1939
ono qui raccolte le lettere inviate dai familiari alla scuola di
Bolzano dal marzo al settembre del ’39. Non avendone trovato traccia tra i
cimeli di famiglia, devono invece essere andate perdute
quelle di Pietro dello stesso periodo , questo nonostante i proponimenti di
Valter , “ ho intenzione di pubblicare questo tuo vasto epistolario con ampi e
forniti commenti.” (tara di famiglia
evidentemente ).
Buona lettura a chi fosse interessato a scorrerle.
Roma, 20 marzo 1939
Caro Pietro,
mi sono molto meravigliata di vedere come tu, contrariamente al tuo solito, abbia scritto tali e tante lettere da costringere il postino a soccombere sotto il peso di tanta carta. Però mi sono subito spiegata il perché , infatti dalle tue lettere ho appreso che ancora non sei mai andato a Bolzano e che non hai ancora la libera uscita.
Il 30 , alle 6 venne Maria Luisa (Te la ricordi?) ( Scusa la cancellatura ma sono sbadata e mi sono sbagliata) e, saputo che eri partito se ne dispiacque molto e avrebbe voluto scriverti una cartolina,ma non avevamo ancora il tuo indirizzo. Domenica venne a pranzo ma (ci crederesti?) non abbiamo giocato affatto né a stoppa né a sette e mezzo. Perché? Ma perché mancava Pietro Tiddi e non avremmo potuto giocare senza i suoi innumerevoli gridi e senza la confusione che immancabilmente faceva nascere.
Provati, dopo questi segni della nostra amicizia inalterata, a dire che non sentiamo la tua mancanza! Le tue lettere hanno operato un tale miracolo in me che la mamma ha desiderato vivamente che sempre tu mi scriva e molto. Non ti insuperbire come già m’immagino stai per fare ma leggi molto attentamente. Dunque , stamani è venuto Walter con le tue lettere e ce le ha lette. Io stavo facendo colazione e naturalmente pendevo il latte e il pane molto svogliatamente, ma stando a sentire le tue lettere meravigliose e stupefacenti , piene di magnifiche frasi come ad esempio “mamma in un anno di carestia , vita di sacrificio ed abnegazione ….ecc.”ho dimenticato di fare….Io dico? Sì, le smorfie davanti al latte e ho molto eroicamente mangiato la colazione.
Bello no?
E adesso basta di riempirti la testa di tante sciocchezze che ti avranno fatto rimpiangere il tempo perduto a leggere questa mia tanto stupida e sconclusionata (che magnifica parola vero? ) Mi piace tanto che la ripeto : sconclusionata e poi ti saluto.
M. Ida
Roma, 2 aprile 1939 XVII
Caro Pietro, abbiamo ricevuto la tua cartolina da Firenze e i tuoi biglietti da Bolzano, ma questi ultimi ci hanno soddisfatto poco perché avremmo voluto che ci avessi scritto molte cose della tua nuova vita. Capisco che forse era troppo presto perché ci potessi dare le impressioni, ma almeno le prime.
Ti hanno vestito? Ti hanno assegnato come volevi definitivamente ai cinematografisti o ancora no? Che clima fa a Bolzano? Ti ci trovi bene?
Com’è andato l’ingresso in caserma? Scrivimi tutto con ordine e precisione e vedi di scrivere con l’inchiostro. Non ti fo raccomandazioni perché non dubito che avrai comprese le necessità della nuova vita ch’è l’inizio della parte veramente…seria della tua vita e che avrà un peso incalcolabile sul tuo avvenire di uomo e di cittadino. Fatti ben volere dai tuoi superiori e metti a profitto tutta la tua intelligenza per essere sempre il primo fra i primi nella disciplina, nel profitto, in tutto.
A Plevisiani, che non hai visto , come bisogna fare per la specifica di marzo? Scrivendo fammi sapere come debbo regolarmi.
Ti bacia e ti benedice tuo padre Caio
E tua madre Anna Maria Tiddi
Saluti da Maria Rosaria
N.B. Non perdere di vista questo sgorbio, è la firma di Maria Rosaria.
Caro Pietro , abbiamo ricevuto le tue numerose missive, siamo rimasti molto dolenti per il fatto che, nonostante tu ti sia ricordato spesso di noi durante il viaggio e dopo il viaggio, tuttavia non abbiamo potuto sapere come stai. Cosa fai? Se ti trovi contento dove sei? Se ti hanno incorporato fra i cinematografisti ove volevi stare, ecc. ecc.
Noi qui a casa stiamo tutti bene e pensiamo spesso a te, credilo!
Siamo sicuri che ti adatterai volentieri alla tua nuova vita , e che sperimentato da questa, tu torni , presto, a casa e più buono e più savio.
Mamma e papà ti ringraziano, ti salutano e ti benedicono, insieme ai tuoi fratelli.
Saluti da Mimma e Felicetta.
Ricordante sempre con affetto, ti saluta e ti bacia il tuo affezionatissimo
William
Caro Pietro,
come stai? Credevamo di poter conoscere dalle tue lettere qualche cosa di più essenziale sulla tua nuova vita. Speriamo che ci riferirai qualcosa di più in una delle tue prossime. Facci conoscere come ti trovi, come te la passi.
Noi qui a casa stiamo tutti bene,la tua partenza ha lasciato un grande vuoto. Mandaci una fotografia di come stai in divisa. Vedi di far presto che noi ti vogliamo vedere piuttosto vestito da sergente. Adriana vuole sapere come stai.
In quanto all’affare della chiave è un mistero anche per noi perché prima di dartela l’abbiamo provata diverse volte.
Dacci più dettagliate notizie su quello che fai a Bolzano.
Ricevi tanti saluti dal Dottor Sansonetti e dalla “dottoressa” e da Maria Ida.
La signora Maria Luisa ti manda tanti saluti e si scusa presso di te se non ti ha salutato perché è arrivata qualche minuto dopo che tu sei partito.
Saluti e bacioni da
Walter
Adriana
Maria Rosaria
Scrivi presto
Caro Pietro,
come stai? Cosa fai? Dacci spesso tue notizie. Mamma pensa sempre a te e spesso ne parliamo tra di noi. Che farà Pietro adesso? Come si troverà? Starà contento? Mangerà con appetito? Si farà ben volere dai suoi superiori? Queste sono le domande che spesso si sentono nella nostra casa da quando sei partito.
Sii buono, fatti amare, e ricordati di dire tutte le sere un Ave Maria alla Madonna, è questo un favore che mamma ti chiede, proprio con le lacrime agli occhi.
Mama tua ha dimenticato tutte le cattive parole che le dicevi quando eri vicino però promettimi di essere buono.
Ti benedico e ti bacio con affetto.
Mamma tua
Roma, 5 aprile 939
Caro Pietro ,
Dalla tua mamma che ti ama sempre non ti puoi aspettare che dolci esortazioni, sii buono, non fare delle tue solite sciocchezze, ma ricordati pure che la mamma tua ti tiene sempre vicino al cuore specialmente con la preghiera , prego sempre San Giuseppe.
Per questa Pasqua desidererei spedirti il pacco, ma per accontentarti dei soldi perché so che ti fanno più felice, il pacco non te lo spedisco per ora perché attendo che tu mi dica tutto quello che ti occorre.
Sei stato contento del pesce d’aprile che ti nascosi nella valigia?
Attendo con ansia la tua fotografia per vedere il mio caro soldatino con aria da generale e che mi auguro diventi in seguito un bel tenentino, appena l’hai spediscila subito, ti scriverei più a lungo , ma presto ti giungerà un’altra mia, è tardi per spedirla, ma ti assicuro che ti scriverò , per ora ricevi i miei auguri di tutto ciò che desideri, sii felice.
Bacioni anche da Maria Rosaria. Ti benedico.
Mamma tua
Caro Pietro,
leggitele una al giorno o, per lo meno, una per ogni giorno che non t’arriva posta. Starai così bene per qualche mese.
Come vedi non ti dimentica nessuno perciò stai allegro e cerca di farti onore.
Attendiamo la tua fotografia….senza arie truci!
Baci.
Papà
Roma , 7.4.1939
Caro Pietro,
Egregio Sig. Generale, abbiamo ricevutola sua vasta corrispondenza. Aperta la busta , mi improvviso cronista nella giornata, abbiamo trovato le tue due lettere della quali una è subito volata dalla Signora Sansonetti. Per rispettare la cronologia dei fatti come sono avvenuti ti dico le impressioni sulla tua indirizzata a Maria Ida. Il santino ti ha esaudito ed giunta in buonissime condizioni ed anche alla svelta. Alla lettura assisteva la famiglia al completo meno il dottore. Gradita è pervenuta la tua a Maria Ida che se non ha pianto è perché in quel momento bevevo il latte e non voleva cibarsi di latte e lacrime. Dopo la lettura della tua missiva Maria Ida faceva trapelare il proponimento che sarebbe stata più assidua nello scriverti. Passiamo alla tua indirizzata alla signora Sansonetti.
E’ superflui dirti che alle prime parole gli occhi si sono imperlati di copiose e numerose lacrime. Molto commovente è stata questa scena : molto volentieri e graditi le sono giunti i tuoi auguri che lei ha contraccambiato.
Quanto al dottore disgraziatamente non mi sono trovato presente ma certamente egli si sarà proposto di scrivere e di liquidare tutti coloro che lui ha (?) pendere per sbrigare le commissioni. Ad ogni modo mi farò dovere in una prossima mia di renderti chiarimenti in proposito.
A tutta la famiglia Sansonetti gradito è giunto l’augurio per l’imminente Pasqua. In quanto alle lettere che sono giunte a noi, eccomi pronto.
Prima di tutto molto immeritevole è giunto il rimprovero che non ti scriviamo. Questa è la quarta lettera zeppa come tutte che ti scriviamo , ad ogni modo vedremo di scriverti ancora più spesso purché, a poco a poco, non esauriamo i pensieri e le parole.
Presto ti arriverà il pacchetto con incluso tutto ciò che chiedi. Attenzione alle parolacce che ti sfuggono quando dici “scocciante” della tromba, essa è la voce del dovere.
L’assegno è ormai partito e non abbiamo potuto accludere la lettera per il Tuo gentile Ispettore della Agenzia perché non ce lo hai detto prima però è indirizzata all’agenzia come ci avevi prescritto. E’ stato spedito ieri 6/4/39 raccomandata.
Ti contraccambiamo gli auguri per
Ente Italiano Audizioni radiofoniche
EIAR – Fine delle trasmissioni
Cronista : Tiddi Gualtiero
Come stai? Come passi le tue ore libere? Molto lo dedicherai alla corrispondenza , e il resto? In quanto alla specifica del commendatore Plevisiani adesso papà vedrà d’interessarsene.
Con le quaranta lire che riceverai la tua tasca cambierà colore , ma se non vuoi che si scolori presto vedi di risparmiare e di servirti di questi soldi non solo per mangiare ma anche per divertirti.
Ti lascio, vado a riempire un’altra volta la mente e il cuore per poterti scrivere qualche riga questa sera o domani mattina, forse meglio : la notte porta consiglio.
Saluti e auguri da Valter.
Saluti ebacioni da mamma.
N.B. Presto ricomincia la “raspirinione” .
Cronista Tiddi Guglielmo
Roma, 8/4/939
Attenzione! Attenzione!
Caro Pietro,
molto probabilmente verrà a trovarti un certo Ottorino Marcacciolo, un soldato di Perugia che risiede costì , e che noi conosciamo, al quale abbiamo dato il tuo indirizzo pregandolo di venirti a trovare e di farti un po’ di compagnia.
Così potrai anche tue notizie precise e salutarti tanto tanto da parte nostra.
E’ alto e grosso credo perciò che la sua compagnia sarà proporzionata alla sua statura. Se è possibile fatevi compagnia, soprattutto però non parlare male di me. Mi raccomando!
Mi pare che saresti capace di tutto in qualità di caporale!
Ti scriverò presto e più a lungo che posso.
A rivederci presto, molto presto, Pietro.
Con affetto.
M. Ida
La sera alle ore 3 ½ del 7/4/939
Caro Pietro,
non so se è occupata la linea di trasmissioni poiché sta a parlare il cronista Tiddi Guglielmo ma ad ogni modo riprendo io la trasmissione.
Ente Italiano Audizioni Radiofoniche
EIAR.
Ho proprio adesso finito di leggere qui, in casa Sansonetti, le loro lettere e secondo il tuo desiderio anche le nostre . Abbiamo notato che la vita di soldato ti ha insegnato anche un certo stile epistolare. Bravo!
Il dottore in questo momento dorme e perciò non posso dartichiarimenti in quanto alle lettere a lui indirizzate. Nel momento in cui ti scrivo le penne strisciano sulla carta e scrivono tutto ciò che a loro viene dettato da Maria Ida Sansonetti, dalla signora e da me , quel fratello al quale hai lasciato come ricordo diversi scappellotti e abbondantissimi calci.
Bene! Bene! Passiamoci sopra. Non so che cosa scrivono i miei coepistolari. Sono uscito a riempire la mente ma poco sono stato fuori e perciò poco posso scrivere.
A proposito di fotografie , quali monti e quali mari devono esse attraversare? Ancora non si può vedere il generale Tiddi Pietro con relativo cappotto a righe e filetti d’oro. Presto inviacele che ci interessano e ci forniranno argomenti per le prossime lettere. E i capelli? E la divisa? Ecc. ecc.
Le penne continuano a strisciare e per un urto cotale amor proprio m’insegna che seguito a spremere il mio cervello che ha già esaurito tutto ciò che volevo dirti. Poi ti lo sai pensi, pensi quello che scriverai e fai quando stai a scrivere tutto mezza!
Non ti domando come stai, cosa fai, come trascorri la vita perché ormai sono tutte frasi stereotipate dal tempo e pesano di umido. Ad ogni modo rispondici a ciò in una delle prossime tue. In quanto a quel che dicevi che quando uscirai le lettere si accorceranno un pochino mi dispiacerebbe , a noi perché non sappiamo più come stare vicini a te e poi io specialmente con questa scusa , resti tra noi, potrei levare un po’ di tempo alla solita tiritera di casa, rosea, ma ormai stanca.
Però come tu mi hai detto l’ho presa per scherzo e spero che per continuare a esser vicini ci scriverai per farci sapere tue nuove.
Fra poco la radio non sarà più a mia disposizione e perciò devo lasciarti. Vado a corroborarmi per poterti riscrivere presto.
Ti stavo per raccomandare di non farti sfuggire parolacce e proprio adesso me ne è sfuggita una a me perché la signora mi ha fatto dimenticare un pensiero chiedendomi di andare a prendere un altro foglio, si vede che oggi è in vena.
Saluti e auguri e baci da me.
Valter
Le penne seguitano incessanti a strisciare sui fogli vittime delle continue premiture.
Ente italiano audizioni radiofoniche E.I.A.R.
Fine delle trasmissioni
Bacioni da Mamma
Roma, 7.4.939
Caro Pietro,
dalla tua arrivata oggi apprendo che avrei dovuto scrivere all’Ispettore delle Assicurazioni Generali di Bolzano inviando la lettera a te diretta, ma la lettera è partita ormai raccomandata da due giorni. Ora mi appresto a scrivere ma spero che tu frattanto abbia avuto la lettera nella quale avevo accluso l’assegno. Mi spiacerebbe se non l’avessi per Pasqua ma la colpa non sarebbe stata mia perché tu non mi avevi detto quel che hai scritto dopo. Sta tranquillo e sii uomo e soprattutto soldato come tutti ti desideriamo e come anche tu certamente desideri. Comprendo che l’inizio è duro, ma è duro appunto perché sarà breve trattandosi d corso accelerato e che, credo, sarà anche più accelerato del previsto.
Vedrai dunque che il sacrificio seppure molto duro, sarà breve e ti darà le soddisfazioni che la tua intelligenza e il tuo sacrificio avranno meritato.
Oggi scrivo all’agente di Bolzano
Cav. Santieri in modo che
tu possa trovare presso di lui – allorché potrai uscire – l’aiuto del quale
potrai avere necessità per qualsiasi cosa. Ti invitanti auguri per
Scrivigli a Rocchi e ricordati anche di Plevisiani ; ti accludo anche qualche francobollo proprio perché tu possa pensare a questa gente che ti è stata amica e che ti potrà essere sempre utile in seguito.
Saluti e baci da papà
Caio
Roma, 10/4/939
Caro Pietro,
riprendiamo la trasmissione. Ente Italiano audizioni radiofoniche, E.I.A.R.
Nella mia precedente mi dimenticai di domandarti chi fosse quella persona che “ti sta tanto lontano, sia materialmente che spiritualmente.” Mi piacerebbe saperlo, in quanto alle fotografie ancora non c’è pericolo che arrivino, e dire che fremo per vedere questo Sig. Generale.
Hai ricevuto la “lettera materasso”? Spero che starai bene per lo meno per un mesetto, tanto più che adesso ricominciano le scuole e non possiamo più metterci a fare questi materassi; ciò non toglie che te ne pervenga qualcun altro. Avrai passato tutto il giorno di Pasqua attorno a queste lettere non dando forse nemmeno ascolto a quella “scocciante” della tromba. Insomma in una delle tue prossime riferiscici le tue impressioni e dicci se ti sembra che ora non sappiamo trovare nemmeno cinque minuti per scriverti.
Volevi conoscere il numero delle tue epistole a noi pervenute; in tutto saranno nove, comprese quelle indirizzate al dottore sono tredici.
Poi mi farai sapere anche le nostre , è sottinteso che ti devi contare una per una quelle che erano contenute nelle “lettere materasso”.
Appena ricevi l’assegno ce lo farai sapere, presto riceverai il pacco nel quale ci sarà una grande novità : vi è dentro la spazzola per la quale avevi tanto sospirato e avevi litigato diverse volte con la famigerata Antonella, rea del delitto di averla data a mamma.
Oggi c’ho poco da scriverti perché non ci sono altre tre penne che strisciano sulla carta e perciò non entra in ballo l’amor proprio.
Come ti senti in quei paraggi dopo dieci giorni di vita lassù?
T’è passata la malinconia, si è mitigata la vita di sacrificio e di abnegazione continua?
Con la “lettera materasso” è caduta la manna nell’anno della carestia? Che vuoi? Mi piacciono tanto le tue frasi che le ripeto.
Che ne penseresti se ti dicessi che da quando te ne sei andato non abbiamo più visto l’ombra del monopoli?
Ti ricordi la cocciutaggine di William? Però ora dipende piuttosto da fatto che siamo in due e non possiamo giocare.
Ti piacerebbe venire a Roma per divertirti a fare una gagliardissima partita a monopoli nella quale potresti vincere e comprare lotti, case e alberghi, diventare monopolista e regalare il tuo monopolio ai tuoi compagni d’arme?
A proposito di giochi, di’ un po’
come te la passi dalle
Ultime notizie:
nel pacco ci saranno molte cose, ma quello che più conta vi saranno una gagliardissima macchina fotografica dono del cav. Tiddi Giglielmo ed altre cosine che non ti aspetterai. Il suddetto pacco sarà recapitato all’Agenzia e per maggior tua esattezza il pacco partirà il 10 insieme a questa mia.
Ente italiano audizioni radiofoniche. EIAR – Fine delle trasmissioni.
Cronista:
Tiddi Gualtiero
Saluti e bacioni da mamma
Sono a casa di mamma e molto emozionato “ad audiendum verbum” ossia nel leggere le tue affettuose lettere. Zio ti scriverà quanto prima, frattanto ti saluto.
Zio Gianni
Roma, 16 /4/ 939
Caro Sig. Generale,
sono in ufficio, il lavoro procede alacremente e non intende darmi un minuto di tregua.
Inchiodato al mio tavolino sbuffo a più non posso. Sto facendo un lavoro di concetto , molto importante, tanto importante che non ci penso nemmeno. Il mio pensiero , col direttissimo delle 11 si trova in viaggio per Bolzano.
Alle 11/5’ 7 “ scende dal treno a Bolzano, e quindi (sempre il mio pensiero) a bordo di un pitente trimotore atterra vicino a te ed eccomi a te.
Il Capo Ufficio è uscito, io neapprofito per scriverti due parole. Afferro la penna e…che ti dico?
Ti dico e ti auguro Buona Pasqua. Sì te l’auguro con tutto il cuore , che se non sto attento mi sfugge dalle labbra , perché nell’eccesso della commozione è andato precisamente a finire lassù (sulle labbra).
Buona Pasqua, sì Buona Pasqua davvero, Piero come stai? Cosa fai?
Io Cuzzero, ti ricordo sempre e credimi tu sei il mio primo pensiero la mattina e l’ultimo la sera.
Ti voglio sempre bene, ed appunto per questo ti consiglio di essere un vero uomo. Sì e un uomo voglio che tu sia quando ritorni a casa. Spero presto, anzi prestissimo.
E da vero uomo prendi con allegria la tua nuova vita , che, se mi darai retta, ti potrà davvero, volendo, dare soddisfazioni grandissime.
Non ti faccio altre raccomandazioni ,perchè sarebbero inutili, dato che sono racchiuse tutte in una sola cosa: “essere un vero uomo”.
Reiteratamente ti auguro Buona Pasqua ed auguri di buone feste ed ogni felicità.
William
Roma, 16/4/939
Caro Pietro,
oggi abbiamo ricevuto la tua nella quale finalmente ti è uscito di penna “Caro Walter”. In quanto agli occhiali che non hai ricevuto è perché non ce ne siamo ricordati.
Grande piacere ci ha fatto il sapere che tu ti sei rimesso, particolarmente mi ha colpito il fatto che presto riceveremo una foto del nostro Generale, per adesso ci accontenteremo della divisa da fatica ma presto ti vogliamo vedere con l’uniforme di gala.
Che aria si gode lassù? Qui è sopraggiunto il caldo.
Immancabilmente ogni volta che ricevo tue nuove lettere le porto alla Signora Sansonetti che è rimasta molto contenta delle tue nove , e a sgridato sovente Maria Ida perché non riesce a mettere qualcosa di consuntivo nelle sue lettere.
Ma si può sapere che cosa ti debbo scrivere? Se desideri che ti scriva spesso bisognerà pure che ci metta qualcosa e poi d’altronde sapendo che sei molto avvilito cerco di sollevarti un pochino con quelle che tu chiami le mie scempiaggini secondo quanto mi ha consigliato di fare la signora Sansonetti.
Galli Osvaldo, l’amico col quale ti recavi spesso al cinema, mi disse appunto ieri che ancora non ha ricevuto nessuna cartolina o lettera da parte tua, vedi di scrivergli, io gli ho dato il tuo indirizzo e presto riceverai qualche suo scritto.
Mentre scrivo anche Maria Ida sta scrivendo, speriamo che questo le serva come sprone a scriverti qualcosa di più consuntivo.
In questi giorni abbiamo avuto le prove di difesa anti aerea, credevo di potermi divertire ma mlte sono state fatte mentre io ero a scuola o mentre dormivo.
Che cosa si dice lassù? Ci sono novità?
Vedi di rimetterti presto e di ricominciare la tua vita al servizio della Patria.
Come tu stesso ci hai scritto ci ha fatto molto piacere sapere che hai preso il precetto pasquale, in una delle tue prossime dacci notizie e impressioni più dettagliate sul pacco, sulla famigerata spazzola e sui tanto sospirati salamini.
In quanto al bigliettino che tu
avevi allegato per
Qui a casa stiamo tutti bene, anche Maria Rosaria e Adriana. Insieme a noi adesso vi è anche Gaetanuccio che sta scrivendoti.
Mi sono spremuto fino ad adesso , ma ora mi sono stancato e nonostante ci siano tre persone a scrivere, l’amor proprio oggi non mi costringe a stare a tavolino perché si vede che si è convinto anche lui che non ce la faccio più.
Perciò ti saluto e ti abbraccio.
Tuo Valter
Devi giustificare questi sfregi qua sopra dato che avevo cominciato a scrivere senza guardare il retro di questo foglio.
Saluti e baci tutti in famiglia ed abbiti un abbraccio dalla
Mamma Tua
Anna Maria Tiddi
Addì Roma , 17/4/939
Al fiero guerriero Pop, il suo capo, memore invia affettuosi pensieri e l’incoraggiamento più fervido a perseguire e superare brillantemente e onorevolmente il sacrificio e gli onori della vita militare per conseguire ulteriormente la più meritata delle soddisfazioni.
In qualità di medico ti prego di essere tranquillo e di non preoccuparti, per il malessere, è la quasi normale implicazione della iniezione anitifica.
Non dimenticare il capo ed acceta i miei auguri più sinceri.
“Gregario Pop : Attenti!”
(Gregario Pop): Obbedisco!
Sansonetti
Caro Pietro ,
per la fretta d’impostare per questa volta ti mando soltanto i più cari saluti,
La moglie di Sansonetti
Roma, 20 aprile 1939
Carissimo Pietro,
l’altro ieri quando Walter venne con una lettera da impostare per te non potei aggiungere che due parole di saluto perché voleva imbucarla subito.
Avrai capito che la brevità del mio saluto fu dovuta dunque soltanto alla fretta.
Ma sapendoti anche sofferente mi è veramente caro scriverti oggi una letterina più lunga che ti porti il pensiero affettuoso della mamma n. 2 (!)
Immagino che ormai sarai quasi del tutto ristabilito dall’indisposizione causata dall’iniezione anitifica.
Ma siccome da tre giorni non si ricevono tue notizie , ti prego di scrivere presto facendoci così tranquillizzare sul conto della tua salute. Hai capito?
Una cosa che vglio raccomandarti è di non accennare nelle tue lettere a cose militari o politiche che hai modo riosservare lassù a Bolzano.
Dato il momento che attraversiamo non è prudente da parte tua. Hai capito?
Voglio che nella risposta che io riceverò con tanto piacere mi assicuri che darai ascolto ai miei consigli, Hai capito?
Mentre ti scrivo Maria Ida è a scuola. Per quanto sia immane il bene che le voglio ( e tu lo sai ) non posso impedirmi di constatare che potrebbe essere ormai più studiosa ed affettuosa. Ma non è per cattiveria che lo fa , è proprio il suo carattere.
Così mi consolo un poco! Approfitto dunque di questa ora di tranquillità per scriverti.
Da qualche giorno è partito Gaetano per Perugia. I tuoi familiari stanno bene. Maria Rosaria si fa sempre più bellina ed ingrassa, facendo un visetto tondo tondo. Felicetta la porta in braccio qui in via Boncompagni e le fa prendere na bella boccata d’aria e di sole.
Walter e William li vedo poco e di rado. Già ti abbiamo scritto più di una volta che si sente la mancanza di Pietrone . Attendiamo intanto la tua fotografia…col filetto d’argento!
Dacci presto notizie della tua salute.
Stai allegro e proponi a te stesso di farti onore sempre e dovunque.
Per oggi ti saluto affettuosamente anche da parte di Maria.
Docettina Sansonetti
Roma, 22.4.939
Caro Pietro,
ci è parso un secolo che non rivedevamo la tua calligrafia. Finalmente oggi abbiamo potuto rivederla.
Però in quanto a chiarezza ancora non ci siamo capiti. Anzitutto adesso quando scrivi osserva questa massima dettata da papà : quando scrivi a casa , scrivi poco, quattro righe, una cartolina postale , ma scrivi chiaro, osserva un po’ la punteggiatura, esprimiti chiaramente.
Ancora non possiamo capire nulla ; ogni lettera che ci arriva ci capiamo sempre di meno.
Anzitutto che c’entra la branda con gli occhi e con gli occhiali ? Poi ci scrivi che hai la febbre ancora a 37,9 e 37,5 e ci dici che stai al campo. Ma stai ancora all’ospedale o hai ricominciato a frequentare il corso?
In una delle tue prossime vedi di spiegarti meglio, riferiscici cose più concernenti e più precise sulla tua salute. Nella tua prossima scrivi poche cose ma che riguardino la tua salute e queste domande che io ti ho rivolto così non sprecherai più quattrini e farai capirti un pochino di più.
Mi ha detto il dottore che se vuoi venire a Roma devi cercare di filare dritto e di conseguire un buon posto in graduatoria perché sennò non ti danno la precedenza.
Facci sapere quando ti sei ristabilito del tutto perchè ancora ci tieni sulle spine.
Che cosa fai? Che clima vi è lassù? Ti hanno dato la libera uscita?
Papà poi si raccomanda che scrivi poco e la verità, non molto ma bene, perché qui ogni lettera ci mette più in pensiero.
Ti sarai seccato ma te lo ripeto, perché qui vogliamo sapere cose precise e vere intorno alla tua salute.
A Galli Osvaldo gli hai scritto? Tempo fa è venuta Andreina con la famiglia e mi ha incaricato di inviarti tanti saluti.
Segui il consiglio che ti diede Mimma, di cancellare sul calendario ogni giorno che passa. Così passeranno presto questi 10 mesi e ti potremo riabbracciare. Il 30 è già un mese. Coraggio!
Presto con la fotografia, sia essa in divisa da fatica o di gala.
Bisogna che ti esprima meglio nelle tue lettere perché io ho intenzione di pubblicare questo tuo vasto epistolario con ampi e forniti commenti. Io le conservo tutte queste tue epistole – mi piacerebbe sapere dove le hai messe? N.d.A. – ma ne manca una , quella che cominciava per Eureka! Eureka! Eureka! La sto cercando , non so se l’ho lasciata dalla Signora Sansonetti. E tu le conservi le nostre? Quante ne hai? Non pretendo che tu scriva anche il nostro epistolario ma sai , ti possono sempre essere utili, se non altro per prendere spunti e perdere un po’ di tempo.
Non puoi immaginare quanto ci sia dispiaciuto sentirti malato , ma , speriamo, sia una cosa ormai passata.
Non è forse più “scocciante” la voce della tromba?
Appena sarai guarito faccelo sapere e ci leverai dalle spine nelle quali siamo caduti per colpa tua.
Ora che esci come ti senti? E’ passato quell’avvilimento dei primi giorni?
Tu non ci crederai ma ogni volta che scendo e ogni volta che torno da scuola vado a vedere nella cassetta se c’è tua posta e ora più che mai mi dispiace di non disporre della chiavetta per non dovere aspettare papà che ci porti la tua lettera.
Il Signo Generale ancora non si può vedere? E’ vero che sei stato malato ma potresti spicciarti a mandarci la tua foto. Con la macchinetta che ti arriverà facci tutte le fotografie che vorrai, ma quella tua fattela grande perché non mi voglio sforzare vedendoti ma ti voglio vedere chiaro e tondo.
Il pacco come ti ripeto è partito il 18 mattina e perciò non si dovrebbe far molto attendere.
Ti piacciono le mie trasmissioni, ti garbano? Dimmelo, se no la smetto.
L’avvilimento nel quale mi ha buttato la tu amalattia non mi ha permesso di presentarmi al microfono questa volta, ma spero di tornaci presto.
Ricevi tanti saluti da papà e da mamma, da William e da Maria Rosaria e da me abbiti un caldo bacio e un augurale abbraccio.
Tuo Walter
N.B. Capisci quello che ti scrivo orae non fare il solito che non capisci mai di quello che ti si dice ( es. quello dello scrivere poco ma coinciso e spesso): Il Dottor Sansonetti ieri mi ha relegato un salame alquanto lungo affinché io te lo mandassi.
Ma avendoci tu scritto che ti piacerebbe avere piuttosto salcicce noi con eguale peso a questo vi abbiamo sostituito le salcicce.
Però ringraziando tu il Dottore , non lo ringraziare per le salcicce, ma per il salame , cosa che ad un intelligenza come la tua mi sembra superfluo consigliare: e ringrazialo anche per il formaggio che ti ha mandato anche lui. Che devo dirti ancora? Proprio non so, mi sembra di averti comunicato tutto; ad ogni modo aspetto stasera e se mi sovvengo di qualche altra cosa te la comunicherò.
Ti raccomando il fatto del salame del Dottor Sansonetti perché papà ha voluto fare il cambio affinché con questo caldo i salamini, alla cacciatora, chiusi, ti si mantenessero di più.
Sono tutto sudato perché torno ora dall’essere andato a fare il pacco.
Beati i Romani che scrivevano poco, s’accontentavano, invece a me tocca scrivere molto. Bhè! Non facciamoci caso.
Abbracciandoti e salutandoti ti saluta con affetto
Tuo Walter
Roma , 2 maggio 939
Caro Pietro,
vedi che come te anche io ti scrivo ogni giorno o per lo meno subito dopo una tua. Per quanto mi sprema nulla trovo di novo da dirti per poter riempire così queste quattro o sei pagine, quante saranno non lo so.
Sai che fra un mese arriva il “redde rationem” e perciò io mi preparo ogni giorno ora in questa ora in quella materia affrontando a pie’ pari Virgilio e Cicerone, Ovidio e Sallustio , che Dio li benedica, sembrano essere nati per portare pene e scappellotti ai poveri studenti sempre alle prese con le loro lettere e poemi.
Specialmente poi oggi ho fatto un tema difficilissimo e non so proprio che scriverti, ad ogni modo vedrò di scriverti qualcosa.
Oggi o domani al massimo (in una mia prossima te lo dirò più chiaramente) spedirò il pacco nel quale ci metteremo ciò che ci hai chiesto, non so bene se però ti posso accontentare con le fasce e i guanti che se non ti arriveranno adesso , tu avrai al più presto.
Ti ho ripetuto diverse volte di dirmi quante lettere tu avessi ricevuto da parte nostra (e specialmente da parte mia) e ancora non me lo hai detto.
La cartella dove tengo le tue missive quasi ogni giorno si alza per le tue che arrivano incessantemente , e non puoi immaginare con quanta nostra gioia.
Ieri 1.5.939 ti ha scritto il Dottor Sansonetti , la di lui missiva credo ti sia arrivata insieme alla mia.
Rimproveravi mamma nella tua ultima perché non ti scriveva : tu hai ragione , ma come vedi, e come sai qui a casa c’è tanto da fare specialmente con Maria Rosaria con la quale mamma passa gran parte della sua giornata, senza contare che deve pensare a mandarci a scuola, a far uscire la pupa , a pregare per noi e per te, insomma tutto un complesso di cose che le porta via tutta la giornata.
Ti domandai anche in una mia ultima se continuavi a dare conferma a quanto avevi detto a mamma, quella famosa “Ave Maria” . Abbiamo sentito proprio oggi dal professore di cultura militare che l’ufficiale o sotto ufficiale che esso sia , deve avere mano ferma con gli inferiori ma umanità e giustizia. Deve sape usare parola sobria ma convincente che va dritta la cuore dei soldati; fascista fino al midollo, avere odio implacabile contro il comunismo , sinonimo di bestialità, di distruzione e di morte , deve dare esempio costante agli inferiori , di compostezza e di disciplina in ogni circostanza. Lo impongono la sua divisa ,l’altezza e l’importanza dei suoi compiti, la sua missione di educatore della nazione. Deve imporsi infine per il suo sapere, per il suo cuore , per il suo carattere e per la sua Religione.
Prendi questi insegnamenti , abbili sempre davanti a te e con essi potrai divenire un perfetto sotto-ufficiale o ufficiale.
Ti raccomando di correggere un po’ il tuo stile epistolare , perché hai bei pensieri che senza un certo senso compiuto , figurano male.
Come al solito ho portato la lettera ai signori Sansonetti i quali si sono tenuti la loro per meditarvi ed hanno sentito con piacere ciò che scrivi a noi.
Baci e saluti.
Tuo Walter
Roma, 6 – 5 – 939
Carissimo Pietro,
proprio in questo momento Walter al quale sto dettando la presente mi ha letto la tua lettera giunta oggi.
Avrei voluto rispondere personalmente ma lo farò un altro giorno perché in questo momento sono tanto stanca e mi sto riposando sul letto. La prima cosa che voglio dirti è che non voglio più leggere nelle tue lettere tanto sconforto. Mi piacerebbe di più saperti allegro e risoluto a percorrere di buon umore la strada che hai intrapreso per raggiungere la meta, per usare le tue stesse parole. Se ti avvilisci e ti abbandoni alla malinconia non avrai più la forza necessaria per arrivare in porto.
Con questo non devi credere però che io intenda rimproverarti lo sfogo che tu più che naturalmente fai ai tuoi cari ed io comprendo benissimo quanto dura ti sembra sia la vita militare, specialmente quella confrontata a quella vita….beata che facevi qui.
Non voglio suggerire io di essere forte ad un ragazzo che ormai è, come tu giustamente scrivi, un piccolo uomo.
Devi disciplinare ed ordinare le tue idee ed eliminare possibilmente tutto ciò che è inutile anche nello stile….
N.d.A. la lettera è interrotta qui, la firma doveva presumibilmente
essere quella di Anna Maria Tiddi)
Roma, 18 .6.939
Carissimo Pietro,
ho ricevuto la tua attesa lettera e non puoi immaginare quanto mi sia dispiaciuto nel sentire che per il 29/ 6 , giorno della tua festa, non potrai essere fra noi. Figurati che Felicetta già pensava di andare a piazza Vittorio a comprare due polli da farli ingrassare per quel giorno ed io per farti doppia pietanza mi immaginavo già di andarti a comprare i celeberrimi calamaretti. Che vuoi fare? Pazienza!
Mi auguro che il campeggio passi presto e così ti avremo prestissimo. Come ti è doluta la lettera, ti sei strapazzato nella piscina? Stacci attento!!!!!!
Reciti l’Ave Maria ogni sera come ti ho raccomandato tanto quando partisti?
Appena abbiamo ricevuto la tu pensammo agli occhiali che domani 14/6 ti spediremo con altra roba. Non ti stancare gli occhi in mancanza degli occhiali. Ciò te lo raccomando proprio di cuore.
Addio figlio mio! Sii buono!
Insieme a papà ti benedico e ti bacio con affetto
Mamma Tua
Firmato per l’affissione
Anna Maria Tiddi
Caro Pietro, stop,
abbiamo ricevuto la tua gradita lettera , attesa con ansia, siamo stati molto contenti. Stop. Dopo averla ricevuta mi sono messo subito a tavolino per risponderti, Stop.
Questa sarà perlomeno la quinta lettera che ti mando, nonostante le mie onerose mansioni. Stop Perché se ti interessa ho finito la scuola. Stop.
Ho saputo con piacere che ti sei rimesso. Stop. Da che fu causato quel mal d’orecchio? Stop. Forse hai abusato della piscina? Stop. Non ci scherzare troppo con l’acqua. Stop. Dai retta a me cuzzero. Stop. Sai bene che:
“…il foco tanto tanto tu lo spegni;
ma l’acqua, dimme ‘n ‘po’ , come la spegni?”
Sono dolente dela mancata tua venuta fra noi il 29/6 causata dal rinvio, come tu dici, del capo. Stop. Ma pazienza. Ti aspetto fer Ferragosto. Stop.
Se è possibile pure prima . Stop.
Qui le giornate sono pessime e siamo in pieno Giugno. Stop. E da te ? Stop. Barbanera dice che ne avremo per un pezzetto. Stop. T’interessa tutto ciò? Stop.
Caro vincitore del premio della “Settimana enigmistica”eccoti alla prova. Stop.
Che ne fanno i cinesi delle bucce di banana? Stop. Qual è il colmo per un distrattone. Stop.
Rispondi pure a quelle che ti scrissi nell’ultima mia precedente questa . Stop.
Aspetto con impazienza un tuo rigo, inviato espressamente a me. Stop. Non altro. Stop.
Ciao. Stop.
William. Stop.
Roma, 7-5-939
Caro Pietro,
ho ricevuto adesso la tua lettera e mi sono inquietata. E non c’è nemmeno da domandarsi il perché! Immagino che lo avrai capito!
E’ possibile che in ogni lettera che io legga debbano esserci sempre dei rimproveri?
Non va assolutamente!
Starei per darti del farabutto e del mascalzone se non che penso che sei a Bolzano solo solo e relegato in una clinica con ancora un po’ di febbre.
Domando proprio ora a Walter che sta qui a scriverti se sono veramente cattiva come tu osi affermare. La risposta? No! Infatti io sono buonissima (sempre parole di Walter) quasi cme una santa (ma non proprio ugualmente):
Stamane sono andata con Andreina a Villa Borghese. Mi sono naturalmente affrettata a darle tue notizie e poi l’ho pregata di scriverti una bella lettera con la speranza che almeno il tuo stile ti accontenti.
E poi , infine, poiché le mie lettere ti accasciano perché mi chiedi di risponderti?
E poi ricordati che non sei tu che devi pensarci sopra, ma io che ricevo certe lettere….bah! Pazienza, passiamoci sopra.
Non potresti darmi un esempio delle lettere che ti devo scrivere?
Credi pure che non so come diavolo scriverti. Gaetano e Walter scrivono sveltissimamente e io mi sto appenando perché non so trovare una frase che ti possa andar bene.
Sono fredda?
Bene, ecco pronte frasi caldissime e brucianti:
ferro rovente
acqua bruciante
anima ardente
vita dolente e
non capisci niente.
Contento? Dimmi nella tua prossima che impressione ti ho fatto, forse ti è aumentata la febbre con tutte queste cose calde…
Saluti da
Maria Ida
Santa Lucia , 2/7/939
Caro Pietro,
mi devi anzitutto scusare molto per il mio ritardo nel rispondere al tuo letterone speditomi da Walter. Ci sono naturalmente molte attenuanti, prima fra queste il caldo che non ci lacia in pace e, quasi, quasi, ci fa invidiare te che lassù godi sicuramente molto fresco.
Abbiamo letto con piacere la tua nella quale ci descrivi tanto chiaramente la vita militare comprese lunghe marce non troppo piacevoli.
Io qui a Santa Lucia mi diverto immensamente ed ho lasciato da parte completamente lo studio (cosa che ti prego di non scrivere ai tuoi perché potrebbe venire a conoscenza di papà e allora…. ) mi raccomando, ricordatelo. Credo che abbia fatto così anche Walter. (Anche questo non lo scrivere.)
Ti assicuro del nostro affettuoso ricordo, ti prometto che scriverò fra breve una più lunga lettera e ti invito a scriverci ancora molto avvertendoci del tuo arrivo.
Ti aspettiamo assolutamente.
Ti saluto anche con la mamma.
M. Ida
P.S. Ti ringrazio molto, molto della stella alpina che cogliesti una mattina , ecc. ecc. (così dice una canzonetta che non so se tu conosci).
Carissimo Pietro,
anch’io voglio, sia pur brevemente , mandarti il mio affettuoso saluto.
Attendiamo e leggiamo con infinito piacere le tue lettere e ci rallegriamo che la tu avita militare proceda assai bene.
Augurandoti sempre maggiore e migliore proseguimento
Arrivederci a presto!
Una cara stretta di mano.
Mamma n. 2
Grottamare, 3/7/939
Piero carissimo,
finalmente eccomi a te, non ti meriti da una sorella come una lettera , tanto più che ancora non le hai scritto mai; ti scuso perché forse non ricordavi l’indirizzo, eccotelo:
Gent.ma Sig.ra
Maria Romana Tiddi
Presso Suore Dorotee
(Ascoli Piceno) Grottamare
Mi pare che da un fratello caporale e giudizioso come te , potrei aspettarmi facilmente una lunga lettera; è vero che sei diventato un uomo maturo e quindi alle sorelle ancora in verde , è un abbassarsi per te a scriverle, ma so che Adriana ricevette da te, pochi giorni or sono , una lunga lettera, e quindi pretenderei quasi di riceverla anch’io.
Scrivimi presto.
Come stai? Sei diventato nero lassù? Quando verrai in licenza?
Hai saputo la lieta sorpresa che ci attende al nostro ritorno, (cioè , ti stavo spiegando, al tuo ritorno?)
Io sto benissimo e mi diverto molto. E tu?
Credo che anche nella tua vita militare il divertimento abbia la sua buna parte. Quest’anno è venuta in collegio una ragazza di Bolzano e mi ha spiegato dove si trova odiernamente la tua caserma, mi disse che lassù d’estate si gode un ottimo freschetto, è vero?
Non posso trattenermi a lungo con te come vorrei, perché tra poco dovremo uscire , quindi mi devo preparare.
Se mi scrivi ti scriverò più a lungo un’altra volta, per ora ricevi i più affettuosi saluti e baci dalla tua sempre affezionatissima sorella
Mimmetta
Scrivimi presto.
8.4.939
Carissimo Pietro,
benché tu sia partito…insalutato ospite… e io ne sia rimasta….offesissima ….il mio cuore tenerello pensa che forse non ti dispiacerà ricevere gli auguri anche da questa decrepita e brontolona amica.
Auguri cordialissimi che insieme a tutti gli altri che riceverai ti faranno un po’ di compagnia nel giorno di Pasqua.
Come stai?
Come ti trovi?
Come vanno tutte le debolezze di cuore?????
Com’è la tua nuova vita?
Raccontami qualche cosa.
Auguri ancora.
Tanti, tanti e cordiali saluti.
Antonietta Toblani
Valentina Mencarelli
Roma, 21/8/939
Piero carissimo,
non puoi immaginare il dispiacere da noi provato oggi quando ci è giunta la tua missiva con la brutta notizia . Forse questo sarà stato perché non vedevamo l’ora di rivederti tra noi.
Ormai è inutile che ti comunichi tutti i castelli in aria concepiti da tutti noi in vista della tua licenza.
Filamenti nella tua che non ti scriviamo più da tanto tempo. Non comprendo come non te ne sia reso conto, ma tu stavi alle manovre e non sapevamo il tuo indirizzo. D’altronde la tua ultima risale a quel tempo e di conseguenza non sapendo a chi indirizzare i nostri scritti attendevamo questa tua per poterne sapere l’indirizzo. Aspettiamo di giorno in giorno tue notizie , ti prego, non tenerci in apprensione , scrivici spessissimo, anche due righe sole comunicandoci giorno per giorno le tue condizioni di salute.
Dici che non sai che leggere e perciò ti scrivo a lungo sperando che ti tenga questa mia impegnato per lo meno una mezz’oretta.
Appena sono sceso verso mezzogiorno e ho ricevuto la tua sono venuto su e l’ho letta a Felicetta (unica in casa) e subito ho preso penna e calamaio e mi sono accinto a risponderti. Non vedo l’ora che ti pervenga questa mia , testimone del mio affetto per te e che ti rassicuri che, se fino ad oggi non avevi nostre nuove era solo ed esclusivamente per la sopra citata ragione. Non essendo ancora giunto papà a casa mi riservo di scriverti in merito ai soldi in calce a questa mia.
Mamma con Maria Rosaria , Adriana e la balia non sono a Roma perché sono andate a Viterbo ove mamma deve fare una cura di fanghi bollenti per quindici giorni. Credo che sia superfluo dirti che Rosy diventa sempre più bellina e grandicella ; già papà si è sentito chiamare da quell’angioletto e noi facciamo a gara per costatare chi sente più volte “papà”. Ma adesso è andata con la mamma e noi l’attendiamo con ansia . Mimma non è ancora tornata e credo che verrà a metà settembre.
Il cuzzero oggi 21/8/939 è tornato in ufficio dopo una assenza di sette giorni, assenza che all’intera cittadinanza è parsa di sette secoli temendo di vedersi mancare la luce di giorno in giorno. E io che vuoi che faccia? Un po’ studio e molto gioco. Ero tornato allegro a casa ma nel ricevere la tua è sparita l’allegria per dar luogo a un dispiacere profondo. I soldi e le parole incrociate ti saranno inviati subito. Ma quello che più di tutto (popola tua indisposizione) ci è dispiaciuto , è il fatto che la licenza sia andata a monte.
Questo proprio ci dispiace perché all’infuori dei castelli in aria ormai diroccati, desideravamo vederti tutti quanti. Ma se ti sei rassegnato tu , dandoci l’esempio, dovremo piegarci alla volontà di Dio. Bah! Pazienza! Speriamo che venga presto il periodo che tu possa usufruire di qualche licenza. Come tu ci raccomandi di scriverti a lungo, del che non dubitare, io non cesso di dirti di scrivere almeno per faci note le tue condizioni. Il silenzio di Maria Ida non ti deve meravigliare, anche lei, come noi, non riceve tue nuove da diverso tempo ma ora m’incaricherò d’inviargli la tua ultima insieme a qualche rigo mio che la solleciti affinché tu possa ricevere presto anche qualche suo scritto. Noto che la tua è partita il 19 e spero dunque che il 23 tu abbia questa mia . Credo che William e papà aggiungeranno qualche rigo.
Quando sono finite le manovre? Come sei stato ferito? Da quanto tempo ti trovi degente in ospedale? Papà, giunto or ora ( ore 13,8 dell’Europa Centrale) mi ha detto che oggi s’informerà in ufficio in merito a quanto scrivi del Sig. Manazzon e perciò questa mia partirà questa sera.
Sono tre quarti che scrivo e non so più cosa scriverti.
Dicesi che la notte porti consiglio, io invece spero che mi porti consiglio il pranzo e perciò stacco e attaccherò fra qualche oretta. Per adesso ti saluto riservandomi di salutarti bene in fine a questa mia.
Invece di questa sera questa mia partirà verso le 16 di oggi.
Separati dalla lettera , in una busta raccomandata espressa, ti perverranno i settimanali di parole incrociate richiesti. Insieme ti perverranno delle cartoline postali da 0,50 centesimi con sopra scritto l’indirizzo, Queste te le mandiamo affinché tu, giorno per giorno, possa comunicarci tue notizie. A questo ci teniamo perché fino a che non ci hai dato notizie rassicurantissime sulla tua salute non potremo stare tranquilli. Ti prego intanto caldamente quanto ha detto papà, di non fare sapere nulla a mamma perché a questo ci penseremo noi stessi dopo che abbiamo saputo notizie più rassicuranti.
Noi qui a casa stiamo tutti bene, qui a Roma , dopo un mese e mezzo di un caldo opprimente, sono cominciate le rime piogge che appunto perchè prime sono alquanto impetuose.
Sicché tu non verrai più in licenza? Noi, nonostante tutto, lo speriamo ancora e atteniamo da te notizie più chiare in proposito.
Vedi a quante belle cose e a quante domande devi rispondere nelle tue prossime lettere?
Scrivi qualcosa anche al dottore.
Felicetta ti saluta affettuosamente e ti augura una pronta guarigione.
Ha detto papà che per i soldi e per il signor Manazzon ci penserà lui e presto riceverai qualche lettera con allegati i soldi.
Saluti affettuosissimi da papà e da mamma, saluti da Adriana e da William, da me abbiti il più caldo bacio ed il più affettuoso saluto.
Tuo
Gualtiero Tiddi
21, 8,939
Piero carissimo,
non puoi immaginare il dispiacere che ho provato quando, oggi verso le 13 ho telefonato a casa dall’ufficio e ho saputo la triste notizia che durante un’esercitazione militare sei stato ferito.
Certamente ad alleviare la mia angoscia ha contribuito molto il sapere che sei fuori pericolo.
Durante la mia breve licenza non ti ho dimenticato e anzi , preoccupato dal tuo prolungato silenzio, ti ho inviato una lettera a Bolzano non sapendo dove ti trovavi di preciso. Forse quando hai scritto la tua ultima non l’avevi ancora ricevuta, ma spero che quando riceverai questa mia, tu l’abbia di già letta e riletta.
In quella come in questa ti raccomando vivamente di faci sapere e di tenerci al corrente in merito alle tue condizioni di salute. Come ti ripeto non c’è bisogno che scriva a lungo, ma che ci fai sapere, quasi giornalmente in poche righe come stai e cosa fai. Come vedi per alleggerirti il tuo compito Walter ti manda , insieme ai giochi, delle cartoline postali con relativo nostro indirizzo.
Come hai saputo da Walter oggi sono rientrato nei ranghi e perciò , dato che il tempo stringe, scappo in ufficio augurandoti una subitanea e felicissima guarigione.
Ciao.
William
28/8/939
Caro Pietro,
ho ricevuto proprio ora una lettera di Walter nella quale mi spiega la ragione del tuo silenzio dicendomi che sei ricoverato all’ospedale per un doloroso incidente capitato durante le manovre.
Non puoi immaginare quanto ci siamo dispiaciuti nel saperti a letto ferito e per di più proprio quando dovuto essere in licenza. Infatti è passato il ferragosto (ricevesti la nostra cartolina con papà?) e di te nessuna notizia, perciò pensammo che non avevi avuto la licenza , ma non avemmo potuto immaginare che non eri venuto perché eri stato ferito dalle schegge di una bomba.
Mi auguro che tu sia ormai sulla via di una completa guarigione e che ,il più presto possibile, tu sia anche sulla via di Santa Lucia o di Roma. Ti prego di scrivermi quando puoi, naturalmente, per darmi notizie un po’ più particolareggiate a proposito di questo tuo infortunio non proprio piacevole.
Noi stiamo abbastanza bene, ma in questi giorni ci annoiamo un po’ perché piove che è un piacere, anzi, un dispiacere. Noi ti ricordiamo sempre con tanto affetto in special modo quando giochiamo a stoppa e ti facciamo i nostri più cari auguri. Non stare giù od accasciato (come dicevi tu alla mamma, ricordi?) perché non è proprio il caso dal momento che tutti ti siamo vicini e ti pensiamo. Allegro più che puoi perciò!
Stai bene! Pietro e Dio vuole , caro caporale, ossia sergente, ossia generale, tra poco ci rivedremo e fra un altro poco sarai definitivamente di ritorno con le maniche piene di ghirigori e fregi.
Ciao Pietro e in gamba.
Affettuosamente.
Maria Ida
Mio carissimo Pietro,
proprio mentre attendevamo di rivederti da un giorno all’altro ci è giunta la lettera di Walter che ci porta la spiacevolissima notizia dell’ incidente che ti è capitato! Ne siamo rimasti assai addolorati ma ci auguriamo che siano ferite di piccola entità e facilmente guaribili. Ma Walter non ci spiega come ti sei ferito. Da quanti giorni sei all’ospedale e quando sarai in grado di uscirne per usufruire della tanto sospirata licenza. Hai ragione di lagnarti della nostra pigrizia ma credi caro Pietro che quasi tutti i giorni ci ricordiamo e parliamo di te.
Ti hio spedito ieri una cartolina ma non so se ti giungerà dato l’indirizzo non completo. Quando verrai in licenza?
Carissimo Pietro, veramente abbiamo tardato un po’ a scriverti, ma non per trascuratezza , tanto meno per dimenticanza . Anzitutto solamente da poco conosciamo il tuo indirizzo e per quanto il tuo nome sia “celebre” non potevamo indirizzare con un semplice “ A Pietro Tiddi”. Ti pare?
Dopo la tua partenza si è fatto molto vuoto nella nostra casa e in segno d’affetto non abbiamo più giocato né a stoppa né a 35.
Sei contento? I tuoi mi hanno fatto leggere le lettere che hai scritto loro. Mi sembra ti lasci vincere troppo dalla malinconia!
Un soldatino italiano non deve ospitare nel suo cuore sentimenti di debolezza, ma fare il suo dovere meglio che può , in perfetta allegria.
Stai tranquillo caro Pietro che il pensiero dei tuoi cari ti segue e ti sta vicino sempre. Ed anch’io sia pure con meno diritto perché vice mamma ti penso con sincerissimo affetto. Ti vedo nella tua nuova vita e comprendo perfettamente quanto sia diversa sia da quella che hai lasciato e che forse soltanto ora apprezzi.
Ma, come ti dissi prima che partisti, noi ti vogliamo vedere al più presto sottotenente ! Per cui fin da questo momento mettiti con impegno all’opera. Sai che “ chi comincia ben….” con quel che segue.
Attendo una tua lettera dove i descriverai il viaggio da Roma a Bolzano, i luoghi dove sei e la tua vita, e notizie più dettagliate del tuo incidente nelle manovre.
Per il vitto i tuoi hanno provveduto, quanto alle pratiche dell’istruzione, a poco a poco ti ci abituerai e non trascurare di riposarti quando puoi.
Un abbraccio e baci dalla tua
Mamma n° 2
8. 9. 939
Caro Pietro,
Walter ci ha letto proprio ora le tue due ultime lettere e così abbiamo appreso che ti hanno fatto un’altra “pungicata”, fortunatamente non dolorosa quanto la prima.
Interessantissima ci è parsa la descrizione della tua “gita” forse un po’ diversa da quella di Frscati in bicicletta o a piedi.
Aspettiamo ancora altre tue foto in borghese o col filetto d’oro sul colletto della giacca.
Il biliardo di Pellacchia , mi dice il babbo, ha perso il suo miglior cliente, e Pellaccia ha visto notevolmente diminuire le sue entrate. Molti clienti ancora adesso domandano dove sia l’agente assicuratore : E’ stato chiamato come specialista?!
Saluti dalla mamma, dalla zia e da me.
M. Ida
Carissimo Pietro,
hai ragione di lagnarti del mio silenzio! Come tu sai sono occupatissimo ed è per questa ragione che non ti ho scritto prima. Leggo sempre con piacere le tue lettere ed ho piacere di sentirti bene.
Ti ringrazio tanto del ricordo che serbi di me , di noi: ti assicuro che pure noi parliamo spesso di te e formuliamo i migliori auguri per il tuo avvenire.
Sii buono e studia! Affettuosi saluti.
P. Sansonetti
Saluti dal Dott. Sanna