di un risveglio dal torpore di un popolo
rassegnato.
(Marco Tiddi)
Pubblicata in data 7/1/2001 sul quotidiano "il Tempo"
-Lettere alla cronaca-