CAPITOLO 35


 

Le piaghe del cuore

 

 

econda metà del 2006 , Fausto Bertinotti ripone falce e martello e accantona per il momento il sogno della rivoluzione proletaria reclamando a gran voce la presidenza della Camera , Romano Prodi lo accontenta  fregandosi le mani ancora incredulo per tanta , inattesa fortuna , Giorgio Napolitano , fiaccato dall’età e dimentico dei passati ardori , siede rilassato sul Colle godendosi la pensione e il sig. Rossi  , che non ha mai neppure conosciuto la data dell’unità d’Italia,   riscopre l’orgoglio nazionale grazie al titolo di campioni del mondo  conquistato ai calci di rigore da ventidue pallonari miliardari allo stadio di Berlino contro gli odiati e spocchiosi cugini transalpini. Tutto questo mentre il nuovo Pontefice strimpella il pianoforte tra i boschi del Trentino in attesa di trasferirsi per un ulteriore, meritato  periodo di ferie nella residenza estiva di Castelgandolfo , gli abili e scrupolosi avvocati delle squadre di calcio sprofondate in B preparano gli inevitabili appelli e ,in via prudenziale, l’eventuale ricorso alla Giustizia ordinaria per scongiurare ogni imprevisto e Clemente Mastella , un nome un destino,  svuota le patrie galere . Il coro di un’opera buffa che ha un solo vero protagonista , un popolo normalizzato, rassegnato e fannullone .  Lasciamolo tranquillo ed occupiamoci del nostro autore preferito.

Ho conosciuto tanta gente simpatica , era al di là del monitor e non sapevo nemmeno che esistesse , l’ho incontrata in chat e siamo diventati subito amici , si parla di tutto , politica, amore , musica, sport, si cazzeggia in allegria , ci si confronta scambiandosi esperienze e storie di vita e a volte ci si lascia persino andare mostrando le piaghe del cuore.  C’è il comunista convinto e quello disincantato ,  il padre di famiglia in crisi d’identità e la casalinga annoiata , lo studente fuori corso e  la femminista retrò . Pare però che anche questo mi distolga dal quotidiano e tolga troppo tempo ai miei doveri istituzionali inducendomi a trascurare la famiglia , sono stato richiamato all’ordine , sembra che troppa conversazione virtuale possa interferire con i ritmi del sonno e a lungo andare portare il soggetto a diventare sempre più irascibile , a non sopportare più qualsiasi tipo di critica e a reagire in modo aggressivo, scontroso e violento, finendo per costituire un pericolo per sé e per gli altri. Dovrò fare a meno anche di loro, peccato , era una tela piena di vita che sapeva dare colore e calore alle serate , quella inutile parte di me che palpita nell’osservare le stelle brillare ne risentirà di certo,  ma non mi taglierò certo le vene per questo né ci perderò il sonno  , i sogni sono ormai alle spalle e diventa inevitabile arrendersi alla realtà.

Chissà perché quando si vive insieme gran parte di noi tende a ritenere che l’appagamento di un’anima debba esaurirsi all’interno del focolare domestico  senza considerare come tutto ciò che ruota attorno possa consolidare anziché sfaldare il rapporto di coppia ? Organizziamo la nostra vita progettando piani decennali in base al budget familiare, soppesiamo attentamente i pro e i contro per l’acquisto di una nuova automobile perdendo l’entusiasmo che tale novità dovrebbe procurarci ,  prendiamo decisioni importanti e formuliamo opinioni del tutto irrazionali osservando il vicino di casa o il parente più prossimo dimenticando che ognuno di noi è assolutamente unico e non certo intercambiabile , tendiamo a trascurare il sogno per condividere la mediocrità dell’ovvio e solo raramente consumiamo in fretta un piacere furtivo. 
Per fortuna i gabbiani possono sempre allargare le ali e volare di tanto in tanto protetti dall’oscurità della notte  e poi voglio essere ottimista, mi restano sempre le miniserie in tivù. In fondo, consapevole della mia naturale bellezza,  so di essere sessualmente irresistibile, audace ed eccitante con il mio mondo interiore fecondo di romanticismo e ardente libido e quando ha mal di testa posso sempre affidarmi alle carezze e ai fremiti dell’autoerotismo.  Immagine troppo adita ? Ma dai! Scagli la prima pietra chi di voi non guarda filmini a luci rosse osservando rapito ciò che non avrebbe mai il coraggio di sperimentare nella vita reale?

A rincuorarmi un paio di giorni tra i monti della Marsica , un’esistenza semplice, essere svegliato dai raggi del sole  filtrati attraverso le  imposte e alzarsi  fresco e riposato dopo un sonno tranquillo cullato dal silenzio di una notte appena impallidita da una falce di luna e punteggiata da milioni di stelle.

Chiudo gli occhi e respiro profondamente sorseggiando un caffé sulla veranda di Villetta Fernandella  coccolato dalla carezza dell’aria mattutina , dal seducente panorama della montagna avvolta dalla luce rosata dell’alba e da quel gioco di luci ed ombre che caratterizza i paesaggi montani , mentre il piccolo dorme stremato da una giornata di giochi e sorrisi.

Non può durare vero? Lo so ma intanto mi godo questo giovane mattino di fine luglio lontano dal frastuono e dall’insopportabile canicola della grande città. 

L’allodola ha cantato augurando di nuovo il buongiorno , il sole adesso è  alto nel cielo e  poco a poco divora l’ombra del balcone , ancora qualche minuto e lambirà la soglia della cucina.

A tenermi compagnia la splendida voce di Maria Callas in una vecchia incisione  del 1955 della Madama Butterfly diretta da Herbert Von Karajan , ad impreziosire l’incantesimo  l’orchestra e il coro del teatro alla Scala di Milano, il tutto in un elegante cofanetto , mai violato prima d’ora , con doppia musicassetta e libretto con le liriche dell’ opera scovato  in un cassetto  di via dei Foscari durante l’inevitabile quanto amaro saccheggio di memorie da parte di chi resta. 

Gabry! Appena il tempo di percepire i passi felpati provenienti dalla camera da letto ed eccolo accoccolato sulle ginocchia di papà a fare le fusa con i capelli drizzati in testa come aghi dal cuscino e il pigiamino azzurro intriso di quel particolare profumo di bimbo.

Rapida quanto improrogabile sortita al bagno , ce l’ha ciccione  dice lui  , una telefonata a mamma trattenuta in città dai lavori di ristrutturazione del nuovo appartamento, un sorso di lattuccio caldo in compagnia degli immancabili cartoni , visita al lavandino per una sommaria  rimozione delle scorie della notte, mutandine pulite,  maglietta a righe fresca di bucato  , pantaloncini corti verde prato , calzini in tinta , le nuove adidas dono di zia Aurora e via di corsa per i viottoli del paese in cerca dei suoi amici. Non mi sembra di aver sbagliato niente stavolta …ieri sera l’ho mandato in giro con il golfino a rovescio…colpa della miopia o della distrazione? Voi fatevi i fatti vostri e non ditelo a mamma chioccia. 

Siamo complici in questo fine settimana io e lui , ci stiamo divertendo un sacco  e prima di lasciarlo uscire  gli ho sussurrato un segreto all’orecchio , oggi ce ne andiamo a pranzo fuori , fico, ha replicato prima di scappar via inseguito dalle noiose raccomandazioni di un padre innamorato. A volte mi chiedo come si possa mettere in dubbio il mio amore per l’ultimo arrivato . Sarà una delle mie tante seghe mentali o  più semplicemente la sciagurata incapacità di mostrare i miei veri sentimenti.

Ma che gli prende a questo cielo così azzurro? Ogni tanto s’imbroncia, speriamo non arrivi il temporale , sarebbe faticoso tenerlo chiuso in casa con un cuore tanto colmo d’ entusiasmo.

Cazzo che voce ‘sta Callas! E pure Nicolai Gedda, alias Pinkerton, non scherza davvero. Scusate la breve digressione.

Anche un saltimbanco della parola come me ha bisogno di riempire la pancia ogni tanto quindi ci si ritrova tra un po’….cavolo neanche il letto ho sistemato stamattina! Pazienza,  chi vuoi che se ne accorga?

Eccomi di ritorno, vi ho già descritto la nuova dimora ? Non ancora ? Peggio per voi, rimedierò al più presto.

Nel frattempo all’interno 2 di via Colli della Serpentara 15 , scala 7,  è in via d’ultimazione lo studio  sottratto all’ampia cucina che ospiterà, Unicredit permettendo,  gran parte del tempo che mi resta da vivere  su questo curioso pianeta . Da lì, in attesa che la clessidra si svuoti completamente ,  continuerò a tediarvi vostro malgrado , sperando di riuscire a strappare di tanto in tanto qualche ora al lavoro e alle incombenze di padre e marito.

Ancora una volta dovrò abbandonare Aquila della Notte , i fidi pards e i suoi Navajos che finiranno in cantina insieme ai libri già letti e ai dischi buoni solo per l’antiquario, non c’è posto per loro in libreria, anzi, non c’è proprio posto per la libreria. 

Poco male , leggere è diventata ormai un’impresa troppo ardua per chi vi scrive  , solo rimuovendo i fondi di bottiglia dal naso e avvicinando la pagina all’occhio buono riesco ancora a distinguere quei caratteri fluttuanti che ogni tanto sembrano svanire ingoiati da un buco nero . In quanto ai vecchi album in vinile è bastato stiparli in una dozzina di meno ingombranti ciddi per salvaguardarne le atmosfere, peccato perdere il piacere di ascoltarle osservando le suggestive immagini delle copertine e fiutando l’odore di carta e vinile ma per il quieto vivere e un  posto al sole a qualcosa occorre pur rinunciare .

Piove cazzo! Il solito temporale estivo , speriamo duri poco, nel giro di pochi minuti le nuvole hanno oscurato il sole impadronendosi dell’azzurro , il tuono rimbomba nella valle rimbalzando dalla Cona all’Arcigalante , meglio cercare il piccolo. Non serve, è più giudizioso del padre, eccolo di ritorno con il golfino sulla testa saltellando allegramente tra le pozzanghere per non rovinare le scarpine nuove.

Il tempo per una piacevole passeggiata pomeridiana lungo la via del Braccio, una doccia rinfrescante per padre e figlio ed è già ora di cena...dove sarà finito? Il tempo non promette niente di buono…eccolo! “Di corsa a lavare le mani, è pronto in tavola!”  Pasto frugale stasera , fettine in padella e cannellini in scatola, ancora una volta ha avuto la meglio lui, Toy Story 2 , niente telegiornale , e neanche ha svuotato il piatto! Sempre lo stesso, mangia come un uccellino e caca come un cammello.

“Aspetta! Dove vai così di corsa? Non c’è ancora nessuno in giro e poi devo cambiarti. Tieni! Fai da solo, ormai sei un ometto, cambia la t-shirt , indossa i pantaloncini lunghi e i pedalini , penso io a metterti il golfino e stavolta vedrò di stare più attento. Non va bene come ti ho allacciato le scarpe? Non fa niente , lo so , lo so, mamma ti fa il doppio nodo , ma io non sono capace , fattelo insegnare da lei e da domani provvederai da solo.”

E’ già di ritorno, la pioggia ha ripreso a picchiare sui vetri delle finestre  e stavolta temo non  smetterà tanto presto, ha il faccino appeso povero figlio , per fortuna in tivù c’è “Piccola peste”, ancora un’ora in piedi e sarà sfinito , le palpebre fanno fatica a restare aperte e gli sbadigli la dicono lunga sul suo stato di veglia apparente. 

“Le undici, dai ti porto a letto, e stasera niente nuovi episodi dell’Odissea , Ulisse è solo uno scavezzacollo e Penelope è stanca d’aspettarlo, mi sa che su Antinoo finirà per farci un pensierino e queste non sono storie da raccontare ad un moccioso come te.”  

E’ tardi, s’è addormentato, ancora qualche riga prima di augurarvi la buonanotte, il temporale è sempre più impetuoso, ho serrato le imposte , sbattevano in continuazione sferzate dalla pioggia. Fuori il rumore dell’erba alta piegata dal vento , mi piacerebbe restare in piedi sotto la pioggia ma ha rinfrescato e le ossa non sono più quelle di un tempo , è un clima davvero invitante, stanotte dormirò come un papa.

Tornerò a farmi vivo , nello scrigno ho ancora vecchie lettere d’amore, cartoline , appunti e  fotografie, lo so, speravate di liberarvi di me, vi è andata male, più invecchio e più si fa tagliente la lama del pensiero che si alimenta nel rimpianto, ancora sorrisi intrisi di lacrime non viste , non vorrete mica togliermi anche il conforto di raccontarmi? Diventerei una bella rottura di coglioni per tutti voi , non ve lo consiglio.